domenica 30 marzo 2008

Citazioni sparse

WILSON: You can't let a dying man take solace in his beliefs.
HOUSE: His beliefs are stupid.
WILSON: Everybody lies. Some for good reasons, some for bad. This would have been a fantastic reason to lie!
HOUSE: Hi! Greg House.
WILSON: Why can't you just let him have his fairy tale? If it give him comfort to imagine beaches and loved ones and life outside a wheelchair....
HOUSE: Are there 72 virgins too?
WILSON: It's over. He's got days, maybe hours left. What pain does it cause you if he spends that time with a peaceful smile? What sick pleasure do you get in making damn sure he's filled with fear and dread?
HOUSE: He shouldn't be making a decision based on a lie. Misery is better than nothing.
WILSON: You don't KNOW there's nothing. You haven't been there.
HOUSE: Oh, God, I am TIRED of that argument! I don't have to go to Detroit to know that it smells.
WILSON: Yes. Detroit. The Afterlife. Same thing.

Io adoro questo pezzettino!!! :)


ENJOY!
Spooky



 

sabato 29 marzo 2008

Actor... doctor.

Insomma, io stavo andando a letto. Passo solo per spegner il pc. Già che ci sono controllo la posta, che aspetto una mail dal mio professore. E già che ci sono, vado a dare un'utlima controllatina al blog, sia mai che qualcuno avesse commentato. Ah, è passata mezzanotte. Vado a controllare Eriadan. Lo so che il week-end non posta più... ma io non posso fare a meno di controllare lo stesso. Per precauzione, ecco. E già che sono qui, do un'ultima occhiata ai miei link, volesse mai che qualcuno abbia postato...


Così leggo un blog, uno di quelli che seguo. Mi vengono in mente delle parole che mi sembrano vecchie di secoli. Fanno più o meno così. Lei non era nel mondo, ed il mondo non era per lei. Mi viene in mente qualcosa di dimenticato. Quanto ti ho amato e quanto t'amo non lo sai, e non lo sai perchè non te l'ho detto mai.
Vengo sommersa, quasi senza accorgermene, da una valanga di me passate. Una valanga.
C'è la Valeria dell'università di Roma, con le lenti a contatto, la coda di cavallo, e due ciuffi lunghi, neri e ricci come non mai ad incorniciarle il viso, che si specchia in una vetrata della facoltà. Me la ricordo, quella Valeria lì, che si specchiò, e vide che in fondo non era poi così male. Che aveva i suoi pregi ed i suoi difetti, in fondo, che poteva essere passabile. Con quel suo viso da bambina poi...
C'è la Valeria del primo liceo. Piccola, troppo, troppo piccola. Che scopriva l'amicizia, e si rendeva conto di quanto potesse essere bella, esclusiva e bellissima, quasi come la madre, ancora totem.
C'è la Valeria di Verona 2007/2008, che beve alle feste per dimenticare qualcosa che non ricorda più, ma che sente di doversi lasciare alle spalle, che ride, non si sa mai se amaramente o meno, che a volte piange, e si sente sola, ma a volte sorride, e sente che tutto può sistemarsi.
C'è la Valeria dell'ultimo anno di liceo. Libera, forte, decisa e determinata. Rabbiosa, ed illusa, di aver capito tutto, di essere grande, di essere invincibile. Sempre col suo viso da bambina, ovviamente.
C'è la Valeria di Truman. C'è la Valeria che non c'era, e che cercava il modo per affogare nell'abisso, il modo per non svegliarsi più dall'incubo.
C'è la Valeria di dieci minuti fa, che -spaventata al pensiero di una foto- s'è detta che non c'è bisogno di provare ad essere forte... che forse può continuare a sgattaiolare via, tanto non è che la vita si ricordi sempre tutti i crediti che ha sparsi per il mondo.
C'è la Valeria di Roma/Verona 2006/2007... la più confusa, la più sfrenata, la più incontrollata, e probabilmente la più felice.


In tutta la confusione abbissale di queste me resuscitate dal cassetto della memoria, ritrovo la sensazione di solitudine inspiegabile che mi accompagna dal 1998. Ho cominciato a pensare, quando sono cresciuta un pò, che fossi davvero una grande egocentrica. Cioè, l'adolescenza l'hanno passata tutti, ed ognuno nel suo piccolo ha vissuto i drammi tipici di quell'età. Ma pensare di conservarne indelebile la dolorosa presenza, allora come adesso, mi è sempre sembrata un'illogica presunzione. La megalomania di una scrittrice che non scrive, che poi è il personaggio di ogni mia storia, è la rappresentazione più vera di quello che sono.
Ma stasera ho trovato un'altra anima solitaria. Un'aliena, come me. No, mi spiego meglio. Un'aliena diversa da me. Il che vuol dire, forse, che siamo un pò tutti megalomani pazzi. E che il tentativo disumano di spiegarsi, di distendere le proprie emozioni per rendere partecipi le persone a cui vogliamo bene dei nostri pensieri è... inutile. Quantomeno inutile, se non totalmente privo di fondamento.
E' senza senso che io provi a spiegarvi come mi sento, in quei momenti lì. Che non è come mi sento adesso, ma è come mi sentivo venti minuti fa, quando ho ascoltato Vittorio cantare Quanto t'ho amato. E non era dolore per Truman, come potete immaginare, o per Cat, come alcuni di voi potrebbero vagamente intuire. E' semplice ricordo.


Ricordo di tutto ciò che m'è passato nel cuore, e non è riuscito ad uscire dall'altra parte. Come una montagna di pallottole che hanno trovato il foro d'entrata, ma non quello d'uscita. E che di tanto in tanto mi rendono faticoso il viaggio.
Non sto male. E sì, ho la mente devastata dal solito, nauseante uragano Truman, ma oramai, a queste tempeste, sono così abituata che non mi fanno nè caldo nè freddo. Truman è una fotografia sbiadita che guardo con rancore e disprezzo di me: finchè non sarò in grado di perdonarmi, vederlo o meno non conterà nulla. Dicevo. Non sto male. Ma mi spezza, nel senso letterale del termine, il pensiero di quanto io sia in grado di soffrire. E l'idea che nella vita dovrò affrontare brutti momenti, crisi, problemi, insomma, l'idea di dover vivere mi terrorizza, se accanto alle gioie, dovrò, di nuovo, provare quel dolore lì. Anzi, probabilmente un dolore maggiore. Forse Truman è solo questo. Forse tutta la storia allucinogena che la mia mente ha creato con lui è solo... solo la misurazione esatta del mio limite, del mio punto di non ritorno. A soffrire più di così, io, impazzisco.


Non so se ha aiutato, di certo ha confortato me. Spero ti abbia quantomeno fatto compagnia, Deb. Un bacio,
Spooky


 

giovedì 27 marzo 2008

Past & Present

Quanto tempo e ancora


Non ci credevo ho detto
É lei o no
Tra tanti amici
Non ti aspettavo qui
Solita sera e
La solita tribù
Tu che mi dici
Stai sempre con i tuoi
E ti accompagnava
Un'emozione forte
E ti accompagnava ancora
La solita canzone
Na na na na na na na na na na

Ma quanto tempo e ancora
Ti fai sentire dentro
Quanto tempo e ancora
Rimbalzi tra i miei sensi
Quanto tempo e ancora
Ti metti proprio al centro
Quanto tempo e ancora
Mi viene da star male
E sento che
Se te ne vai adesso
Io potrei morire
Che se te ne vai adesso
Ancora tu l'amore
Na na na na na na
Na na na na na na
Na na na na na na

Tra tanti amici
Che sono anche i tuoi
Guardali bene
Non cambieranno mai
Saluti e baci poi
Prendi e te ne vai
Sì forse è meglio
Così non mi vedrai
Piangere poi ridere
Poi prenderti un po' in giro
Fingere davanti a tutti
Di aver dimenticato
Na na na na na na na na na na

Ma quanto tempo e ancora
Ti fai sentire dentro
Quanto tempo e ancora
Rimbalzi tra i miei sensi
Quanto tempo e ancora
Ti metti sempre al centro
Quanto tempo e ancora
Ancora tu l'amoreeee
Na na na na na na
Na na na na na

Ma quanto tempo e ancora
Ti fai sentire dentro
Quanto tempo e ancora
Rimbalzi tra i miei sensi
Quanto tempo e ancora
Ti metti sempre al centro
Quanto tempo e ancora
Ancora tu l'amore
Na na na na na na


 


E adesso mi chiedo... quanto può una persona, anche a cui non teniamo più così tanto, restare nel cuore? Cioè, proprio restare, la sua presenza, non la sua importanza. Me lo chiedo, e nel rispondermi sento che dovrei sentirmi in colpa, ma in realtà la presenza di Truman è come un difetto che mi appartiene, un'anomalia genetica a cui fai l'abitudine, col tempo.
Ecco, diciamo che io ci ho fatto l'abitudine. Ed adesso non lo avverto quasi più: so che c'è, e lì resta. Mi viene in mente un'immagine di A beautiful mind... un'immagine tra le più tristi e dolorose che io abbia mai visto, a dire il vero, ma davvero una bella immagine, di quelle che fanno male per quanto son belle. C'è Nash che riceve il premio Nobel, e parla delle difficoltà che ha dovuto superare... poi volta lo sguardo, ed in fondo alla sala vede i suoi tre amici... che sono solo frutto della sua schizzofrenia, che non sono reali, e che ha imparato ad ignorare, ma che lui vede ancora. Ecco, Truman è un pò questo. Ci si convive, alla fine.
E poi c'è la voce della... stavo per dire coscienza, ma non è la voce della coscienza. Forse la voce del mio vittimismo, che mi dice "Ma se è qualcosa che dovresti ignorare, perchè vuoi tornare a vederlo recitare?"...
Bella domanda, davvero. Ma ho la risposta anche a questo. Perchè il teatro è l'unico spazio in cui davvero lo conosco, e so chi è. E' quel Truman che ho amato, e che probabilmente amo tutt'ora. Si chiama Vittorio, quel Truman lì. So che non potete capirlo, ma è la pura e sacrosanta verità. Anzi, no, non si chiama Vittorio. Si chiama Frollo. Claude Frollo.


   


Ecco, appunto.
Ah, un ringraziamento. Al duplicato delle chiavi, e al "...ma stiamo insieme?!" :P Questa non la capite ma passatemela :P Al mio amore, che non mi lascia se dedico post a Truman... Lo sai che sei il mio solo ed unico amore!


Spooky


 

lunedì 24 marzo 2008

Non tutto è rosso, o blu

Non tutto è rosso, o blu

Delle belle parole
che leggo e che scrivo
sul giornale del tempo
non resta che farne carta straccia,
riciclaggio.
Avevo giurato -e con me lei- di ridere e prendere l'amore
come la gioia di una nuova primavera
come l'incontro di due anime,
di due cuori bambini ed innamorati
che sfiorandosi appena
sarebbero stati uno solo
sempre, e per sempre.


Essere innamorati
è una cosa bellissima
ti si allarga il cuore
...


Un vecchio dio mi sussurra all'orecchio
parole perdute
e rido della sua incoscienza
della bestemmia senza fine
a cui mi ha convinto a credere
millantatore, bugiardo, ingannato anche lui
da un paio di occhi, dal disegno di un sorriso.
Ora so -eppure ne ho sempre avuto coscienza-
di cosa parlavano i miei incubi
cosa sognavano i miei silenzi.

Nel perdersi
c'è chi trova nuove strade
chi si inginocchia sulle tracce della vecchia,
chi ringrazia l'oblio
chi maledice la dimenticanza.
Io
che non sono
che non comprendo
che non esisto e che non immagino
resto immobile, a braccia aperte
ad aspettare il sole
o la grandine.
Io
che non ho luce
ma che non so creare il buio di cui mi nutro
aspetto, impaziente
e senza speranze.


Tutta una vita così
e tutte le successive allo stesso modo.
Non c'è bellezza per chi non ha occhi che la guardino
non c'è pace nel buio cieco di uno sguardo assente.
Fino alla fine,
senza mai fermarsi.


Spooky


 

Auguri

Buona Pasqua, Buona Pasquetta.
Mangiate tante uova, consolate le vostre incertezze nel buon vino del cioccolato.
Io?...
Io sono terrorizzata. Spero che la notte mi culli un pò, e trasformi ogni paura in un sorriso. Chi lo avrebbe mai detto, che tra una spiga recisa e l'altra, potesse conservarsi intatto così tanto dolore...
Non mi chiedete cos'ho, perchè non ve lo so spiegare. Anzi, sì, non diciamo idiozie. Ve lo saprei spiegare benissimo. E' che significherebbe davvero rendere conto a qualcuno di qualcosa. Spogliarsi, denunarsi, scoprirsi vulnerabili e senza difese.
Ecco, ecco che cos'ho. Sono senza difese. Fuori si gela, ed io sono senza difese. Se solo accostano la finestra, mi troverò a tremare, e morire di freddo senza rendermene neanche bene conto. Se solo, senza volere, senza sapere, la finestra si aprisse, anche di poco, di pochissimo, di un millimetro...


Sono innamorata.
Per favore, lasciate tutte le finestre ben chiuse.


Spooky


 

sabato 22 marzo 2008

Io. La. Adoro.

Il solito sesso - Max Gazzè


Ciao, sono quello che hai incontrato alla festa,
ti ho chiamata solo per sentirti e basta…
si, lo so, è passata appena un’ora, ma ascolta:
c’è che la tua voce, chissà come, mi manca.
Se in quello che hai detto ci credevi davvero,
vorrei tanto che lo ripetessi di nuovo…
dicono che gli occhi fanno un uomo sincero,
allora stai zitta, non parlarmi nemmeno.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Perché, sai, non capita poi tanto spesso
che il cuore mi rimbalzi così forte addosso,
ed ho l’età che tutto sembra meno importante,
ma tu mi piaci troppo e il resto conta niente.
Dillo al tuo compagno che ci ha visti stanotte:
se vuole può venire qui a riempirmi di botte!
Però sono sicuro che saranno carezze,
se per avere te vicino almeno servisse.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Chiuderò la curva dell’arcobaleno
per immaginarlo come la tua corona,
e con la riga dell’orizzonte in cielo
ci farò un bracciale di regina…
ma se solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero!
Sai, qualcosa tipo “cielo in una stanza”
è quello che ho provato prima in tua
presenza…
dicono che gli angeli amano in silenzio,
ed io nel tuo mi sono disperatamente perso.
Sento che respiri piano in questa cornetta…
maledetta, mi separa dalla tua bocca!

Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Correrò veloce contro le valanghe
per poi regalarti la fiamma del vulcano,
respirerò dove l’abisso discende
e avrai tutte le piogge nella tua mano…
ma solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero!
Posso rivederti già stesera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Ora ti saluto, è tardi, vado a letto…
Quello che dovevo dirti, io te l’ho detto.



Spooky


 

Ora ti saluto, è tardi, vado a letto...

Fuori piove, di quella pioggia insistente e nera che oscura anche i cuori sereni. E' una di quelle giornate in cui si fa bene ad essere preoccupati, a star male, ad incupirsi, anche senza motivo. Invece, io sto bene. Mi sento fortunata, respiro liberamente, e tra poco vedrò le mie gemelline... la luce chiara della nostra amicizia bambina. Certo, sì, sono preoccupata ed ansiosa, ma Riccardo non è un ragazzino, e Villa Maraini non è l'inferno, anche se a volte può assomigliarci. Ero piccina quando ho sentito per la prima volta il nome di questo posto... ed avrei voluto farci volontariato. Io, che non riuscivo neanche ad aiutare me stessa, che tenevo gli occhi bassi, che masticavo lacrime ed ingoiavo sassi pur di non essere vista, e giudicata. Pensate un pò. Ora so che non ho la forza per affrontare cose del genere. Ma lui sì, e sono contenta che si dia così agli altri, perchè è il modo con cui si da a me. Senza riserve, senza paure. Totalmente.


Ripeto, piove. Però sono sollevata, e contenta: inizio oggi una piccola nuova esperienza, che sarà sciocca, ma che sono mesi che volevo riprendere... e non vi dico che si tratta solo di lenti a contatto, che mi ridete in faccia. Ma ho gli occhiali nuovi, e -non so se lo sapete- ma avere occhiali nuovi (o lenti a contatto, che sono occhi nuovi) è come indossare un vestito da sposa... è rinascere, è provarci, è dire "questo è il mio nuovo viso, spero vi piacerà".
E per un'insicura come me, cambiare viso è come perdersi e ritrovarsi, che può essere una brutta cosa, ma anche bellissima...


Realtà, quotidianità: mio padre ha appena distrutto un cerchione cadendo in una buca coperta dall'acqua della pioggia battente. E con tutti i soldini spesi oggi in occhiali di Vogue, non era proprio la cosa migliore da fare. E tra un'ora devo prendere il treno per Roma, e qualcuno dovrà pure portarmi in stazione. Con la macchina. Vabbè!


Vado gente.
Un bacione a tutti.
Sempre vostra,
Spooky



 

lunedì 17 marzo 2008

Dalle remote terre del veronese...

Eccomi qui. Ebbene sì... per la serie "a volte ritornano".
E' che non avevo molta voglia di scrivere, ecco. Ma non è che non vi pensavo, o che non ci stavo attenta. Certo, il mio pc non va, e sto seriamente pensando di rottamarlo per un portatile, ma insomma, sì, vi pensavo.
Perchè mi sento particolarmente sola, e non sola nel senso di "abbandonata", ma sola nel senso "senza compagnia", ed è una condizione che mi induce alla riflessione, ma stranamente non alla scrittura stavolta. Sarà che, come forse mai prima, mi sento sola, sì, ma non necessariamente triste. Semplicemente non c'è nessuno, ma non è una cosa negativa. Mi piace stare sola. Anzi, mi sento molto più completa così, senza dover parlare per tenere su una conversazione, senza dover sorridere, senza dover essere divertente. E' bello, a modo suo.


Sabato sera c'è stata la festa di laurea di Simone e Nicholas. Ne ho approfittato per bere il vino che normalmente consumo in un anno. Ne ho approfittato per ricordarmi che, nonostante i mille piccoli fastidi quotidiani, mi piace stare a Verona, e mi piacciono le persone che conosco qui, per quanto fredde o a volte strane mi sembrino.
Il bello di bere più di quanto riesca a sopportare è che di norma resto abbastanza lucida, ma parlo ad una velocità e con così poco giudizio che tutti quelli che ho intorno pensano che stia per collassare. E lì si dimostrano, ognuno a modo suo, premurosi, amichevoli, inaspettatamente vicini. Forse è sempre la solita gentilezza di cui parlavamo spesso io e Giuli appena trasferite, quel modo carino che hanno di fare le cose, senza mai dar adito a qualcosa che assomigli all'affetto. Ma mi piace pensare che dietro ogni gentilezza ci sia un pò di bene, e che di tanto in tanto sia anche per me.
Così uscendo dal caldo infernale della sala, alla ricerca di quello che mi mancava (è inutile tentare di capire cosa passi nella testa di una persona poso sobria, le stesse identiche cose che da lucida, solo d'intensità quadruplicata, ed il dolore e la distanza diventano tanto reali da distruggere ogni pensiero ragionevole, e far solo male), ho fatto una passeggiata con Maria, ed una chiacchierata con Amorì. In entrambi i casi, non avrei mai pensato di passare dei momenti in loro compagnia, e non per diffidenza, ma solo per lontananza. Eppure, cosa non fa l'alcol.


Bene, ragazzuoli, vi ho aggiornato un pò.
Ah! Sono andata a vedere Vitto. Ottima compagnia, e finalmente ho visto Vittorio. Questa penso la capiscano davvero in pochi, ma non fa niente: per me era importante. Perchè mi sei mancato molto, Vitto, e per un attimo ho temuto davvero di averti perso. Almeno adesso ho di nuovo speranza.
Mi sono anche accorta di come il tempo passi, e tutto scivoli via, lentamente, trascinato con tale docilità da sembrare immobile, ma costantemente... e ci si ritrova cambiati, e si ripensa al passato: sono quasi cinque anni che ti conosco, Vittorio, sei che conosco il tuo nome. Sono un'altra persona, eppure resti una costante ("...tu sei la mia costante, la mia pietra di paragone" #... oh, no, non chiedetemi di ricordarmi questo, vi prego, no... 4? 7? non fa niente, sta di fatto che ancora mi ricordo di Ludovisi Bersanetti, e per una folle come me, questo è un gran successo...), ed è una cosa che mi rende felice.
Ogni ricordo, ogni frase, ogni cosa che ci ha accomunato, resterà. Anche lei, anche loro, anche il rancore, anche la malinconia. E prima o poi saranno tutti bei ricordi.


Un abbraccio a chiunque abbia letto fin qui.
Spooky