domenica 4 settembre 2011

Torchwood

E' l'unica parola che cerco su google, sperando che mi dia risultati differenti da quelli che, ovviamente, mi da.
Sono diventata dipendente. E non solo dipendente da una serie britannica (mica per l'Inghilterra, che adoro, ma per la discontinuità nell'uscita dele serie, per lo scarso numero di episodi, per la poca serialità che danno ai loro prodotti), ma da una serie britannica che finisce la prossima settimana.
No, ora ditemi se è possibile.

Comunque, c'è da dire che il telefilm in sè è fastidiosamente geniale.
C'è un bel protagonista, una buona squadra di supporto, una donna assai poco "femme fatale", stereotipo che ultimamente cominciava a stancare un pò, e gli alieni. E questo, diciamocelo, c'era anche dentro il compianto X-files.
Eppure, un prodotto che poteva essere solo "una serie fra tante" si è rivelata la mia nuova passione. E penso di aver capito anche perchè.
Per il tempo. E' la prima serie di cui ho memoria in cui non solo il continuum spazio-temporale viene stravolto, ma plasmato, riconfigurato e manipolato sulla base delle emozioni umane, sulla base dei nostri impulsi ed istinti. Sulla base della nostra umanità. E non mi riferisco a qualcosa di fattuale, realmente presente nel telefilm, ma all'idea, al concetto che sta dietro al telefilm. 
Praticamente è la base della sua trama: un "punto fisso" nel tempo e nello spazio che si muove fra le epoche, immortale ma mortalmente umano. E la vita eterna, quando si spande per decenni, per secoli in cui si sono compiute le più basse atrocità, così come i più alti atti di eroismo, perde tutto il suo fascino.
E questo è Jack: l'uomo che, adesso, sembra buono, sembra... eroico, ma che non lo è: glielo si legge negli occhi, nelle vene, ed in ogni flashback si concentrano anni di torture, di fatica, di dolore mascherato, coperto, sotterrato sotto altri anni, altre storie, ma sempre vivo, come una ferita mai rimarginata, come una malattia cronica.
Perchè se puoi vivere per sempre, ogni ricordo, ogni errore, ogni perdita, si somma a tutte le altre, si solidifica, si appesantisce, e ti rimane addosso come un marchio.
Mentre lui continua generazione dopo generazione a vivere, nonostante il dolore a volte sembri insopportabile, gli altri attorno a lui muoiono come mosche: perchè è il destino di tutti, e perchè Torchwood, si sa, ha una sola via di licenziamento.

E' questo che mi affascina. Essere eroi va contro ogni spirito di sopravvivenza della razza. Eppure, lo facciamo. Perchè?
Essere immortali vuol dire continuare a soffrire, per il resto dei secoli. Eppure, tutti vorremmo vivere per sempre.
E tutti vorremmo che i nostri cari non morissero mai, come se questo fosse altriusmo. As if!
Comunque, l'immortalità è sopravvalutata... ma io sono ancora qui che aspetto il finale di stagione, perchè Jack non può morire, e va bene ogni crudeltà perpetrata nel tentativo di ucciderlo, basta che non lo si faccia per davvero.

Mah... sono una series addicted, I know.
Spooky



Nessun commento:

Posta un commento