giovedì 30 settembre 2010

Citando...


...pensavo fosse un'esplosione, ed è stato un sospiro. Ok, non è che sia la persona più allegra del mondo stamattina, ma sopravvivo con discreto successo. Mi son fatta il mio piantarello ieri notte, ho mangiato torte a volontà, ed ora ho solo freddo, ma sto bene.
Come dice Sognante, è solo un passaggio. Un momento di incertezza. E sta anche per finire. Ogni cosa che faccio è l'ultima, ed ha un sapore nuovo, un pò metallico, ma non del tutto spiacevole. Dò valore alle cose.
Ho dato valore alla prova di ieri, perchè sapevo che non ce ne sarebbe stata un'altra. Niente più sproloqui di Luca, niente più battute. Niente risate tra una scala e l'altra, niente nottate in bianco, birra, e altro.
Ieri sera ho avuto un momento di sovrapposizione Verona/Roma, che per poco non mi ha mandato ai matti. Poi è passata. Mi sono detta di focalizzare un guaio alla volta, ed ho ripreso a piangere. E non bisogna pensare che sia un male: ho contrattato una mediazione con l'anima. Se ho una crisi, sputo fuori questa manciata di lacrime -perchè diciamocelo, un pianto serio non lo faccio da una vita, e chissà quando arriverà purtroppo- e poi mi sento meglio. Non peggio, non come prima, ma un pò meglio. Mi sembra già un'assoluzione.

A proposito di assoluzioni, ieri volevo scrivere a Vitto. Mi sono detta che, in caso, lo farò da Roma. Che brutta, questa sensazione che si senta in obbligo. Diamine, si diventa così razionali e stupidi crescendo. Preferivo esser bambina, che ogni cazz@ta che ho fatto, l'ho fatta per e con amore. L'ho fatta onestamente, e visto che l'unica cosa che mi resta...
Almeno, XXX non dovrà più esser gelosa di me. E' stata fortunata: ha incrociato una persona onesta...
Ovvio che non gliel'abbia mandato. Era così, per far finta. Per illudermi di esere ancora in grado di scrivere idiozie, lettere di cui pentirmi a dieci anni di distanza, come con Truman.

Ho freddo, e tra un paio d'ore tocca andare in università a farsi malmenare dal nano: è tutta una corsa ad ostacoli... magari prima o poi imparo a correrla.
Spooky




venerdì 24 settembre 2010

One week


Una settimana. Unasettimanaunasettimanaunasettimana. Diamine, che ansia maledetta. Come se una valanga stesse per abbattersi su una stradina di montagna, proprio la stradina di montagna che sto percorrendo io. Ho appena letto, nell'ordine, un blog ed una mail, e prima di fiondarmi a rispondere, a chiedere, a dimostrare, mi cimento nell'aggiornamento del mio blog. Chissà perchè poi.
Sarà che sento il cuore accelerare al solo pensiero di tornare a casa. E non tanto per... per quello che è sospeso e che non basterà una valanga a smuovere, ma per il resto. Per me.
Sognante ha detto "...e poi?".
Io ho alzato le spalle. Cosa vuoi che ne sappia, io, del poi.
Mi tengo stretti i sogni ipocriti che faccio, l'iperventilazione del mio respiro, e cerco di continuare a camminare. Mi vien da piangere. Se sento... se provo ad immaginare di tornare a casa, non posso far altro che trovarmi a piangere: c'è qualcosa di spaventoso e terribile nel tornare a Roma. Eppure, è quello il riparo, quello il rifugio di una vita.
Ma se... se quello diventa quotidiano, quale sarà, poi, il rifugio e riparo? Dove andrò a nascondermi, quando le lacrime dovranno uscire? Dove scapperò quando ci sarà da scappare, dove coltiverò le mie bugie ed i miei fallimenti?

Mi vengono in mente delle cose.
Marco, per prima cosa. Ed un dolore... così inaspettato e sincero, che tutti quei singhiozzi non sarebbero potuti passare in silenzio. Dove andrò a piangere la mia incomprensione, se mai dovessi trovarmi ancora così incapace di comprendere la vita?... Chi tornerà a casa pronta ad abbracciarmi senza parlare, coccolando il mio caos e portandomi un bicchiere d'acqua in cui sciogliere la rabbia?...
Il coro. Ed un mercoledì che non sarà più... non sarà più mercoledì. Chi mi farà ridere come mi hai fatto ridere tu in questi anni?... Chi mi darà modo di sognare ancora un abbraccio, un bacio, un'intesa che sia solo nostra?...
La mia stanza. Calda. Non riesco a credere che non ci sarà più una stanza calda. Dio, che paura che mi fa, questa cosa qui.

Ora vado. Ho solo un momento di... visualizzazione. Quello che vedo è talmente tanto più grande di me che mi lascia senza fiato. E non vorrei più uscire di qui, più muovermi... vorrei fermare il tempo.
Sono contenta di tornare a casa, ma quello che mi aspetta mi terrorizza. Il passato mi terrorizza.

Spero di essere in grado di salvarmi, ancora, da me.
Devo solo continuare a respirare...
Spooky





Sì, viaggiare, evitando le buche più dure...


Lo so, lo so, non mi faccio mai sentire. Sono giorni un pò così. Oggi, per dire, dovrei leggere una parte della mia tesi, per sistemare eventualmente quello che non va e portarla al mio relatore in maniera discreta. Ma non ne ho la più lontana voglia. Vedremo cosa se ne farà, alla fine è un'oretta di lavoro, non di più... è che proprio ho la nausea di leggere ancora quella roba. Bah.

Intanto viaggio in direzione ostinata e contraria: i pensieri si accavallano incoerenti e contraddittori, in attesa che un tram mi investa costringendomi a fare qualcosa di me.
Per il resto, mangiopregoamo... film che vorrei vedere, fra l'altro.
Non lo so. Mi sento in attesa dell'isola che non c'è.

Ho voglia di viaggiare, di vedere posti e visi nuovi, di incontrare anime ed organizzare i  miei pensieri, ma per il momento non faccio nulla di tutto ciò. Aspetto, e spero che domani la marea mi porti qualcosa. Mi dico che, forse, sarebbe il caso di mettersi in mare, per vedere se gli si può andare incontro, al destino... ma alla fine ritiro sempre in remi in barca, ed aspetto.

Vedremo. Insomma, va tutto bene. Sono solo un pò apatica, ma anche questo passerà. Intanto, fantastico su gite fuori porta e weekend nel Nord Europa.

Spooky




martedì 21 settembre 2010

domenica 19 settembre 2010

Tired


So di essere un pò latitante. Scrivo post citando altri, o me stessa, per timore di scrivere, o forse solo per stanchezza: ieri sono uscita, la sera prima anche, ed oggi ho studiato come una disperata: non ho la forza per mettere assieme i pensieri... tranne un paio, ovviamente, di cui non riesco a fare a meno.
Sto sfogando tutta la mia ansia con disturbi psicosomatici di cui non avevo mai sofferto: rush su braccia e gambe, infezioni alle gengive, fame compulsiva, dolori di stomaco...
Avrei voglia di parlare con Vitto. Anzi, in effetti, avrei voglia di accoccolarmi dentro un abbraccio di Vitto, e farmi dire che andrà tutto bene. Che non c'è niente che non vada, che il mio corpo sta bene, anche se adesso è un pò sottosopra, e che riuscirò in tutto ciò che devo affrontare... avrei bisogno di un pò di coccole. Ma senza sangue, perchè adesso non ce la farei proprio.

Intanto, ho comprato un sogno: mi sono sentita dannatamente in colpa, ma pazienza.
Vado, non ce la faccio neanche a scrivere. Un pensiero a chi, in questo periodo, è stanco più di me. Ric, Maura, e chiunque altro ne abbia bisogno.
Mi manca Blue. Mi manca Jimmy, mi manchi tu.
Spooky




giovedì 16 settembre 2010

Few lines

Suoni soffusi

Suoni intensi e dolore
miscelano malinconie nell’aria fredda,
ed i rumori rombano pesanti e immobili
tra lo spazio bianco di parole scritte.
Lampi uccidono volontà schiave
ed implacabili vittime della luce fatale
dei binari su cui corre
il filo sottile delle lacrime.



Riflessi
 
Risvegliata da un sonno di Sole,
interrogo la mia stanchezza
ed i brividi che non cessa d’impormi.
La testa
dolorante di paura e curiosità sopita
commuove gli occhi dediti al pianto,
le passioni ricolme d’abbandono.
E dov’è la primavera
in questo afoso esplodere di alberi in fiore
se non nella pallida fantasia
che mille inverni non hanno ancora ucciso?
Trema ancora
benedetta bimba del cielo,
e l’incanto
come in favola
riuscirà a compiersi, se vorrà.



Fili di sogno


Ripongo nel cuscino i sogni di questa notte
futuri e passati dentro le dita.
Mi agito piano
cercando il tuo volto disperso nel fumo,
imbevuto di cemento.
Non trovo il tuo sguardo
Me stessa
invento piume di realtà inconsistenti nel vuoto,
la tua presenza si nasconde nei miei occhi.
Cosciente riordino le nuvole per domani notte
Ogni notte
ancora i miei occhi ed i tuoi nella sabbia scivolosa dei pensieri.
 
Vivi i miei sogni senza esistere
Raggio di luce nera
ti aspetto
 
Mai.



Camminando verso l’alba


Nell’attesa consumo i miei giorni
e la mia impazienza bambina.
I sogni troppo attesi
falliscono e si disperdono
al primo venire della notte.
E mi spaventa il tuo passo ed il tuo respiro
le voci di chi ti ama,
mi spaventa il cielo e chi mi vuole bene.
Ancora rileggo i tuoi passi
osservo quanto distano dai miei.
Le labbra tremano,
attendono che la tua voce le porti via,
là dove non esiste la paura.
Ma intanto sono qui,
a lottare con la sottile linea invalicabile
che ci separa da sempre,
e non ricordo più la sensazione di quando
t’ho avuto, e amato
in un solo gesto colmo di amicizia,
e dei sogni
che mi pesano addosso e mi schiariscono gli occhi.
Arriverai?
Quando, cantastorie?
Sento da lontano la tua voce,
questa favola non è per me.
E forse non ce ne sarà mai una.
Arriverai?
Ecco, sento le tue battute
recitate a memoria fra gli scaffali del tempo.
Ecco,
ti avvicini.
Questa storia è per me?…



...da sempre, Drama Queen.
Ti penso. Tanto.
Spooky





sabato 11 settembre 2010

Juliet Letters


Lettera n. 6

Lo sguardo in gabbia, dov'è la grazia?
La tua famosa risata è vuota...
Tu dispensi vuoti abbracci,
e se ti bacio è aria che bacio...
Chi credi di essere?
Nella tua citando Proust
sveli soltanto la tua viltà...
Mille violini oppure di più,
che cuore piccolo e avaro che hai!
Chi credi di essere?
La sigaretta brucia e diventa cenere,
vuota è la tazza del mio caffè,
un cameriere in giacca bianca,
la sua cortesia stanca...
Chi ti credi di essere?
Concludo e saluto così...
L'uomo della cartolina in abito blu sono io...
Chi credi di essere?
Nella tua assenza io cerco il mio meglio
anche se penso che è te che io voglio
sotto i miei piedi io schiaccio conchiglie
e palpiti, e meraviglie...

Ma a questa distanza non è semplice lo sai
quella tua idea che inseguo ritorna e mi aggroviglia
e cado dal tuo abbraccio e poi
do baci al vuoto immaginando le tue ciglia...



Lettera n. 7

Tesoro, io travolgente temo arrivi tardi questa mia.
Pensa a quanto può valere un semplice foglio
se lo aspetti come una magia...
Giorno e notte io soffro qui, nei miei sogni tu sei...
E ogni volta che a me ti stringerei
tu sparisci via con l'alba e te ne vai...

Il giorno andrà
la notte verrà
e il sonno arriverà...
Ritornerai nei sogni con me
e per mano tu mi prenderai
e per mano tu mi prenderai
per mano mi prenderai!

Non so tesoro mio più caro
cosa provo quando sei vicino a me...
Non vuoi leggere di noi
e le mie lettere ritornano,
io le strapperò per te.
Ma ti inganni se credi così
che potrei sparire,
perchè inventerò parole che
non avrò il coraggio di spedire!

Il giorno andrà
la notte verrà
e il sonno arriverà...
Ritornerai nei sogni con me
e per mano tu mi prenderai
e per mano tu mi prenderai
per mano mi prenderai!!



Spooky




Un passo dietro l'altro


E' tempo di fare un pò di bilanci. Di dire qualcosa, in questo spazio, invece di continuare a temporeggiare sperando che questo cambi la situazione. La situazione è questa, e nulla e nessuno può cambiarla. Quindi tanto vale prenderla di petto.

Per prima cosa, penso di aver scoperto una cosa di me. E mi sembra un'ottima notizia. Insomma, non ci si conosce mai abbastanza, ma il sapere di aver scoperto un altro tassello del proprio io dovrebbe quantomeno rendermi un pò orgogliosa, io credo.
Ho scoperto che la mia competitività cattiva forse, in fondo, non è così cattiva. Sono competitiva nella misura in cui so che questo rientra nelle mie capacità. Non mi metto a gareggiare i 100 metri, perchè so che non potrei neanche lontanamente arrivare a piazzarmi. Ma posso, che so, andare sui pattini. Non arriverò prima, ma so che posso gareggiare, e quantomeno divertirmi. So che posso partecipare ad una gara di scrittura, avendo almeno qualche strumento per non andare in giro a far ridere i polli (o il pollo, volendo fare una citazione...).
Ecco, questo. Ho scoperto che la mia competitività mi spinge nei campi in cui posso giocarmi qualcosa. E non importa -ed anche questo è importante- che io vinca o meno, quanto che io abbia fatto del mio meglio per meritarmi la posizione che ho ottenuto, se questa è rispondente all amia preparazione. Non mi interessa prendere un 28 contro un 30 di un'altra persona, se la mia preparazione era da 28 e la sua da  30. Mi scoccia se ero preparata meglio di lei, ma questa è un'altra storia.
Rendermi conto che non voglio passare sul cadavere di nessuno, ma semplicemente fare ll meglio che posso, e provare a farcela, è già un discreto risultato, visti i miei standard.

Poi. Questione... questione lui: quasi risolta. L'esame di coscienza sta finendo! E stasera sono positiva, e sento che, qualsiasi scelta farò, sarà la più giusta per me. Per una volta, per una volta soltanto, voglio proprio essere egoista, e cercare di non vedere di un palmo oltre il mio naso. Non posso sempre rimetterci, no?! Quindi, vedremo. Speriamo le mie certezze reggano alla nottata che sta per sopraggiungere. Mah.

Altro? Vorrei sentire Vitto. Raccontargli. Ma ho la strana e buffa sensazione, adesso, che... mi ascolti. Non sto dicendo che prima non lo facesse... prima non mi interessava se lo facesse o meno. Scrivergli serviva solo a me, per sfogarmi. Non mi aspettavo una risposta, non la cercavo. Ora, invece, ho paura che... lo so, è buffo: ho paura che lui pensi che debba rispondermi. No, no, Vitto. Io scrivo per me. Scrivo a te, è vero, ma non c'è alcun bisogno che tu mi risponda. Non voglio. Non serve.
Non venire a salutarmi, che è pieno di gent...
Ecco, una cosa del genere. Solo che lì... solo che, quando ci si può guardare negli occhi, è tutto diverso. Io ho la possibilità di capire che lo fa solo perchè vuole farlo e non perchè se ne senta in qualche modo obbligato, e lui di capire che andrebbe bene anche se non lo facesse. E' ironico pensare che io possa complicare in modo così... sciocco un rapporto che è sempre stato di un'onestà infantile e disarmante. Chi vivrà...

Vado. Insomma, qualcosa vi ho raccontato, no?
Oggi, nonostante il mal di pancia e l'indomabile voglia di dolci, sento che le cose possono andare. Buon per me.
Spooky





giovedì 9 settembre 2010

Stasera avevo voglia di sentirti

Mi fa anche un po’ paura, ma so che quando finirà la musica, applaudirò te, e saprò che mi sei stato accanto durante il viaggio.

Fortuna che, in un modo o nell'altro, riesco sempre a trovarti.
Spooky




martedì 7 settembre 2010

Magari domani la marea porterà di buono. Chi lo sa...


Forse dovrei dire qualcosa. Forse dovrei sedermi qui, rimandare di un'altra mezz'ora il mio andare a letto, e scrivere. Ma sono stanca, e ho gli occhi gonfi di un pianto che non mi ha liberato, ma ha lasciato tutto vibrare dentro, come in una delle campane di Notre Dame.
Oggi è stata solo una giornata storta. Attendo la sorte che mi spetta, o meglio, quella che mi sono scelta, e vado avanti. Mi soffermavo oggi a ripensare alle parole che ho detto dopo la serata dei Promessi in Rai: Vitto è la mia assoluzione. Forse finalmente ho capito come descriverlo. Forse dovrei dirgliela, questa cosa qui. Vitto, ho trovato la definizione. Quello che sei, quello che fai. A me, almeno. Tu mi assolvi. Per questo ti amo, per questo non smetterò di seguirti.
Ma è un discorso lungo, e non sono abbastanza lucida per riuscire a censurare tutto quello che non potrei o non dovrei dire, quindi rimando.

Un bacino.
E adesso so cosa devo fare, devo continuare a respirare… perché domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa può portare...

Spooky



sabato 4 settembre 2010

Sfera di cristallo


Sidonia, regina della notte, tu che vedi tutto dal trono del cielo... dov'è Mario? Cos'è il nostro amore? Parlami nel sonno... quale alba vedremo domani?...

Spooky




giovedì 2 settembre 2010

...bum!!


Così descriverei la sensazione che provo stamattina. Ad un passo dall'esplosione. Dal rompermi in mille pezzi, per tutto quello che ho dentro.
Ogni... ogni volta che sto male, ogni volta che mi sento sola, inadeguata, isolata, che non capisco cosa voglio nè quello che valgo, vorrei potermi ricordare questa sensazione. Quella di emozionarmi in modo così geniuno per la futilità. Quella di mettermi ad urlare per strada, urlare fino a perdere la voce, e poi piangere, perchè le emozioni in qualche modo devono uscire, liberarsi... andare in giro ridendo a squarciagola, con un sorriso ebete e bellissimo, e ricordarmi di quanto sia straordinario, sentirsi così.
Niente... penso che nulla, nessuno, penso che niente sul pianeta potrà mai darmi la stessa sensazione di felicità profonda. Di libertà, di spensieratezza, di speranza ed assoluzione.
E l'unica cosa che vorrei fare adesso è... guardarlo negli occhi, prendere una bella rincorsa, e sprofondare, letteralmente sprofondare dentro un suo abbraccio, strngendolo così stretto da sentirgli le ossa, da farmi mancare il fiato, e cercare di restituirli l'intensità, il calore con il quale la sua voce mi accoglie, ogni volta che inizia a cantare.
La sua voce è un dono di Dio. Lo stesso a cui non credo, ma è inumano quello che è e quello che mi fa... quindi sì, è un dono che non viene da qui. Non può venire da qui. Perchè posso innamorarmi, posso vivere, posso provare le emozioni più forti che un essere umano abbia mai provato... ma Vittorio, Vittorio è un'altra cosa.

Ci sarà un giorno in cui analizzerò questa cosa. Un giorno in cui mi metterò a tavolino, e farò una lista di priorità. Ma non oggi. Oggi, voglio godermi la sensazione, ancora una volta, di essere stata assolta, per ogni peccato, ogni condanna autoinflitta.

Ti voglio bene. Un bene totale, assoluto, inimmaginabile, sciocco anche, ma vero, che riempie ogni cellula di me. Tanto grande che sarebbe da egoisti non condividerlo, esternarlo, farlo di tutti... perchè nel mondo c'è bisogno di un affetto così!!
Lo senti?! Lo senti, quello che crei? Lo senti, quanto mi rendi felice?!
Nessuno può capire... nessuno sa il dolore... ma nessuno sa anche la gioia. E' vero, provo il dolore in un modo straordinariamente cattivo... ma quando sto bene, quando sento quello che ho nel cuore stamattina... non esiste nessuno che ringrazi la vita più di me. E' una sensazione impareggiabile, impagabile. E'... tutto!!!

Spooky




mercoledì 1 settembre 2010

Fagiolini sul fuoco


...da tanto non mangiamo i fagiolini. Da tanto non scrivo su questo pc, la cui tastiera mi semrba dura adesso, scomoda, quasi non mia. E' tutto strano, diverso, sensibile. Mi sembra quasi di troavre un posto differente... o magari differente sono io. Ne parlavo ieri con Giulia: ogni volta che siamo a Verona, ed ultimamente la sesaizone si è acuita, mi sembra di stare in una realtà parallela. Virtuale. Mi sembar di essere diversa, mi sembra di diventare un'altra persona. Forse è per questo che... ma non ne voglio parlare. Non ci voglio pensare.

E' quasi pronto, vado a dare una mano.
Un bacino.
Io... scriverò. Poi. Scriverò. Promesso.
Spooky