domenica 21 agosto 2011

Resocontiamo - Canada

Ed eccomi all'ultima parte del mio viaggio.
La "tappa canadese" non era, nei miei progetti, una "vacanza".
Era il matrimonio di Laura.
Non sono andata per visitare il Canada, anche se mi piaceva l'idea di vedere qualcosa della terra che ho sognato per tanto tempo, ma per assistere al cosiddetto "giorno più bello" di una persona che ha significato, e significa, moltissimo per me.
In realtà, è stato questo, ed anche di più.
L'arrivo è stato contornato da una pioggerellina che si è presto trasformata in un temporalone coi fiocchi, cosa che ci ha costretti a lavarci i denti a lume di candela ed andare a letto alle 9... e se non fosse stato per un pò di fastidioso mal di pancia, la serata è stata deliziosa: starsene a letto, piacevolmente avvolti in un piumone, abbracciati alla persona che si ama, chiacchierando a bassa voce e raccontandosi per il solo piacere di ascoltare le esperienze dell'altro, per  dirsi, semplicemente, e ritrovarsi ancora una volta più vicini di un attimo prima, è un'esperienza che auguro a tutti, perchè è la più bella del mondo. Ecco, penso che lì... penso che in quella sera ho avuto la certezza di cosa ci sia nel mio futuro. Una certezza durissima, come il diamante.

Il giorno dopo abbiamo visitato un pò Halifax, nonostante la pioggia ed il freddo non aiutassero molto a godersi il tutto. Abbiamo visitato il birrificio locale, bevuto una birra molto buona, passeggiato, fatto un pò di acquisti, ed il giorno dopo siamo partiti per l'ultimo hotel del nostro viaggio: New Glasgow.
Sia durante il viaggio, sia all'arrivo, mi sono resa conto di come quello fosse il Canada che avevo sempre sognato: prati senza fine, alberi, silenzio. Pace. Tranquillità. Comprensione. Mi sono sentita a casa, a chilometri e chilometri di distanza da dove sono nata e cresciuta. Mi sono sentita dentro il libro che avevo immaginato per questo viaggio, mi sono sentita nel Canada che avevo così tanto sognato.
E' buffo, quando il sogno diventa realtà. Ti viene proprio da ridere... e dire:  "è tutto come lo avevo immaginato. Ed è reale".
Quando siamo arrivati, la prima cosa che ho fatto è stato chiedere della "famiglia Pavesi": è stato bello abbracciare Lucia, farmi raccontare del loro arrivo burrascoso, abbracciarla e sentirmi, ancora di più, a casa. In famiglia.
E' stato come completare un cerchio: questa è stata la "nostra" vacanza, mia e di Riccardo. Una vacanza non solo bella ed importante di per sè, ma per noi. Noi come coppia, noi come futuro. E... e vedere, alla conclusione di quel fantastico viaggio, Lucia, e poi tutti gli altri, è stato... chiudere il cerchio. Tornare a casa. Con una nuova famiglia.
Ecco, se dovessi dare un nome alla mia vacanza canadese, la chiamerei "famiglie che nascono, che si allargano, che si evolvono". E presentare Riccardo alla mia famiglia, al completo, è stato per me importantissimo.

Vedere Laura corrermi incontro ed abbracciarmi è il ricordo più vivido che mi porto dietro di questa esperienza. Sapevo che le faceva piacere la mia presenza, ovviamente, ma sentirla tra le mie braccia ripetere il mio nome mi ha dato esatta misura della sua gioia, per il matrimonio imminente e perchè ci sarei stata anche io. Non mi sono mai sentita tanto onorata come in quel momento.

E poi... la cena al cottage, un cottage come quelli dei miei sogni, con me dentro!
Vedere tutte (quasi tutte) le babbione lì, insieme, in un luogo così lontano da casa e così lontano da Vitto... è stato straordinario.
E sentirmi utile nell'organizzare il buffet, sentirmi partecipe di quello che c'è dietro la cerimonia, vedere Riccardo preparare il cibo al mio fianco, e sentire le gemelle scherzare con lui come fanno con me... vorrei riuscire a spiegare la gioia che dà una cosa del genere, riuscire a farvela sentire... perchè è qualcosa di enorme, immenso, che trapassa il cuore, e fa sentire vivi.

E poi, finalmente, il matrimonio. La mia ansia per tutto il giorno, il controllare istericamente l'orologio, e poi scendere nella hall dell'albergo, vedere Laura, e non trattenere una valanga di lacrime, perchè è davvero bellissima, raggiante, e sento la sua gioia contagiarmi, ed è talmente forte che bisogna farla uscire in qualche modo, ed io ho solo le lacrime, si sa.
La cerimonia è stata commovente e sentita, intima, familiare, e nel curvarmi per tradurre a Riccardo le poche cose non dette anche in italiano ho percepito il raccoglimento intenso di questo evento piccolo, ristretto, ma magnificamente brillante. Come un gioiello.
Andare al ristorante, un fantastico edificio in riva al mare, e vedere Laura e Brian far finta di tagliare la torta per le foto, con un bellissimo tramonto he entrava dalle immense vetrate... se non fossero state ricoperte dai ragni, le avrei apprezzate ancora di più :P
Il mio discorso. Che alla fine pensavo non avrei avuto il coraggio di fare in inglese... e che invece ho fatto. In cui pensavo di riuscire a trattenere le lacrime... che alla fine non ho trattenuto. E vedere Laura venire ad abbracciarmi.
Infine, le "foto di famiglia". Le foto in famiglia. Ed essere fra quelle. 
Un'ultimo abbraccio, e poi a nanna, che non ci sarà un'altra notte americana.

Altri areoporti, altri aerei, altre attese infinite per imbarcarci. E le ultime foto, perchè non ci sarà un altro viaggio così. La sensazione di aver vissuto qualcosa di irripetibile. La consapevolezza di averlo vissuto, vissuto davvero, col cuore e con l'anima. Di essere stata felice. Tremendamente e completamente felice.

Ed ora mi restano le foto, i ricordi, e l'anello al dito di Laura, che so già porterà a galla migliaia di emozioni splendide ogni volta che mi ci cadrà sopra l'occhio: un'altra cosa che la renderà ancora più speciale per me.

Spero il resoconto vi sia piaciuto.
A me ha fatto piacere scriverlo.
A me ha fatto paicere viverlo.
Un bacio,
Spooky





3 commenti:

  1. Bellissimo leggere i pensieri da un altro punto di vista, dal tuo punto di vista. E'...speciale. Grazie Vale, grazie di essere venuta, grazie di esserci stata...GRAZIE.

    Yuu

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  2. Bello leggerti, Valeria!
    In questo non-resoconto ma pagina del cuore ci sei tutta, con la tua capacità di vivere intensamente, di sentire le cose e di farle sentire agli altri.
    Ho sentito quello che provavi anche quando hai fatto il discorso in inglese, alle volta sentire è anche capire. E non hai detto nemmeno una volta di aver vinto il concorso "La stanza di Giada"......
    Bacioni

    Franca

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  3. Grazie Vale, bellissimo e davvero sentito... :')


    Shyan ;;

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