domenica 29 giugno 2008

Something wrong

C'è qualcosa che non va. Se mi chiedeste che cosa, non vi saprei rispondere. Probabilmente è la musica lenta di Gazzè in sottofondo, o le parole che non ho detto, penso sia più o meno la stessa cosa.
Qui fa caldo, un caldo atroce e torrido, e per quanto mi sforzi di continuare a respirare, a volte qualcosa fa storto, e mi ritrovo in apnea. Apnea da pensiero.
Ieri sono andata a cena fuori. Ho anche mangiato il pesce, pensate! Era buono, anche se di norma non mi piace. E poi non eravamo in una casa... eravamo in una reggia. Enorme, ma non abnome, rifinita nei dettagli senza mai essere pacchiana, con una scala che portava al piano di sopra circondata da vetrate luminosissime, elegante, personale, bella quasi da stordire.
E poi, fuori, il romanticismo. Mi viene in mente una frase che ho scritto in una mail a proposito di Fabio&Fiamma, un programma radiofonico che seguivo quando andavo al liceo. Dicevo che la voce di Fabio, e quella di Luca Ward, avevano il potere di resuscitare il romanticismo. Bhè, anche quel giardino ce l'ha. Non so se avete presente Buffy. Insomma, lei è l'ammazzavampiri, e di notte fa la ronda in questi spettrali cimiteri americani, tutti erba e mausolei. Bhè, togliete le tombe spaventevoli, e metteteci dei tavolini, delle panchine di pietra, un paio di sentieri, e tanti fiori, ed avrete solo una vaga idea della bellezza di quel posto. C'è... una radura, e vicino un passaggio che porta in uno spiazzo buio, coperto dalle fronde degli alberi ma spazioso all'interno, per quanto scuro. C'era un bell'odore, di pioggia, di acqua, di ricordo. Ho pensato che mi sarebbe proprio piaciuto, se Riccardo fosse stato lì, abbracciato a me. Magari non avrebbe fantasticato tanto quanto me, ma sono sicura che gli sarebbe piaciuto.
Ho immaginato quel posto di giorno: il sole, il fresco sotto l'ombra degli alberi, ed il tavolinetto riparato su cui mangiare qualcosa di leggero. E magari sdraiarsi sull'erba con una tovaglia, lui a leggere con un cuscino sotto la testa, ed io appoggiata al suo fianco. E' così che vorrei fossero le nostre giornate estive.

Giornate estive che non avremo, dopotutto. E non perchè non possiedo quella casa, e fa un caldo micidiale da queste parti, ma perchè non ci sono mai vacanze, per quelli come noi. Se ci sono, sono stiracchiate, rapide, fugaci. Come un pò tutto il resto. Torno sempre sugli stessi discorsi, non è vero?...
No. C'è qualcosa di sbagliato, ora. C'è qualcosa di sbagliato, qui. Non ho mai percepito la distanza come tanto maligna, e disgustosa. Non mi sono mai sentita così arrabbiata per qualcosa che non potevo controllare, così furiosa, così cieca.

Believe me,
I don't wanna go
And it'll grieve me
'Cause I love you so


Mah.
Buonanotte, ragaSSi...
Spooky


venerdì 27 giugno 2008

Buonanotte

Parlavamo di blog.
Perchè se ne scrive uno? Perchè lo si legge? Simone dice che gli piace leggere i fatti degli altri, o in particolare i miei, non lo so. Anche a me piace leggere i fatti degli altri. Per curiositò morbosa in parrte, in parte perchè quando scrivo io non ho molti vincoli. Censuro ed ometto, ma mi capisco. E' vero, spesso non capisco gli interventi altrui, ma almeno so che hanno scritto, che hanno provato a comunicarmi qualcosa, e per me questo vale tutto.
Leggo perchè devo pensafre che la gente abbia altro, dentro, e magari a scriverlo fa come me... riesce a mandarlo fuori. A fare un pò di spazio.
Ci sto provando, sapete. Ad essere un pò più aperta, ad allargare la mente, così che ogni volta io non debba rinchiudermi in questa spirale misantropa per fare spazio. Sono affaticata, ma amagari posso farcela. Sono confusa, ma magari posso farcela. E magari, prima o poi, tutti questi brutti pensieri andranno via... perchè a volte mi spaventano, tantosono lucidi, e cattivi. E non cattivi verso gli altri, ma verso la più vera essenza di me. Ho un pò paura.

Vado a letto.
Un abbraccio, e una coperta sulle spalle, direbbe Marlene.
Spooky

mercoledì 25 giugno 2008

Pre-viaggio

Sai amore mio, che le distanze non separano nulla servono solo per unire più i cuori, i nostri cuori affamati d'amore... sai amore mio, la vita in fondo è una gran bella commedia, e noi attori bravi o meno che sia, spiazzati dallì'ipocrisia...

Questa è una canzone di un ragazzo di Palermo (o giù di lì) che ho conosciuto su youtube. A me piace molto... anche se spesso non riesco a cedere davvero che le distanze non separino nulla, anzi. A volte mi sembra che ogni centimetro di lontananza spezzi qualcosa, e solo abbracciarsi rende le cose un pò più semplici.
Vi ricordate quando ho detto che stavo facendo un pò di spazio? E quella cosa su Riccardo che mi vede piangere? Ok, non è una grande profezia, visto che sono più le volte che piango che quelle che non lo faccio, ma... è andata proprio così. Io ho fatto un pò di spazio, e lui mi ha abracciata. E' stata una strana conclusione di serata.
La cosa buffa in tutto ciò è che io non so cosa sia successo. Probabilmente quello che succede ogni volta: niente. Ma Riccardo, lui, ha trovato una spiegazione e me l'ha esposta. Una spiegazione semplice. Ne parlavo con Blue, di questo: di come abbia la capacità di districare gli eventi, e di catalogarli in maniera perfetta.

Tu fai solo le cose che ti fanno stare bene.
Ma dai?!
Mi insegni come si fa?...


Oggi torno a Verona. Ieri mio padre mi ha chiesto che sono scesa a fare, per così pochi giorni, e se l'ho fatto volentieri. Povero papà. A volte mi spiace, che sappiano così poco di me, sul serio. Ma non si cancellano 20 anni in poche frasi. O forse sì, come diceva Guccini. Comunque.

Buon pomeriggio, e buona serata. Date un bacio ai vostri affetti, prima che volino via. Ah, già, ma i vostri affetti non volano via... non importa.
Spooky

domenica 22 giugno 2008

Vacanze romane

"Spalanca gli occhi e guarda che spettacolo, adesso ti presento Roma mia, è sogno e fantasia..." Vacanze Romane

Volevo mettere tutto il testo, ma sembra chei in tutto il selvaggio web non ci sia un sito che abbia trascitto tutte le parole. Mah!
Comunque, il senso è quello.
Ci sono volte in cui uno si schiera contro una cosa solo perchè... probabilmente perchè non può averla. O perchè ne è innamorato. E quando non possiamo avere la cosa che amiamo... la rifiutiamo. Come la volpe con l'uva, per intendersi.
Ecco, ieri, oltre ad essere certa di essermi totalmente innamorata di quel meschino ingrato cattivo insensibile arrogante orgoglioso presuntuoso orso che è Riccardo (ammmmmoooooreeeeeeeeeeeeee!!! visto quanto ti voglio bene?!?!??! :P), sono quasi certa di essermi innamorata di Roma mia.
Avete presente Vacanze Romane?
C'è la principessa che fugge dai suoi impegni regali, e se ne scappa per Roma. E Massimo Ghini la porta a vedere Roma mia, in vespa. Abbiamo fato la stessa cosa. Ric non ha una vespa... ma insomma, vale lo stesso. Abbiamo visto il Colosseo, piazza Venezia (mi sono persa di fronte a piazza Venezia!), San Pietro, il Gianicolo (e sì, posto per coppiette, ma che cariiiiino!), e ci siamo persi, e ci siamo ritrovati (non in senso metarofico, ma LETTERALE).
Vado, scriverò quando sarò meno osservata.
Ragazzi, che bella serata. Se proprio volete saperlo, sarebbe stata perfetta con un piccolo tocco in più, ma non si può avere tutto. Forse... :P
Un abbraccio a tutti gli innamorati... no, vi prego, uccidetemi, questa non è proprio da me!!

Valeria s'è rincoglionita, venite a raccogliere il suo ego quando si metterà a piangere di nuovo come un'idiota... disse allora Spooky, irritata da tutto quel miele.

Fine favola.
Spooky

venerdì 20 giugno 2008

Spiegazioni

Stavo facendo caso all'header del mio blog. Sì, al logo.
L'avevo messo con lo scopo di risultare cinica. Che poi non è che "volessi risultare"... in fondo cinica sono. Una cinica romantica, se riuscite a capirmi. Avete idea di che cosa voglia dire, il mio logo? Cioè, a parte la traduzione letterale.

La nostra relazione è come una dipendenza. E' come...
Droga molto buona?
Il V
icodin è la sola droga molto buona.

 Ok, adesso cercate di seguirmi. La frase può voler dire un paio di cose. O che le relazioni non sono dipendenze, il che per me è un'idiozia, perchè ogni relazione crea dipendenza reciproca (anche nei casi in cui non ci si parli per anni, arriva un punto in cui uno ha bisogno dell'altro e ci si cerca: questa è dipendenza); o che lo è, ma non ha niente a che vedere con altri tipi di dipendenza. Gli altri sono migliori. In questo caso: il Vicodin è l'unica droga, l'uncia dipendenza che valga la pena di avere.
L'affetto, come dipendenza, fa un pò schifo. Si ha bisogno gli uni degli altri, e poi si finisce sempre ad odiarsi, o nel'indifferenza generale.
E' una cosa cinica.

Non lo so, oggi avevo voglia di spiegarvi il mio logo. A dire il vero l'ho scritto, ed in alcuni momenti -quando la gente mi ferisce, quando mi sento sola, quando il mondo crolla- vorrei crederci, ma non ci riesco. Sono una cinica romantica. So che amare fa male, io mi sono sempre distrutta, amando amando (diceva Renato). Ma come dipendenza penso non ci sia molto di meglio. A me piace. Mi fa stare male abbastanza, in realazione a quanto bene mi fa. Il tutto a fasi alterne. Come scrissi nel mio pseudo-libro.

Questo post non ha molto senso, sorry.
Volevo solo dire, contrariamente a quello che ho scritto, che vi voglio bene, ragazzi. Parecchio, parecchio bene.
Spooky

giovedì 19 giugno 2008

Pausa

Quasi quasi preferisco i momenti di crisi esplosiva a quelli di riposo melanconico. Non che ci sia niente di male nei secondi, sono un intermezzo placido tra uno scoppio e l'altro, ma mi lasciano molto amaro in bocca. Come se tutta la felicità fosse stata strappata dal mondo. Come se non ci fosse più speranza. Come i Dissennatori, potermmo dire. Non che ci sia disperazione, in questo. Il che è un controsenso, visto che "senza-speranza" e "dis-sperata" dovrebbero essere un pò sinonimi.
Pausa. Parlavo un pò. Burocrazia. Impegni. Solita roba di strada.

Scrivi ancora?
Sì, è un momento prolifico.


Vale a dire un periodaccio.
Ma non lo è, se uno va a ben gaurdare: sono annoiata, pigra, accidiosa, e una volta al giorno scendono nuvolose lacrimedalcielo, ma a parte questo, le cose vanno anche abbastanza bene. Cioè, potrebbero andare peggio.
Mi sto accorgendo che il mio forum non mi abbandona. E non mi riferisco alla mia Metà, che non è più forum, o probabilmente non lo è mai stata.
Sono stanca. Questo era solo un appunto, probabilmente. Oppure volevo dire qualcosa di brutto, ma è sfumato. E' bello, quando a sfumare sono i brutti pensieri, e non quelli belli.

Bacio.
Spooky

mercoledì 18 giugno 2008

Un pò di spazio

Io... non so che pensa di me la gente che legge il mio blog. Alcuni -molti!- mi conoscono, altri magari hanno parlato con me qualche volta, di sfuggita. Qualcuno si illude di sapere tutto solo perchè frequento un forum. Altri di sapere che mi passa per la testa semplicemente perchè sono anni che mi stanno accanto.
Io non credo che qualcuno mi conosca. E' solo un puzzle, di cui ognuno ha qualche pezzo. Ce chi ne ha di più, chi ne ha meno. E poi ci sono io, che ne ho un sacco, di pezzi, ma sono tutti scompagnati. Tutti in settori diversi del quadro, così che non riesco mai ad averne una parte completa, anche piccola.
Posso dirvi che piango, che rido, che mi arrabbio o che sono felice, ma questo non vi dirà niente di me. Perchè penserete ad una persona che ha pianto, riso, che si è arrabbiata e che è stata felice, ma non sarete stati con lei, quando è capitato.
La vita è fatta di momenti. Ogni momento che qualcuno vive con noi, è un attimo che ci fa essere in simbiosi. Non è qualcosa di cumulabile, di quantificabile o di definito: semplicemente quella persona acquista un pezzo del puzzle.

Oggi ho scritto una cosa. Non so neanche se mi è piaciuta, non sono molto in grado di dirlo, adesso come adesso.
So che la sensazione, ora, è la stessa che ho scritto lì.
Avrei bisogno che Riccardo fosse qui. A guardarmi piangere. E non per qualche sadico motivo (so che il vedermi piangere lo intristisce e lo imbarazza, come di qualcosa di sbagliato che non dovrebbe esistere), ma perchè avrei bisogno che lui mi abbracciasse. Non so neanche che senso abbia scriverlo qui. Ma non ce la faccio più a tenermi dentro qualsiasi cosa sia in me in questo momento... sta esplodendo, e fa male.
Quando... quando Riccardo mi abbraccia, il mondo si ferma. E' come respirare. E' come rendersi improvvisamente conto di essere al sicuro dopo una guerra estenuante. E' una tregua, un rifugio. So che è brutto da dirsi, ma in nessun altro abbraccio ritrovo questa cosa qui. Non l'ho mai trovata, e probabilmente non la ritroverò mai. E' capitato che io piangessi davanti a lui, abbracciata a lui. Non dice niente, resta lì, impacciato e inerme, quasi ad aspettare che Dio si accorga dell'errore madornale e mi restituisca il sorriso. Ma aspetta. Paziente. Abbracciato a me. Io mi calmo, non perchè non abbia più lacrime, mi calmo perchè è così che funziona, sempre, perchè tanto prima o poi devo smettere, perchè questo è quello che faccio. Ma mi abbraccia, e questo mi fa stare meglio.
Placa per un istante la solitudine.

Io non so se sia normale sentirsi come mi sento io. Non mi importa. Mi ci sento, e basta. E' una personale angoscia, un quotidiano scontro. Io contro di lei: vince sempre.
Poi piano le lacrime smettono di cadermi dagli occhi, ed il rumore dei tasti sotto le mie dita diventa una candida ninna nanna. E' passato. Ora sono frastornata ed assonnata. Mi metterò a dormire, e domani mattina riprenderò la corsa.
Forse sta passando. Forse ha ragione Maura, devo solo fare un pò di spazio. Farò un pò di spazio. Di fazzoletti, tanto, ne ho.

Spooky

martedì 17 giugno 2008

Gocce

Ci sono dei piccoli istanti, nel cuore della notte come adesso, in cui è così difficile non sentirsi soli...

Spooky

Al mio papà lontano

Stasera mi è capitato, quasi per sbaglio, di rileggere un vecchio messaggio privato.
Mi sono andata a cercare il post a cui faceva riferimento. E non lo so... sto piangendo. E' da tanto che non mi capitava di dirlo... e non solo perchè non sono più presente come prima, ma proprio perchè io sono cambiata. Una... una volta, anni fa, una persona mi disse di non cambiare mai. Eppure si cresce, e senza volerlo ora nascondo le mie lacrime, nascondo le mie emozioni, per paura che qualcuno possa notarle, e chiedermene conto.
In quel post... c'è una parte di me che ho dimenticato. Una parte di me che ora faccio così tanta fatica a ritrovare...
Dicevo che vedere Vitto era come una boccata d'aria. Un respiro intenso dopo aver nuotato tanto sott'acqua. Dicevo che ogni volta che mi domandavo ma chi te lo fa fare? mi rispondevo quello che mi da.

Oggi... oggi ho ricevuto un messaggio. E mi ha ferito la naturalezza con la quale ho accettato la verità del suo contenuto.
Non lo so, se voglio vedere Vittorio.
Già. Io... ho sempre detto di non pretendere niente, Vitto, lo sai. Ho sempre detto che tu mi hai dato più di quanto io mai avrei potuto o osato chiederti. E' vero. Quando canti, quando sei sul palco, io dimentico qualsiasi altra cosa: ci sei tu, c'è la tua passione, il tuo amore per ciò che fai, e nient'altro importa.
Però... tu mi hai dato di più di questo. Magari non te ne sei reso conto, magari non lo avevi programmato, ma è successo. Tu mi hai regalato delle belle serate. Mi hai regalato dell'affetto . Come dici? Non era affetto? Non era niente, lo facevi con tutti, ed io ho capito male? Pazienza, è un rischio che hai corso: i tuoi occhi parlano, ed io non posso farci niente se hanno scelto di parlare coi miei. Potevi pensarci prima.

Nel... 2004, ho perso una persona che amavo profondamente. Una mattina mi sono svegliata, e non l'ho trovata più. Dio, ancora ci soffro, e non saprò mai perchè le cose sono andate come sono andate. Comunque. Questa persona era la cosa più impotante che esisteva allora. Quella indispensabile. E' andata via. Ed ho dovuto fare in modo di convivere con la tristezza, con l'abbandono, con la consapevolezza di non essere mai stata importante. E' stato difficile, e -vedi?- sto piangendo come se fosse successo ora. Fa male tutto, quando devo scriverlo, quando devo raccontarlo! Poi si chiedono perchè non scrivo più... ho tante di quelle lacrime nascoste dentro i miei occhi che prima o poi mi faranno esplodere il cranio.
Però... è passata. A volte, raramente, ci penso e mi ferisce, ma è passata. Sto bene. Eppure la tua distanza, la tua assenza adesso... mi fanno un pò lo stesso effetto. Come perdere una parte di me, senza capirne la ragione.
Era da un pò che sentivo di dover scrivere questa cosa. Non ci sono riuscita, finora... forse le lacrime accumulate erano troppo poche. Forse troppo ben riposte.
Vitto... spero tanto che un giorno tu possa tornare. Perchè mi manchi. E ti sono vicina come allora, e per sempre vicina ti sarò: quanto mi piacerebbe che tu lo ricordassi.

Un abbraccio, ti voglio bene.
Vale

sabato 14 giugno 2008

Riflessioni pomeridiane

Ci sono momenti in cui ci si sente forti come leoni. E ce ne sono altri in cui ci si vorrebbe solo nascondere. Per quel che mi riguarda, penso di muovermi da un opposto all'altro, nel vano tentativo di nascondermi dal leone.
Mi rendo conto di come io non riesca a portare mai realmente a termine le cose che faccio. Le inizio, le immagino finite, le strutturo magari, e poi le lascio lì, a decantare per l'eternità. Vorrei avere la determinazione di finire le cose che inizio. Non parlo di grandi progetti per l'umanità, parlo di piccole cose. Di un'idea che mi metto in testa, e che poi non ho più voglia di proseguire. In un certo senso, parlo di doveri. Il che è un controsenso, se si parla di desideri.
C'è una logica in questo: le cose che sono obbligata a fare, con tempi e modi tutti miei, le faccio. Gli esami, l'università, lo studio, il lavoro. Non voglio realmente farlo, ma so che devo. Per rispetto alla famiglia, per non essere giudicata, per sentirmi fiera di me. Nessuno mi ha mai obbligato realmente, ma io so che è un  dovere comportarmi così. Laurearmi, prendere buoni voti. Essere preparata al tutorato, avere sempre la risposta pronta.
Poi ci sono tutte le altre cose. Ne accennavo ieri a mia cugina: le cose che desidero, le mie passioni, i miei hobbies. Io scrivo: voglio farlo, a volte disperatamente, a volte sotto costrizione della mia volontà. Eppure, appena qualcosa mi prende, mi attanaglia, mi eccita... la scarto. Brucio in un giorno, una settimana, in pochi mesi l'euforia che dovrebbe accompagnarmi passo passo, e la riduco in polvere. So che il lavoro è lì, so che lo sto facendo, a volte sono quasi certa che sia un prodotto degno di nota. Però non ho più voglia di farlo. Non mi va. Sono pigra. Non sforzare la creatività, disse lui quando non mi conosceva ancora. Ora potrei rispondere che sono la serva della creatività, e la regina dell'apatia.
Anche perchè, diciamocelo, scrivere mi costa più fatica di quanto mi appaghi. La gioia di un bel periodo mi sfuma tra le mani, perchè non ha contatto con altri che con me. Anche quando qualcuno legge quello che scrivo, non mi soddisfa. Sono poche persone, sono amici, che mi vogliono bene e mi apprezzano. E non è certo il riscontro di un grande pubblico. D'altro canto, l'essenza della mia scrittura sta nella fatica a far uscire le parole. A volte scorrono come un fiume in piena, a volte gocciolano come il sangue da una ferita, ma la sensazione è la stessa: dolore. Come se nell'uscire rosicchiassero i bordi della mia pelle, mi stappassero lembi di tessuto. Non è bello. E' faticoso.
Ho il ricordo vivissimo di un pezzo che sentivo particolamente mio. Il respiro mi si era contratto, ed affannosamente poche lacrime sporadiche mi rigavano il volto. Qualcosa dentro di me mi disse di fermarmi. Sembrava davvero che qualcuno parlasse. Perchè non ti fermi?... Perchè... perchè questo dolore?
Mi dissi che era necessario. Sul serio, risposi così. E' necessario, se voglio scrivere il mio libro. Il "mio libro", poi, non fu scritto. O sì, magari, non lo so ancora. Quello che è certo è che non credo sia giusto, usare così tanto dolore per una cosa sciocca come la scrittura. E non ditemi che non è vero: ci sono libri magnifici, parole che hanno cambiato la nostra vita... ma restano parole su un pezzo di carta. E non servono a niente, quando la porta si chiude dietro di noi, e c'è la vita da vivere.

Non lo so, oggi mi sentivo in vena di riflessioni.
Un abbraccio, popolo della notte.
Spooky


Sono nervosa...

...e non ho giustificazione per i miei comportamenti lunatici.
Chiedo scusa a tutti... e soprattutto chiedo scusa al mio bimbo, che mi sopporta... lo sai che sei perfetto così, anche se sto sempre a lamentarmi. Mi spiace...

SpookyApologize


giovedì 12 giugno 2008

Uno, due, tre, quattro...

Le cose cambiano, la gente muore, ma il vero amor.... ah, cazzate. Un branco di cazzate.
Forse dovrei solo arabbiarmi, e chi se ne frega. Fare come fanno tutti. Tanto, non c'è niente da fare, quello che dico passa inosservato.
Giustamente... che cazzo c'è di buono, a sentire quella pazza misantropa di Spooky?...
A capire se c'è qualcosa che non va?...

Ve l'ho detto, che sono nervosa, vero?...
Spooky

Sogno n. 4

Non aveva idea di come fosse arrivata lì. Le sembrava quasi di esserci sempre stata...
Forse era venuta in autobus. Magari... magari in macchina. Sì, probabilmente. E probabilmente aveva bevuto, per non ricordare come fosse finita da quelle parti. Che poi... da quelle parti... dove?
Era seduta su un divano, con le ginocchia ripiegate e cinte dalle braccia. Sapeva di non essere in pericolo, sapeva che la situazione le era alquanto familiare. Un brusio indistinto circolava lieve attorno a lei, menter i jeans stretti le comprimevano la pancia, costringendola a respiri brevi e veloci.
Si guardò distrattamente intorno, sperando di riconoscere qualcosa. Il divano su cui era accocolata era rosso, in pelle, molto bello. Si sarebbe potuto dire stonasse, visto che di certo si trovavano all'aperto, invece era magnifico. Un piccolo gazebo elegante si ergeva attorno a loro, adornato con graziosi nastri e perline sparse ovunque. Forse erano nella sala esterna di un pub, o di una discoteca costosa. C'era un tavolo basso davanti a lei, stracolmo di bicchieri: alcuni vuoti, ma la maggioranza riempiti per metà di liquido rosso.
Non erano in un pub. Marlene non avrebbe mai bevuto vino in un pub. Non che non le piacesse, ma preferiva la birra, o i long drink, quando era con amici.
C'era solo un posto in cui avrebbe bevuto vino, e ne avrebbe bevuto di rosso.
A casa sua.
Improvvisamente, come se i suoi sensi si fossero appena allineati con la realtà, riconobbe la casa di Antonio. Come aveva fatto a chiedersi dove fosse? Probabilmente era notte fonda, e lei aveva bevuto decisamente più di quanto doveva. Eppure non le girava la testa, non si sentiva ubrica, ed il bicchiere che ricordò come suo era ancora quasi del tutto pieno.
Piano piano -o più probabilmente in una frazione di secondo che le si era diltata per anni nei pensieri- prese coscienza di chi aveva vicino. Alla sua destra, sulla prosecuzione del divano ad L su cui sedeva, si trovava Anna, che chiacchierava amabilmente di qualcosa che Marlene non riusciva ancora ad afferrare. Sulla sinistra, aveva un amico, o un'amica... non le era chiaro, e non sentiva importante voltarsi per scoprirlo. Accanto ad Anna, uno dei suoi conoscenti più fidati, Massimo.
Di che si parlava?
Faceva leggermente freddo, e la ragazza aveva una camiciola a fiori grossi e variopinti, quasi del tutto trasparente, a maniche corte. Si passò la mano sinistra sul freddo braccio destro, restando incantata a fissare una piega del divano sotto il peso di Anna. Cercò di focalizzare la sua attenzione.
"...no, ma dai, non ci credo..."
"...sì, giuro! Non ci credi, ma è successo!"
Il primo a parlare era stato Massimo. Conosceva anche la seconda voce, però. Era quella di Antonio. Squillante, eppure bruna, con una sorta di vaga presa in giro nel tono, o nel modo.
"...no, davvero, io non ci riuscirei. Cioè, ok, ma una donna che va con una donna... no, non ce la farei, a starci insieme!"
"Sempre ingenuo... non parlavo mica di starci insieme..."
"Inutile, non cambi mai!"
"Che vuoi?... Ognuno ha i suoi vizi... ed ognuno si diverte come può... e poi, provare per credere, amico..."
Poi era successa una cosa strana. Mentre in un attimo Marlene ripercorreva un'altra serata, un altro divano, un altro momento ed un'altra vita, capì che, seduto un posto più in là alla sua sinistra, c'era Antonio. Lo capì perchè scavalcò l'ostacolo, e sorridendo, muovendosi quasi al rallentatore, si mise cavalcioni su di lei.
Non... non poteva crederci. C'era gente. E le cose erano cambiate. Era impazzito?
Sempre sorridendo, si avvicintò all'orecchio della ragazza, ed il suo respiro le diede i brividi. Scivolò lento come un giaguaro lungo il suo viso, per poi sfiorarle le labbra secche.
Non era stato un vero e proprio bacio: più un contatto, la frazione di secondo bloccata da una fotografia. Socchiuse le labbra, e di nuovo si chinò su di lei, senza mai darle la reale impressione di baciarla, quasi invece lasciandola nel limbo tra il desiderio e la coscienza.
Attorno a lei, lo sentiva, era calato il silenzio della possessione. Nessuno si curava più di loro, nessuno aveva più voglia di integrarli nella conversazione. Non erano stati allontanati per imbarazzo, o riservatezza, si erano eclissati in una dimensione che gli altri non avevano interesse a vedere. Totale indifferenza, normalità.
E Marlene, che si era fatta così tanti problemi a tenere le cose nascoste per bene, quando... Immagini furtive le attraversarono gli occhi. Non sarebbe mai riuscita dimenticarlo: l'attrazione, l'eccitazione, l'elettricità, e ancora il senso di colpa, l'errore, la sensazione di qualcosa di sbagliato che stava accadendo. Eppure, allora, era successo. Se ne era pentita così amaramente... avrebbe voluto rimuoverlo da ogni cellula di sè, ma restava lì, indelebile, come una macchia, come il sangue, come la passione. Ed ora...
Nell'attimo in cui per l'ennesima volta le labbra di Antonio si allontanarono piano da quelle di Marlene, lei riuscì a pensare. La consapevolezza di trovarsi in un luogo al di là della ragione le arrivò pungente sul viso, accompagnata da un nome: Mario. Le cose erano cambiate, da quando Antonio aveva violato i suoi principi e le aveva fatto dimenticare chi fosse con le sue mani, il suo calore. Ora c'era Mario. E non era un'invenzione, non era un'ideale: viveva, respirava, la amava, ed aveva baciato quelle labbra -baciato, non mangiato- solo poche ore prima.
Antonio, come se avesse capito che il suo ruolo era compiuto, si volatilizzò. Riprese il suo posto sul divano, e vennero nuovamente intesi, e nuovamente capirono ciò che li circondava. Marlene respirava a fatica, tentando di controllare i battiti del cuore e di dare un senso alla scena.
Alla sua destra però, Anna la fissava, giudicandola in silenzio.
Non servivano parole per capire il suo sguardo: rabbia, risentimento, rancore, disgusto. Quando lasciarono l'attico di Antonio, quella notte, Anna fece in modo di trovarsi sola in ascensore con Marlene.
"Complimenti"
"Scusa?..."
"Come se non sapessi di che sto parlando. E' lui, quello di cui mi parlavi. L'errore, lo sbaglio madornale dell'anno scorso. Complimenti"
"Ma..."
"Mi fai schifo. Tra tanti. Non solo uno che conosco, perchè non è questo il punto... ma lui. Lui no, cazzo! Lo sanno tutti, com'è fatto... come si può cadere così in basso?... Come si può starci, sapendo che... cazzo, davvero, mi fai schifo"
Marlene rimase inebetita, e dolorante.
E svegliandosi da quel sogno che sembrava vero si rese conto che la realtà era l'unica illusione.

Spooky

mercoledì 11 giugno 2008

Domanda. Risposta.

Il dialogo si costruisce con chi è in grado di ascoltare.
Il dialogo si costruisce con chi è in grado di rispondere in modo diverso da "ho ragione io e basta".
Il dialogo si costruisce con chi ha l'umiltà di mettere in discussione le proprie idee.
Il dialogo si costruisce se si è in due, a dialogare, e non parlando con i muri.

Io non voglio niente. Niente di niente. Anzi, ho voluto ed ho preteso, ma poi ho capito che stavo sbagliando, e mi sono ritirata. Se torno ancora, è perchè ho degli amici, e di tanto in tanto mi piace rivangare i bei tempi.
Quando c'era, il numero chiuso.
Quando c'era discussione, dialogo, iniziativa, arguzia, ed anche stile.
E... si venissero un giorno a sapere, tutte le cose e le persone che non capisco più.

Vorrei gente capace di capirmi quando parlo.
Vorrei che tutti aprissero gli occhi.
Vorrei che si capissero i propri errori.
Vorrei che si ammettessero gli sbagli.
Vorrei che le sedicenni fossero come lo ero io: ingenue, bambine, incomprese, assenti, lunatiche, piagnucolone, con mille difetti assurdi, ma non presuntuose, arroganti, e convinte che tutto il mondo sia più stupido di loro.
Vorrei poter parlare senza sentirmi in dovere di tacere, come un tempo mi piaceva fare, ma come ora non trovo più divertente.
E vorrei smettere di ricevere lezioni, perchè ho cambiato scuola.

Sono presuntuosa, arrogante, e convinta che tutto il mondo sia più stupido di me. Non rompo le scatole agli altri per imporre che ho ragione però.

Scusate, sono nervosa in questi giorni.
Spooky

PS: anche le formiche, a volte, s'incazzano.



lunedì 9 giugno 2008

Tristezze

Scrivete con le k, togliete le vocali, mettete due punti invece di tre, e non lasciate gli spazi: complimenti a tutti quanti.
Sono la prima ad abbreviare quando ho 143 caratteri e duemilionidicosedadire e non poter/voler spendere più di 9 centesimi, ma che diamine, quando non ce n'è bisogno...
L'idiozia fine a sè stessa, la presunzione, la supponenza, il voler essere migliori di tutti e al di sopra di tutti, davvero, mi fa imbestialire.
Ma perchè non va a rovincare qualcos'altro? Perchè non va a venerare qualcosa di più adatto al suo -ad essere carini- mediocre livello intellettuale?
Lo so, non abbiamo più forza, non abbiamo più voglia, non abbiamo generali, nè comandanti, siamo disertori e da disertori viviamo nell'anarchia che volutamente ci siamo costruiti (non prendi-ciò-che-vuoi, non il caos, ma il fa-ciò-che-vuoi, quello che nessuno capisce, ma che noi, solo noi, abbiamo attuato...), ma adesso ci sono, e finchè ci sono...
In che mondo siamo, ragazzi.
Ma l'idiozia, quella vera, eh, quella arrogante, ed infine triste, oltre che penosa e pietosa e banale ed infida... che avrà di tanto bello?...

Ciao a tt, m racc stt bn e tnt bax,
Spooky


domenica 8 giugno 2008

A, B, C... Citazioni

Vediamo se si reisce a scrivere qualcosa in questo posto. E' una bella giornata, e tra una cosa e l'altra vengo qui. Mi accorgo che non scrivo più con le stesse modalità di una volta: anni fa capitava anche che scrivessi 5-6 interventi in un giorno, magari di una riga. Diciamo che usavo il blog come il quadernino di cui voi non sapete quasi niente... insomma, come un quadernino. Come i pensieri di Guicciardini, come Il mestiere di vivere del nostro amico Pavese. Ora invece no, cerco di accumulare. Accumulare cosa, poi, che non parlo di niente?! Mah, non importa.
Mi sto anche rendendo conto di avere qualche problema di battitura. Non ero più veloce, un tempo? O solo meno attenta a quando ero veloce? Mi sembra di andare piano, di incepparmi, di non riuscire a scrivere una frase senza dover tornare indietro a correggermi. E' anche vero che sto faticosamente cercando di perdere l'abitudine a guardare i tasti mentre scrivo, e restare con gli occhi puntati sullo schermo. E' strano da fare, perchè non ho l'impostazione da dattilografa, e digito i tasti correttamente, ma senza avere "appigli" su cui basarmi... un pò a caso. Come la maggioranza delle cose che faccio, alla fine. A caso, senza logica.

Oggi -anzi ieri- mi sono accorta che non ce l'ho più con lui. Anzi, mi sa che ce l'ho un pò con me perchè ce l'ho avuta con lui. Che pazienza che ci vuole nella vita. Non so cosa mi aspetto, non so cosa vorrei. Ma finchè siamo distanti, finchè la sua presenza non si fa reale, non mi è difficile amarlo. E' quando ci si incontra, ci si vede, che i piccoli disagi vengono fuori, e mi scopro a voler urlare ed inveire e magari prenderlo a pugni.
Chi lo sa poi perchè.

Bon, ragazzuoli, io vo.
Domani porto a stampare la tesi, il prof ha detto che posso.
Non mi auguri buona fortuna?... (Buffy, #1x02)
Spooky

PS: ieri sera ho pensato a Truman... ho... immaginato... pensato... e gli scrivevo una mail... e mi raccontavo... e si raccontava... quando... quando andrà via?... E... lo farà davvero, prima o poi?...

giovedì 5 giugno 2008

Tesi di laurea: vedo la luce in fondo al tunnel...

Lo so... è da un secolo che non mi faccio sentire per bene, e sentite la mia mancanza. Come? Non la sentite?? Pazienza, io scrivo lo stesso!
Vediamo, vi aggiorno un pò.

Oggi è stata una giornata drammaticamente lunga... in tutorato ero sola, ed ovviamente è venuta una carrellata di persone che non si sa neanche da dove sono uscite... non facevo in tempo a finirne uno, alzare gli occhi, che subito ne arrivava un altro a bussare alla porta! Vabbè, pazienza, capita... spero però che domani sia una giornata più rilassante... o che faccia tutto Stefania, in alternativa!
Poi, tornata a casa, presa dalla solita, confortante fame nervosa, ho mangiato un pò di dolce... e poi un pò di tonno, un pò di prosciutto, un pò di bresaola, ed un altro pò di dolce (non vi spaventate, era tutto in piccole porzioni, ve lo assicuro!)... Dopo la confortante fame nervosa è arrivato il confortante sonno, sono stata un pò a cazzeggiare su internet in attesa che passasse, ma non è passato... così alle 16:38 mi sono messa a fare un pisolino, con sveglia un'ora dopo. Morale della favola: mi sveglia Giuli alle 18:25 di ritorno da un esame.
Presa dal solito, confortante senso di colpa per la giornata mal spesa mi sono messa a fare la tesi, che mi ha impegnato fino alle 21:00, perchè il difficile non è scrivere la tesi, ma sistemarla, ricontrollare i margini, i numeri di pagina, l'indice, le note, i punti, le virgole............
Alle 21:00 mi sono buttata nella solita, confortante doccia, che ovviamente appena mi sono completamente bagnata è diventata gelida... esci, smanetta con l'acqua, rientra, e finalmente mi sono presa un pò di relax... ora sto meglio, decisamente, stanca ma quantomeno in grado di ragionare... giuro che stamattina l'ultima mezz'ora al tutorato non avevo la più pallida idea di quello che stavo dicendo!!!

Già che ci sono vi chiedo un consiglio: devo portare a stampare la tesi... che colore? I miei dicono che blu fa troppo ingegneria, e che visto che sono di Lettere dovrei fare un rosso/bordeaux... voi che mi consigliate?Ovviamente il mio simpatico relatore ancora deve dirmi se la seconda parte è scritta bene... ma oramai non faccio molto affidamento su di lui!

Ora vado, mi sono ricordata che la mia giornata ancora non è finita... devo stampare il bollettino di avvenuto pagamento delle tasse, o non mi fanno laureare!
BacioZZi,
la vostra solita, confortante Spooky

lunedì 2 giugno 2008

Quanto Harry Potter c'è in te?

Vediamo. Risultati dei quiz di www.hpquiz.it

Sono superstiziosa allo 0%
Sono Luna Lovegood al 25%
Sono Potter maniaco al 50%
Sono Mago Oscuro al 50%
La mia carriera ideale sarebbe quella di Auror
Quindi, tra Babbano, Mago Oscuro e Auror, sono un'Auror...
La mia bacchetta è di Betulla e corda di cuore di Drago
Il mio elemento è il fuoco
Il mio animale da compagnia ideale è un gatto
Provengo dalla nobile famiglia dei Gaunt
Se fossi un personaggio maschile, sarei Harry Potter
Se fossi un personaggio femminile, sarei Hermione Granger
Se fossi un ragazzo, la mia fidanzata ideale sarebbe Hermione Granger
Sarei il marito ideale di Lily Evans
Se fossi Malandrino, sarei Lunastorta
Ovviamente, come membro maschile dell'Ordine della Fenice sarei Remus Lupin
Ancora più ovviamente, se fossi un animagus, mi trasformerei in un lupo
Come insegnante femminile, assomiglio a Minerva McGranitt
Prenderei "Eccezionale" in Pozioni (test ripetuto: la prima volta Divinazione)
Se fossi un personaggio maschile, sarei Ron Weasley
Appartengo alla casa dei Serpeverde
Sarei la moglie ideale di Siruis Black
La coppia che più mi rappresenta è quella Harry/Ginny
Se fossi un Mangiamorte, sarei Lucius Malfoy
Come insegnante maschile, assomiglio ad Alastor Moody
Come membro femminile dell'Ordine della Fenice sarei Ninfadora Tonks

Bene! Mi sento appagata... Moony è il mio personaggio preferito ed avrei preferito essere SUA moglie, invece che di Sirius, ma vabbè... non si può avere tutto!
Buon gioco a voi!
Spooky