mercoledì 18 maggio 2011

Time for changing

Affondo. Questa è l'unica sensazione che ho. Un'angoscia profonda, implacabile, che settimana dopo settimana fiacca il mio spirito. Cerco di reagire, o meglio, di non pensarci, eppure è sempre lì. Forse è questo, che intedeva mia madre, quando diceva che l'università è una cosa, ed il mondo reale un'altra. Perchè se chiudo gli occhi, l'unico mio desiderio è di non riaprirli. Di restare stretta nelle lenzuola ad aspettare che il giorno diventi nuovamente notte, per darmi modo di dormire come tutti.
Non lo so. Magari è solo un problema lavorativo, ed io, come al solito, sto facendo di un sassolino una montagna. Eppure...

Oggi ho lavorato alla tesi. Sono contenta, non sarà un capolavoro, ma viene bene. Viene come la vorrei, più o meno. Che poi questa non avrà riscontro, che nessuno comprerà questo libro, non importa:  questo lo so fare. O almeno, non sono così insicura nel farlo da perdere completamente le speranze.
Il resto... sapevo che prima o poi la sfuriata da parte di Nicola ci sarebbe stata, ma riceverla è stato abbastanza frustrante. Perchè non guardo mai le cose come sono, ma solo in relazione, ma solo per difetto. E chi lo sa, poi, se si guarisce, da un male così.

Chiudo gli occhi, ed immagino la mia vita da qui a dieci anni: ci credete che non la vedo? Non la vedo, maladetta me, non vedo altro che... che cosa? Che giugno? Ho accettato di fare questo stage per la voglia di doppiare, per l'idea di poter essere capace, ma alla prima difficoltà mi abbatto e tiro i remi in barca. Eppure, nessun doppiatore è nato imparato. Nessun critico, nessuno scrittore, nessuno scienziato. Tutti sbagliano. Tutti devono studiare. Tutti hanno bisgono di fare errori.
Solo che io non li accetto. Gli errori sono per i deboli, gli sconfitti, i perdenti. Come faccio a sentirmi sempre così? Come faccio a smettere di pensare che sono l'unica senza competenze, senza inclinazioni, senza pregi?

Ho studiato per tutta la vita. E' vero, probabilmente avrei dovuto fare anche altro, ma diciamo che va bene così. Diciamo che ho fatto quello che molti fanno, e che -posso ammetterlo senza falsa modestia- in quello che ho fatto sono anche riuscita discretamente bene. Ed ora? Possibile che non sappia fare niente?
Analizza, Spooky, analizza: e renditi conto che non sei l'unico essere sul pianeta incapace di qualsiasi cosa. Tu scrivi. E nonostante tutte le tue remore, lo sai fare bene, con scioltezza e caparbietà. Non sei creativa? Pazienza, ci sono miliardi  di lavori che comportano la scrittura, e che non hanno nulla a che vedere con la scrittura cerativa.
Tu doppi. Hai delle difficoltà? Dei problemi? Beh, affrontali! Non ci sarà sempre qualcuno a combattere le tue battaglie, nessuno sfiderà i tuoi mostri. Devi affrontarli per conto tuo.

Smetti di lamentarti. Smetti. Prova a fare qualcosa. Magari aiuta.
Spooky



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