martedì 13 dicembre 2011

Uff...

Già prima scrivevo poco, ora con il cambio di blog... non mi piace, non mi piace la grafica "interna" di blogger, non m piace il risultato esterno, non mi piace l'idea che sta dietro al tutto. Essì che si parla comunque di Google. Mah... spero di abituarmi, col tempo.


Volevo solo avvisare che non sono morta. Ho finito i regali di Natale, grazie al cielo, ed ora aspetto fiduciosa di ricevere quel che verrà dal Natale e dal successivissimo compleanno: chi lo sa, magari qualche bella sorpresa.
Per il momento mi accontento, ed anche se la tristezza ogni tanto affiora (affiora spesso, e spesso piango, ma non conta, in effetti) faccio del mio meglio per restare a galla.


Mi mancherà solo non essere "a casa" durante queste feste: è il primo anno che lavoro, ed è il primo anno che non potrò più fare le 3 di notte per giocare con i parenti sull'amato (e "natalizio", almeno per la mia famiglia) tavolo verde... Però le feste che farò saranno in ottima compagnia, e di questo non posso che essere felice.


Ah! Ho "nominato" i gattini di Marco: prima o poi, in un giorno lontano ma che spero arriverà, avrò un gattino tutto mio, da amare e coccolare. Chi lo sa, poi, che nome gli darò. Per adesso, Ciapetto resta il più intraprendente dei tre, ma anche Rose (Tyler, of course!) e Lily (Evans, of course!) si fanno rispettare.


Un baciotto a tutti!
Spooky


lunedì 5 dicembre 2011

I think it's ok, for now

I've done the best I can.
Non sono poi così malvagia, manco con il css, che non avevo mai usato prima :)
Che ve ne pare? Può andare, per il momento?!

Spooky



domenica 4 dicembre 2011

Assenza...

So che ci sono poco, ma tra le prove per importare il nuovo blog (ho idea che alla fine salverò tutto in .xls, tanto per dire di aver "salvato" i miei vecchi post, e ricomincerò ex-novo da lì... anche se ammetto che mi mancherà da morire tornare a leggere i miei vecchi interventi, e ricordarmi di me... (anche perchè questo blog è stato, negli anni, praticamente un'agenda... ogni volta che volevo vedere cosa facevo in un tale data, o com'era andato un tale esame, tornavo qui e... bam! Data, sensazione, ed a volte pure l'ora dell'accaduto :P) ma è un pò quello che è accaduto ai miei vecchi vecchi post (quelli di msn, per capirsi) che si sono persi nell'etere anni fa senza che me ne accorgessi.

Comunque sto bene, vivo di alti e bassi, consumo la mia vita con parsimonia, cerco di mantenere le cose che ho, e galleggio. A volte... a votle scivolo, ma penso sia anche normale. Per il resto, c'è il blog, o le mail. A tal proposito, vado a scriverne una, ad una persona proprio speciale. Sperando mi tiri su.

Spooky



venerdì 25 novembre 2011

Ho ritrovato il mio anello!!

Il mio Claddagh è sbucato fuori dal cassetto delle calze. Ed io sono contenta! :)

Spooky



venerdì 18 novembre 2011

Quando poi...

...nonostante la stanchezza o la fatica, ti trovi a uscire con vecchie Amiche, e sentirti comunque in pace, al di là di tutto, capisci che alcune cose non sono camiate, e ti rincuori.

Non lo so. Ho freddo, sono stanca, e vorrei sentire Riccardo, che dorme beato tra le braccia di Morfeo già da un pò ormai. Quindi vado a letto anche io, nonostante senta il bisogno di dire qualcosa che non riesco davvero ad esprimere o concepire. Non lo so, appunto.

Vado a letto... avrei voglia di casa, stasera.
Sarò incontentabile, ma mi manca.
Spooky



martedì 15 novembre 2011

Ho bisogno di...

Ho bisogno di viaggiare. Di muovermi, di guardare, di scoprire, di agitarmi. Di correre su un prato che non sia il mio, di parlare una lingua che non conosco.
La smania, l'urgenza che mi assale dopo un periodo di stasi è sempre la stessa, ma ogni volta cresce di intensità. Forse è per questo che sogno NTV. Per macinare cihlometri, almeno i necessari per sfuggire alla mia ricerca di fuga. Mi stanno intrappolando. E' una trappola che conosco e che mi piace, ma dalla quale sento il bisogno ciclico di fuggire. 
Pagherei per una settimana a Londra ora! Una passeggiata a Trafalgar Square, come quell'estate, nel mio ultimo giorno londinese... io, le mie infradito, ed una città troppo grande da girare tutta in un giorno, ma che volevo, volevo possedere ancora una volta, volevo vivere ancora qualche ora... e chissà, se prima o poi smetterò di volerla, di amarla, di coccolarla con il pensiero.

Stamattina ho sognato di essere tornata ad Orlando. E' stata una sensazione bellissima... finalmente libera. Finalmente di nuovo libera.
Ma io ho pazienza. Non importa quanto ci vorrà, tornerò a Londra. Posso già programmare il viaggio, se voglio. Posso già comprare i biglietti, per non pagarli molto. Posso già pensare al tragitto da fare. Posso già pensare di tornare me.

Spooky



venerdì 11 novembre 2011

Bilanciamo

Insomma, è già un mese che lavoro, l'inverno tarda ad arrivare (ma io sono già copertissima), comincio a pensare a Natale, e tra un sogno e l'altro cerco di non lasciarmi sfuggire un pò di sana me.
Se ci penso, non è cambiato moltissimo nell'ultimo mese. Ma io non mi sento più la stessa. Me lo diceva mia madre... e sapete bene quanto odio darle ragione, ma sento, internamente, dei meccanismi muoversi. Sento cambiare delle molecole. E nonostante Tennant non volesse andarsene, ed ha dovuto farlo lo stesso, anche io mi sento... incapace di reagire. Sento che il cambiamento deve avvenire, che è giusto, e che si sta compiendo.
E' una sensazione nuova, mai provata: non mi sto perdendo, come spesso mi è accaduto e come putroppo so che accadrà in futuro, ma sto... non lo so, forse crescendo.
Forse è questo che vuol dire, in sostanza, crescere. Trasformarsi. L'unica mia paura è di non riuscire a mantanere le cose a cui tengo. O che... o che tutto si trasformi in modo così radicale da... farmi cambiare opinione, o mettere in prospettiva troppe delle certezze che ora ho.
Non vedo l'ora di stare un pò con il mio Amore per raccontargli questa cosa. Magari mi rassicura, come fa sempre tra l'altro.

Il lavoro mi piace sempre di più. A settimane alterne si viaggia a velocità ridotta (come nell'ingorgo, si riesce andare anche a 3 km/h nella corsia veloce!, citazione nerdissima), ma si viaggia, e è questo l'importante. Mi spiace che non sia lo stipendio della mia vita, perchè in azienda mi trovo molto bene. Vedremo, la vita riserva una sacco di sorprese, a volte. Per il momento mi godo la semi-libertà di un part-time che mi permette di fare praticamente tutto: è bello non trovarsi alienati in un lavoro che mi impegna dalla mattina alla sera senza possibilità di uscita. Non so se è un momento di transizione, o se il part-time è il "mio" stile di lavoro, ma ho tutto il tempo per scoprirlo (sempre nella benedizione di un rinnovo contrattuale), e per il momento mi va bene così.

Il resto è... sfumato, nebbioso, e devo dire ininfluente in questo momento. Mi sento serena. Ogni tanto ho le mie crisi di pianto, i miei dolori violenti ed insoportabili, la mia rabbia cieca, il mio vittimismo, ma fa tutto parte della grande recita che è la mia vita, ed anche queste manifestazioni ossessivo compulsive sono parte di me.
La cosa che "dovrebbe" spavantarmi, invece, è che al lavoro sono diventata la signorina Rottermaier: al di là dello scherzo simpatico che non può che farmi piacere (non avrei mai sperato di trovare un ambiente di lavoro in cui essere... beh, essenzialmente me) ho il timore di star davvero diventando come mia madre... il che non è una così pessima consolazione, ma insomma, preferirei evitare, potendo :D

Boh, vado a vedere il Dottore. Che poi... no, non vado a veere il dottore, faccio la lista dei desideri per Natale. Lo so, sono in anticipo, ma è meglio prevenire che curare.

- Doctor Who - New series: stagioni 1-4 (la quinta l'ho appena iniziata, e per il momento si può anche evitare... ma fremo all'idea di sentire Tennant in originale!)
- Torchwood: solo per collezione in realtà... ma forse, a lungo andare, una ripassatina in inglese la darei anche lì!
- Cacciavite sonico del Decimo Dottore: PER FORZA!
- DVD all'Albert Hall di John Barrowman :D
- Il ciondolo dei Doni della Morte, perchè sì, come pe il cacciavite sonico!
- Poi vorrei una Toyota Aigò ed uno stipendio di almeno 300 euro in più al mese, ma mi sa che qui andiamo sull'utopico.... :P

Un bacetto,
vo a vedermi Doctor... Who? Doctor? WHO! Doctor? WHO!!! X'D
Spooky





martedì 1 novembre 2011

...

Che brutto tornare a casa dei miei, e sentirsi nudi. Sentirsi spogilati di una parte di sè, sentirsi inutilmente impotenti. Avete presente quando dicevo che il sentimento che odiavo di più al mondo era l'impotenza? Confermo.

Il mio bellissimo anello. Il mio, mio Claddagh. E non mi importa sapere che si ricompra, quello era il mio anello. Era anche un pò deformato, perchè Riccardo lo aveva "agganciato" con uno dei suoi bracciali e lo aveva storto un pò. Ma era bellissimo. Ed era mio.
E non capisco come sia stato possibile... lo avevo al dito, o almeno doveva essere lì, e poi... puf, niente, andato. Ho cercato per terra, sotto i mobili, nelle tasche. Niente.
Mi sento così vuota...

Lo so, sono stupida. Con tante cose importanti, uno va ad impensierirsi per un oggettino da niente. Ma quell' "oggettino da niente" era il mio "oggettino da niente". Era il Claddagh che rigiravo fra le dita quando Edoardo mi ha rubato un pezzo di cielo. Era il Claddagh che portavo quando io e Ric ci siamo lasciati. E che Laura guardava sempre con gioia, perchè si ricordava l'indecisione nell'acquisto, quei 19 euro sospiratissimi... e che invece vedeva spesi così bene. Mi ricordava Maura, le babbions, le mie dipendenze, le mie fantasie da bambina.
Lo portavo al dito da... tre anni. Sono un sacco di mesi. Un sacco di giorni.

Mi sento nuda. Mi sento un pò più sola. Ancora.
Spooky



lunedì 24 ottobre 2011

Stralcio

"Dopo le presentazioni, ho iniziato. Ho letto la prima parte della scena in americano, ma quando Jack dice a Rose che non è la persona che sembra, ho cominciato a parlare con accento scozzese. Pensavo che un personaggio inglese avrebbe fatto un'impressione migliore, ed avrei avuto più possibilità di essre scelto per la parte. Dopotutto, per quello che ne sapevo, non c'era mai stato in una serie classica un attore americano come guest più o meno fissa.
"Puoi rifarla con l'accento inglese?" mi ha chiesto Andy.
Avrei fatto quella benedetta scena anche in un antico babilonese, tanto volevo quella parte. Alla fine, ho letto la scena tre volte, con tre accenti diversi. Beccati questo, Hugh Laurie!"


:')

Spooky



domenica 23 ottobre 2011

Notturno

Sono stanca, ma due righe voglio scriverle. Perchè ci sono dei momenti che vanno incorniciati, in qualche modo, e questo è il mio.
Con il libro nuovo nuovo di John alla mia sinistra, le gambe sotto il piumone, un piedino lasciato al freddo ed il portatile senza corrente e quindi con un'autonomia limitatissima, scrivo questo post perchè... perchè alcune cose cambiano, altre si evolvono, ed altre ancora restano invariate.
Invariato questo blog, in fondo, da troppi anni, con un template che forse non sarei neanche più in grado di cambiare, con frasi storiche ed altre nuove ma stantie, con la patina addosso di qualcosa che ero e che forse non sono più. Magari sono così affezionata al passato che mi aggrappo, su queste pagine, al ricordo di una me che ormai non è altro che questo: un ricordo, il fantasma sbiadito di un passato che non tornerà.

Ed intanto gli anni passano, le persone cambiano, alcune restano, ed altre... beh, altre vivono. Ed io piango di gioia e rido, rido di cuore, e già mi rammarico di quanto "non-vivrò" e quanto "non-sarò".
Ho solo un pò  paura. Perchè il cambiamento spaventa, e la vita mi ha insegnato che a volte il cambiamento è... selettivo. Non voglio essere un ricordo. Non voglio diventare una cartolina ingiallita di qualcosa che non è più. Non voglio smettere di... essere noi. E nessuno mi darà questa certezza, mai, se non la trovo da me.
Cambia tutto così in fretta... mi sembra di non riuscire a tenere il passo. Mi sembra di non riuscire a star dietro a tutto, a tenere tutto insieme. A stringere in un solo abbraccio tutto quello che di questa vita non voglio perdere, tutto quello che non posso perdere.
Sono così felice... e così spaventata.

A volte mi dico che essere un punto fisso nel tempo e nello spazio non debba essere così male, nella vita. Ma so che il cambiamento è la base della vita, la sua forza, la sua energia: è che nel cambiamento sono volubile, ed il cambiamento, in passato, mi ha ferito.
Mi stringo al petto i ricordi, e vado a letto sorridendo: ti voglio bene!

Spooky




domenica 16 ottobre 2011

Chi non muore...

Lo so, non ci sono mai. Scrivo poco, e quel poco che scrivo è anche senza lode. A mia discolpa posso dire che la prima settimana di lavoro mi ha bruciato più energie di quanto pensassi, e che il resto, tra una traduzione, un turno, una cena ed il mio anniversario, è andato un pò perdendosi.
A pensarci bene, sono due settimane che lavoro. Lo so, non è il traguardo della vita di nessuno, però soddisfa, soprattutto quando sento di riuscire come vorrei, e spero come dovrei. Soprattutto quando ti trovi bene con i colleghi, quando cominci a ricordare i nomi, quando ridi, scherzi, quando cominci a prenderci la mano.

L'anniversario è andato magnificamente, e Ric, che sapevo non voleva regalarmi un anello (oh, se lo conosco, il mio orsetto!) è riuscito comunque in una sorpresa straordinaria: un weekend fuori solo per noi due. E nonostante il freddo inaspettato, sono stata benone. Ed una volta di più, ho capito... immaginato... vissuto un futuro. Un futuro che, sembra, si sta avvicinando a grandi passi.

Venerdì ho anche fatto uno sforzo e sono andata a doppiaggio. Mi sono resa conto di un paio di cose evidentemente dolorose, ma capire qualcosa, per quanto frustrante, è meglio che restare nell'ignoranza. Penso. Non lo so, cerco di fare chiarezza e vedo il vuoto. Forse non sarei dovuta nascere come sono, o crescere come sono cresciuta. Forse, per la mia fantasia e la mia creatività, avrei dovuto essere un'altra persona. O forse, per essere felice, avrei dovuto essere... meno me. Continuo ad arrovellarmi per trovare una soluzione che so che non esiste altro che nella mia consapevolezza e volontà.
Ma non ho voglia di parlarne adesso, nè di pensarci. Moving on.

Continuo a tradurre, anche se meno celermente di prima, e sempre con un piede nella fossa, ma finchè va, lo lascio andare. Intanto, aspetto il mio primo stipendio, guardo Doctor Who (non ve l'ho detto?! La mia nuova, scintillante passione, David Tennant e Billie Piper ora dipartita per la molto-più-figa Marta Jones, in attesa di Jack, del mio Jack, e del ricordo del defunto Ianto, del defunto Angelo, del defunto Torchwood...), e cerco di stare vicino a chi ne ha molto più bisogno di quanto io possa immaginare.

Ho tagliato tutti i capelli (e per tutti intendo tutti, a breve una foto), e libera e bella con la mia moquette in testa vi mando un bacio e vi saluto.
Avrei voglia di altro, avrei voglia di un viaggio, avrei voglia di John (giovedì prossimo, ahimè, ma così doveva andare, evidentemente...) e di Londra, avrei voglia di donuts, Camden, Trafalgar Square e Theatreland, ma stringo i denti e vado avanti. Verso il futuro, verso una casa, una famiglia... verso me, in fondo.

Spooky



venerdì 30 settembre 2011

Primo giorno di formazione

Non mi sento ancora "al lavoro", ma ho superato la giornata senza impazzire, e mi sembra già una gran cosa. Da domani ci cominciano anche a far fare qualcosa, e poi lunedì il gran giorno: un paio di settimane di panico e sbagli, per poi prenderci la mano. Posso farcela.
Oh, sì che posso farcela.

Spooky

PS: oggi mi è arrvato il biglietto per John: una fitta al cuore come non immaginavo. Ho provato a vedere se riesco ad andare comunque, in un'altra data, ma mi è impossibile. Mi dico che non era destino, ma brucia... eccome, se brucia...





lunedì 26 settembre 2011

Voglia di coccole


Ianto: If you're interested, I've still got that stopwatch.


Jack: So?


Ianto: Think about it, lots of things you can do with a stopwatch.


Jack: Oh yeah, I can think of a few.


Ianto: There's quite a list.


Jack: I'll send the others home early, see you in my office in ten.


Ianto: That's ten minutes... and counting.

I: Se le può interessare, ho ancora il cronometro.
J: E allora?
I: Beh, ci pensi, ci sono diverse cose che si possono fare con un cronometro.
J: Oh, già... me ne vengono in mente un paio.
I: Sono molte di più.
J: Manderò gli altri a casa prima. Ci vediamo nel mio ufficio in... dieci minuti.
I: E 10 minuti siano... da ora.





Jack: Oh yeah, I love that office-y feel. I always get excited in these places. To me they're exotic. Office romances... Photocopying your butt, well maybe not your butt, although whilst we're here why don't we photo-


Ianto: The rift was active at these coordinates, approximately 200 feet above ground. That means this floor or the roof.


Jack: How are you, Ianto?


Ianto: All the better for having you back, Sir.


Jack: Can we drop the 'Sir' now? I mean, while I was away, I was thinking, maybe we could...You know, when this is all done...Dinner, a movie...?


Ianto: Are you asking me out on a date?


Jack: Interested?


Ianto: [stuttering] Well, as long as it's not in an office...Some fetishes should be kept to yourself.

J: Oh, amo lo scenario d'ufficio. Mi eccitano sempre questi posti. Sono... esotici. Storie d'amore tra colleghi... fotocopiarsi il sedere, non necessariamente il proprio... anche se, visto che siamo qui, potremmo foto...
I: La fessura si è attivata in questo punto, più o meno a 200 piedi da terra. Il che vuol dire tra qui ed il tetto.
J: Come stai, Ianto?
I: Felice di riaverti fra noi, signore.
J: Possiamo evitare il "signore" ora? E' che... mentre ero via... stavo pensando, magari noi potremmo... dico, quando tutto questo sarà finito... cenare, o andare al cinema...
I: Mi stai chiedendo di uscire?
J: Interessato?
I: Beh, basta che non sia in un ufficio... certe fantasie bisognerebbe tenersele per sè.


 

Non lo so, avevo voglia di un pò di dolcezza.
La domenica sera è sempre un pò... difficile.

Buonanotte a tutti,
ed in bocca al lupo a me,
Spooky



domenica 25 settembre 2011

Memories

A volte sei lì, senza niente di meglio da fare che pensare a come la tua vita stazioni (per colpa tua) in un limbo di nulla, e le vicende degli altri ti trapassano da parte a parte, portando a galla ricordi sbiaditi dal tempo e dalle successive emozioni.

Quindi, da un paio di stati facebook di una persona che conosco da sempre, ma che non mi è mai stata altro che una conoscente, non solo mi sono rivista scorrere davanti due annetti buoni della mia vita, ma anche tutta una serie di sensazioni, cattive e buone, che il mio cuore ha passato, ed ha fatto passare ad altri.
Mi sono ricordata, in maniera diversa dal modo con cui ci ho pensato l'ultima volta, all'amore ed alla complicità. A come due persone riescano a darsi dimenticandosi di essere, o a come si aggrappano a sè stessi lasciando fuori il resto.

Tempo fa ho detto che ci sono relazioni che non importa che non siano propriamente "amore", ti riempiono la vita lo stesso, ti coccolano ugualmente, ed a volte creano una complicità che l'Amore, quello vero, quello persempre, non è detto che crei.
A me è successo. Di avere un'amore così complice da rendere qualsiasi altra storia, qualsiasi altro legame, un mero riflesso di quel... essere in uno. Nonostante i baratri di solitudine che mi lasciava, nonostante il dolore, a volte, o la sensazione di precarietà ed instabilità della cosa, io non mi sono mai sentita, e so che non mi sentirò mai, altrettanto... una.
E nel pensare alla fine di un rapporto del genere, beh, ti viene un pò di tristezza. Per me le cose non andate bene, o quasi. Dopo la rabbia, il dolore, le recriminazioni ed i sensi di colpa, la complicità è svanita ma è rimasto l'affetto. Non per tutti le cose vanno così bene. Non per tutti si riesce a restare così in buoni rapporti, con quel velo di malinconia leggera non per quello che sarebbe potuto essere, ma per la sensazione che dava esserci, in quel momento.
Non è il ricordo nostalgico della volontà di riviverlo, solo la consapevolezza di un'emozione unica, speciale, preziosa, che si è vissuto e che non tornerà. Questo mette un pò di malinconia, no?...

Boh. Penso che, su questo blog, ci sia, com'è sempre stato, spazio per tutti. Da Marco, che "non mi conosceva", ma che ho pianto come fosse un familiare, un amico, una parte di me, a Maria, che non ricordo per quale motivo mi aveva fatto arrabbiare e si è meritata un paio di righe su un post, a te, adesso, che non sai neanche quanto ti sia vicina, solo perchè io so cosa stai vivendo, e spero per te che parte del peggio ora sia passato. Te a cui vorrei dire "ci sono", te a cui vorrei dire "puoi parlarmene", perchè conosco fin troppo bene la sensazione di isolamento che dà... being like this.
Comunque, parlo da me, e scusate il post senza capo nè coda.

Solo, ieri ho passato una bella serata, e ad un certo punto si è parlato di Truman... volete saperla una cosa buffa? Ridevo. Ma di cuore. Cioè, ho riso perchè proprio sentivo i muscoli che volevano farlo, non è stato niente di forzato, niente di sociale. Eppure, dentro, ho sentito un dolore così profondo... così profondo da essere quasi attutito: come un rintocco sordo in fondo allo sterno, una sensazione passata riportata alla luce, resuscitata per ricordarmi, ancora una volta, che ci sono storie che rimangono, comunque, in un modo o nell'altro, e si può passare tutta la vita a dire quanto siano state folli, stupide ed inutili quelle notti passate a piangere sul tuo nome, ma io ci credevo, Max, ci credevo sul serio... e nessuno me le ridarà indietro. Quindi, chiamatemi pure sciocca, se rido, di una risata oggettivamente liberatoria e sincera, ma dentro Spooky continua a mormorare, a bassa voce, che non importa se il Re è nudo, io gli vedo addosso un vestito bellissimo, multicolore, e con una particolare sfumatura di blu.

Spooky




venerdì 23 settembre 2011

Un paio di news al volo

Ho visto il pre-aired di House. Boh, a me House piace sempre. Ho perso di oggettività, credo.
Ho fatto il mio primo colloquio di lavoro... e mi pare che, come inizio, non sia andato male. Il problema sarà lunedì, all'esame del dottorato. Lì ci sarà da ridere!
Il mio amato biglietto è in viaggio. Viaggia, viaggia... sperando che i miei non lo trovino prima di me.. sarebbe carino, spiegarglielo!

Spooky

PS: ah, ho le nocche delle mani "stile Angelo"...
J: you've been in a lot of fight?
A: Well... sometimes... you have to defend yourself, you know? People... say things...



lunedì 19 settembre 2011

Passi le giornate a lamentarti, e poi scopri che vuol dire perdere tutto... tutto, in un istante. Che cosa buffa la vita. Che cosa insignificante e potente che è. Viene davvero da chiedersi, alla fine della fiera, a che pro facciamo tutto quello che facciamo. Mah.

Comunque. Innauguro un nuovo "interesse", un nuovo tag, che è quello delle traduzioni. Tempo fa mi sono messa a leggere una traduzione fatta da un tipo su yahoo answer, traduzione "egregiamente" svolta da google, e mi sono dovuta iscrivere per dirgli "MA CHE DIAMINE DI CA**ATE HAI SCRITTO?!?!?!" :P
Quindi, presa da un momento di ispirazione, anche se ormai tutti sanno l'inglese, e probabilmente a nessuno serve il mio aiuto, inizierò, a tempo perso, a pubblicare qualche traduzione di canzoni che amo. Se poi qualcuno dovesse avere delle richieste, sarò ben felice di acconrtarvi.
Comincio con una canzone che ho scoperto da poco, ma che amo moltissimo.


"You'll Think Of Me" - Keith Urban

I woke up early this morning around 4am
With the moon shining bright as headlights on the interstate
I pulled the covers over my head and tried to catch some sleep
But thoughts of us kept keeping me awake
Ever since you found yourself in someone else's arms
I've been tryin' my best to get along
But that's OK
There's nothing left to say, but

Take your records, take your freedom
Take your memories, I don't need'em
Take your space and take your reasons
But you'll think of me
And take your cap and leave my sweater
'Cause we have nothing left to weather
In fact I'll feel a whole lot better
But you'll think of me, you'll think of me

I went out driving trying to clear my head
I tried to sweep out all the ruins that my emotions left
I guess I'm feeling just a little tired of this
And all the baggage that seems to still exist
It seems the only blessing I have left to my name
Is not knowing what we could have been
What we should have been
So

Take your records, take your freedom
Take your memories, I don't need'em
Take your space and take your reasons
But you'll think of me
And take your cap and leave my sweater
'Cause we have nothing left to weather
In fact I'll feel a whole lot better
But you'll think of me

Someday I'm gonna run across your mind
Don't worry, I'll be fine
I'm gonna be alright
While you're sleeping with your pride
Wishing I could hold you tight
I'll be over you
And on with my life

So take your records, take your freedom
Take your memories, I don't need'em
And take your cap and leave my sweater
'Cause we have nothing left to weather
In fact I'll feel a whole lot better
But you'll think of me

So take your records, take your freedom
Take your memories, I don't need'em
Take your space and all your reasons
But you'll think of me
And take your cap and leave my sweater
'Cause we got nothing left to weather
In fact I'll feel a whole lot better
But you'll think of me, you'll think of me, yeah

And you're gonna think of me
Oh someday baby, someday.




Mi penserai

Mi sono alzato presto stamattina, più o meno alle 4,
con la luna che splendeva come un faro sull'interstatale,
mi sono tirato la coperta sul viso, cercando di dormire un pò,
ma sono rimasto sveglio, pensando a noi due...
Da quando sei tra le braccia di un altro
ho fatto del mio meglio per andare avanti,
ma va bene così,
non c'è niente da dire, a parte

Prendi le tue cose, la tua libertà,
i tuoi ricordi, perchè non mi servono,
riprenditi il tuo spazio, le tue ragioni,
ma poi mi penserai.
Prenditi il cappello, e lascia il mio maglione,
ci siamo già consumati del tutto,
il punto è che mi sento davvero meglio,
ma poi mi penserai.

Ho fatto un giro in macchina, tenando di schiarirmi le idee,
provando a spazzar via le macerie delle mie emozioni.
Immagino di essere solo un pò stanco di tutto questo,
e la sola cosa che mi è rimasta,
e sembra una benedezione,
è non sapere cosa avremmo potuto essere,
quello che saremmo dovuti essere, perciò...

Prendi le tue cose, la tua libertà,
i tuoi ricordi, perchè non mi servono,
riprenditi il tuo spazio, le tue ragioni,
ma poi mi penserai.
Prenditi il cappello, e lascia il mio maglione,
ci siamo già consumati del tutto,
il punto è che mi sento davvero meglio,
ma poi mi penserai.

Un giorno ti tornerò in mente,
non preoccuparti, starò bene.
Starò meglio,
mentre tu dormirai col tuo orgoglio
immaginandoti nel mio abbraccio,
io starò meglio,
e sarò andato avanti con la mia vita...

Perciò prendi le tue cose, la tua libertà,
i tuoi ricordi, perchè non mi servono,
riprenditi il tuo spazio, le tue ragioni,
ma poi mi penserai.
Prenditi il cappello, e lascia il mio maglione,
ci siamo già consumati del tutto,
il punto è che mi sento davvero meglio,
ma poi mi penserai.

Prendi le tue cose, la tua libertà,
i tuoi ricordi, perchè non mi servono,
riprenditi il tuo spazio, le tutte le tue ragioni,
ma poi mi penserai.
Prenditi il cappello, e lascia il mio maglione,
ci siamo già consumati del tutto,
il punto è che mi sento meglio,
ma poi mi penserai.
Un giorno, vedrai, mi penserai...



Ovviamente, la traduzione è una mia libera interpretazione del testo :)
Un bacio a tutti,
Spooky



mercoledì 14 settembre 2011

Un paio di cose

"I'm gay because I've no control over it. It is the way I was born. So I brace it. I have to... I want to embrace it, because it's who I am, it's what I am, it.. I mean... that's the truth, that's the truth about me."

Questa perchè la trovo una frase... semplice. E vera.
Per il resto, vorrei solo che il video che ho visto io fosse guardato da tutti gli italiani... magari qualcuno, almeno qualcuno, capirebbe. E vabbè.

Insomma, Riccardo dice che è un anno che sono "fissata coi gay". Lo dice in senso buono, povera stella. Lo dice anche in senso malizioso, se capite cose che non intendo mettermi a spiegare qui.
Sarà che sono un tipo curioso. Sarà che ci sono cose, nella vita, che vorrei razionalizzare e non è possibile farlo. Sarà che fa tutto paura, e più guardo le persone che ho intorno, più cresce la paura per loro. Per me, per tutti.

Sto scoprendo di amare Barrowman in un modo... particolare. Umano. Prima di Vitto, dopo un paio di delusioni ed un pò di maturità venuta a confortare i miei 15 anni, mi sono resa conto che i personaggi della tv, del teatro, del cinema, non sono affatto come vogliono farci credere. Sembra banale, ma io ci ho messo davvero tanto a capirlo. Ci ho messo tanto, ed ancora mi pesa, accettarlo. Perchè è una di quelle cose che non capisco.
E poi sbuca, da un nulla che inizia con un rifiuto, John. Presuntuoso, pieno di sè, convinto nella sua volontà (perchè è la volontà che ci fa essere) di ottenere quello che crede gli spetti. Che odio, vederlo così perfetto cantare la canzone che avevo sentito da qualcun altro, e che quindi apparteneva a qualcun altro!

Ora... ora vedo una persona che ha deciso come gestire il potere che ha. Come sfruttarlo, per migliorare, almeno un pò, quello che ha intorno. Non mi sono mai accostata tanto alla... presunta sincerità di un personaggio famoso come in questo caso.
Sarà perchè quando lo sento cantare, ed è una cosa che non mi è MAI successa, neanche con Vitto, io sento la sua voce vibrare all'unisono con la musica. La sento... essere la musica. Non so se si può speigare, una cosa così. Su "I made it through the rain" la compenetrazione è... non lo so, mi fa impazzire. Letteralmente, mi fa uscire di testa. Mi sembra impossibile essere così tanto musica da fondersi totalmente con le parole. E' una sensazione che non c'entra niente con la modulazione, con l'interpretazione, ma con la vocalità, e l'anima, penso.

E quando senti una persona, che "non ti deve niente" (ce la ricordiamo tutti, la Divina? Bene, ricordiamocela), scusarsi di non poter firmare autografi sotto la pioggia, e chiedere di lasciare gli indirizzi e le cose da firmare in teatro, che avrebbe provveduto a spedirli lui ad ognuno... beh, ecco, c'è qualcosa che non ho mai visto prima, in questo gesto.

Non lo so, avevo voglia di parlarvi un pò di lui.
Ah, vado a vederlo. Ma lo sapete che sono più spaventata del mio primo incontro con Vitto? E se... non fosse? Ce la farò, a tenermi solo le mie visionarie sensazioni?...
Spero di sì. Sul serio. Perchè una persona così mi fa bene al cuore.

Spooky




domenica 4 settembre 2011

Torchwood

E' l'unica parola che cerco su google, sperando che mi dia risultati differenti da quelli che, ovviamente, mi da.
Sono diventata dipendente. E non solo dipendente da una serie britannica (mica per l'Inghilterra, che adoro, ma per la discontinuità nell'uscita dele serie, per lo scarso numero di episodi, per la poca serialità che danno ai loro prodotti), ma da una serie britannica che finisce la prossima settimana.
No, ora ditemi se è possibile.

Comunque, c'è da dire che il telefilm in sè è fastidiosamente geniale.
C'è un bel protagonista, una buona squadra di supporto, una donna assai poco "femme fatale", stereotipo che ultimamente cominciava a stancare un pò, e gli alieni. E questo, diciamocelo, c'era anche dentro il compianto X-files.
Eppure, un prodotto che poteva essere solo "una serie fra tante" si è rivelata la mia nuova passione. E penso di aver capito anche perchè.
Per il tempo. E' la prima serie di cui ho memoria in cui non solo il continuum spazio-temporale viene stravolto, ma plasmato, riconfigurato e manipolato sulla base delle emozioni umane, sulla base dei nostri impulsi ed istinti. Sulla base della nostra umanità. E non mi riferisco a qualcosa di fattuale, realmente presente nel telefilm, ma all'idea, al concetto che sta dietro al telefilm. 
Praticamente è la base della sua trama: un "punto fisso" nel tempo e nello spazio che si muove fra le epoche, immortale ma mortalmente umano. E la vita eterna, quando si spande per decenni, per secoli in cui si sono compiute le più basse atrocità, così come i più alti atti di eroismo, perde tutto il suo fascino.
E questo è Jack: l'uomo che, adesso, sembra buono, sembra... eroico, ma che non lo è: glielo si legge negli occhi, nelle vene, ed in ogni flashback si concentrano anni di torture, di fatica, di dolore mascherato, coperto, sotterrato sotto altri anni, altre storie, ma sempre vivo, come una ferita mai rimarginata, come una malattia cronica.
Perchè se puoi vivere per sempre, ogni ricordo, ogni errore, ogni perdita, si somma a tutte le altre, si solidifica, si appesantisce, e ti rimane addosso come un marchio.
Mentre lui continua generazione dopo generazione a vivere, nonostante il dolore a volte sembri insopportabile, gli altri attorno a lui muoiono come mosche: perchè è il destino di tutti, e perchè Torchwood, si sa, ha una sola via di licenziamento.

E' questo che mi affascina. Essere eroi va contro ogni spirito di sopravvivenza della razza. Eppure, lo facciamo. Perchè?
Essere immortali vuol dire continuare a soffrire, per il resto dei secoli. Eppure, tutti vorremmo vivere per sempre.
E tutti vorremmo che i nostri cari non morissero mai, come se questo fosse altriusmo. As if!
Comunque, l'immortalità è sopravvalutata... ma io sono ancora qui che aspetto il finale di stagione, perchè Jack non può morire, e va bene ogni crudeltà perpetrata nel tentativo di ucciderlo, basta che non lo si faccia per davvero.

Mah... sono una series addicted, I know.
Spooky



giovedì 1 settembre 2011

Novitàààà!!!!

Sono diventata Master Subber. SONO DIVENTATA MASTER SUBBER!!!!!! Ma CHE BELLO!!!!!! *_____________*

SpookyMS

PS: oggi ho sentito Vitto. E' sempre bello sentirlo. In qualche modo, mi rassicura. Speriamo :)



mercoledì 24 agosto 2011

Riflessioni di un caldo pomeriggio d'agosto

Stamattina ho cercato di studiare, ma con pochissimi risultati. Fa un caldo straordinario, ed io non ho altro stimolo che quello di continuare a scrivere freneticamente sul mio pc, o di guardare la tv.
Mi manca l'università. Mi mancano i tempi in cui la noia era l'intervallo tra un abisso di studio e l'altro, e dove lo studio era... finalizzato, concreto, reale. Dove sapevo cosa mi veniva richiesto. Ero brava. Al liceo non sono mai stata un genio, ho fatto sempre tutto al mio massimo, e questo mi ha permesso di vivere serena. Ma l'università era il mio mondo. Anche se ero decisamente fuori dagli schermi classici dell'universitario, mi sono sempre trovata bene tra lezioni e studio.
Anche se non ero quella che studiava otto mesi prima per un esame, anche se ero quella della preparazione all'ultimo millisecondo, a parte rarissimi casi ho sempre dato il meglio che potevo. Ho sempre studiato con la voracità di sapere e di capire, di dimostrare.
Eppure, questa prova di ammissione al dottorato mi sembra un compito superiore alle mie forze. Non so cosa si suppone che io dovrei sapere. Non so come prepararmi. Ho scritto al coordinatore di uno dei dottorati per cui ho fatto domanda. Quello che mi interesserebbe di più. Beh, mi ha detto "si verificheranno le sue conoscenze pregresse". Conoscenze pregresse? Cioè? Quando è nato Dante, la teoria del piacere di d'Annunzio? O come si fa uno stemma codicum, gli errori dei testimoni, le edizioni critiche di Petrarca? Cosa si suppone che io sappia?
Il tutto, diciamolo, mi spaventa non poco.

Anche perchè, dall'altra parte, c'è sempre il doppiaggio. Ho scelto il dottorato per questo, in realtà: se entro, mollo tutto il resto. Chiederò addirittura a mia madre di restare fuori della mia vita lavorativa. Voglio fare doppiaggio. Allora perchè non mi impegno neanche lì? Perchè non faccio gli esercizi, perchè non mi informo sulle società di Roma?
Me lo chiedo, e so rispondermi solo con la consapevolezza che ho paura. Paura, come sempre, di tentare e fallire. Anche se davvero, davvero questa sento possa essere la mia strada.

E' che mi sembra un gioco.
Citando: "Allora, che mestiere fai?"
"L'attore."
"No, dico, per vivere, che mestiere fai davvero?"

Già. Qualcosa del genere. Eppure... dove si compra il coraggio? La forza per credere ad un obiettivo, crederci davvero? Mi hanno detto che è "solo" questo che ci vuole per diventare doppiatori. Ed è questa la cosa che mi manca.
Vorrei che qualcuno mi dicesse che devo fare da grande. Ehi, Capitan Harkness, cosa c'è nel mio futuro?...

Spooky




domenica 21 agosto 2011

Wedding speech

Boh... mi sembrava bello tenerlo qui, nel mio blog.
Dovrebbe essere pari pari a quello che ho letto.


Good evening to everybody, first of all I want to apologize myself for my bad English, and because I read instead of ad-lib. My English is no so good, and I’m so touched about this wedding (this celebration, ricordo che l'ho aggiunto io mentre parlavo... che buffi i ricordi!), that I’m worried to not find the right words, so I preferred to write them.
I want to speak in English because I wish this could be a little present to Brian, to tell him “thanks” to make one of my closest friend so happy.
I knew Laura six years ago, in a strange and a bit crazy way, and I always think she’s a very good person. She’s smart, clever, generous. From then on, in a short time she, and her sister, has become not just a friend, but a family. She shows me the meaning of this word. She has a sister, a wonderful family, a fantastic twin
(non ricordo bene cosa ho detto qui... ma qualcosa di simile!), but she always make me feel like her sister as well. And just like sisters do, she taught me a lot of things, things that I try to recall when I’m sad.
She taught me to be grateful for the little joys of everyday life, and to remember the good things, forgetting the bad ones.
She taught me to be happy although things aren’t good, she taugh me to keep on fighting for the things I want, she taught me persistence, loyalty, togetherness.
 And I only want to tell her thanks for everything.

I wish Laura and Brian all the best for their future.
You’re fantastic people, and you deserve all the happiness in the world. I hope you two could be in love, as today you’re, for the rest of your lives.
I really love you.


Baci,
Spooky



Resocontiamo - Canada

Ed eccomi all'ultima parte del mio viaggio.
La "tappa canadese" non era, nei miei progetti, una "vacanza".
Era il matrimonio di Laura.
Non sono andata per visitare il Canada, anche se mi piaceva l'idea di vedere qualcosa della terra che ho sognato per tanto tempo, ma per assistere al cosiddetto "giorno più bello" di una persona che ha significato, e significa, moltissimo per me.
In realtà, è stato questo, ed anche di più.
L'arrivo è stato contornato da una pioggerellina che si è presto trasformata in un temporalone coi fiocchi, cosa che ci ha costretti a lavarci i denti a lume di candela ed andare a letto alle 9... e se non fosse stato per un pò di fastidioso mal di pancia, la serata è stata deliziosa: starsene a letto, piacevolmente avvolti in un piumone, abbracciati alla persona che si ama, chiacchierando a bassa voce e raccontandosi per il solo piacere di ascoltare le esperienze dell'altro, per  dirsi, semplicemente, e ritrovarsi ancora una volta più vicini di un attimo prima, è un'esperienza che auguro a tutti, perchè è la più bella del mondo. Ecco, penso che lì... penso che in quella sera ho avuto la certezza di cosa ci sia nel mio futuro. Una certezza durissima, come il diamante.

Il giorno dopo abbiamo visitato un pò Halifax, nonostante la pioggia ed il freddo non aiutassero molto a godersi il tutto. Abbiamo visitato il birrificio locale, bevuto una birra molto buona, passeggiato, fatto un pò di acquisti, ed il giorno dopo siamo partiti per l'ultimo hotel del nostro viaggio: New Glasgow.
Sia durante il viaggio, sia all'arrivo, mi sono resa conto di come quello fosse il Canada che avevo sempre sognato: prati senza fine, alberi, silenzio. Pace. Tranquillità. Comprensione. Mi sono sentita a casa, a chilometri e chilometri di distanza da dove sono nata e cresciuta. Mi sono sentita dentro il libro che avevo immaginato per questo viaggio, mi sono sentita nel Canada che avevo così tanto sognato.
E' buffo, quando il sogno diventa realtà. Ti viene proprio da ridere... e dire:  "è tutto come lo avevo immaginato. Ed è reale".
Quando siamo arrivati, la prima cosa che ho fatto è stato chiedere della "famiglia Pavesi": è stato bello abbracciare Lucia, farmi raccontare del loro arrivo burrascoso, abbracciarla e sentirmi, ancora di più, a casa. In famiglia.
E' stato come completare un cerchio: questa è stata la "nostra" vacanza, mia e di Riccardo. Una vacanza non solo bella ed importante di per sè, ma per noi. Noi come coppia, noi come futuro. E... e vedere, alla conclusione di quel fantastico viaggio, Lucia, e poi tutti gli altri, è stato... chiudere il cerchio. Tornare a casa. Con una nuova famiglia.
Ecco, se dovessi dare un nome alla mia vacanza canadese, la chiamerei "famiglie che nascono, che si allargano, che si evolvono". E presentare Riccardo alla mia famiglia, al completo, è stato per me importantissimo.

Vedere Laura corrermi incontro ed abbracciarmi è il ricordo più vivido che mi porto dietro di questa esperienza. Sapevo che le faceva piacere la mia presenza, ovviamente, ma sentirla tra le mie braccia ripetere il mio nome mi ha dato esatta misura della sua gioia, per il matrimonio imminente e perchè ci sarei stata anche io. Non mi sono mai sentita tanto onorata come in quel momento.

E poi... la cena al cottage, un cottage come quelli dei miei sogni, con me dentro!
Vedere tutte (quasi tutte) le babbione lì, insieme, in un luogo così lontano da casa e così lontano da Vitto... è stato straordinario.
E sentirmi utile nell'organizzare il buffet, sentirmi partecipe di quello che c'è dietro la cerimonia, vedere Riccardo preparare il cibo al mio fianco, e sentire le gemelle scherzare con lui come fanno con me... vorrei riuscire a spiegare la gioia che dà una cosa del genere, riuscire a farvela sentire... perchè è qualcosa di enorme, immenso, che trapassa il cuore, e fa sentire vivi.

E poi, finalmente, il matrimonio. La mia ansia per tutto il giorno, il controllare istericamente l'orologio, e poi scendere nella hall dell'albergo, vedere Laura, e non trattenere una valanga di lacrime, perchè è davvero bellissima, raggiante, e sento la sua gioia contagiarmi, ed è talmente forte che bisogna farla uscire in qualche modo, ed io ho solo le lacrime, si sa.
La cerimonia è stata commovente e sentita, intima, familiare, e nel curvarmi per tradurre a Riccardo le poche cose non dette anche in italiano ho percepito il raccoglimento intenso di questo evento piccolo, ristretto, ma magnificamente brillante. Come un gioiello.
Andare al ristorante, un fantastico edificio in riva al mare, e vedere Laura e Brian far finta di tagliare la torta per le foto, con un bellissimo tramonto he entrava dalle immense vetrate... se non fossero state ricoperte dai ragni, le avrei apprezzate ancora di più :P
Il mio discorso. Che alla fine pensavo non avrei avuto il coraggio di fare in inglese... e che invece ho fatto. In cui pensavo di riuscire a trattenere le lacrime... che alla fine non ho trattenuto. E vedere Laura venire ad abbracciarmi.
Infine, le "foto di famiglia". Le foto in famiglia. Ed essere fra quelle. 
Un'ultimo abbraccio, e poi a nanna, che non ci sarà un'altra notte americana.

Altri areoporti, altri aerei, altre attese infinite per imbarcarci. E le ultime foto, perchè non ci sarà un altro viaggio così. La sensazione di aver vissuto qualcosa di irripetibile. La consapevolezza di averlo vissuto, vissuto davvero, col cuore e con l'anima. Di essere stata felice. Tremendamente e completamente felice.

Ed ora mi restano le foto, i ricordi, e l'anello al dito di Laura, che so già porterà a galla migliaia di emozioni splendide ogni volta che mi ci cadrà sopra l'occhio: un'altra cosa che la renderà ancora più speciale per me.

Spero il resoconto vi sia piaciuto.
A me ha fatto piacere scriverlo.
A me ha fatto paicere viverlo.
Un bacio,
Spooky





giovedì 18 agosto 2011

Resocontiamo - New York

Bene!!
Cerchiamo di stendere qualche impressione anche sulla Grande Mela, anche se il tempo comincia a sfumare i ricordi, e le cose da dire, ora, sembrano insignificanti colori sbiaditi di qualcosa di irripetibile, magico, e dfficile da descrivere.
Arriviamo in hotel dopo un'estenuante camminata con le valigie per il centro di New York, il posto è carino, l'afa si fa sentire ma meno che a Orlando, fortunatamente, e nonostante la camera sia piccola è ben arredata, un pò retrò.

Tutti mi avevano detto che, dopo aver visto New York, Londra mi sarebbe apparsa come la sua brutta copia. Che mi sarei innamorata della Grande Mela, ed avrei ridimensionato il fascino che ha su di me Londra.
Beh, niente di più sbagliato.
Londra è una città piena di storia, di passato, cosmopolita per scelta, per comprensione ed integrazione cosciente: New York è una città moderna, che non ha vissuto, non ha capito, che è "nata e basta", portandosi dietro pezzi di cultura, pezzi di passato e di futuro, di progresso e di arretratezza, insomma, un'accozzaglia. Tipicamente americana, tra l'altro.

Abbiamo visto un paio di musei, tra cui il Guggenheim, anche se ci ha soddisfatto molto meno del suo gemello a Bilbao... abbiamo visto una mostra di Harry, molto ben curata, un museo commemorativo su Ground Zero, l'Empire State Building, e l'immancabile statua dlla Libertà: c'è da dire che le cose da vedere ce ne sono, e costano tutte. L'unica "attrazione" gratuita resta Central Park, un labirinto inestricabile dove io e Riccardo ci siamo persi entrambe le volte che siamo entrati... pregando per trovare un'uscita.

La cosa buffa di questa città è che sembra di conoscerla da sempre, perchè la tv ci ha abituato a vederla e viverla attraverso altri occhi: è buffo ora leggere Castle, e pensare "ehi, io  tra la 44esima strada e la sesta avenue ci sono passata!". Da un senso di straniamento, di lontananza, di "film": sembra che da un momento all'altro debba uscire un regista a dire "Cut! Buona questa!" e smontare il set. Ma è una sensazione fugace, al pari di tutte quelle che si provano lì: è una città veloce, caotica, piena, disarmante, avvolgente e senza pace, affascinante in un certo senso, ma per me impossibile da vivere. E poi mi lamento del caos di Roma!
Mi è piaciuto vedere i banchetti di hot-dog, e prenderne uno, visitare il negozio delle Lego, ed andare in giro con la maglietta "I love NY", ma a parte questo, c'è poco di indimenticabile che mi poto dietro.

I pranzi e le cene sono stati rigorosamente pieni di bacon e patate fritte, con qualche accenno di  insalata condita con yogurt (sic!) qua e là... una città certamente da visitare, ma nella quale non tornerei se non per i musicals: un bagliore accecante nei pressi di Time Square esalta ogni pubblicità, ogni scorcio, ogni nota... e vorresti vederli tutti, entrare in ogni teatro, ed in ogni teatro perderti e ritrovarti. Mi è dispiaciuto molto non poter vedere La Cage perchè sospesa in estate, ed è stato "doloroso" scegliere di non guardare Wicked... ma ci sarà una prossima volta, lo so.
Il bagliore di Time Square è dato anche da cartelloni pubblicitari che fanno impallidire Piccadilly: la sua scritta a led accecante non è niente in confronto a quello sfarzo di luci e colori, a quell'impossibile luminescenza onnipresente, a quel sovrabbondante ostentazinoe di lusso, consumismo, ricchezza ed orgoglio tipicamente americani.

Altra tappa, altro areoporto, altra metà, la più sentita, la più vicina al cuore, la più desiderata.
L'ultima parte del mio resoconto sarà per te... e per uno dei giorni più belli della mia vita.

Spooky




venerdì 12 agosto 2011

Resocontiamo - Orlando

Vediamo di scrivere due parole su questo viaggetto, che di "etto" ha avuto solo i chili che ho preso lungo la sua durata.
La prima tappa era, per chi non lo sapesse, Orlando, Florida: con il solo scopo di visitare i parchi divertimento che lì abbondano. Avevamo quattro giorni pieni (non contando l'arrivo e la partenza), che dovevano, nella nostra intenzione, servire a vedere gli Universal Orlando Resort, l'adiacente Island of Adventure, DysenyWord, ed eventualmente SeaWord.
Alla fine, di tutta questa roba, abbiamo fatto solo i primi due parchi, un pò per stanchezza (il terzo giorno siamo rimasti in albergo, spiaggiati in piscina, a riprenderci dall'ammazzata del giorno prima... non abbiamo più l'età per queste cose!), un pò per pigrizia (non ci siamo informati su come raggiungere DysneyWord dall'hotel), un pò per amore (Harry... Potter...). Dentro l'Island of Adventure spicca la nuova perla del parco, l'area dedicata al maghetto occhialuto più famoso del mondo. Ed uno dei motivi principali della nostra visita.
I parchi sono organizzatissimi: file quasi sempre all'ombra, coperte, in parte dentro la struttura del gioco, quindi dotate di aria condizionata, e quando all'aperto fornite di vaporizzatori, ventilatori enormi e fontanelle d'acqua, in modo da aiutare i tenaci in fila. Già, perchè il tempo è inclemente: temperature elevatissime, con una percentuale di uminidità da non permetterci di respirare... cosa che peggiora, quando l'aria condizionata (impossibilmente alta) dei locali ti fa venire un raffreddore da paura e fai già fatica a prendere aria di tuo.
Comunque, con un pò di tachipirina e buona volontà, si risolve tutto.
Il primo giorno non mi faccio mancare uno svenimento, mezz'ora dopo essere entrati al parco, che mette a repentaglio tutta la giornata, ma grazie al gatorade ed alla mia voglia di non stare male, in un paio d'ore ero messa a nuovo! Escludendo tutti i coaster (montagne russe ed affini) che mi spaventano, i giochi migliori sono quelli di simulazione 3D o 4D: divertenti, pieni d'azione, con un'ottima integrazione tra i movimenti della postazione e quelli dello schermo... giochi bellissimi e "sicuri", almeno per quelli come me che sentivano fastidio allo stomaco anche nelle SIMULAZIONI di caduta... Un altro punto a favore degli americani, rispetto ai nostri parchi, sono le tematizzazioni: aver modo di scorrere la fila guardando oggetti legati al gioco, fotografando cose attinenti, guardando video contestualizzanti è una trovata geniale. Il tempo scorre più in fretta, ed in men che non si dica ci si ritrova a fare il gioco, anche se a volte la file supera i 60 minuti. Gli Universal sembrano più un parco per amanti del brivido (ci sono un paio di coaster da mettere i brividi) o per i bambini, con simulazioni 4D "da bimbi", come Shrek, tutto fumo e niente arrosto.
Bellissimo il simulatore dei Simpson, ed la simulazione di "training" per entrare nei Man In Black (vi ricordate J che spara alla bimba con il libro di fisica nucleare in mano?...), entrambi ben caratterizzati, divertenti, sicuri e con una fila più che accettabile.
Ma il vero divertimento (e si vede anche dalle file, decisamente più corpose) si trova ad Island of Adventure. E non parlo solo di Harry, che, vista anche l'uscita dell'ultimo film, è preso d'assalto (alle 9:05 della mattina, 5 minuti dopo l'apertura del parco, tutti i giochi avevano 5 minuti di fila: quello di Harry 45), ma anche gli altri, che nelle ore centrali si riempiono.
Nella parte dedicata ad Harry vediamo il castello di Hogwarts, dentro cui si svolge il gioco "The forbidden journey", Hogsmade, erronea sede di Ollivander, Magie Sinister, Zonco (con dentro anche alcuni Tiri Vispi Weasley), ma completo dei Tre Manici di Scopa e della Testa di Porco (che a dire il vero non ricordo se fossero a Hogsmade o a Diagon Alley, ma i primi di certo a Diagon Alley). Diciamo che l'accozzaglia c'è e si vede, ma si è talmente tanto affascinati da Hogsmade piena di neve, dal castello sullo sfondo (si vede anche da lontano, ed è bellissimo essere nel parco, girarsi, e vdere spuntare le guglie di Hogwarts), dagli stand di Burrobirra, dagli addetti all'area vestiti da studenti (in prevalenza Grifondoro, chissà perchè) che ci si dimentica di tutte le incongruenze e ci si lascia trascinare.
Nel percorso della fila di "Flight of the Hippogrif" si vede la casa di Hagrid, il campo di zucche e, sulla salita iniziale di questo (ahimè un pò troppo corto) family coaster Fierobecco in persona che si inchina ai visitatori.
Ultima attrazione vera e propria "Dragon Challenge", che ci riporta al Torneo Tremaghi: un doppio coaster, in cui si può scegliere se salire sull'Ungherese Spinato o sul Petardo Cinese, i cui vagoni sembrano quasi scontrarsi, per un'avventura da veri "coasterofili". L'ambientazione della file è fatta molto bene anche in questo caso, con cartelloni di incitamento a Fleur, Krum ed al tristemente futuro-vampiro-luccicante Diggory.
L'unica cosa che ho notato è stata la poca attenzione agli ultimi film (sesto e settimo in particolare): ho idea che le cose cambieranno nei prossimi anni, per dare spazio a nuove evoluzioni del parco.
Il gioco migliore resta "The Forbidden Journey": l'integrazione tra stanze reali e proiezioni 4D è sensazionale, e veramente bisogna far capo a tutto il proprio spirito realistico per non spaventarsi alla vista dei Dissennatori, davanti alle Acromantule, o guardando il Basilisco ormai morto della Camera dei Segreti. Per gli appassionati c'è anche un frammento di partita di Quidditch: insomma, non ci si fa mancare niente, ed è tutto deliziosamente ben fatto.
Fila interminabile, dai 60 ai 90 minuti (anche di più), ma ben caratterizzata, soprattutto per gli ultmi 30-40 minuti, che si passano girando fra le stanze del Castello: quadri in movimento e parlanti, segnapunti, aule, la bacheca di Grufondoro, il ritratto della Donna Grassa, lo studio di Silente (che accoglie chi arriva con un breve ma sentito discorso), il Pensatoio, così come Ron, Harry ed Hermione che si affacciano dalla finestra sopra l'aula di Difesa Contro Le Arti Oscure.

Insomma, i parchi sono straordinari. Gli shop, soprattutto per quel che riguarda Harry, un pò meno: hanno puntato molto sul vestiario dei film, su magliette per bambini (troppo "vistose" per un adulto), e le uniche cose carine da comprare erano i boccali di birra, e le bacchette. Nessuna calamita o quasi, nessuna collanina, solo dei portachiavi davvero orrendi... e, assurdità, il boccale di Grifondoro era esaurito da più di tre settimane O__O Un parco così grande ed organizzato che non prevede un quantitativo valido per un articolo tanto "papabile" mi è sembrata una manchevolezza. Comunque, il resto è stato fantastico.

Tolti i parchi, la vacanza Orlandiana lasciava poco spazio per altro: la sera, stanchi morti, ci tuffavamo una mezz'ora nella piscina dell'albergo, poi doccia e cena, dove ho gustato le strisce di pollo fritte più buone della mia vita, oltre che un quantitativo ingente di patatine fritte e hamburger.
Di altro da fare non ce n'era, visto il caldo e la stanchezza... ma ci siamo rifatti a New York, dove, di cose da vedere, ce n'erano un'infinità.

Alla prossima, per il resto del racconto!!
Un bacione,
Spooky




martedì 9 agosto 2011

Ed eccomi di ritorno

Mi sembrava che questa vacanza non dovesse iniziare mai... ed invece eccomi qui, a rivangarla già coem un ricordo remoto, ovattato, come una strada vistatta soltanto in sogno, come l'estati passeggera di un momento mai vissuto.
No, non è tristezza, forse malinconia. Ma celata dietro una valanga di ricordi, emozioni, sensazioni che non credevo di poter provare, e che mi porterò dietro per la vita.

Dire che è stata la vacanza più bella della mia vita penso sia eccessivo. Ne ho fatte di vacanze eccezionali, e questa, pur essendo eccezionale, non le supera. Ma diciamo che è stata, oltre che una vacanza, un viaggio di formazione.
Niente, il pc non va come dovrebbe, ed io voglio caricare le foto su fb.
Ci si rilegge, per uno pseudoresoconto (perchè non puoi resocontare 15 giorni di esistenza senza cadere nell'oblio della dimenticanza o dell'errore), quando ne avrò voglia.

Un bacio,
SpookyAmericanaPerUnGiorno(AnziPerQuindici)








mercoledì 20 luglio 2011

MA CHE CAZZO NE SAI???

Quanto DETESTO le persone che giudicano per il gusto di farlo.
Quanto DETESTO l'accusa inutile, futile, cattiva e provocatoria.
Quanto DETESTO dover fare sempre quella matura che modera e stempera i toni.
Quanto DETESTO chi si erge sempre a giudice supremo del bene e del male.
Quanto DETESTO chi ha deciso di essere un Dio!!!

Cerco di sfogarmi, ma in realtà sto bollendo. E non potendo sfogarmi in altro modo, scrivo sul mio blog. Perchè altrimenti spacco la faccia a qualcuno.
Che poi non lo so, perchè me la prendo tanto. Insomma, quando ti sputano addosso una bugia, uno dovrebbe essere superiore e non degnarsi neanche di rispondere. Invece io sto qui a farmi la bile. LA BILE!
Sarà che non mi piace l'idea che la gente creda di poter dire e fare quello che vuole.
Non mi piace l'idea che tutti aprino la bocca e gli diano fiato.
E non mi piace che mi vengano attribuite colpe che NON HO.

Che stramaledetta rabbia!!
Spooky



lunedì 18 luglio 2011

Pensando...

A volte mi trovo a ripensare a cose dimenticate. Momenti passati insieme, occasioni perdute, frasi dette, silenzi non colmati. Guardavo le foto di una persona che mi era amica tempo fa. Che credevo sinceramente essere mia amica, ma che alla fine si è rivelato essere semplicemente quello che era.
Ci credete che a volte ancora mi manca?  Impressionante.
Impressionante come dimentichiamo, eludiamo, allontaniamo senza rendercene conto persone che erano vitali, ed alcune che magari hanno accompagnato la nostra vita solo per qualche mese ci sembrino così indispensabili.... e ci manchino, anche se non con costanza o regolarità.
E' una cosa buffa, in effetti. Forse ci manca l'idea che ci eravamo fatti di loro, chi lo sa.

Sta di fatto che quando ripenso a Verona, penso a questo: a tutte le persone che ho pensato fossero, e non erano. A tutte le persone che ho capito non sarebbero mai state. Eppure, la consapevolezza del rifiuto, anche a distanza, mi indispettisce. Chissà come mai. Magari perchè mi illudo di essere una persona "talmente tanto speciale" da dover essere ricordata. Magari perchè sono egoista, me non sopporto di essere dimenticata. Magari solo perchè, almeno un pò, in quei rapporti ci credevo.

E' buffo, pensare di aver investito quattro anni nel nulla. E' buffo anche pensare che ci sia stata una Verona. L'unica cosa che mi manca, terribilmente, di quel periodo, è la mia Compagna di Avventure. Le cose stanno cambiando così in fretta... e resta l'amaro di un tempo che mi sembra aver vissuto appieno, ma che forse avrei dovuto sfruttare un pò di più. 
Non lo so. Mi guardo intorno e sono contenta, contentissima di quello che ho. Ma mi chiedo se io me lo sia meritato davvero, o mi sia solo capitato. E soprattutto, mi chiedo se sarò in grado di tenermelo.

Spooky

PS: -4!!!!!!!



lunedì 11 luglio 2011

Hot, hot, hot

Il caldo non solo si fa sentire, ma mi fiacca più che mai. Vorrei solo mangiare e dormire, mangiare e dormire. Una vita deliziosamente piacevole, se non fosse che il vestito del matrimonio a malapena mi entra -.-'
Intanto, conto le ore, i giorni ed i minuti che mi separano da questo viaggio atteso, sperato, sognato, e tra pochissimo  mio.
La cosa buffa, anche se "naturale", è che più ci penso, più i minuti sembrano non passare mai, quando fino a pochissimo tempo fa, non sentendo così vicino questo momento, le giornate mi scorrevano piacevoli, anche se accaldate, fra le dita.

E poi dovrei fare il conto alla rovescia anche per un'altra scadenza, più urgente, ed allo stesso tempo magica: Harry mi aspetta. La cosa buffa è che lo vedrò così tanto a ridosso della partenza, che penso che quello e la visita ad Hogsmade saranno per me la stessa, unica, indescrivibile avventura. 
Sto pensando addirittura di portarmi la mia fedele bacchetta..........

Non posso resistere, vado a cibarmi di foto di Harry.
Buona serata, gente.
SpookyCountdown



giovedì 7 luglio 2011

Non so...

Non so se non aggiorno più per pigrizia, per "mancanza di tempo mentale" (perchè quello materiale ce l'avrei, ce l'ho sempre), per elusione, o vergogna. O magari, semplicemente perchè non ne sento l'esigenza, il che vuol dire che sto quasi bene.
Ci sono diverse cose che non capisco, che mi mettono ansia, ma ora è tutto offuscato dal viaggio in America, tutto lontano, mitico, come questa epica avventura che non vedo l'ora di iniziare.
Sto prendendo delle decisioni, nel mentre. Magari non saranno quelle giuste, ma devo provare a muovermi, a  fare qualcosa, altrimenti rischio di impazzire.
E allora, mi sa che ho quasi deciso. Con l'aiuto di una persona a me molto cara, che riesce sempre a  focalizzare quello che dico senza rendermene conto, (grazie Maura ancora una volta per esserci) mi sa che il più è fatto. C'è chi fa dottorato e conservatorio, chi fa dottorato e lavoro... io posso fare dottorato e doppiaggio. E poi, il tempo e l'esperienza mi diranno da che parte devo andare, quello che devo fare. Bisogna stringere i denti. Bisogna mettersi in gioco.

Intanto, però, chiudiamo gli occhi e godiamoci questa vacanza... godiamoci questo sogno, godiamoci questa vita. Quindici giorni con la persona che, ora lo so, e la certezza mi rincuora e mi culla nei momenti di sconforto, è l'uomo della mia vita. Il matrimonio di quella che è la mia migliore amica. Perchè sì, Laura e Francesca sono la cosa più simile a me esistente sul pianeta, e mi sembra giusto sottolinearlo. Anzi, no, non siamo amiche: noi siamo gemelle. Ed è stupendo, avere una famiglia come loro.

Impacchetto i miei pensieri e mi preparo alla routine, aspettando con trepidazione Harry. Lo aspetterò un pò (anche se non so se riuscirò a resistere, vediamo come va la prossima settimana), ma poi ci sarà Yuu con me, ed allora... anche se "private" di una componente, andrà tutto bene. Io starò bene.

Oh, stamattina mi sono svegliata così.
Spooky

PS: mi sono anche accorta che stavo rilegendo HP5 in inglese che avevo già letto. Bene, occasione in più per leggere il sesto, che poi è il "mio" libro... T_T Bene, bene, bene. Giornata up!!




venerdì 24 giugno 2011

Fine

E pure lo stage è finito. Cavolo, come passa il tempo. Devo dire che, tornando indietro, rifarei le stesse cose che ho fatto... però le farei meglio. Se il mio scontro con Nicola fosse avvenuto prima, se fossi stata più determinata, se avessi preso il tutto più sul serio. Non lo so. Ma non mi importa. Quello che ho capito, da questo stage, è che io  posso fare questo mestiere. Ed è una bella soddisfazione, saperlo con certezza. So che posso farlo. So che ho il talento e la determinazione per farlo.
Magari Nicola non mi darà mai l'opportunità di un turno, magari non avrò le occasioni che ha avuto Simona, ma a me questo lavoro piace. Piace sul serio. E mi da modo di sfogare tutto ciò che sento. Ciò che sono. Devo iniziare a lavorare. Poco, anche, ma lavorare. Devo mettermi in gioco. Devo sfondare le barriere.
Io ho talento. E' strano da dire, per una come me.

Mi sa che dovrò abituarmi ad una serie di cose strane, da oggi in poi. Bisogna crescere. E chi lo sa, se poi è un male... ora come ora, non mi sembra ;)

Un bacio a tutti, popolo del web.
Spooky


lunedì 13 giugno 2011

Aggiornamentino

Queste ultime due settimane sono state violentemente ansiogene, ma in parte piacevoli.
Da una parte cerco di prendere coscienza del fatto che non sono in grado di gestire minimamente la più piccola forma d'ansia, che mi agito per un nulla, e che vivo nella paura di qualcosa che, nove a dieci, neanche si verificherà.
E prendere coscienza di sè e dei propri limiti è già una bella cosa, mi pare.

In più, la settimana scorsa è scattato qualcosa, non so dirvi quanto risolutivo, ma che mi  da la carica per continuare a sperare che, prima o poi, le mie idee si faranno limpide.
Il libro è quasi pronto, mia madre è stata una lettrice sorprendentemente attenta, se non del tutto oggettiva, e mi ha aiutato a sistemare diverse frasi incerte. Simone è il miglior editor del mondo, ha smosso il Cole, io ho smosso Dario: spero che, da una delle due fonti, una buona copertina possa arrivare, ed in fretta soprattutto. Restano da veriicare i "problemi" di diritti sulle immagini, ma domani controllo in casa editrice, e per il resto si vedrà.

Venerdì ho assistito al mio primo turno di brusio, e mi sono resa conto che la balena bianca che mi avevano prospettato, non è altro che il solito Nicola: esigente, imperioso, ma comprensivo ed attento. Ha inciso degli anelli fantastici, quando la prima prova sembrava qualcosa di indecente. Insomma, veramente un'ottima occasione di imparare e di vedere quello che c'è di vero in questa mia esperienza.

Con Riccardo tutto va a meraviglia, e nonostante io mi scopra ogni giorno più impaziente, una parte di me -da quello "scatto" della settimana scorsa di cui vi accennavo- comincia a pensare che la vita è lunga, che abbiamo un sacco di tempo, e che il non convivere non sia un fallimento, ma un passo. Dopotutto, a pensarci bene, non è neanche un anno che siamo tornati insieme. Ho tutto il tempo del mondo. We take our time. We do it well. Tanto per citare la mia nuova serie subsfactoriana.
Anche i subs vanno: di certo mi ci vuole meno tempo ormai, sia in traduzione che in synch (sia lodato il cielo!), e mi sembra sia un'ottimo esercizio di lingua e di traduzione... sia mai, c'è anche l'adattamento nella vita. E magari, prima o poi, sarà anche nella mia, chi lo sa.

Questo post è risultato essere più sereno di quanto io sia in realtà, ma non mi interessa: probabilmente una parte di me ha già accettato l'ansia come base della mia esistenza, e l'altra si gode gli eventi così come verranno.
C'è il "problema mamma", ma prima di affrontarlo devo essere in grado di capire me stessa: una volta deciso cosa fare da grande, tutto il resto verrà da solo. Anche la barbarica discussione con mia madre.

Buona giornata a voi,
popolo internettiano.
E che quorum sia!! :P
Spooky



giovedì 2 giugno 2011

Sunshine!

E quando passi due ore a parlare di letteratura, di Proust, di Musil, mangiando casareccio e dopo due anelli buoni ed uno "pregievole", beh... sì, puoi ritenerti soddisfatta, piccola Spooky!!

Spooky



mercoledì 1 giugno 2011

Eventually!

Sembra che il tempo per scrivere qui non ci sia mai. Che poi, non è che non c'è, è che ho sempre altro da fare, o voglio fare sempre altro. Che poi, che cosa dovrei raccontarvi di nuovo? In realtà, diverse cose. Perchè in questi ultimi mesi, anche se non sarei in grado di spiegarvene la ragione, ho omesso di dirvi una serie di dettagli. Stamattina ho abbastanza sonno, o abbastanza incoscienza, per scoprirmi un altro pò.

Vediamo. Il mese scorso ho iniziato uno stage di doppiaggio, che mi è costato anche un bel pò (e con il viaggio in USA alle porte, forse erano soldi che avrei potuto risparmiare). Probabilmente è questo quello che ho pensato da quando ho iniziato il corso... che è stato solo un inutile spreco di tempo e denaro. Perchè nonostante mi piacesse, non trovavo risultati, o almeno mi sembrava di non riuscire a migliorare.
Fino a ieri, quando il mio insegnante mi ha fatto una sfuriata epocale su un anello (nda: una porzione prestabilita di film/telefilm da doppiare), concludendo, cito a memoria: "smettila di giudicarti! Non chiuderti, vedi che se lasci la mente aperta le cose entrano, e trovano terreno fertile!". Dopo l'anello è venuto un pò meglio. Sono tornata al mio posto che ero ad un passo dal piangere, ma mi sono trattenuta. Ma penso che qualcosa tra me e questo insegnante (ne abbiamo due, e l'altro lo conosco da molto più tempo) si sia "sbloccato" ieri. Perchè mi sono sempre detta che non era in grado di capirmi, che non riusciva a rendersi conto di come sono fatta, e del modo migliore per dirmi le cose. Beh, ieri mi sono resa conto che non sono l'unica che può dire "sono fatta così". Che tutti abbiamo un modo di essere, e che non necessariamente gli altri devono piegarsi al mio. Questo insegnante ha un suo modo di dire le cose, e di gestire i consigli che da. E tocca a me essere in grado di capire che se urla, non vuol dire che sono stupida, o che non sarò mai capace... ma che quello è il suo modo di spronarmi, e di dirmi come migliorare.
Spero di riuscire, stasera, a cogliere il meglio di quello che mi dirà. Ieri alla fine aveva un bel sorriso. Stanco, ma bello. Spero di riuscire a migliorare. Perchè ha ragione lui "che sia qui o altrove, le conoscenze che vi do sono spendibili". Sto acquisendo qualcosa. Devo solo smettere di pensare di non essere in grado. Ieri, mentre sfuriava, ha citato Proust. Cioè, uno che sfuria cintando Proust dovrebbe quando meno vedermi inginocchiata ai suoi piedi, comunque. Parlava del convincimento. Ovvero di come uno si convince talmente tanto di una cosa che anche quando l'evidenza gli dimostra il contrario, lui non riesce a vederla. Io sono così. Bisogna smetterla, però.

Il resto, più o meno, va avanti. Sto somatizzando in maniera terrificante il mio lavorare come segretaria, tanto che conto i giorni che mi separano alla fine di questa tortura. Perchè è vero, non faccio molto e mi pagano parecchio (rispetto a quanto faccio, almeno), ma non è proprio il posto che fa per me. Non mi trovo a mio agio. Sono sempre sotto pressione. Ed il fatto che tutta la tensione mi si scarichi sull'intestino mi distrugge. Altri 9 giorni (compreso l'attuale), e sarò fuori.

Sarà brutto tornare a non lavorare, ma per me è una liberazione... e poi c'è il libro, in fondo. Questa settimana mi sono imposta di chiudere questo discorso. Dovrei essere in grado, non mi manca molto. Così posso passare tutto a Simo, che impaginerà, sistemerà, ripulirà. E poi via, in stampa.
Stampato. Un libro mio. Un libro vero. E non importa quanti entroiti farò, non è quello il punto. Il punto è che, sugli scaffali di qualche libreria sperduta, si potrà trovare ilmiolibro. Quasi quasi mi commuovo.

Vado.
Beh, si, ammetto che è bello, chiacchierare sul mio blog. Dovrei ricordarmene più spesso.
Spooky



mercoledì 18 maggio 2011

Time for changing

Affondo. Questa è l'unica sensazione che ho. Un'angoscia profonda, implacabile, che settimana dopo settimana fiacca il mio spirito. Cerco di reagire, o meglio, di non pensarci, eppure è sempre lì. Forse è questo, che intedeva mia madre, quando diceva che l'università è una cosa, ed il mondo reale un'altra. Perchè se chiudo gli occhi, l'unico mio desiderio è di non riaprirli. Di restare stretta nelle lenzuola ad aspettare che il giorno diventi nuovamente notte, per darmi modo di dormire come tutti.
Non lo so. Magari è solo un problema lavorativo, ed io, come al solito, sto facendo di un sassolino una montagna. Eppure...

Oggi ho lavorato alla tesi. Sono contenta, non sarà un capolavoro, ma viene bene. Viene come la vorrei, più o meno. Che poi questa non avrà riscontro, che nessuno comprerà questo libro, non importa:  questo lo so fare. O almeno, non sono così insicura nel farlo da perdere completamente le speranze.
Il resto... sapevo che prima o poi la sfuriata da parte di Nicola ci sarebbe stata, ma riceverla è stato abbastanza frustrante. Perchè non guardo mai le cose come sono, ma solo in relazione, ma solo per difetto. E chi lo sa, poi, se si guarisce, da un male così.

Chiudo gli occhi, ed immagino la mia vita da qui a dieci anni: ci credete che non la vedo? Non la vedo, maladetta me, non vedo altro che... che cosa? Che giugno? Ho accettato di fare questo stage per la voglia di doppiare, per l'idea di poter essere capace, ma alla prima difficoltà mi abbatto e tiro i remi in barca. Eppure, nessun doppiatore è nato imparato. Nessun critico, nessuno scrittore, nessuno scienziato. Tutti sbagliano. Tutti devono studiare. Tutti hanno bisgono di fare errori.
Solo che io non li accetto. Gli errori sono per i deboli, gli sconfitti, i perdenti. Come faccio a sentirmi sempre così? Come faccio a smettere di pensare che sono l'unica senza competenze, senza inclinazioni, senza pregi?

Ho studiato per tutta la vita. E' vero, probabilmente avrei dovuto fare anche altro, ma diciamo che va bene così. Diciamo che ho fatto quello che molti fanno, e che -posso ammetterlo senza falsa modestia- in quello che ho fatto sono anche riuscita discretamente bene. Ed ora? Possibile che non sappia fare niente?
Analizza, Spooky, analizza: e renditi conto che non sei l'unico essere sul pianeta incapace di qualsiasi cosa. Tu scrivi. E nonostante tutte le tue remore, lo sai fare bene, con scioltezza e caparbietà. Non sei creativa? Pazienza, ci sono miliardi  di lavori che comportano la scrittura, e che non hanno nulla a che vedere con la scrittura cerativa.
Tu doppi. Hai delle difficoltà? Dei problemi? Beh, affrontali! Non ci sarà sempre qualcuno a combattere le tue battaglie, nessuno sfiderà i tuoi mostri. Devi affrontarli per conto tuo.

Smetti di lamentarti. Smetti. Prova a fare qualcosa. Magari aiuta.
Spooky



mercoledì 11 maggio 2011

In mare con Ismaele

Mi barcameno tra pensieri e sensazioni opposte. Cerco di tirarmi su il morale, di convincermi, e poi un secondo dopo mi trovo abbattuta e sconfitta. E poi di nuovo in piedi.
Non so se sia questa la sensazione che dovrei provare, ad intraprendere un percorso nuovo e così tanto intimo come quello che sto portando avanti, ma mi sembra l'unico scopo a cui io possa ambire al momento. L'unica aspirazione rimasta, l'unico barlume di luce in fondo al tunnel. Così la inseguo, frenetica, spaventata, e talmente tanto concentrata sulla ricerca in sè da rischiare di perdere di vista l'obiettivo.
Stasera me lo sono lasciata sfuggire. Domani ho intenzione di afferrarlo. Domani, in un contesto dove mi sento più a mio agio, ho intenzione di afferrare la mia occasione. Perchè so che posso farcela. So che è nel mio DNA, devo solo crederci un pò di più. E spingere con tutte le mie forze.

Su, Piccola Spooky. Focus.
Spooky



lunedì 2 maggio 2011

Domani...

Domani si inizia un'altra mirabolante avventura. E sapete cosa? Non vedo l'ora.
Sono un pò spaventata,  ma più di tutti... sono eccitata, e straordinariamente contenta. Penso che questo sia davvero the place were we belong... :)

Spero che vada tutto bene. Nel mentre, chiudo gli occhi, e mi godo la splendida sensazione di essere in due.
Spooky



lunedì 25 aprile 2011

Auto-convincimento

Domani lavoro. Non so perchè lo sto prendendo così male. Forse perchè non mi ci trovo, forse perchè lo sento come un dovere che non mi da nulla, oltre che ansia. Ogni volta che entro lì dentro, boccheggio.
Non mi sento un genio quando faccio ripetizioni, ma mi sembra di riuscire a far imparare qualcosa al ragazzo a cui insegno. Mi sembra di riuscire a fargli capire, almeno un pò, la nostra lingua.

Questa cosa invece la odio. Non mi piace. Vedo che praticamente non riesco a farla, ad impararla, anche se è elementare. Vado a letto pensando ai bei momenti che mi ha regalato questo fine settimana, alle prospettive di quella appena entrata. Solo due giorni, in effetti, e me ne andrò a Londra, il che è fantastico.
Eppure...
Simo ieri mi ha detto "la vita prima di tutto", o una cosa del genere. Il concetto era: se fai un lavoro che ti angoscia, che ti fa stare male, che ti rende infelice, meglio non farlo. Non lo so. Una parte di me prega che abbia ragione, l'altra... l'altra sa che non è così. Che bisgona lavorare, per poter fare altro, che bisogna stringere i denti e chinare il capo.
Devo fare quello stage. Devo metterci anima e corpo. Per uscire da questa gabbia... per ricominciare a respirare.
Io posso fare altro. Io devo fare altro. Questo è solo un momento. Devo stringere i denti, ed impegnarmi in altro. Finire la tesi. Entrare in quello stage. Fare altro.

Questa settimana, e poi... poi voglio che il lavoro sia solo un impegno necessario, tra le cose che devo e che voglio fare per realizzarmi. Mettere mano alla tesi, seriamente, impegnarmi col doppiaggio, con le traduzioni. Stringere i denti.
Io non voglio fare questo nella vita. Non voglio.
Devo costruirmi un altro futuro.
Devo costruirmi un'altra vita.
La mia. La nostra.

Spooky



venerdì 15 aprile 2011

To Max, with... me

Insomma, alla fine c'è sempre qualcosa che voglio dire. Qualcosa che sento esplodere dentro di me, e che devo necessariamente tirare fuori. Sarà questo lo scrivere? Il dover condividere? Ieri ho riletto una cosa scritta anni fa, e mi sono venuti i brividi per quanto fosse scritta male. Ma non importa, sto divagando. Questa devo proprio raccontarvela. Non so poi il perchè, magari perchè la mia "storia con Truman" è stata talmente tanto pubblica, bistrattata, usata, che non dirvene più gli sviluppi sembrerebbe sciocco, o solo ingiusto. Sarà che ho voglia di parlare di lui. Sarà che, nonostante tutto, ha ragione Ric: c'è qualcosa, nel primo amore, o meglio, nella "cotta adolescenziale", che resta, e che brucia... e che merita attenzione, comunque, sempre, anche a distanza di anni, anche se non fa più male.
O forse sono io. Anzi, probabilmente sono io. Sono io, e Max. Io, ed il mio Truman. Io, e il diavoletto dispettoso che ho creato per ricordare il mio nome, sia mai dovessi dimenticarmene. Io, e la mia anima bambina. Perchè, dopotutto, è Max, è sempre stata lui, la mia assenzafragile.

Insomma, giro su facebook, così. E visto che sto aspettando che la mia potentissima adsl carichi Cassl (no, non l'ho scritto male... Castle è Cassl, sempre, comunque, il mio mitico, vanitoso, geniale, e totalmente selfish Cassl!), mi snoo messa a cercare Max su fb. Non vi allarmate: è una cosa che faccio, ad intervalli irregolari, solo per curiosità. O forse per controllare. Chi lo sa, magari mi aspetto che un giorno la vita gli vada tanto male da costringerlo a ripensare a me... magari spero ancora che... ma sto speculando.
Diciamo solo che sono una alla quale non piace arrivare seconda. Figurarsi perdere. E che Truman è stato un fallimento su tutta la linea, un fallimento mio, della mia anima e del mio cuore, nel giudicarlo, nel costruirlo, nel gestirlo ovviamente. Sarà che sono un tipo ossessivo-compulsivo.
Comunque, digito e premio invio. E cosa scopro? Che non ha solo un profilo, ma una pagina in cui promuove il suo corso di teatro. Corso di teatro!! Lui! Il mio Max!! Folle.

Insomma, in un certo senso sono anche fiera. Qualche giorno fa a Termini ho incontrato per caso Nicola. Non ricordo neanche più il suo cognome. E' cresciuto da morire. Ero sulle scale di uscita della metro, e mi trovo davanti questo ragazzone vestito un pò alla Francesco (compagno di università a Verona), con un gilè tipicamente gay. Mi sono detta "ecco un altro di quelli che abbiamo perso!" così, tanto per farmi una risata mentale. Fatalità gli ero proprio dietro, e gli ho guardato le mani: sapete, per me sono un'ottimo indizio per capire se qualcuno sia gay. Non so perchè, ma mi aiutano. Insomma, Nicola ha due manone da uomo rude e virile. Mi sono detta "ah, magari mi sbaglio allora". Finita lì. Poi mi trovo sulle scale mobili, e sento un tizio che parla. La voce mi ricorda quella di Max, così mi giro... e scopro che il tipo col gilè non è "un tipo con un gilè", ma Nicola. Il Nicola di Max. Il Nicola-Avere, contro l'Essere-Max.
Mi sono scoperta a fissarlo e sorridere. E' cresciuto, sempre magro come un chiodo, bel taglio di capelli, voce ancora un pò stridula, ma meno di quando era adolescente. Non lo so, mi ha fatto piacere. Avrei voluto fermarlo, e semplicemente chiedere una conferma: "scusa, ti chiami Nicola, vero? E'... è che un tempo tu hai fatto parte della mia vita, anche se non lo hai mai saputo". Fico, non trovate? Se una persona venisse da me dicendomi una cosa del genere, le offrirei un caffè e mi farei raccontare tutta la storia.
Ma io non ho avuto il coraggio di chiedere conferme, e forse lui non mi avrebbe offerto nessun caffè.

Comunque, tutta questa storia forse viene fuori adesso perchè domani vado a vedere un suo spettacolo. Sono... sì, sono cinque anni che non vedo Max. Cinque anni. Si può morire, in cinque anni. Si può anche rinascere, in effetti. Io sono rinata. Ma sta di fatto che... che sono ancora qui, a scrivere di lui, giusto? Quindi non tutto è cambiato. Sono rimaste le mie mani, la mia voglia di scrivere (anche se consumata, provata, liofilizzata da.... da cosa? Dal destino? Dagli eventi? O semplicemente dall'incapacità di... conbattere?), le mie paure, le mie fobie.
E' rimasto Max. Oh, lui è rimasto. Lui rimane sempre.

Tempo fa ho avuto una conversazione non molto piacevole con Ric. Non stavamo litigando, mi stava... esponendo dei fatti. Ricordo gl occhi lucidi, mentre torturavo un rigatone broccoli e salciccia. Ho un'immagine molto simile nella mia memoria, il mio primo ricordo in effetti: io che mi riprendo dallo spavento dopo che Paola ha fatto tardi per la mensa dell'asilo, ed io avevo pianto disperata perchè pensavo mi avesse lasciato lì. Un rigatone, ma la pasta era in bianco, quella volta.
Comunque, la conversazione era stata... rivelatrice, in un certo senso. Del fatto che Ric mi ami, incondizionatamente, e del fatto di come io... abbia dei difetti. Dei difetti che non pensavo di avere. Delle mancanze che non pensavo di avere. E' stato brutto, anche se sincero. E, ancora una volta, mi sono trovata a dare la colpa a Max, e poi a me stessa.

C'è qualcosa, con Truman. Qualosa di non chiuso, che ho smesso di immaginare che si chiuderà. Chi lo sa, magari un giorno. Fortunatamente non ci penso più. Al fatto che possa chiudersi, dico. Me lo trovo lì, di tanto in tanto, come i fantasmi di Nash in fondo alla sala, il giorno in cui ha ricevuto il premio Nobel.
Mi sorride, piano, e mi ricorda che ognuno si porta dietro i propri incubi, ed ognuno deve imparare a gestirli. A combatterli, o ad amarli. Io, il mio, ho lasciato che mi divorasse... e poi l'ho murato vivo. Esattamente così: l'ho inglobato in ciò che sono, ne ho lasciato i pezzi sparsi in giro, e sono tornata ad abitare nella casa infestata. Ogni tanto si sente qualche rumore... si muove qualcosa. Ma, se lo ignoro, lui va via. Ed ho imparato ad essere felice, anche così.
Ora poi, che ho uno spirito buono a proteggermi, sono convinta che quasi nulla possa uccidermi. Farmi male, sì, ma non uccidermi. Non come ha fatto lui. Non come ho fatto io.

Vi farò sapere.
Intanto, mi vado a riguardare un pezzo di Notre Dame. Perchè... beh, il perchè mi pare ovvio.
Spooky