domenica 21 novembre 2010

Lo so, lo so...

Diciamo che il blog, adesso come adesso, non è in cima alle mie priorità. Se c'è qualcosa da eliminare, qualcosa che posso ritenere superfluo, la elimino, ed aggiornare il mio spazio è, purtroppo, una di queste cose secondarie. Prima dovrebbe venire la tesi, ed in realtà viene Riccardo: non capisco come io abbia potuto vivere senza di lui, senza la sua presenza ed il suo appoggio... senza questa casa, dentro cui mi muovo con facilità, come se fosse da sempre anche mia... e poi le cose che diciamo, quello che facciamo, come ci si comporta e come si vive: tutto sembra incastrarsi, placidamente, senza sangue. Ed io, di cose che vanno al loro posto senza dolore, non ne so moltissimo.
A proposito di "dolore", ieri ho fatto la prima vera azione altruista della mia vita: sono andata a donare il sangue. E' stato bello, e nonostante mi fossi svegliata di cattivo umore la mattina, questo piccolo gesto mi ha messo in pace col mondo: mi sono sentita, per una volta nella mia vita, utile a qualcuno, per il puro piacere di esserlo. Senza la speranza di ottenere nulla in cambio. Forse una delle sensazioni più belle che io abbia mai provato: il personale poi, gentilissimo, cortese, disponibile, sempre pronto a chiedere "come ti senti? vuoi una cioccolata? Che fai nella vita?" pur di farti sentire a tuo agio. Anche il medico, professionale e distaccato, conservava una strana e piacevole gratitudine negli occhi, quasi dicesse: davvero sei qui? Davvero vuoi farti togliere il sangue, senza nessuna ragione apparente, solo perché qualcuno ne ha bisogno?
Ed anche di questo gesto, piccolissimo ma grande, devo ringraziare Riccardo. Quante cose sto imparando... cose che, nonostante fosse il mio maestro, Truman non mi ha mai insegnato. E lo stesso discorso vale per te, Edoardo... anche per te.

Un bacione,
Spooky



giovedì 4 novembre 2010

Walt Disney


Tutte le favole iniziano sempre con un "C'era una volta..." e finiscono inesorabilmente con un "... e vissero tutti felici e contenti."
Sono cresciuto leggendo Topolino e guardando i cartoni animati di Walt Disney, ed inevitabilmente ho creduto (e forse ci credo ancora) al mieloso e rassicurante lieto finale delle storie. Purtroppo non è quasi mai così, o almeno non lo è per me. Sento tante storie accadute a persone che conosco (e non i soliti amici di cugini o affini) che mi fanno pensare che in fondo Walt Disney ha ragione, ma a me queste cose non succedono. Il lieto fine è un lusso che non conosco, che non mi viene prospettato.
Posso giocarmi tutte le carte che ho a disposizione nel migliore dei modi, posso fare in modo che ogni singolo mattoncino dei lego si incastri perfettamente con un altro, ma alla fine, nonostante non possa fare oggettivamente più di quanto ho fatto, quella crepa, quell'imperfezione nata all'inizio di tutto, quando la costruzione non era neanche stata progettata, quando le carte non erano state neanche distribuite, quell'unica mossa sbagliata fatta convinto che il gioco non fosse ancora cominciato fa si che la costruzione cada, che la partita perfetta se la aggiudiche qualcun altro.
A me non resta che raccogliere quanto rimasto a terra, e cercare di limitare i danni...


Questo scrisse. Ma chi lo ha detto, che le cose hanno un solo significato?...
Spooky