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martedì 15 novembre 2011

Ho bisogno di...

Ho bisogno di viaggiare. Di muovermi, di guardare, di scoprire, di agitarmi. Di correre su un prato che non sia il mio, di parlare una lingua che non conosco.
La smania, l'urgenza che mi assale dopo un periodo di stasi è sempre la stessa, ma ogni volta cresce di intensità. Forse è per questo che sogno NTV. Per macinare cihlometri, almeno i necessari per sfuggire alla mia ricerca di fuga. Mi stanno intrappolando. E' una trappola che conosco e che mi piace, ma dalla quale sento il bisogno ciclico di fuggire. 
Pagherei per una settimana a Londra ora! Una passeggiata a Trafalgar Square, come quell'estate, nel mio ultimo giorno londinese... io, le mie infradito, ed una città troppo grande da girare tutta in un giorno, ma che volevo, volevo possedere ancora una volta, volevo vivere ancora qualche ora... e chissà, se prima o poi smetterò di volerla, di amarla, di coccolarla con il pensiero.

Stamattina ho sognato di essere tornata ad Orlando. E' stata una sensazione bellissima... finalmente libera. Finalmente di nuovo libera.
Ma io ho pazienza. Non importa quanto ci vorrà, tornerò a Londra. Posso già programmare il viaggio, se voglio. Posso già comprare i biglietti, per non pagarli molto. Posso già pensare al tragitto da fare. Posso già pensare di tornare me.

Spooky



venerdì 11 novembre 2011

Bilanciamo

Insomma, è già un mese che lavoro, l'inverno tarda ad arrivare (ma io sono già copertissima), comincio a pensare a Natale, e tra un sogno e l'altro cerco di non lasciarmi sfuggire un pò di sana me.
Se ci penso, non è cambiato moltissimo nell'ultimo mese. Ma io non mi sento più la stessa. Me lo diceva mia madre... e sapete bene quanto odio darle ragione, ma sento, internamente, dei meccanismi muoversi. Sento cambiare delle molecole. E nonostante Tennant non volesse andarsene, ed ha dovuto farlo lo stesso, anche io mi sento... incapace di reagire. Sento che il cambiamento deve avvenire, che è giusto, e che si sta compiendo.
E' una sensazione nuova, mai provata: non mi sto perdendo, come spesso mi è accaduto e come putroppo so che accadrà in futuro, ma sto... non lo so, forse crescendo.
Forse è questo che vuol dire, in sostanza, crescere. Trasformarsi. L'unica mia paura è di non riuscire a mantanere le cose a cui tengo. O che... o che tutto si trasformi in modo così radicale da... farmi cambiare opinione, o mettere in prospettiva troppe delle certezze che ora ho.
Non vedo l'ora di stare un pò con il mio Amore per raccontargli questa cosa. Magari mi rassicura, come fa sempre tra l'altro.

Il lavoro mi piace sempre di più. A settimane alterne si viaggia a velocità ridotta (come nell'ingorgo, si riesce andare anche a 3 km/h nella corsia veloce!, citazione nerdissima), ma si viaggia, e è questo l'importante. Mi spiace che non sia lo stipendio della mia vita, perchè in azienda mi trovo molto bene. Vedremo, la vita riserva una sacco di sorprese, a volte. Per il momento mi godo la semi-libertà di un part-time che mi permette di fare praticamente tutto: è bello non trovarsi alienati in un lavoro che mi impegna dalla mattina alla sera senza possibilità di uscita. Non so se è un momento di transizione, o se il part-time è il "mio" stile di lavoro, ma ho tutto il tempo per scoprirlo (sempre nella benedizione di un rinnovo contrattuale), e per il momento mi va bene così.

Il resto è... sfumato, nebbioso, e devo dire ininfluente in questo momento. Mi sento serena. Ogni tanto ho le mie crisi di pianto, i miei dolori violenti ed insoportabili, la mia rabbia cieca, il mio vittimismo, ma fa tutto parte della grande recita che è la mia vita, ed anche queste manifestazioni ossessivo compulsive sono parte di me.
La cosa che "dovrebbe" spavantarmi, invece, è che al lavoro sono diventata la signorina Rottermaier: al di là dello scherzo simpatico che non può che farmi piacere (non avrei mai sperato di trovare un ambiente di lavoro in cui essere... beh, essenzialmente me) ho il timore di star davvero diventando come mia madre... il che non è una così pessima consolazione, ma insomma, preferirei evitare, potendo :D

Boh, vado a vedere il Dottore. Che poi... no, non vado a veere il dottore, faccio la lista dei desideri per Natale. Lo so, sono in anticipo, ma è meglio prevenire che curare.

- Doctor Who - New series: stagioni 1-4 (la quinta l'ho appena iniziata, e per il momento si può anche evitare... ma fremo all'idea di sentire Tennant in originale!)
- Torchwood: solo per collezione in realtà... ma forse, a lungo andare, una ripassatina in inglese la darei anche lì!
- Cacciavite sonico del Decimo Dottore: PER FORZA!
- DVD all'Albert Hall di John Barrowman :D
- Il ciondolo dei Doni della Morte, perchè sì, come pe il cacciavite sonico!
- Poi vorrei una Toyota Aigò ed uno stipendio di almeno 300 euro in più al mese, ma mi sa che qui andiamo sull'utopico.... :P

Un bacetto,
vo a vedermi Doctor... Who? Doctor? WHO! Doctor? WHO!!! X'D
Spooky





martedì 1 novembre 2011

...

Che brutto tornare a casa dei miei, e sentirsi nudi. Sentirsi spogilati di una parte di sè, sentirsi inutilmente impotenti. Avete presente quando dicevo che il sentimento che odiavo di più al mondo era l'impotenza? Confermo.

Il mio bellissimo anello. Il mio, mio Claddagh. E non mi importa sapere che si ricompra, quello era il mio anello. Era anche un pò deformato, perchè Riccardo lo aveva "agganciato" con uno dei suoi bracciali e lo aveva storto un pò. Ma era bellissimo. Ed era mio.
E non capisco come sia stato possibile... lo avevo al dito, o almeno doveva essere lì, e poi... puf, niente, andato. Ho cercato per terra, sotto i mobili, nelle tasche. Niente.
Mi sento così vuota...

Lo so, sono stupida. Con tante cose importanti, uno va ad impensierirsi per un oggettino da niente. Ma quell' "oggettino da niente" era il mio "oggettino da niente". Era il Claddagh che rigiravo fra le dita quando Edoardo mi ha rubato un pezzo di cielo. Era il Claddagh che portavo quando io e Ric ci siamo lasciati. E che Laura guardava sempre con gioia, perchè si ricordava l'indecisione nell'acquisto, quei 19 euro sospiratissimi... e che invece vedeva spesi così bene. Mi ricordava Maura, le babbions, le mie dipendenze, le mie fantasie da bambina.
Lo portavo al dito da... tre anni. Sono un sacco di mesi. Un sacco di giorni.

Mi sento nuda. Mi sento un pò più sola. Ancora.
Spooky



lunedì 24 ottobre 2011

Stralcio

"Dopo le presentazioni, ho iniziato. Ho letto la prima parte della scena in americano, ma quando Jack dice a Rose che non è la persona che sembra, ho cominciato a parlare con accento scozzese. Pensavo che un personaggio inglese avrebbe fatto un'impressione migliore, ed avrei avuto più possibilità di essre scelto per la parte. Dopotutto, per quello che ne sapevo, non c'era mai stato in una serie classica un attore americano come guest più o meno fissa.
"Puoi rifarla con l'accento inglese?" mi ha chiesto Andy.
Avrei fatto quella benedetta scena anche in un antico babilonese, tanto volevo quella parte. Alla fine, ho letto la scena tre volte, con tre accenti diversi. Beccati questo, Hugh Laurie!"


:')

Spooky



venerdì 30 settembre 2011

Primo giorno di formazione

Non mi sento ancora "al lavoro", ma ho superato la giornata senza impazzire, e mi sembra già una gran cosa. Da domani ci cominciano anche a far fare qualcosa, e poi lunedì il gran giorno: un paio di settimane di panico e sbagli, per poi prenderci la mano. Posso farcela.
Oh, sì che posso farcela.

Spooky

PS: oggi mi è arrvato il biglietto per John: una fitta al cuore come non immaginavo. Ho provato a vedere se riesco ad andare comunque, in un'altra data, ma mi è impossibile. Mi dico che non era destino, ma brucia... eccome, se brucia...





venerdì 23 settembre 2011

Un paio di news al volo

Ho visto il pre-aired di House. Boh, a me House piace sempre. Ho perso di oggettività, credo.
Ho fatto il mio primo colloquio di lavoro... e mi pare che, come inizio, non sia andato male. Il problema sarà lunedì, all'esame del dottorato. Lì ci sarà da ridere!
Il mio amato biglietto è in viaggio. Viaggia, viaggia... sperando che i miei non lo trovino prima di me.. sarebbe carino, spiegarglielo!

Spooky

PS: ah, ho le nocche delle mani "stile Angelo"...
J: you've been in a lot of fight?
A: Well... sometimes... you have to defend yourself, you know? People... say things...



mercoledì 14 settembre 2011

Un paio di cose

"I'm gay because I've no control over it. It is the way I was born. So I brace it. I have to... I want to embrace it, because it's who I am, it's what I am, it.. I mean... that's the truth, that's the truth about me."

Questa perchè la trovo una frase... semplice. E vera.
Per il resto, vorrei solo che il video che ho visto io fosse guardato da tutti gli italiani... magari qualcuno, almeno qualcuno, capirebbe. E vabbè.

Insomma, Riccardo dice che è un anno che sono "fissata coi gay". Lo dice in senso buono, povera stella. Lo dice anche in senso malizioso, se capite cose che non intendo mettermi a spiegare qui.
Sarà che sono un tipo curioso. Sarà che ci sono cose, nella vita, che vorrei razionalizzare e non è possibile farlo. Sarà che fa tutto paura, e più guardo le persone che ho intorno, più cresce la paura per loro. Per me, per tutti.

Sto scoprendo di amare Barrowman in un modo... particolare. Umano. Prima di Vitto, dopo un paio di delusioni ed un pò di maturità venuta a confortare i miei 15 anni, mi sono resa conto che i personaggi della tv, del teatro, del cinema, non sono affatto come vogliono farci credere. Sembra banale, ma io ci ho messo davvero tanto a capirlo. Ci ho messo tanto, ed ancora mi pesa, accettarlo. Perchè è una di quelle cose che non capisco.
E poi sbuca, da un nulla che inizia con un rifiuto, John. Presuntuoso, pieno di sè, convinto nella sua volontà (perchè è la volontà che ci fa essere) di ottenere quello che crede gli spetti. Che odio, vederlo così perfetto cantare la canzone che avevo sentito da qualcun altro, e che quindi apparteneva a qualcun altro!

Ora... ora vedo una persona che ha deciso come gestire il potere che ha. Come sfruttarlo, per migliorare, almeno un pò, quello che ha intorno. Non mi sono mai accostata tanto alla... presunta sincerità di un personaggio famoso come in questo caso.
Sarà perchè quando lo sento cantare, ed è una cosa che non mi è MAI successa, neanche con Vitto, io sento la sua voce vibrare all'unisono con la musica. La sento... essere la musica. Non so se si può speigare, una cosa così. Su "I made it through the rain" la compenetrazione è... non lo so, mi fa impazzire. Letteralmente, mi fa uscire di testa. Mi sembra impossibile essere così tanto musica da fondersi totalmente con le parole. E' una sensazione che non c'entra niente con la modulazione, con l'interpretazione, ma con la vocalità, e l'anima, penso.

E quando senti una persona, che "non ti deve niente" (ce la ricordiamo tutti, la Divina? Bene, ricordiamocela), scusarsi di non poter firmare autografi sotto la pioggia, e chiedere di lasciare gli indirizzi e le cose da firmare in teatro, che avrebbe provveduto a spedirli lui ad ognuno... beh, ecco, c'è qualcosa che non ho mai visto prima, in questo gesto.

Non lo so, avevo voglia di parlarvi un pò di lui.
Ah, vado a vederlo. Ma lo sapete che sono più spaventata del mio primo incontro con Vitto? E se... non fosse? Ce la farò, a tenermi solo le mie visionarie sensazioni?...
Spero di sì. Sul serio. Perchè una persona così mi fa bene al cuore.

Spooky




domenica 4 settembre 2011

Torchwood

E' l'unica parola che cerco su google, sperando che mi dia risultati differenti da quelli che, ovviamente, mi da.
Sono diventata dipendente. E non solo dipendente da una serie britannica (mica per l'Inghilterra, che adoro, ma per la discontinuità nell'uscita dele serie, per lo scarso numero di episodi, per la poca serialità che danno ai loro prodotti), ma da una serie britannica che finisce la prossima settimana.
No, ora ditemi se è possibile.

Comunque, c'è da dire che il telefilm in sè è fastidiosamente geniale.
C'è un bel protagonista, una buona squadra di supporto, una donna assai poco "femme fatale", stereotipo che ultimamente cominciava a stancare un pò, e gli alieni. E questo, diciamocelo, c'era anche dentro il compianto X-files.
Eppure, un prodotto che poteva essere solo "una serie fra tante" si è rivelata la mia nuova passione. E penso di aver capito anche perchè.
Per il tempo. E' la prima serie di cui ho memoria in cui non solo il continuum spazio-temporale viene stravolto, ma plasmato, riconfigurato e manipolato sulla base delle emozioni umane, sulla base dei nostri impulsi ed istinti. Sulla base della nostra umanità. E non mi riferisco a qualcosa di fattuale, realmente presente nel telefilm, ma all'idea, al concetto che sta dietro al telefilm. 
Praticamente è la base della sua trama: un "punto fisso" nel tempo e nello spazio che si muove fra le epoche, immortale ma mortalmente umano. E la vita eterna, quando si spande per decenni, per secoli in cui si sono compiute le più basse atrocità, così come i più alti atti di eroismo, perde tutto il suo fascino.
E questo è Jack: l'uomo che, adesso, sembra buono, sembra... eroico, ma che non lo è: glielo si legge negli occhi, nelle vene, ed in ogni flashback si concentrano anni di torture, di fatica, di dolore mascherato, coperto, sotterrato sotto altri anni, altre storie, ma sempre vivo, come una ferita mai rimarginata, come una malattia cronica.
Perchè se puoi vivere per sempre, ogni ricordo, ogni errore, ogni perdita, si somma a tutte le altre, si solidifica, si appesantisce, e ti rimane addosso come un marchio.
Mentre lui continua generazione dopo generazione a vivere, nonostante il dolore a volte sembri insopportabile, gli altri attorno a lui muoiono come mosche: perchè è il destino di tutti, e perchè Torchwood, si sa, ha una sola via di licenziamento.

E' questo che mi affascina. Essere eroi va contro ogni spirito di sopravvivenza della razza. Eppure, lo facciamo. Perchè?
Essere immortali vuol dire continuare a soffrire, per il resto dei secoli. Eppure, tutti vorremmo vivere per sempre.
E tutti vorremmo che i nostri cari non morissero mai, come se questo fosse altriusmo. As if!
Comunque, l'immortalità è sopravvalutata... ma io sono ancora qui che aspetto il finale di stagione, perchè Jack non può morire, e va bene ogni crudeltà perpetrata nel tentativo di ucciderlo, basta che non lo si faccia per davvero.

Mah... sono una series addicted, I know.
Spooky



giovedì 1 settembre 2011

Novitàààà!!!!

Sono diventata Master Subber. SONO DIVENTATA MASTER SUBBER!!!!!! Ma CHE BELLO!!!!!! *_____________*

SpookyMS

PS: oggi ho sentito Vitto. E' sempre bello sentirlo. In qualche modo, mi rassicura. Speriamo :)



giovedì 18 agosto 2011

Resocontiamo - New York

Bene!!
Cerchiamo di stendere qualche impressione anche sulla Grande Mela, anche se il tempo comincia a sfumare i ricordi, e le cose da dire, ora, sembrano insignificanti colori sbiaditi di qualcosa di irripetibile, magico, e dfficile da descrivere.
Arriviamo in hotel dopo un'estenuante camminata con le valigie per il centro di New York, il posto è carino, l'afa si fa sentire ma meno che a Orlando, fortunatamente, e nonostante la camera sia piccola è ben arredata, un pò retrò.

Tutti mi avevano detto che, dopo aver visto New York, Londra mi sarebbe apparsa come la sua brutta copia. Che mi sarei innamorata della Grande Mela, ed avrei ridimensionato il fascino che ha su di me Londra.
Beh, niente di più sbagliato.
Londra è una città piena di storia, di passato, cosmopolita per scelta, per comprensione ed integrazione cosciente: New York è una città moderna, che non ha vissuto, non ha capito, che è "nata e basta", portandosi dietro pezzi di cultura, pezzi di passato e di futuro, di progresso e di arretratezza, insomma, un'accozzaglia. Tipicamente americana, tra l'altro.

Abbiamo visto un paio di musei, tra cui il Guggenheim, anche se ci ha soddisfatto molto meno del suo gemello a Bilbao... abbiamo visto una mostra di Harry, molto ben curata, un museo commemorativo su Ground Zero, l'Empire State Building, e l'immancabile statua dlla Libertà: c'è da dire che le cose da vedere ce ne sono, e costano tutte. L'unica "attrazione" gratuita resta Central Park, un labirinto inestricabile dove io e Riccardo ci siamo persi entrambe le volte che siamo entrati... pregando per trovare un'uscita.

La cosa buffa di questa città è che sembra di conoscerla da sempre, perchè la tv ci ha abituato a vederla e viverla attraverso altri occhi: è buffo ora leggere Castle, e pensare "ehi, io  tra la 44esima strada e la sesta avenue ci sono passata!". Da un senso di straniamento, di lontananza, di "film": sembra che da un momento all'altro debba uscire un regista a dire "Cut! Buona questa!" e smontare il set. Ma è una sensazione fugace, al pari di tutte quelle che si provano lì: è una città veloce, caotica, piena, disarmante, avvolgente e senza pace, affascinante in un certo senso, ma per me impossibile da vivere. E poi mi lamento del caos di Roma!
Mi è piaciuto vedere i banchetti di hot-dog, e prenderne uno, visitare il negozio delle Lego, ed andare in giro con la maglietta "I love NY", ma a parte questo, c'è poco di indimenticabile che mi poto dietro.

I pranzi e le cene sono stati rigorosamente pieni di bacon e patate fritte, con qualche accenno di  insalata condita con yogurt (sic!) qua e là... una città certamente da visitare, ma nella quale non tornerei se non per i musicals: un bagliore accecante nei pressi di Time Square esalta ogni pubblicità, ogni scorcio, ogni nota... e vorresti vederli tutti, entrare in ogni teatro, ed in ogni teatro perderti e ritrovarti. Mi è dispiaciuto molto non poter vedere La Cage perchè sospesa in estate, ed è stato "doloroso" scegliere di non guardare Wicked... ma ci sarà una prossima volta, lo so.
Il bagliore di Time Square è dato anche da cartelloni pubblicitari che fanno impallidire Piccadilly: la sua scritta a led accecante non è niente in confronto a quello sfarzo di luci e colori, a quell'impossibile luminescenza onnipresente, a quel sovrabbondante ostentazinoe di lusso, consumismo, ricchezza ed orgoglio tipicamente americani.

Altra tappa, altro areoporto, altra metà, la più sentita, la più vicina al cuore, la più desiderata.
L'ultima parte del mio resoconto sarà per te... e per uno dei giorni più belli della mia vita.

Spooky




venerdì 12 agosto 2011

Resocontiamo - Orlando

Vediamo di scrivere due parole su questo viaggetto, che di "etto" ha avuto solo i chili che ho preso lungo la sua durata.
La prima tappa era, per chi non lo sapesse, Orlando, Florida: con il solo scopo di visitare i parchi divertimento che lì abbondano. Avevamo quattro giorni pieni (non contando l'arrivo e la partenza), che dovevano, nella nostra intenzione, servire a vedere gli Universal Orlando Resort, l'adiacente Island of Adventure, DysenyWord, ed eventualmente SeaWord.
Alla fine, di tutta questa roba, abbiamo fatto solo i primi due parchi, un pò per stanchezza (il terzo giorno siamo rimasti in albergo, spiaggiati in piscina, a riprenderci dall'ammazzata del giorno prima... non abbiamo più l'età per queste cose!), un pò per pigrizia (non ci siamo informati su come raggiungere DysneyWord dall'hotel), un pò per amore (Harry... Potter...). Dentro l'Island of Adventure spicca la nuova perla del parco, l'area dedicata al maghetto occhialuto più famoso del mondo. Ed uno dei motivi principali della nostra visita.
I parchi sono organizzatissimi: file quasi sempre all'ombra, coperte, in parte dentro la struttura del gioco, quindi dotate di aria condizionata, e quando all'aperto fornite di vaporizzatori, ventilatori enormi e fontanelle d'acqua, in modo da aiutare i tenaci in fila. Già, perchè il tempo è inclemente: temperature elevatissime, con una percentuale di uminidità da non permetterci di respirare... cosa che peggiora, quando l'aria condizionata (impossibilmente alta) dei locali ti fa venire un raffreddore da paura e fai già fatica a prendere aria di tuo.
Comunque, con un pò di tachipirina e buona volontà, si risolve tutto.
Il primo giorno non mi faccio mancare uno svenimento, mezz'ora dopo essere entrati al parco, che mette a repentaglio tutta la giornata, ma grazie al gatorade ed alla mia voglia di non stare male, in un paio d'ore ero messa a nuovo! Escludendo tutti i coaster (montagne russe ed affini) che mi spaventano, i giochi migliori sono quelli di simulazione 3D o 4D: divertenti, pieni d'azione, con un'ottima integrazione tra i movimenti della postazione e quelli dello schermo... giochi bellissimi e "sicuri", almeno per quelli come me che sentivano fastidio allo stomaco anche nelle SIMULAZIONI di caduta... Un altro punto a favore degli americani, rispetto ai nostri parchi, sono le tematizzazioni: aver modo di scorrere la fila guardando oggetti legati al gioco, fotografando cose attinenti, guardando video contestualizzanti è una trovata geniale. Il tempo scorre più in fretta, ed in men che non si dica ci si ritrova a fare il gioco, anche se a volte la file supera i 60 minuti. Gli Universal sembrano più un parco per amanti del brivido (ci sono un paio di coaster da mettere i brividi) o per i bambini, con simulazioni 4D "da bimbi", come Shrek, tutto fumo e niente arrosto.
Bellissimo il simulatore dei Simpson, ed la simulazione di "training" per entrare nei Man In Black (vi ricordate J che spara alla bimba con il libro di fisica nucleare in mano?...), entrambi ben caratterizzati, divertenti, sicuri e con una fila più che accettabile.
Ma il vero divertimento (e si vede anche dalle file, decisamente più corpose) si trova ad Island of Adventure. E non parlo solo di Harry, che, vista anche l'uscita dell'ultimo film, è preso d'assalto (alle 9:05 della mattina, 5 minuti dopo l'apertura del parco, tutti i giochi avevano 5 minuti di fila: quello di Harry 45), ma anche gli altri, che nelle ore centrali si riempiono.
Nella parte dedicata ad Harry vediamo il castello di Hogwarts, dentro cui si svolge il gioco "The forbidden journey", Hogsmade, erronea sede di Ollivander, Magie Sinister, Zonco (con dentro anche alcuni Tiri Vispi Weasley), ma completo dei Tre Manici di Scopa e della Testa di Porco (che a dire il vero non ricordo se fossero a Hogsmade o a Diagon Alley, ma i primi di certo a Diagon Alley). Diciamo che l'accozzaglia c'è e si vede, ma si è talmente tanto affascinati da Hogsmade piena di neve, dal castello sullo sfondo (si vede anche da lontano, ed è bellissimo essere nel parco, girarsi, e vdere spuntare le guglie di Hogwarts), dagli stand di Burrobirra, dagli addetti all'area vestiti da studenti (in prevalenza Grifondoro, chissà perchè) che ci si dimentica di tutte le incongruenze e ci si lascia trascinare.
Nel percorso della fila di "Flight of the Hippogrif" si vede la casa di Hagrid, il campo di zucche e, sulla salita iniziale di questo (ahimè un pò troppo corto) family coaster Fierobecco in persona che si inchina ai visitatori.
Ultima attrazione vera e propria "Dragon Challenge", che ci riporta al Torneo Tremaghi: un doppio coaster, in cui si può scegliere se salire sull'Ungherese Spinato o sul Petardo Cinese, i cui vagoni sembrano quasi scontrarsi, per un'avventura da veri "coasterofili". L'ambientazione della file è fatta molto bene anche in questo caso, con cartelloni di incitamento a Fleur, Krum ed al tristemente futuro-vampiro-luccicante Diggory.
L'unica cosa che ho notato è stata la poca attenzione agli ultimi film (sesto e settimo in particolare): ho idea che le cose cambieranno nei prossimi anni, per dare spazio a nuove evoluzioni del parco.
Il gioco migliore resta "The Forbidden Journey": l'integrazione tra stanze reali e proiezioni 4D è sensazionale, e veramente bisogna far capo a tutto il proprio spirito realistico per non spaventarsi alla vista dei Dissennatori, davanti alle Acromantule, o guardando il Basilisco ormai morto della Camera dei Segreti. Per gli appassionati c'è anche un frammento di partita di Quidditch: insomma, non ci si fa mancare niente, ed è tutto deliziosamente ben fatto.
Fila interminabile, dai 60 ai 90 minuti (anche di più), ma ben caratterizzata, soprattutto per gli ultmi 30-40 minuti, che si passano girando fra le stanze del Castello: quadri in movimento e parlanti, segnapunti, aule, la bacheca di Grufondoro, il ritratto della Donna Grassa, lo studio di Silente (che accoglie chi arriva con un breve ma sentito discorso), il Pensatoio, così come Ron, Harry ed Hermione che si affacciano dalla finestra sopra l'aula di Difesa Contro Le Arti Oscure.

Insomma, i parchi sono straordinari. Gli shop, soprattutto per quel che riguarda Harry, un pò meno: hanno puntato molto sul vestiario dei film, su magliette per bambini (troppo "vistose" per un adulto), e le uniche cose carine da comprare erano i boccali di birra, e le bacchette. Nessuna calamita o quasi, nessuna collanina, solo dei portachiavi davvero orrendi... e, assurdità, il boccale di Grifondoro era esaurito da più di tre settimane O__O Un parco così grande ed organizzato che non prevede un quantitativo valido per un articolo tanto "papabile" mi è sembrata una manchevolezza. Comunque, il resto è stato fantastico.

Tolti i parchi, la vacanza Orlandiana lasciava poco spazio per altro: la sera, stanchi morti, ci tuffavamo una mezz'ora nella piscina dell'albergo, poi doccia e cena, dove ho gustato le strisce di pollo fritte più buone della mia vita, oltre che un quantitativo ingente di patatine fritte e hamburger.
Di altro da fare non ce n'era, visto il caldo e la stanchezza... ma ci siamo rifatti a New York, dove, di cose da vedere, ce n'erano un'infinità.

Alla prossima, per il resto del racconto!!
Un bacione,
Spooky




venerdì 24 giugno 2011

Fine

E pure lo stage è finito. Cavolo, come passa il tempo. Devo dire che, tornando indietro, rifarei le stesse cose che ho fatto... però le farei meglio. Se il mio scontro con Nicola fosse avvenuto prima, se fossi stata più determinata, se avessi preso il tutto più sul serio. Non lo so. Ma non mi importa. Quello che ho capito, da questo stage, è che io  posso fare questo mestiere. Ed è una bella soddisfazione, saperlo con certezza. So che posso farlo. So che ho il talento e la determinazione per farlo.
Magari Nicola non mi darà mai l'opportunità di un turno, magari non avrò le occasioni che ha avuto Simona, ma a me questo lavoro piace. Piace sul serio. E mi da modo di sfogare tutto ciò che sento. Ciò che sono. Devo iniziare a lavorare. Poco, anche, ma lavorare. Devo mettermi in gioco. Devo sfondare le barriere.
Io ho talento. E' strano da dire, per una come me.

Mi sa che dovrò abituarmi ad una serie di cose strane, da oggi in poi. Bisogna crescere. E chi lo sa, se poi è un male... ora come ora, non mi sembra ;)

Un bacio a tutti, popolo del web.
Spooky


giovedì 2 giugno 2011

Sunshine!

E quando passi due ore a parlare di letteratura, di Proust, di Musil, mangiando casareccio e dopo due anelli buoni ed uno "pregievole", beh... sì, puoi ritenerti soddisfatta, piccola Spooky!!

Spooky



mercoledì 1 giugno 2011

Eventually!

Sembra che il tempo per scrivere qui non ci sia mai. Che poi, non è che non c'è, è che ho sempre altro da fare, o voglio fare sempre altro. Che poi, che cosa dovrei raccontarvi di nuovo? In realtà, diverse cose. Perchè in questi ultimi mesi, anche se non sarei in grado di spiegarvene la ragione, ho omesso di dirvi una serie di dettagli. Stamattina ho abbastanza sonno, o abbastanza incoscienza, per scoprirmi un altro pò.

Vediamo. Il mese scorso ho iniziato uno stage di doppiaggio, che mi è costato anche un bel pò (e con il viaggio in USA alle porte, forse erano soldi che avrei potuto risparmiare). Probabilmente è questo quello che ho pensato da quando ho iniziato il corso... che è stato solo un inutile spreco di tempo e denaro. Perchè nonostante mi piacesse, non trovavo risultati, o almeno mi sembrava di non riuscire a migliorare.
Fino a ieri, quando il mio insegnante mi ha fatto una sfuriata epocale su un anello (nda: una porzione prestabilita di film/telefilm da doppiare), concludendo, cito a memoria: "smettila di giudicarti! Non chiuderti, vedi che se lasci la mente aperta le cose entrano, e trovano terreno fertile!". Dopo l'anello è venuto un pò meglio. Sono tornata al mio posto che ero ad un passo dal piangere, ma mi sono trattenuta. Ma penso che qualcosa tra me e questo insegnante (ne abbiamo due, e l'altro lo conosco da molto più tempo) si sia "sbloccato" ieri. Perchè mi sono sempre detta che non era in grado di capirmi, che non riusciva a rendersi conto di come sono fatta, e del modo migliore per dirmi le cose. Beh, ieri mi sono resa conto che non sono l'unica che può dire "sono fatta così". Che tutti abbiamo un modo di essere, e che non necessariamente gli altri devono piegarsi al mio. Questo insegnante ha un suo modo di dire le cose, e di gestire i consigli che da. E tocca a me essere in grado di capire che se urla, non vuol dire che sono stupida, o che non sarò mai capace... ma che quello è il suo modo di spronarmi, e di dirmi come migliorare.
Spero di riuscire, stasera, a cogliere il meglio di quello che mi dirà. Ieri alla fine aveva un bel sorriso. Stanco, ma bello. Spero di riuscire a migliorare. Perchè ha ragione lui "che sia qui o altrove, le conoscenze che vi do sono spendibili". Sto acquisendo qualcosa. Devo solo smettere di pensare di non essere in grado. Ieri, mentre sfuriava, ha citato Proust. Cioè, uno che sfuria cintando Proust dovrebbe quando meno vedermi inginocchiata ai suoi piedi, comunque. Parlava del convincimento. Ovvero di come uno si convince talmente tanto di una cosa che anche quando l'evidenza gli dimostra il contrario, lui non riesce a vederla. Io sono così. Bisogna smetterla, però.

Il resto, più o meno, va avanti. Sto somatizzando in maniera terrificante il mio lavorare come segretaria, tanto che conto i giorni che mi separano alla fine di questa tortura. Perchè è vero, non faccio molto e mi pagano parecchio (rispetto a quanto faccio, almeno), ma non è proprio il posto che fa per me. Non mi trovo a mio agio. Sono sempre sotto pressione. Ed il fatto che tutta la tensione mi si scarichi sull'intestino mi distrugge. Altri 9 giorni (compreso l'attuale), e sarò fuori.

Sarà brutto tornare a non lavorare, ma per me è una liberazione... e poi c'è il libro, in fondo. Questa settimana mi sono imposta di chiudere questo discorso. Dovrei essere in grado, non mi manca molto. Così posso passare tutto a Simo, che impaginerà, sistemerà, ripulirà. E poi via, in stampa.
Stampato. Un libro mio. Un libro vero. E non importa quanti entroiti farò, non è quello il punto. Il punto è che, sugli scaffali di qualche libreria sperduta, si potrà trovare ilmiolibro. Quasi quasi mi commuovo.

Vado.
Beh, si, ammetto che è bello, chiacchierare sul mio blog. Dovrei ricordarmene più spesso.
Spooky



mercoledì 11 maggio 2011

In mare con Ismaele

Mi barcameno tra pensieri e sensazioni opposte. Cerco di tirarmi su il morale, di convincermi, e poi un secondo dopo mi trovo abbattuta e sconfitta. E poi di nuovo in piedi.
Non so se sia questa la sensazione che dovrei provare, ad intraprendere un percorso nuovo e così tanto intimo come quello che sto portando avanti, ma mi sembra l'unico scopo a cui io possa ambire al momento. L'unica aspirazione rimasta, l'unico barlume di luce in fondo al tunnel. Così la inseguo, frenetica, spaventata, e talmente tanto concentrata sulla ricerca in sè da rischiare di perdere di vista l'obiettivo.
Stasera me lo sono lasciata sfuggire. Domani ho intenzione di afferrarlo. Domani, in un contesto dove mi sento più a mio agio, ho intenzione di afferrare la mia occasione. Perchè so che posso farcela. So che è nel mio DNA, devo solo crederci un pò di più. E spingere con tutte le mie forze.

Su, Piccola Spooky. Focus.
Spooky



venerdì 15 aprile 2011

To Max, with... me

Insomma, alla fine c'è sempre qualcosa che voglio dire. Qualcosa che sento esplodere dentro di me, e che devo necessariamente tirare fuori. Sarà questo lo scrivere? Il dover condividere? Ieri ho riletto una cosa scritta anni fa, e mi sono venuti i brividi per quanto fosse scritta male. Ma non importa, sto divagando. Questa devo proprio raccontarvela. Non so poi il perchè, magari perchè la mia "storia con Truman" è stata talmente tanto pubblica, bistrattata, usata, che non dirvene più gli sviluppi sembrerebbe sciocco, o solo ingiusto. Sarà che ho voglia di parlare di lui. Sarà che, nonostante tutto, ha ragione Ric: c'è qualcosa, nel primo amore, o meglio, nella "cotta adolescenziale", che resta, e che brucia... e che merita attenzione, comunque, sempre, anche a distanza di anni, anche se non fa più male.
O forse sono io. Anzi, probabilmente sono io. Sono io, e Max. Io, ed il mio Truman. Io, e il diavoletto dispettoso che ho creato per ricordare il mio nome, sia mai dovessi dimenticarmene. Io, e la mia anima bambina. Perchè, dopotutto, è Max, è sempre stata lui, la mia assenzafragile.

Insomma, giro su facebook, così. E visto che sto aspettando che la mia potentissima adsl carichi Cassl (no, non l'ho scritto male... Castle è Cassl, sempre, comunque, il mio mitico, vanitoso, geniale, e totalmente selfish Cassl!), mi snoo messa a cercare Max su fb. Non vi allarmate: è una cosa che faccio, ad intervalli irregolari, solo per curiosità. O forse per controllare. Chi lo sa, magari mi aspetto che un giorno la vita gli vada tanto male da costringerlo a ripensare a me... magari spero ancora che... ma sto speculando.
Diciamo solo che sono una alla quale non piace arrivare seconda. Figurarsi perdere. E che Truman è stato un fallimento su tutta la linea, un fallimento mio, della mia anima e del mio cuore, nel giudicarlo, nel costruirlo, nel gestirlo ovviamente. Sarà che sono un tipo ossessivo-compulsivo.
Comunque, digito e premio invio. E cosa scopro? Che non ha solo un profilo, ma una pagina in cui promuove il suo corso di teatro. Corso di teatro!! Lui! Il mio Max!! Folle.

Insomma, in un certo senso sono anche fiera. Qualche giorno fa a Termini ho incontrato per caso Nicola. Non ricordo neanche più il suo cognome. E' cresciuto da morire. Ero sulle scale di uscita della metro, e mi trovo davanti questo ragazzone vestito un pò alla Francesco (compagno di università a Verona), con un gilè tipicamente gay. Mi sono detta "ecco un altro di quelli che abbiamo perso!" così, tanto per farmi una risata mentale. Fatalità gli ero proprio dietro, e gli ho guardato le mani: sapete, per me sono un'ottimo indizio per capire se qualcuno sia gay. Non so perchè, ma mi aiutano. Insomma, Nicola ha due manone da uomo rude e virile. Mi sono detta "ah, magari mi sbaglio allora". Finita lì. Poi mi trovo sulle scale mobili, e sento un tizio che parla. La voce mi ricorda quella di Max, così mi giro... e scopro che il tipo col gilè non è "un tipo con un gilè", ma Nicola. Il Nicola di Max. Il Nicola-Avere, contro l'Essere-Max.
Mi sono scoperta a fissarlo e sorridere. E' cresciuto, sempre magro come un chiodo, bel taglio di capelli, voce ancora un pò stridula, ma meno di quando era adolescente. Non lo so, mi ha fatto piacere. Avrei voluto fermarlo, e semplicemente chiedere una conferma: "scusa, ti chiami Nicola, vero? E'... è che un tempo tu hai fatto parte della mia vita, anche se non lo hai mai saputo". Fico, non trovate? Se una persona venisse da me dicendomi una cosa del genere, le offrirei un caffè e mi farei raccontare tutta la storia.
Ma io non ho avuto il coraggio di chiedere conferme, e forse lui non mi avrebbe offerto nessun caffè.

Comunque, tutta questa storia forse viene fuori adesso perchè domani vado a vedere un suo spettacolo. Sono... sì, sono cinque anni che non vedo Max. Cinque anni. Si può morire, in cinque anni. Si può anche rinascere, in effetti. Io sono rinata. Ma sta di fatto che... che sono ancora qui, a scrivere di lui, giusto? Quindi non tutto è cambiato. Sono rimaste le mie mani, la mia voglia di scrivere (anche se consumata, provata, liofilizzata da.... da cosa? Dal destino? Dagli eventi? O semplicemente dall'incapacità di... conbattere?), le mie paure, le mie fobie.
E' rimasto Max. Oh, lui è rimasto. Lui rimane sempre.

Tempo fa ho avuto una conversazione non molto piacevole con Ric. Non stavamo litigando, mi stava... esponendo dei fatti. Ricordo gl occhi lucidi, mentre torturavo un rigatone broccoli e salciccia. Ho un'immagine molto simile nella mia memoria, il mio primo ricordo in effetti: io che mi riprendo dallo spavento dopo che Paola ha fatto tardi per la mensa dell'asilo, ed io avevo pianto disperata perchè pensavo mi avesse lasciato lì. Un rigatone, ma la pasta era in bianco, quella volta.
Comunque, la conversazione era stata... rivelatrice, in un certo senso. Del fatto che Ric mi ami, incondizionatamente, e del fatto di come io... abbia dei difetti. Dei difetti che non pensavo di avere. Delle mancanze che non pensavo di avere. E' stato brutto, anche se sincero. E, ancora una volta, mi sono trovata a dare la colpa a Max, e poi a me stessa.

C'è qualcosa, con Truman. Qualosa di non chiuso, che ho smesso di immaginare che si chiuderà. Chi lo sa, magari un giorno. Fortunatamente non ci penso più. Al fatto che possa chiudersi, dico. Me lo trovo lì, di tanto in tanto, come i fantasmi di Nash in fondo alla sala, il giorno in cui ha ricevuto il premio Nobel.
Mi sorride, piano, e mi ricorda che ognuno si porta dietro i propri incubi, ed ognuno deve imparare a gestirli. A combatterli, o ad amarli. Io, il mio, ho lasciato che mi divorasse... e poi l'ho murato vivo. Esattamente così: l'ho inglobato in ciò che sono, ne ho lasciato i pezzi sparsi in giro, e sono tornata ad abitare nella casa infestata. Ogni tanto si sente qualche rumore... si muove qualcosa. Ma, se lo ignoro, lui va via. Ed ho imparato ad essere felice, anche così.
Ora poi, che ho uno spirito buono a proteggermi, sono convinta che quasi nulla possa uccidermi. Farmi male, sì, ma non uccidermi. Non come ha fatto lui. Non come ho fatto io.

Vi farò sapere.
Intanto, mi vado a riguardare un pezzo di Notre Dame. Perchè... beh, il perchè mi pare ovvio.
Spooky



venerdì 4 marzo 2011

Non scrivo quasi più. Vorrei trovare una spiegazione soddisfacente, ma per il momento la sola che vedo è che non ne ho voglia, non ho stimoli, o forse solo non ho niente da dire. Chi lo sa. Che poi, alla fine, qualcosa da dire si trova, ma... è l'idea di esternarlo, renderlo pubblico, che mi lascia perplessa come prima non accadeva. Prima scrivevo per me, ora mi sembra di farlo sempre per un pubblico. Immagino le persone, dall'altra parte dello schermo, pronte a leggere le mie parole, ed anche i miei silenzi. Una volta il pensiero non mi sfiorava neppure. Come essere nella casa del Grande Fratello, ed improvvisamente accorgersi che ci sono le telecamere, che fino ad allora non avevi proprio notato. Mah, che strana la vita. E così se ne va un altro sogno, mi dico. Se ne va un altro talento, scivola via un altro tassello di me. A volte mi domando dove andrò a finire. A volte mi domando se mi renderò conto del passaggio, o mi troverò a non essere più me senza neanche saperlo.
Semplicemente un giorno non mi firmerò più Spooky, non controllerò più la mia mail, dimenticherò la password che mi rende ciò che sono, e dimenticherò... tutto. Anche Vitto. Perchè sì, mi sembra di star perdendo anche lui.

Questo intervento voleva avere tutt'altro tono. Oggi, un pò per non morire, o forse un pò per celia, sono andata ad assistere ad un turno di doppiaggio. E' stato bello. Dalla strada, che mi ha portato spaventosamente vicina al 2006, fino a... tutto: le voci, la sala, le persone. Il buio. E' un buio artificiale, plastico, quasi ostile, ma mi è sembrato di trovarmici subito bene. Mi è parso fosse accogliente, morbido, caldo in qualche modo. Le sale, nuove ed impeccabili, invece di rimandarmi la sensazione di container senz'anima (come mi avevano dato gli uffici della CentroSolar), mi hanno... coccolato. Mi sono sentita profondamente a casa.
Poi, ovvio, c'è stato tutto il resto. Il sottile imbarazzo di trovarsi in un luogo nuovo, i sorrisi di circostanza, i tic nervosi. L'idea di star disturbando gente che lavora, cosa che mi lascia sempre addosso una sensazione di inadeguatezza e disapprovazione. Eppure sono stati tutti molti gentili, disponibili al dialogo, aperti, diretti. Senza fronzoli, senza orpelli o incipt barocchi, persone. Persone particolari, potrei dire. Cariche di una diffidenza bambina che era solo mia, ma vedevo riflessa nei loro sguardi incuriositi più dei miei. Forse sarà stata la suggestione del momento, ma mi è sembrato addirittura che a volte la direttrice di doppiaggio mi guardasse con riconoscenza, come a dire "ma allora qualcuno lo sa, che esistiamo!".
Sì, lo so. Parlavo con Alberto e mi sono ritrovata a rendermi conto che ho iniziato a farmi domande sui doppiatori da X-files. Da Mulder, da Ludovisi Bersanetti. Ho cominciato a vedere ER perchè doppiava il Dottor Green, visto che X-files era stato privato del suo protagonista. E poi hanno segato anche lui... era destino, si vede. Riaffiorano dei ricordi, come se qualcosa di questa professione abbia accompagnato anni non ssospetti della mia vita. Chissà con che diritto poi.

Il turno di doppiaggio (che mi ostino a chiamare "sessione", retaggi universitari ancora troppo vicini suppongo!) si è svolto... beh, esattamente come quelli che faccio (facevo) al corso: visione, prova sonora, muto. Ho assistito a BBT, e devo dire che mi ha sorpreso vedere come durante la prima visione Leonardo Graziano già smozzichi le frasi, si legga le battute, e dopo, sul primo sonoro, magari guardi più che parlare. Curioso. A volte ha letto addirittura prima della visione (che è una cosa che ho fatto anche io, un paio di volte, ma credevo di star sbagliando :P).
La prassi è la stessa, più o meno: si incide, si lima, si aggiusta, si stendono/accorciano le battute, e via, verso la successiva. Certo, per i tre quarti a me le battute sembravano perfette già alla prima incisione, e spesso mi sono chiesta quale fosse il bisogno di registrarle nuovamente, ma insomma... non posso capire proprio tutto :D

Comunque, un'esperienza da ricordare... qualcosa che mi ha fatto bene all'anima, al cuore, agli ormoni ed al fegato, tutta roba che ultimamente è stata messa un pò sotto pressione.
Certo, poi c'è stato lo str@nzo con la Smart che per sorpassarmi si è fatto tutta la strada di Capannelle in doppia fila accanto a me solo perchè io, che ero nel giusto, avevo deciso di non farlo passare (mi ha anche mandato a quel paese... non gli ho risposto solo per paura che scendesse col crick!), ma anche questa è passata.

Vado. Sono contenta di aver scritto un pò.
Mi manco, a volte.
Spooky



giovedì 3 febbraio 2011

Domani...

Ok, domani ho lo spettacolo. Sono contenta, agitata, e -perchè negarlo?- anche parecchio in ansia. Potrei dimenticarmi le battute, come a Caserta (penso proprio che dovresti bere un pò d'acqua, disse allora Valeria inventando di sana pianta una battuta per smuovere una scena irrimediabilmente compromessa), di inciampare sulle parole, o di cadere, o di dimenticarmi qualche gesto, o di essere elegante come un elefante spiaggiato...
In realtà, sono consapevole che lo spettacolo è amatoriale, e che molte cose "non vanno" di per sè. E che abbiamo curato il curabile, sistemato quanto potevamo, e che comunque la piece sta in piedi, risulta credibile, ascoltabile, anche se non perfetta. Insomma, ci si può stare. Sono solo un pò tesa... dopotutto, Roma è la mia città... dopotutto, domani avremo un pubblico difficile, il "nostro" pubblico, e bisognerà dare il meglio che abbiamo.

Intanto, stasera ho ricevuto una bella notizia. Da oggi sono un subber in prova. Ok, è una prova. Ok, è una cosa sciocca. Ma mi da modo di avere a che fare spesso con l'inglese (e dio solo sa quanto io ne abbia bisogno, per non perdere quel poco che è rimasto), di mettermi alla prova, di allargare il mio lessico e di... beh, mi sembra che queste ragioni bastino! :P
In più alla fine pensavo di aver fatto un casino con quella traduzione, invece era corretta, il che fa sempre piacere... e magari tra dieci anni potrò dire di essere una traduttrice, no? Tutto fa esperienza, tutto fa vita, tutto fa competenza, anima e cuore.

Stasera vado a letto tesa ma felice. Andrà tutto bene. E anche se domani sera, alle 20:50, mi dirò "ma chi diamine me l'ha fatto fare????", alle 23 sarò straordinariamente contenta, felice, serena, e... beh, brava o non brava, riceverò pure dei complimenti, tiè!! :P

Spooky



martedì 25 gennaio 2011

Con te rinasco

Se vogliamo citare.
La cosa buffa è che, con tutto questo tempo a disposizione, neanche guardo più i telefilm. Giuro. Cioè, prima, con sei esami da preparare in una sessione, una settimana (o meno) per ciascuno, il coro, la palestra, la cena, il pranzo, la colazione, la lavatrice, le lezioni universitarie, la spesa, la roba da stendere e casa da pulire, avevo il tempo di guardarmi anche quattro, cinque puntate a settimana (quando andava male) e anche tre/quattro al giorno nei momenti buoni.
Ora che non ho niente da fare, che teoricamente dovrei solo mandare curriculum e godermi la giornata, ora che non cucino, non lavo, non stendo, non preparo il pranzo, non vado in palestra nè al coro, se va tutto bene riesco a guardare la nuova puntata di House e di Grey's in tempo prima dell'uscita della successiva. Odio non avere niente da fare. Quel poco che ho, non avendo altri impegni, mi si dilata a tal punto da non farlo: avete presente? Lo faccio dopo... e quel "dopo" diventa domani, tanto non ho niente da fare neanche domani, e poi dopodomani, e poi la settimana prossima, e poi... ah, dovevo fare quella cosa? Sì, poi la faccio...
Mi perdo nel nulla. Fortuna che ora ho le prove di teatro a Civitavecchia, almeno un impegno ce l'ho. E magari, se la settimana prossima tutto va come spero, magari mi trovo anche un altro impegno, in casa editrice. Certo, lavorare gratis non è la mia massima aspirazione, ma ho preso la laurea in Lettere, ricordate? E che cosa volete che ci faccia, a parte pulirmici il mio bellissimo -dicono... o meglio, dice- fondoschiena? Quindi meglio abbassare la testa, e vedere cosa porta la marea.

Ora, come mio solito, dovrei dire per il resto... ma il punto è che il resto non c'è. Il resto è Riccardo, che è il motivo di ogni mia rinascita, di ogni mio sorriso e fonte quotidiana di rassicurazione e conforto, ma a parte lui, c'è poco da fare. Andare via quattro anni ha abituato le mie amiche (e me) al distacco e all'assenza, quindi non vedersi non è che la normale realtà quotidiana. Ognuna è presa dai suoi impegni, dai propri problemi, dal proprio lavorochenonc'è o lavorochec'è, dai propri fidanzati o dalla loro assenza. La mia Sognante si prende un periodo di pausa da quest'Italia allo sbando, e va ad imparare l'inglese nella mia Londra, cosa che sento come un'opportunità -per lei- ed una violazione - per me. E' brutto da dire, ma se io non posso essere lì, perchè qualcun altro può?
E questo per la serie "viva l'atruismo". Comunque, una scusa buona per tornare a Londra ce l'ho, ed anche per quest'anno me la sono cavata, e non ci speravo più... se non vado almeno una volta l'anno nella mia città penso davvero che potrei sentirmi ancora più persa di quanto già non mi senta.

Devo scappare. Che bolle, una volta che mi ritaglio del tempo per scrivere, che non c'è nessuno in casa e che non arrivano telefonate, e-mail, messaggi o semplicemente il blocco di Spooky (che ultimamente arriva spesso, e chissà perchè: se perdessi anche la capacità di scrivere? Cosa, se non riuscissi a fare più neanche questo? Se neanche questo mi desse più piacere e soddisfazione? Cosa, se scoprissi di non essere brava neanche in questo? Dio santo che paranoica ansiosa rompic@zzi -tua moglie è una stuzzicacazzi, questa è la verità- che sono) a fermarmi, ecco che devo uscire.

Vado.
Però, è bello scrivere sul mio blog. Mi mancava. Secondo me, chinasky fa un effettone su di me, by the way. E Ristorantopoli è fenomenale, uno dei pochi libri che mi fa ridere mentre leggo. Uno dei pochi? Ok, mi sa l'unico. Ok, ok, vado, è tardi.
Però voi aspettatemi. Dio, quanto mi è mancato scrivere. Non esiste, questa cosa io la so fare. E mi piace da impazzire.
Spooky




sabato 18 dicembre 2010

Il ritorno a casa - Caserta, 17-12-10

So che sono latitante da mesi, ma tra la laurea, Riccardo, Berlino, ed il teatro non ho avuto molto tempo da dedicare a me, figurarsi al mio blog.
Ma questo post voglio proprio scriverlo. Un pò per non far morire la bella abitudine di raccontarmi sul mio spazio, un pò perchè ne sento la necessità. E' bello voler tornare a condividere, quando per tanto tempo più che un tentativo di connessione questo blog è stato un pozzo in cui sfogare la malinconia. E da quando le cose vanno meglio... sembra quasi che non mi serva, scrivere qui. Ma non è vero. E' solo che condividere la gioia, oltre che vanto, è dispersione: perchè donare ad altri una felicità così a lungo aspettata, temuta, anelata? Io vorrei tenerlla solo per me. Centellinarne un pò agli amici, ai familiari, e tenermi il grosso di ciò che a lungo ho desiderato invano.

Ma oggi mi sento altruista. Perchè ieri mi sono sentita... a casa, come non pensavo sarebbe potutto accadere, ed è stata una sensazione talmente tanto bella che non ho voglia di dimenticarmela... perciò la scrivo.
Il mio debutto teatrale non è stato come me lo immaginavo io. Non ci sono state grosse tensioni, non c'è stata ansia da palcoscenico (almeno non durante lo spettacolo: la generale invece è stata un disastro), nessun intoppo rilevante, a parte il freddo che ci attanagliava un pò tutti. Mi sono divertita. Ecco, la cosa principale, che non voglio rischiare di dimenticare, è che mi sono divertita da matti.
E' stato fantastico, letteralmente fantastico essere per un giorno... Ruth. E guardare attorno a me muoversi uomini attratti e sottomessi, comandarli, gestirli e riderne. Certo, lei non è me. Io ho una coscienza, una morale, un senso del dovere e del rispetto. Ma essere priva di tutto ciò è stato... liberatorio, e bellissimo. Senza senso di colpa, senza imposizioni, senza costruzioni sociali, solo io e la mia volontà d'affermazione, solo uomini e potere, che ho scoperto avere sempre una sua logica, un'etica dell'egoismo che gli è propria e che, in un certo senso, è dannatamente condivisibile.

Insomma, questo è per dirvi che a febbraio, al Manhattan di Roma, vedrete uno spettacolo tagliente, duro, "scandaloso", come recita sarcastica la lodandina... ed io sono orgogliosa e fiera di farne parte.
Vado a sistemare la mia trasferta Milanese, torno Valeria, e lascio Spooky a giocare con il ricordo di Ruth.

Ragazzi, che giornata!!!
Spooky