sabato 28 agosto 2010

Citazione degna di Lonardi... X'D

Hanno arrestato Paperino - Renato Zero

Una sirena va e il suo lamento,
Si confonde nella città.
Non c'è più tempo ormai,
Per i santi e per gli eroi.
Nessuno, li piangerà!
E la sirena è come una preghiera,
L'ultimo addio di chi va via.
Nell'aria un triste canto che
Non è poesia!
Paperino… L'hanno arrestato già!
Dietro le sbarre, finirà…
Senza pietà!
Paperino… Ma cosa c'entra lui,
Già tutti possono sbagliare, ma non lui!
L'hanno accusato di drogarsi,
E sotto effetto di servirsi, di una pistola
Per rubare a un bimbo
I suoi pop-corn…
Adesso è chiuso là,
E' dimagrito e non sorride,
Che pena fa…
Qualcuno viene e va,
Portandogli amore,
E pacchi di pop-corn!
E Qui Quo Qua,
Lo aspettano da sempre,
Pregando la sua libertà…
La libertà ha gli occhi,
Il cuore e i gesti
Di… Paperino!
Il mondo fa presto a condannare,
Ma fa fatica a ricordare,
Che Paperino è il nostro eroe…
"Signora, che è uscito Paperino ?"
"No, non esce più!"
"Allora mi dia Playboy!"
Paperino!
Paperino!
Senza mani!
Senza piedi!
Sempre più difficile è…
Senza denti!
Paperino!


Spooky

PS: ...grazie.




mercoledì 25 agosto 2010

Propositi

Io ce la posso fare.
Io sono brava.
Io so scrivere, sono determinata, ho buone capacità di ragionamento, ed il crossover è il mio forte.
Non importa se il nano non mi apprezza, non importa se sono spaventata.
Fuori non lo sanno.
E non devono saperlo.

E' un segreto, ed è solo mio.
Se nessuno mi guarda mentre piango, sarà come non averlo fatto.
Se pensano che io sia solare, estroversa, simpatica, io lo sarò.

Io sono forte.
Sono forte.
Sono figlia di mia madre, e per questo sono forte.
Ho i suoi geni, il suo DNA, il suo sangue e la sua pelle.
Io sono forte, quanto lei. Più di lei.
Io sono forte.
E tutto questo non mi ferirà, nè mi farà cadere.

Continuerò a camminare.
Per dimostrare a tutti che posso farlo.
Perchè da qualche parte, sotterrato dalle mie lacrime, ho ancora un pò d'orgoglio.
Ed è necessario che resusciti dalla tomba. E' giusto così.
Spooky



martedì 24 agosto 2010

"Jump down, turn around, pick a bale of cotton..."

Sono viva. Stanca, ma viva. Stanca stanca, ma viva.
Sto solo vivendo un'estate di qualche tempo fa. Non fa niente.

Spooky



mercoledì 18 agosto 2010

Pausa blog

Non avrei voglia di scrivere, ma non farlo sarebbe come ammettere ancor più a me stessa che il problema esiste, e che non ho nessuna voglia -o meglio, nessun coraggio- per affrontarlo.
Di sottofondo una vecchia canzone di Giò, che come tutte quelle del primo cd non è nulla di sensazionale. Aspettiamo il nuovo disco -sempre che esca sul serio- ed intanto accontentiamoci della poca musica nuova che abbiamo.

Comunque, sto divagando. Fra meno di due setitmane dovrei tornare a Verona. Non fraintendetemi: non mi dispiace tornare, anche se solo per un mese, a fare vita indipendente. Quello che non mi fa dormire è il dover parlare con il mio prof. Ammettere di essere dannatamente indietro, di non riuscire non solo a concentrarmi, ma a concretizzare, a capire, a razionalizzare, a mettere in parole le poche idee confuse che ho in testa... ed il farlo senza lasciarmi prendere dal panico crescente, inutile, cattivo.
Perchè Verona sarà anche altro... sarà un mese di addii, che io lo voglia capire o meno. Quest'estate è stata... un ritorno al passato, qualcosa di triste e poco chiaro, i chili che salgono e che non riesco a controllare in alcun modo, le lacrime trattenute, che non ho più fiato per versarne ancora in questa stanza, il distacco persino con mio padre, ed una solitudine immensa e vuota, che parte da me e da me si propaga all'esterno, come un morbo, o peggio na vocazione.
Lo scorso anno... per un motivo o per l'altro, sentivo di avere addosso un pò d'energia positiva. Un qualche stimolo, fosse la dieta, fosse la prospettiva del mio mese a Londra. Sentivo qualcosa di buono, infagottato sotto tutto il resto. Ed ora? Ora chiudo gli occhi e spero che il tempo si fermi, perchè di quello che è passato non ho saputo servirmi, e di quello che deve venire sono troppo spaventata.

E poi vivere in due... e scoprire che siamo tutti soli...
Mi manca anche parecchio Vittorio. E neanche come papà lontano, ma solo come... compagno d'armi? Diciamo così, e chi vuol capire capisca. Faccio fatica. Vedo, in lontananza, dei punti di luce, ma so che non sono per me. Non lo saranno, fin quando non imparerò ad amarmi, fin quando non imparerò a convivere con le mie debolezze ed i miei errori... il punto è che non so se questa cosa avverrà mai, in fondo.

Vado. Come le dita su un piano, vedo muoversi le mie mani su questa tastiera non mia, comparire sullo schermo frasi quasi prive di senso, angosce che non avrei il diritto di raccontare ad altri che non a me stessa, nel buio di un letto a mezzanotte. Ma sono quella che sono, ed i miei drammi sono pubblici, è un vizio che ho da tempo.
Mi sono trovata tra le mani vecchie lettere... bozze di una vita che, in un altra epoca, è stata mia. Eppure, sono sempre qui... cos'è cambiato, in fondo? Le ciglia sugli occhi, gli orecchini ai lobi.
Il resto non si è modificato... ed è del resto che è composta la mia vita.
Pazienza. Pazienza.
I sogni sembrano non salvarmi quasi più. Tento di restare sulla nuvola, aggrapparmi ai bordi, nonostante non fossero destinati ad essere stretti da me, ma ho la netta sensazione di scivolare via. Scivolare, scivolare...

Vorrei poterti raccontare questo. Vorrei avere il tempo, la forza, l'occasione per raccontarti questo. Per togliermi questo peso dagli occhi... perchè non vedo quasi più. E sono stanca di andare avanti alla cieca.
Mi vieni a prendere?...
Spooky



lunedì 16 agosto 2010

La cacciata dall'Eden

...e Valeria riprese a non dormire... a soffrire d'ansia... e ad aggiungere paranoie a paranoie...
Bentornato nano malefico! Bentornato Edoardo!....

Altro che Vittorio.......
Spooky



sabato 14 agosto 2010

Piccoli passi


Si corre sempre troppo. E si arriva ad un certo punto in cui, volenti o nolenti, si cade. Si lacera il volto, si feriscono le ginocchia, si perde del sangue. Si piange, e ci si maledice per non aver prestato attenzione.
Poi, pian piano, da soli o con l'aiuto di qualcuno, ci si rimette in piedi. Si procede. Ma a piccoli passi. Come a non volersi fidare più, mai più del terreno, che già una volta ci ha beffati.
E' che poi non si cade per troppo, troppo tempo. Talmente tanto da dimenticarsi perfino di esser caduti. Le ferite non ci sono più, le cicatrici si scorgono appena.
Siamo sani. Siamo liberi. E siamo forti. Non cadremo più. Abbiamo imparato, non cadremo di nuovo, siamo più attenti, basta avere buon occhio, e registrare eventuali sassi, ostacoli sul sentiero.
Si riprende a correre... e si cade ancora. Ci si rialza, si procede lentamente... e poi, di nuovo, in corsa. Non per incapacità di imparare, ma per la pura volontà di correre. Di andare avanti. Di provare ancora, di nuovo, l'emozione del vento fra i capelli, della pioggia lieve sulle guance, della risata dispersa dal sole.

Solo quando ci si fa male troppe volte, poi, non si cammina neanche più. Si striscia. Ed a volte neanche quello. A volte si preferisce l'immobilità, il silenzio, il vuoto.
Non voglio questo. Non voglio restare l'assenza. Ma non voglio neanche correre. Non posso correre. Non devo permetterlo a me stessa. Per il mio bene...

Continuo a camminare. Ma a piccoli passi. E con le mani tese, verso chi mi sosterrà al primo segno di cedimento. A piccoli passi... sono già arrivata lontano, e non sempre di corsa. A volte, pensando addirittura di aver preso una strada che mi portava nuovamente indietro.
Devo avere fiducia, ma solo in me.

A piccoli passi.
Spooky



 

venerdì 13 agosto 2010

Invece di...

...andare a letto, o leggere, o pensare alla tesi, penso al fatto che domani sera vorrei essere a Vietri sul Mare, ed invece misurerò la mia stanza, o quella di qualcun altro.
Si vede che doveva andare così!!

Di norma le crisi d'astinenza durano un paio di giorni, non di settimane. Due settimane... mi sembrano secoli che non vedo Vitto. Uff uff uff. Si vede che ho bisogno di lui, in questo momento, chi lo sa. Sarà così... o forse solo che, alle cose belle, ci si abitua prestissimo.

E dopo questa massima di cui non potevate fare a meno... vo in leto!
Spooky



mercoledì 11 agosto 2010

Il gioco del silenzio


Mi ero dimenticata di quanto fosse snervante fare il gioco del silenzio. Di quanto fosse lungo, faticoso, estenuante, ed alla fine inutile. Ma non conosco altro modo per esprimere la mia rabbia. Ho urlato fin quando i polmoni hanno retto, e le corde vocali implorato pietà. Per compensazione, immagino... per sfogo, per tirare fuori almeno parte di quella rabbia sciocca che mi rode dentro. Ed eccomi a mostrare l'altra faccia della medaglia, Valeria muta, Valeria collezione "estate 2006", un abito di qualche anno fa, ma che conserva intatto il suo fascino e che non passa mai di moda, a quanto vedo.

Mi sento un pò sola, ma in modo diverso. Quasi fiera della terra bruciata che vedo attorno a me. Tanto, il resto, a che mi è servito? A che mi serve?... Ogni persona nuova che entra nella mia vita porta scompiglio, confusione, disordine. Le vecchie conoscenze, le antichità, sono solo specchietti per le allodole, che fanno finta di conoscermi e che invece contemplano il ricordo di una mia foto da bambina.

Forse è questo. Forse dovrei davvero creare il vuoto, l'assenza, e cibarmi dell'orgoglio di una solitudine che mi porto dietro comunque, in qualsiasi caso. Tenermi strette le mie illusioni, i voli pindarici che mi accompagnano -fortunatamente!- da che ho sedici anni, e godermi l'odio e la disapprovazione come nuova linfa per le mie scelte. Perchè non so quanto potrò resistere, andando avanti a denti stretti, e lottando ad ogni passo contro i miei sensi di colpa. E' una battaglia che non vinco mai, che senso ha combatterla? Non sarebbe meglio eluderla, ingannarla silenziosamente, e vivere sottovoce, senza svegliare il cane che dorme?
Ritagliarmi uno spazio che sia mio, isolato, su un'altura dalla quale veder arrivare i pericoli, e schivarli? Vantandomene poi solo con me stessa, con il mio blog, e con qualche animale di passaggio, ma evitando la furia bieca, l'invidia, le macchinazioni, la cattveria degli Altri?

Il mio orecchio mi sta uccidendo. Cinque puntate di The Twilight Zone in cuffia destra, ed il mio bel timpano sta esplodendo, rimbomba piano, chiede pietà, giustizia. Non avrà nè l'una, nè l'altra. Perchè se il mondo è cattivo con me, ed io non posso esserlo con lui, lo sarò con me stessa, e mi vendicherò d'odio con l'odio, di fango con fango.

Lo so, son discorsi stupidi. E' che stasera ho letto la confessione dell'Innominato e mi sono commossa un pò. E' che sono due giorni che non guardo in faccia mio padre -letteralmente- e la cosa mi sfianca. E' che non ho cenato e mia madre ha urlato dicendo, tesuali parole "Non mangi?! Non prendi la pillola, già stai in queste condizioni..." come se fossi malata di cancro solo perchè sono ipotiroidea. E' ipocondriaca per me: se ho mal di testa, mal di pancia, la nausea, qualsiasi cosa, o è il ciclo, o è l'ovulazione, o è l'eutirox, o è la pillola... ed ora che non prendo la pillola, è il non prenderla, ovviamente. Povera, povera piccola Valeria! La pupa ha male al pancino! E facciamola mangiare, che sta sciupata, deperita, che non mangia, portiamola dalla nonna, perchè non può accendere il gas da sola, che è troppo piccola per farlo! Troppo piccola per lavorare, per uscire di sera, troppo piccola per fumare, bere, per fare delle scelte, beate lei, così piccola, così ingenua, ancora persa dietro i suoi cantanti, dietro a Matteucci, e che non si rende conto, di quanto dura sia la vita, ah, ma se ne accorgerà, sì! E mia madre potrà urlare te l'avevo detto!
E cosa farai, mamma, quando non potrai dirlo? In silenzio, come se non avessi mai proferito verbo, come con Vittorio? Come con un'ammirazione che doveva passare nel giro di qualche mese, e che ora non sfiori che criticandola, perchè sai che non passerà più? Continua, continua, sputa fango, sentenze, giudizi, umiliami, come al solito, ripetimi che devo laurearmi a dicembre, e scaricami addosso tutta la tua tensione ed il tuo disprezzo quando Giulia si laureerà entro quest'anno ed io no, ma resterò in piedi!
Resterò quel che sono, per quanto possiate provate a rendermi la persona grigia e prevedibile che volete che sia!!!

Spooky



 

lunedì 9 agosto 2010

"Quell'uomo è già pazzo di lei..."

Ieri ho assistito ad una cosa sensazionale. Non lo avrei mai detto, non me lo sarei mai aspettato, non lo avevo preventivato.
Prendere la "mia" fedele Fiesta, mettere su della buona musica, chiacchierare in ottima compagnia e macinare chilometri. Non troppi, ma quanti bastano per lasciare il Lazio. Inoltrarsi in una regione che conosco poco, e che ho scoperto da bambina, per andare sulle montagne a vedere la neve. Trovarsi sperse in mezzo ai campi, ed arrampicarsi su una collinetta, in un paesino di cinque case e una piazza, per un concerto. Non è il concerto, non mi aspetto che lo sia. Tutto mi ricorda il mio Marco (Masini, ndr), le strade, la gente, l'occasione, il palco professionale ma stentato, come un paradosso architettonico, arroccato davanti ad una modesta chiesetta. Mi aspetto di vedere i musicisti di Marco, i miei musicisti, accordare gli strumenti, fare un pò di sound-ceck, e venirmi a salutare.  Invece no. Non c'è Masini, non sono con le mie cugine, che condivisero con me quell'esperienza.
Sono con Chiara, la Chiara di Vittorio, ed in realtà mi guardo attorno, come a cercarlo, a sperare inconsciamente che spunti da qualche angolo e ci venga incontro. E' tutto molto strano, surreale.

E' prestissimo, facciamo una piccola passeggiata, chiacchieriamo, il tempo scorre via. Ci si avvicina alle 20, chitarrista, bassista, tastierista e batterista salgono sul palco e montano gli strumenti. Aspettiamo, l'aria è uin pò sospesa ed un pò noncurante, come se, non dando peso alla cosa, questa potesse arrivar prima. Lancio occhiate furtive alla piazza, mi guardo attorno, lo cerco, ma senza darlo troppo a vedere.
Poi, improvvisamente, si materializza sul palco. Il mio primo istinto sarebbe di alzarmi, di corrergli in contro, e buttargli le braccia attorno al collo. Una vocina nella mia testa mi ricorda che non è Vittorio. Che  non mi conosce, che non sa chi sono, e che non ho più l'età per fare la fan senza cervello. Mi mangio le mani, vorrei aver già passato tutto questo anche con lui, e non ritrovarmi, di 24 anni e mezzo, innamorata (citazione culturalmente altissima).
Non posso farci niente. Chiara mi vede fibrillante, asseconda le mie ansie e ci avviciniamo. Non voglio rischiare in una seconda Agrigento. Sono qui per lui, ho macinato chilometri per lui, e non mi farò scappare l'occasione di portarmi a casa un ricordo della sua bravura. Eppure... eppure è difficile, slegarsi dalle convenzioni, chiudere gli occhi, ed abbandonarsi ai sogni. Così aspettiamo, aspettiamo... i fans ci scavalcano, le persone del luogo se lo contendono, e pur non essendo in molti (Vitto ci ha abituato ad altri numeri), scivoliamo nell'ombra, silenziose, in un'attesa snervante ed un pò ridicola. Alla fine, quando tutti o quasi hanno avuto modo di rubarcelo, mentre pian piano la luce del giorno lascia posto alla luna, mi faccio coraggio, e lo avvicino.
Nel mentre, ho avuto modo di notare quanto sia bello. Bello nel senso più naturale del termine.
"Scusami se ti disturbiamo... ma ad Agrigento non ci siamo incrociati, e non vorrei succedesse di nuovo"
"Eri ad Agrigento? Anche tu? -indicando una Chiara ormai povera di parole e pensieri-"
"Già..."
Ricorda tutto, fa un sorriso, gli diciamo che l'opera è straordinaria, la gente continua a pressarlo, ma lui è risoluto: dobbiamo fare una foto. Una alla volta, ci posizioniamo e scattiamo, nonostante io tremi, nonostante, nell'abbracciarlo, io senta del "morbido", percepisca la tenerezza di quest'uomo, e gli accarezzi piano il fianco, così, per assecondare un desiderio di comunione. Gli chiedo anche scusa, se lo sottraiamo ad altri per questo "rito fotografico", e lui risponde, con una semplicità disarmante, "figurati, ma che scherzi?!".
Ci allontaniamo, un pò intontite, un pò scansate da fans che col senno di poi definirò "iene". Mi metto a fare confronti, noi fans di Vitto (affezionate, ndr) e loro, ma non è il momento. Avrò tempo, poi, per tutto questo. L'attesa per l'inizio del concerto si fa servante e lunghissima, tanto da farmi pensare che forse non ne è proprio valsa la pena.

Alle 22:20 un cappello ed una sciarpa fanno capolino dal palco.
I musicisti sono pronti, parte l'intro di Ogni cosa.
Giò di Tonno comincia a cantare.
Ed io perdo coscienza di quello che sono.... di me, di noi, del perchè sono lì. Bevo la musica e la assaporo, mi sento libera, leggera, trasportata lontanissimo da tutte le ansie che, purtroppo, avvolgono la mia vita in questo momento... mi lascio coccolare, sembra che canti solo per me.
Solo per me.
E sorride. Sorride in un modo... semplice. Genuino. Fresco, allegro. Quasi volesse dire "ho provato a fare altro, ho provato ad essere una persona normale, ma non ci riesco. Io ho bisogno di cantare. Ho bisogno di essere su questo palco. Questo sono io... se vi va, prendetemi così". Non posso fare a meno di sorridere a mia volta, di urlare canzoni che conosco a metà, di smozzicare frasi, di lasciarmi attraversare dalla purezza ingenua dei suoi interventi, tra una canzone e l'altra.

Canta Bella.
E' tutto diverso. Alle sue spalle, partono le immagini di Notre Dame. Vedo Vitto. Vorrei scrivergli, vorrei parlargli, raccontargli che sto vivendo una serata splendida e che vorrei condividerla con lui. Voreri dirgli "ma lo vedi, quanto è bravo?! Ma la senti, la vedi, la tocchi, la musica, la passione, il calore?". Un senso di familiarità e di pace, di dolcezza, senza strutture, senza preconcetti. Una scelta di brani di altri artisti, uno migliore dell'altro, dalla Nannini a... De Andrè. Mentre aspettavamo l'inizio del concerto ci eravamo trovate a parlare di come ci piacerebbe che Vitto cantasse "Un giudice"... Giò ci accontenta.

Ma già le cose sfumano, i ricordi si mescolano al "resto" di una serata che mi ha lasciato un grande vuoto, un senso di incolmabilità e rabbia. Non sono cose che voglio raccontare ora, non voglio rovinare la gioia che il ricordo di questi pochi frammenti di vita mi ha lasciato stamattina.
Scusate per il lungo post.

E' incredibile, inverosimile, e mi spaventa un pò.
Ma la sua voce, i suoi modi, la sua onestà...
Spooky




giovedì 5 agosto 2010

Illusioni


Così le chiamavo. Illusioni. Belle, belle le mie illusioni. Belle le labbra di Jun. Tutto torna, prepotente, nostalgico, vibrante... come se il passato fosse rimasto lì ad aspettare, in attesa che tornassi a trovarlo. Non lo so. Più ci penso, più mi sembra il voler mettere la retromarcia ed evitare di affrontare un futuro meno che mai certo, stabile, sicuro.
Vorrei aver già passato anche questa. Vorrei guardarmi avanti e non vedere la nebbia che vedo, ma sentirmi certa di un futuro, anche a breve termine. Invece...
Oggi girovagavo per le strade di Marino, esterrefatta alla sola idea di stare qui per tutto il mese. Starci una vita poi... come si fa?
Non voglio stare a Verona, che le uniche persone che contano sono qui. Non voglio stare qui, che gli unici ricordi che ho sono di dolore e solitudine, o di un'infanzia che per forza di cose non può tornare. E allora? Qual'è la soluzione? Andare via? Scappare, ancora?... E poi? Quando scoprirò che neanche un'altra città mi riempie e mi soddisfa? Spostarmi, tutta la vita, alla ricerca disperata di una me che non trovo?...

...e poi Vittorio. Basta. Bastabastabasta. Penso ad altro, e torno a lui. Studio, mangio, dormo, canto, ed il pensiero latente resta sempre, sempre Vittorio. E' da troppo che non vivo così. Talmente troppo che riprendere a farlo mi sembra davvero una volontaria costrizione al rivangare, ripercorrere, riutilizzare. E quanti inganni, quanti silenzi, quanti sussurri da cancellare, tra una pagina e l'altra... per quanto potresti ancora andare avanti? O tornare indietro? E' tutto molto confuso, al momento.

La cosa che so è che sto maturando la decisione di non laurearmi a dicembre, e la cosa mi rallegra. Mi sento meglio, più leggera, più serena, meno pressata. Almeno questo... mi sembra di poter ricominciare a pensare, almeno, a dei piccoli progetti "mensili" qui. Un lavoro, la palestra, la macchina, qualche uscita. Niente di eclatante, ma qualcosa che mi dia modo di riprendere contatto con questa realtà, da troppo tempo dimenticata, o mai vissuta.
Per il resto... io continuo a sperare. Io continuo a tenere le dita incrociate, per far tornare a sorridere chi amo. I miei invecchiano, ed io... io non cresco. C'è qualcosa che non va, in questo ragionamento. E mi spaventa.

Domenica Giò. Ed il 13 ed il 14 Vitto che canta... troppo lontano per pensare di andarci sola, troppo vicino per escluderlo del tutto. Illusioni, le chiamavo...
Spooky


martedì 3 agosto 2010

Soldi soldi soldi tanti soldi, beati siano i soldi, chi ha i soldi vive come un pascià...

Insomma, si va molto a rilento. Sarà che è estate, sarà che non ho voglia. Sarà che mi manca così poco che... hai finito! continuano a ripetermi tutti... e la tesi?! Ve lo siete dimenticato, voi, che ho da fare la tesi?! Mah... troppa roba, troppa, e tutta assieme. Che poi, a dire il vero, non ho "troppa roba" da fare: solo la tesi. E' la voglia, che non c'è. Vorrei finire, finire e basta, ma non ho abbastanza determinazione per mettermi sui libri, questa è la verità.

Poi ora... sto cercando un lavoretto per questo mese, ma ovviamente dare una disponibilità così minima non aiuta. Mi dico che ad ottobre -...- andrà meglio, visto che sarò qui in pianta stabile, ma... chi lo sa, come andranno le cose.
Già, nove a dieci, ho concluso la mia esperienza veronese. Le cose a casa non sono quelle di un tempo, e visto che l'unica che non lavora sono io... insomma, mio padre non me lo fa pesare, ma mia madre, per carattere, sì. Ed io non voglio più sentire almeno questi sensi di colpa. Devo uscirne in qualche modo. Anche perchè sono giovane, ho voglia di fare, di vedere,di muovermi... e non riesco, con questa spada di Damocle sul collo. Quindi, lavoro. Soldi miei. Da spender dietro i Promessi, ma insomma... vedremo.

Vado a studiare un pò, nonostante la voglia sia quella che sia... nel mentre, avete un lavoro in zona Castelli per me?!
Spooky



domenica 1 agosto 2010

Reality

Tornare alla realtà è qualcosa di faticoso e stancante, ora come ora. Non fa niente, si fa lo stesso. Vorrei solo avere il tempo... l'occasione... la possibilità... e lavorare questo mese. Non chiedere una lira ai miei, ed organizzarmi, in qualche modo. Fare quello che voglio fare, senza sensi di colpa, senza essere consapevole che sono soldi che sto sottraendo ai miei, soprattutto in questo momento "difficile".

Vedremo. Intanto, dovrei fare la tesi. Dovrei studiare, scrivere, mettermi sotto. Lo farò... ma è faticoso, con questo bel sole fuori, e nel cuore solo Vittorio, Vittorio a 360 gradi, come allora, come quando sembrava che nient'altro contasse...
Ora so che c'è tanto altro che conta. E' anche più frustrante, in realtà: gli anni, invece che affievolire il mio pesante senso di colpa, lo rinvigoriscono. Ma sopporto anche questa, perchè sono fatta così, e dobbiamo accettare le cose di noi che non riusciamo a cambiare.

Vado, studio un pò. Perchè devo farlo... e perchè prima è, prima sarò libera, finalmente.
Vorrei sentire Vitto. Da brava ragazza, farò quello che ci si aspetta da me... come sempre.
...ma io, cosa mi aspetto da me?
Spooky