venerdì 26 febbraio 2010

Parole, parole, parole...

O: Ti devo parlare.
T: Sì, ma sto andando in...
O: Subito!
T: Ma che ti prende?!
O: Tu!
T: Io?!
O: Sì, tu! Tu... vieni qui... PERCHE' ME LO HAI DETTO ADESSO!
T: Ma che te ne importa?
O: Non hai mai detto niente in tante occasioni, per tanti anni, perchè adesso!
T: Non lo so
O: Ah, non lo sai?!
T: Non lo so, che te ne importa, non hai mai provato per me quello che i...
O: ... e invece sì!! Invece sì... Sei stata nel mio cuore per anni, Teddy, per anni... Ma tu non mi hai mai dato niente, non mi hai mai...
Per anni non mi hai mai fatto capire niente! T: Eri fidanzato, eri fidanzato, eri fidanzato, idiota!...
T: Sei un'idiota... io ti ho amato... sempre... Ti ho amato quando stavo insieme a un altro, ti ho amato quando ero single, ti ho amato in ogni secondo di ogni giorno... Ti amo... Sono innamorata di te...
O: Io sono innamorato di Cristina...


Owen e Teddy, Grey's Anatomy, #6x10



Mi sono resa conto che non vorrei andare via... senza quantomeno scriverti. Così, come facevo quando ero adolescente. Un pò per curiosità, per vedere quanto ancora riesco ad essere smielata e patetica... un pò per me, perchè sento di avere un gran bisogno di vedere il buono che ancora ricordo, prima che svanisca tutto nell'inconsistenza del sogno.
C'è una mia amica che mi ha detto, tanti anni fa, che innamorarsi è una cosa bellissima, ti allarga il cuore. Non ci ho mai creduto. Ho sempre vissuto l'amore come una condanna o una sofferenza: com'è che diceva? E vedo bene che l'amore deve esser cosa amarissima, e che io purtroppo ne sarò per sempre schiavo...
Qualcosa del genere. Un pò fa parte del mio carattere, un pò delle mie esperienze, ma mi sono dovuta confrontare fin troppo spesso con le emozioni, le cotte e le "storie" (vere, presunte, o solo inventate) come con un... nemico, sì, la parola esatta è questa: qualcosa da odiare, contro cui scontrarsi, costellata da lacrime, e da vuoti. Anche... anche nei momenti in cui sono stata felice, diciamo che l'assenza è stata un pò l'unica compagna che ho avuto (insomma, il titolo del blog qualche significato ce lo dovrà pur avere, no?!).

Poi sei arrivato tu. Non che le cose stiano andando molto diversamente, lo ammetto. Ma devo riconoscere... devo ammettere, sì, che ho avuto l'occasione di vivere dei momenti che... Io non so se quello che provo per te possa definirsi amore. Penso sia più adatto il termine sbandata, o cotta, o disturbo ossessivo-compulsivo, in effetti. Ma ci sono piccoli istanti che mi fanno ringraziare di essere viva, e di provare la devastante emozione che mi lega a te.
Tu mi fai ridere. Mi fai ridere come ridevo quando avevo quattro anni, ed il io problema nella vita era inventarmi un gioco nuovo o aspettare il pranzo. Siamo lì, a chiacchierare, o a sbrigare quello che c'è da sbrigare, e poi tu... dal nulla, dici qualcosa di incredibilmente divertente, semplice, genuino, ed io non posso far altro che farmi uscire le lacrime dalle risate, a volte addirittura piegandomi in due, letteralmente, sedendomi se sono in piedi, o accucciandomi a terra con gli addominali doloranti per lo sforzo. E c'è un attimo, mentre sono lì, in cui il tempo si ferma, ed io mi scopro innamorata. Della vita, di esserci, di riuscire a godere della tua compagnia, di quella risata così pura... e della tua complicità, di quel piccolo, infinitesimale millisecondo in cui guardi proprio me, e mi sembra che non servano parole per spiegarti quello che provo. In quel momento, so che sai tutto il bene che ti voglio, e tu mi restituisci l'interezza di un noi che non esiste nella realtà.
Se penso a quei momenti sono certa di essere innamorata di te. So che non serve a niente scriverlo, so che non serve a niente pensarlo: è solo un'illusione. Ma posso rievocare, con rassicurante precisione, la magnifica sensazione di benessere che provo... se non riviverla, riassaporarla, capisci? Ricordarmi di essere in grado di provarla, ricordarmi della fortuna immensa che ho a riuscire a goderne, ed esplodere di vita.

Per questo ti ringrazio. Non lo saprai mai, che mi piaci. Non riusciamo a comunicare, io e te. O meglio: non riesco a comunicare con la tua razza, ho scoperto che parliamo lingue troppo diverse. Ma in quella risata riesco a sovrappormi alle tue emozioni, e duettare, per lo spazio di una battuta, con i tuoi occhi. Ed è una sensazione magnifica, che spero di non dimenticare.
Non importa che non ci sia mai stato altro, nè ci sarà. Non importa se domani mi sveglierò e riderò di noi e delle mie sciocche emozioni futili... quell'emozione è nostra, e mi ha reso felice. Ed ogni attimo di felicità è un dono.
Domo.

Spooky




Sometimes...

A volte mi chiedo se non sia solo io "la causa dei miei mali". A volte mi chiedo se non sono stata io in grado di apprezzare le persone, le occasioni, la vita che mi è stata proposta, le scelte e gli incroci. A volte mi domando se io non abbia volontariamente, anche se magari non in maniera del tutto cosciente, scelto di essere quella che sono. Scelto di innamorarmi di persone sbagliate, scelto di ferirmi prendendo una strada piuttosto che un'altra, scelto il mio carattere. O se non stata in grado di scegliere mai... il che, di per sè, è già una scelta.

Mi trovo... mi trovo a dover iniziare a farmi delle domande sulla mia persona, perchè ogni tanto, andando a dormire, comincio a ricordarmi la mia età. Comincio a ricordarmi di aver detto, in un periodo indefinito della mia infanzia, che a 25 anni sarei stata una donna. Mi ricordo di averlo pensato. Insomma, io ho 24 anni. Non sono tanti, lo so. Ma non sono neanche pochi. Ho superato la tardoadolescenza. Mia madre, pur continuando a chiamarmi tutte le sere e scandalizzarsi se un sabato esco, non mi impedisce più di fare le cose. Mi consiglia, sbraita, può non essere d'accordo, ma ci tiene a ribadire che la vita è la mia.
Ho ventiquattro anni. Posso voltarmi indietro e vedere ammonticchiarsi ricordi divertenti, tristi, intelligenti e sciocchi che mi hanno resa quella che sono. Posso ricordarmi e ridere del mio liceo, posso faticosamente rievocare quello che fu e che è Truman.
Sto guardando i miei genitori invecchiare. E' una cosa che mi spaventa, lo sapete? Mi spaventa molto. Ogni volta... ogni volta che torno a Roma, vedo mio padre con una ruga in più, mia madre con un tratto antico del suo carattere lievemente accentuato. Vedo i loro occhi un pò più affaticati, un pò meno preoccupati per me.
E non mi sento pronta. I miei genitori si occupano delle mie nonne da anni, ciascuna secondo le proprie esigenze. Le accudiscono, perchè così si suppone un figlio debba fare quando i genitori invecchiano. Io non posso. Io non posso, io non voglio occuparmi di loro... perchè sono ancora piccola. Quando torno a casa, voglio sprofondare tra le braccia di mio padre ed avere la certezza che nessuna delle mie paure sia fondata. Voglio perdere coscienza di qualsiasi indecisione, voglio sentirmi amata, coccolata e protetta... voglio sentire le stesse sicurezze che avvertivo quando davo la mano a mio nonno -che voi non avete conosciuto, e questo mi spiace molto: era una persona meravigliosa, e vedendo la mia minuscola manina nel suo palmo enorme avreste pianto dalla commozione, dalla bellezza.
Io non sono grande. Non sono capace, non sono in grado. Ho ancora tanto, tantissimo da imparare, e sono terrorizzata da tutto.

Io... non lo so, non lo so da dove è uscito questo discorso qui. Forse volevo dire altro. E' che stasera sfogliavo un profilo di facebook... e mi sono resa conto che questa persona mi manca, e non lo saprà mai. Nessuno... io non so se quello che provo, se le vibrazioni che rendono vivo il mio battito siano o no una mia "colpa". Ma sono certa che nessuno... nessuno, mai, dovrebbe sentirsi così solo. Non importa che sia illusione o realtà: penso che nessuno si meriti questa assenza.
...buffo. Nel momento in cui comincio a lamentarmi... riprendo coscienza di me. Mi dico che ho tutto, che sono la solita, inutile vittimista, e che non ho il diritto di dire quello che dico, e di pensare quello che penso.

Crescere è di un cinismo disgustoso.
Questa sera sono solo un pò stanca di pensare. Vorrei il mio papà.
Spooky




giovedì 25 febbraio 2010

Karma, ne?

Ho deciso di prendere Shogun a mio modello di vita, e cercare di non angustiarmi per cose che sono fuori dal mio controllo. Faccio fatica, devo impegnarmici molto, ma non mi sembra uno sfozo del tutto inutile. Ieri ho cercato di mettere la mia gelosia in uno scompartimento mentale e chiuderla lì, cercando di non focalizzarmi sul pizzicore al petto che certe scene innegabilmente hanno provocato, e eludendo domande, questioni, dubbi. E mi sembra che la cosa abbia in parte funzionato. Mi concentro sui ricordi preziosi che voglio portarmi via da qui a quando Roma tornerà ad essere la mia sola casa: uno sguardo dolce, una sensazione sulle labbra, il morbido contatto con la pelle... piccole, piccolissime cose, ma che aiutano a farmi sorridere, nonostante sia giovedì. E poi diciamolo... una persona che non capisce quello che c'è da capire dopo il messaggio di sabato, o non vuole farlo, o assolutamente non è adatto a me. Quindi, scompartimenti. Le Otto Pareti.

Per il resto non è che avrei molto da dire: dovrei studiare, dovrei impegnarmi, dovrei pensare seriamente ai prossimi due mesi come intensi, pieni di buona volontà e di ricerca, oltre che di preparazione per gli esami di giugno... ed invece so già come andrà a finire la cosa. Comunque, non fa niente, il mio karma mi assisterà. Ognuno ha il suo destino, in fondo... ed il mio si scriverà, piano piano. Non ho intenzione di angosciarmi più di quanto non sia strettamente necessario al mio carattere per restare tale.

Mi sono ricordata di dover acquistare dei biglietti... vado.
Organizziamo un altro viaggetto, un'altra Roma... è bello sentirsi intimamente connessi a casa, e tornarci più spesso di quanto non avessi preventivato. Mi fa sentire collegata, ed in quest'anno pensavo che non lo sarei stata, con niente e nessuno. 

Tutto il resto, aspetterà. Scompartimenti.
Spooky



lunedì 22 febbraio 2010

Avrei potuto...

...sforzarmi ed uscire. Mi sono così spaventata all'idea di poter star male come oggi pomeriggio, che... dovrei dire che è il karma, e mollarla lì. Ma io non sono Blackthorne, e mi spiace, cavoli. E se... facessi così anche nella mia vita? Nelle cose serie? Se... se prendessi le scelte sbagliate, e poi avessi a pentirmene?...

Il mondo scivola. Scivola, scivola, scivola... il mondo va veloce e tu stai indietro...
Vabbè. Karma. Karma. Shigata ga nai.

Spooky


giovedì 18 febbraio 2010

Comunicato ANSA

Voglio rassicurare tutti che l'emergenza è rientrata. Chissà per quanto riuscirò a tener su gli argini... comunque, per il momento, il pericolo è scampato. Sì, ho avuto il vero e proprio terrore di non riuscire più a dominarmi, ma si sa, alla fine siamo sempre più forti di quel che pensiamo. Quindi, sempre più stanca, rassegnata, ma conscia di non poter far altro, abbasso la testa, stringo i denti, e continuo a camminare.
Mi aiuto con le illusioni, vivo di emozioni che tu... tu... non sai nemmeno di darmi...
Già, ovviamente c'è questa cosa folle dei sogni... che mi sfiniscono, letteralmente, perchè sogno di tutto, immagino di tutto, creo di tutto, e poi... poi mi sveglio, o prendo coscienza, mi dico di non essere abbastanza forte, abbastanza sicura di me, che queste cose accadono nei film, e non nella vita reale... o almeno non nella mia. 
Oggi comunque le cose vanno.
Penso a Salerno, figurandomi Ancona: e se tutti (da Edoardo in giù, uno ad uno) mi guardano e sorridono ricordando Giovanni, io di quei giorni ricordo tutt'altro. La gelosia, la curiosità, una foto, un paio di conversazioni, affetto, complicità... e la sindrome da Costa Crociere del poi, ovviamente... ma non posso mettermi a pensare adesso anche a quello... cioè, capisco masochismo, ma qui andremmo al paradosso!

Bon, vado. Alziamoci fin lassù... mattone su mattone... seguiamo questa pallida illusione qualcosa succederà...
Spooky



martedì 16 febbraio 2010

Martedì difficile

Ennesime promesse non mantenute, ennesimi patti stracciati. Poi mi stupisco di Yabu, di Tsukku, e di Ishido... sono io la prima a pensare una cosa e farne un'altra. E' che non ne posso fare a meno: cerco di migliorarmi, di crescere, ma penso che resterò una bambina tutta la vita. Continuo ad essere esausta... spero il weekend mi dia indietro un pò di forze. Perchè tra ieri ed oggi mi sono sentita... prosciugare penso sia il termine esatto, e non ho proprio idea di come farò ad affrontare la giornata di domani. Mi sembra tutto così privo di senso... prive di senso le mie lacrime, privi di senso i miei discorsi, i pensieri e le supposizioni.
Se io non fossi io... Ma io sono io, e sono davvero, davvero stanca di vivere in base a se che non si concretizzano.

Scusate il post. Speravo che scrivere mi aiutasse... ma niente. Ho provato a tirarmi su, oggi... ve lo giuro, ci ho provato... perchè sentirsi così svuotata? A che pro? Non mi aiuta, e di certo non importa a te. Che devo fare? Che devo fare, per negare ogni sorriso che mi dai, smettere di calcolare ciò che dici, e viverti, in un modo o nell'altro?...

...quasi sperso in un letto così ampio...

Spooky



PS

Aggiornato menù di sinistra.

Spooky



Exhausted

Sono solo tanto stanca... tanto, tanto stanca...
Vorrei essere tutto tranne me...

Spooky



sabato 13 febbraio 2010

Sordina

Non so bene quale sia la ragione per cui questa giornata è andata così... ma è andata così, e comincio a pensare di doverlo accettare, per migliorare domani.
Al di là della noia, fitta nebbia intorno a noi, e del nervosisimo -ancora?! altro che caffè, dovrei andare avanti a pane ed acqua, o meglio, camomilla!-, oggi è stata una giornata di pura apatia. Bisogna ovviamente contare la mia assoluta dipendenza dall'umore di Sognante, cosa che detesto più di ogni altra cosa, ma su cui ho davvero poco controllo.

Ieri, prima di sprofondare in un sonno privo di sogni di rilievo, mi sono ritrovata a pensare un pò a... vabbè, diciamo a me, alle mie cose, al mio modo di gestire il mio passato e relazionarmi con gli altri. Insomma, al casino che faccio per restare a galla nella vita. E mi sono ritrovata -ancora- a tirare di spada con i ricordi che più mi feriscono, e che meno accetto della mia persona. Mi chiedo se tutti si sentano come me, a volte... deduco di sì, ma chi lo sa con certezza... alla fine, il contratto sociale del mondo castra ogni individuo fin dalla prima infanzia. Comunque posso ipotizzare che, se io passo giornate intere tentando di dimenticare i miei errori e rivivendo dolorosamente i miei sbagli, magari qualcuno possa passare almeno qualche ora in modo simile, nella sua vita. Momenti in cui non sentiamo altro che il fallimento (i successi durano finchè uno non li incasina... i fallimenti sono per sempre), in cui ci ricordiamo con sadismo le volte in cui non siamo stati capaci, in cui abbiamo sbagliato, in cui siamo caduti.
Ci sono giornate in cui quei momenti mi sembrano un pò la somma di tutta la mia vita. Capiamoci: so perfettamente che non è così. E' questa una delle grandi conquiste del 2010, mi pare: sono consapevole che le mie "depressioni", i miei malumori, le mie lacrime e le mie sofferenze sono parte dell'immagine che creo per me stessa. Insomma, so di essere una drama queen, e niente più. Quando ero più piccola ero convinta che il mondo ce l'avesse con me... convinta di essere davvero sfortunata, triste, sola ed abbandonata da tutti, con i fianchi larghi e dei vestiti orribili. L'età, o l'incoscienza, chi lo sa, mi hanno dato misura della lontananza della realtà da questa mia immagine mentale. So di essere fortunata, di avere dei soldi da parte ed un tetto sulla testa, amiche che farebbero di tutto per me, una famiglia che mi ama, un'intelligenza medio-alta ed interessi apprezzabili. So di non essere così male come penso negli affetti, so di riuscire a farmi amare, essere generosa con un pò di sforzo, mi piace rendere felici le persone a cui voglio bene, e sono consapevole di essere carina, anche con i miei chili in più.
Questo è quello che la mia mente razionale, l'esperienza e lo specchio mi dicono quando sono lucida. E' che, di norma, un tipo come me, lucido, lo è davvero poche, pochissime volte. Ed allora viene fuori tutto il resto. Lo combatto, lo respingo, ma non riesco ad impedirgli di farmi male. Mi dico che anche questa è una parte di me, e che prima la accetto, prima riuscirò a dominarla... ma non è facile, sapete? Non è facile per niente.

A volte vorrei svegliarmi stupida, non lo dico per peccare di superbia, vorrei davvero svegliarmi più incosciente, più superficiale, più stupida, in modo da sentirmi meno addosso il peso dei lati del mio carattere che non accetto. Insomma, difetti ne abbiamo tutti... ma ci sono alcune persone che non si accorgono dei propri. Io credo sia una benedizione per loro. Magari non per chi gli sta attorno, ma in un mondo egoista, cosa importa? Si vive meglio. Meglio di come faccio io, sicuramente. E dire che ci provo... ma che senso ha se è presente in me la misura della mia inutilità...

Vado. Insomma, non è che volessi scrivere un post così, ma è uscito, e faccio sempre uscire quello che le mie dita vogliono far uscire... meglio fuori che dentro, direbbe qualcuno. Giornata di citazioni, oggi!
Pazienza. Mi accarezzo la pancia, come facevo, due anni fa, mentre ero al telefono con... mi rannicchio con la schiena appoggiata al bordo del letto, pensando a... e stringo gli occhi, più forte che posso, scanciando via i pensieri...  elika nomen nomen, atum atum, elika nomen... elika nomen nomen atum atum elika, elika...
Spooky




giovedì 11 febbraio 2010

L'ennesima serata...

L'egoismo è una cosa terribile, ma umana.
Il senso di colpa per l'egoismo è... solo una cosa stupida.

Spooky


martedì 9 febbraio 2010

Good God!

Valerio Catullo (Verona) to Gatwick (London)
23 apr 2010 16:05

Gatwick (London) to Valerio Catullo (Verona)
26 apr 2010 12:15

Spooky



venerdì 5 febbraio 2010

Epifanie

Se penso a questi anni, a quello che mi hai dato... alle cose che mi sono capitate, ai momenti in cui ho sentito la mancanza delle mie abitudini e del mio modo di vivere, ed in quelli in cui mi è sembrato di aver finalmente trovato una casa... se penso che tutto questo sta per finire mi assale una profonda malinconia.
Sono sempre stata indirizzata, tutta la vita. Poi, non lo so... non so dire se Verona mi sia capitata o me la sia cercata, se è stato il destino o le mie scelte a portarmi in questa città... sta di fatto che qui sono cresciuta, qui ho capito come parlarmi, come provare a gestire il caratteraccio che ho... qui ho imparato ad essere un pò più altruista, e pensare prima di parlare, a mangiare meglio e dormire meno. Ho apprezzato il vino, la libertà, la pizza a domicilio, l'insalata, i dolci, lo spritz... qui ho capito di non essere mai stata in grado di amare altri che me stessa, e qui ho imparato il senso più profondo e vero di amicizia ed amore.
Qui ho pianto dolori che non riuscivo a vivere a Roma, qui ho singhiozzato fino a farmi mancare la voce, ma senza dovermi frenare nel timore di svegliare i miei genitori. Qui ho creato pezzi di racconto che non importa se non vedranno mai la luce, ma che avevo bisogno di scrivere... e che non sono poi neanche tanto male, artisticamente parlando.
Qui ho capito la mia natura dolorosamente controversa, che gode nella sofferenza come nella gioia, che non prende mai niente alla leggera, neanche quello che si dovrebbe prendere in questo modo. Ho fatto gli spuntini di mezzanotte e le torte a tutte le ore, ho mangiato minestrone per cinque giorni di fila, ho cantato a squarciagola contro i muri ed ho suonato la chitarra fino a distruggermi le dita. Qui ho saputo della morte di persone che amo, qui ho assistito alla dipartita di affetti a cui ero legata.

Sono cresciuta. Sono cresciuta, lo so. Non sono la persona più matura di questo pianeta, ma so di essere migliore di prima. Mi sento migliore di prima. E' che non so se sono pronta a tornare a casa. Non so se ce l'ho, io, una casa. Solo l'idea... di lasciare di nuovo tutto questo, di riambientarmi in una Roma in cui non mi sono mai trovata, di... di lasciarti, porca miseria, perchè è questa la verrità vera, che non mi sento affatto pronta a lasciarti! E non riesco a capire perchè, non riesco a spiegarmelo, a farmi una ragione delle cose ed andare avanti, come le persone normali... cosa voglio da te? Cos'hai da darmi, che non riesco a capire, e che mi lega a questo posto, in cui non sto bene come non sto bene da nessuna parte?...

Cerco di razionalizzare. Di dirmi che non ho alcun motivo logico di stare qui. Che ho fatto il mio percorso, ed è ora di tornare a Roma... ma poi ti vedo, e... questi mesi mi sembrano troppo, troppo pochi per permettermi di crescere quel tanto che basta da non essere così spaventata e così confusa... vorrei avere la certezza che non si sia trattato di un sogno... vorrei avere rassicurazione del fatto che lascio qualcosa, in questa Verona che non mi ha amato o che non ho voluto capire, vorrei sapere che mi ricorderai, e so che non è così...
Mi dico a cosa è servito... a cosa serva, giorno per giorno, saperti di qualcun altro... a che serve? Mi dici a che serve, che io resti qui? Mi dici a che serve, aspettare settimana dopo settimana qualcosa che non può avvenire?...
Che devo fare? Dove la trovo la forza di scegliere, di decidere, di buttarmi tutto questo cambiamento, tutta la persona che sono alle spalle e tornare a casa? Chi me la da la forza di sapere di non vederti più, e di non aver contato niente?...

Quando... quando ero più piccola, pensavo ad ogni addio come ad un arrivederci. Ora so che gli arrivederci non servono a niente. Che la gente si perde di vista per molto meno... che spesso anche una strada, un paese, 5 chilometri, bastano per dividere le persone. Io ce ne metto 530, così, per star sicura.
Cosa lascio, qui?
...qualcuno si ricorderà di me?...
...avrò dato, avrò.... cazzo, sarò stata in grado di laciare qualcosa di diverso della semplice indifferenza e dell'oblio dietro di me?...

...ho capito cosa non riesco a fare. Non riesco a capacitarmi... della mia totale incapacità.
Vedi, che questo post uno scopo lo ha avuto?...
Ancora una volta, scrivere mi aiuta. Non importa che poi non siano buone notizie... tanto non è che ne riceva molte. E non sono poi delle peggiori. Basta abbassare ancora di più la testa, tacere, tacere ancora, e farmi un mpò più dura... prima o poi la smetterò, promesso, smetterò anche di piangere, di urlare e di strepitare. Sarò come mi volete! E la cosa tragica e ridicola è che non riuscirò a farmi amare neanche così...

Spooky

PS: no che non te ne vai... tu senza di me non ci sai stare...



House, MD #6x06 Brave Heart

C: Send this into the state licensing board. I've signed off on all your hours.
H: Why?
C: Because it's easier this way.
H: You're uncomfortable with me.
C: No. Going by the book was pointless. You were gonna learn nothing.
H: Good, I thought it was because of the sexual tension.
C: There was no sexual tension.
H: There was tension. And... it made me feel funny, so...
C: Here.
H: That's too bad. I was kind of getting into the whole hot-for-teacher thing.
C: You sure you're okay?
H: Yeah. False alarm. ...what about us?
C: We're good. Just like this. You press my buttons, I press yours.
H: By buttons, you mean... Huh. You do make me feel funny.


House...

Spooky


giovedì 4 febbraio 2010

Non capisco

Non capisco le persone, e me stessa.
Non capisco chi mi dice che mi vuole bene, e poi non fa nulla per dimostrarmelo, a parte chiedere di me quando ha bisogno.
Non capisco cosa diamine passi nel cervello di alcune persone, quando parlano... probabilmente nulla, altrimenti non sparerebbero le cazz@te che sparano.

Non è che io sia arrabbiata... è che a volte vorrei che il contratto sociale del mondo si mettesse in pausa. Giusto per chiarirsi un pò. Dire "ok, non ci stiamo capendo più niente. Smettiamola tutti di giocare, per cinque minuti, e diciamo le cose come stanno". Invece no. Ci arrabbattiamo per continuare a mentire, mistificare, confondere, celare. Ma perchè poi? Cosa mi ha fatto Verona, cosa mi hanno fatto questi anni in più, per rendermi una persona d'omertà e silenzi?...
Perchè è questo il punto. Io mi arrabbio, me la prendo con il mondo, che è falso, cinico, che omette e dissimula... ma nel mucchio devo metterci anche me stessa! Una volta non andava così. Una volta potevo muovermi a testa alta e dire: ok, gli altri saranno pure dei bugiardi, ma io no. Io ce la faccio, a dire quello che penso, io ce la faccio, a non vergognarmi dei miei pensieri... e per coraggio o per vigliaccheria, ho sempre espresso le mie opinioni, immature o senza senso che potessero essere, ridicole a volte, tanto sciocche da espormi all'imbarazzo ed alla vergogna... ma ho detto quello che avevo dentro. Il che, soprattutto quando riguardava la mia persona, i miei sentimenti e le mie emozioni, mi sembrava una conquista. Dire la verità. Esserci. Onestamente.
Ed ora?... Ora mi nascondo dietro ad un dito. Ringrazio chi non mi chiede come sto, perchè non mi piace rinnovare la bugia. Ma una volta detta... già, come funziona? Una volta detta, una falsità si accresce? Ogni volta che la ripetiamo la nostra colpa aumenta? O resta fissa, "vale per uno", indipendentemente da quante volte la ripetiamo?...
Pensavo di non esserne capace. Invece, da novembre io...
In un'occasione mi sono accorta di aver mentito dopo averlo fatto. Ho detto una falsità indicibile, rendendomene conto solo l'attimo successivo. Perchè? Perchè non hai eluso, perchè ti sei invischiata in questo discorso? Perchè ti sei messa nelle condizioni di dover, spudoratamente, mentire?... Mi sono sentita sporca. Mi sono sentita intrisa di catrame e veleno, fin dentro le ossa, sulla pelle, negli occhi e sui pensieri.

Che poi, la gente mente ogni giorno. Ogni singolo momento, ogni istante, ogni minuto ed ora. Ma io ne devo fare un caso di stato, al solito. Confortable, isn't it? Già. Drama queen.
E' che ci sto male, a non dire le cose. Eppure, non riesco più a farlo. Boh, sarà questa, la maturità delle canzoni di Guccini. Non so perchè ho iniziato questo discorso, che oramai è vecchio più di me. Sarà che stasera va così. Sarà che sono un pò stanca, e quando sono stanca abbasso la guardia. Sarà che era una scusa come un'altra per scrivere un post.

Un bacino al popolo,
Spooky



mercoledì 3 febbraio 2010

...prima o poi la mia testa esploderà... e le schegge feriranno amici e nemici...

Tolto il titolo decisamente drammatico, non è che le cose vadano poi così male. Sono stanca, è vero, e senza sapere bene perchè mi ritrovo addosso un freddo glaciale che di norma non mi appartiene: I'm going through the motion, ma non è che mi sforzi di fare qualcosina in più.
Ma non ci si può lamentare. Sto riprendendo, timidamente, a leggere, ho prenotato il mio weekend a Roma, il che fa sempre bene, tra poco è Carnevale ed ho in progetto di fare le frappe... insomma, si va avanti. Fuori c'è anche un bel sole, che mi fa sperare per il meglio, di quando in quando.
Certo, ci sono i momenti in cui una canzone mi fa... effetto, diciamo, e mi ritrovo come l'altro giorno, a scrivere tutto quello che vorrei... cose assurde e senza senso, a pensarci: se fossi un'altra persona, non sarei più io, il che, nel bene o nel male, è un controsenso. 
La tendenza all'annullamento del mio faticoso non esserci. Faticoso poi, ma non come una volta: sto scoprendo che, una volta accettata l'invisibilità, questa mi si addice molto di più che l'assidua presenza: come la protagonista di Mille splendidi soli, alla quale il tanto odiato burka forniva una rassicurante protezione dal mondo...

Basta, non ho voglia di scrivere. Questo è stato un aggiornamento veloce. Oggi è un mercoledì particolare, ed ho intenzione di godermi la sua peculiarità. Nel mentre leggo: ho iniziato il secondo libro di Montalbano, e mi sento a casa.
Per il resto, c'è solo da aspettare, e non si sa mai cosa può portare la marea.
Spooky



lunedì 1 febbraio 2010

Back to... the future?!

Ho appena pranotato il mio weekend nella capitale. E già mi sento meglio. Lo so... lo so che non conta. Lo so che quello che sento resterà, che quello che va ed è sempre andato continuerà ad andare, e quello che non va continuare a non andare. E so anche che non state capendo un cavolo del discorso che sto facendo... ma serve a me, quindi ascoltatemi.
Non c'entra niente Roma o Verona. C'entro io. Ora lo so. Comincio a capirlo, piano piano.
La qualità della nostra vita dipende dalla qualità dei nostri pensieri
.
Ancora ed ancora. Come un mantra, una Verità Assoluta, come il Verbo, come Dio. Perchè altrimenti c'è solo da scoppiare a piangere, piangere e rintanarsi... e quando accade come stasera, quando anche una cosa qualsiasi ti ricorda che sei sbagliata -ancora, ancora ed ancora... e quanto passerà prima che tu la smetta? Quanto passerà prima che tu decida di fartela passare, o inizi ad essere onesta con gli altri? Quanto, piccola maledetta e rabbiosa Spooky?...- e ti ritrovi ancora ad ingoiare, ingoiare... se non pensi in positivo è la volta che esplodi, che scoppi, che urli.
Ed io ho deciso di non urlare più. Basta. Basta, basta, basta. Ho deciso di concentrarmi su cose futili e banali, ho deciso di prendermi una vacanza da me, e di cercare di passare inosservata dall'altra parte, direbbe Gandalf... cercando di non farmi vedere.
E mi trucco perchè la vita mia... non mi riconosca e vada via...

Se andasse via... almeno per un pò...
Quindi Roma. Quindi verso cose che conosco e che mi rassicurano. Verso malattie che ho già curato, o eluso, da cui sono già scappata, e per le quali so a che velocità andare per non farmi prendere.
Casa, in un modo o nell'altro.
Senza questi fantasmi nuovi, senza questa nuova vergogna, senza questa... nuova me ad alitarmi sul collo.
Ma... ma.
This house is not an home
.

Spooky

PS: senza voglia di te. Per un pò. Good God!