martedì 29 marzo 2011

Tell me what you want

Vorrei avere una bacchetta magica, così da dare risposta alle mie domande.
Vorrei chiedermi ciò che mi chiedo in una lingua diversa, quella dell'anima, quella della mia anima, ed ascoltare serenamente cosa ho da dire.
Come si può decidere, a 25 anni, cosa si deve fare nella vita?
Come si fa, a meno di non avere una passione bruciante per qualcosa?!
E se la passione è agli inizi... come capire se e quanto sarà intensa?
Come distinguere l'amore dalla semplice infatuazione, come misurare l'impegno?
Ed inoltre: la passione va di pari passo con il talento?
Se mi piace cantare, vuole necessariamente dire che ho il talento per farlo?
O forse no?
Magari vorei fare la cantante pop, ma sono stonata come una campana.
Chi è che ha il diritto (o il dovere) di dirmi cosa non so fare?
Quello per cui non ho affatto talento?
Io?
Come si può essere oggettivi, guardando sè stessi e dovendosi giudicare?!

Mi faccio un sacco di domande. Mi guardo intorno, e spero che prima o poi avrò la forza, o la coscienza, di rispondermi. Mi rendo conto di non stare veramente scegliendo una strada... temporeggio. E penso sia arrivato il momento, invece, di prendere una decisione.
Senza chiedersi se sia quella sbagliata... prenderla, e percorrerla fino in fondo. Perchè è così che si fa. Perchè per diventare bravi in una cosa, sì, c'è il talento, ma c'è anche la determinazione, la volontà, la caparbietà... spero Kid mi abbia insegnato ad avere un pò di tutte queste cose.

Lo scorso weekend sono  andata a vedere Vitto. Poi c'è stato il cosidetto "B-day", il "Babbions-day". Mi sono divertita. Sono stata bene. E' bello sentirsi a casa, nonostante le differenze, nonostante gli aspetti antitetici, le disaffinità.
E' bello avere una famiglia come quella che, al di là di tutto, siamo riusciti a creare. E' bello avere ancora un forum blu in cui rifugiarsi, quando tutto sembra perdersi.

C'è la bella notizia che non vi ho ancora detto, ovvero che vado a Londra :)
Finalmente! Vado a trovare la mia stellina, ovviamente, ed a cercare la me stessa che ho perso da qualche parte negli ultimi mesi. Spero di ritrovarmi. Spero di esserci, all fine di questo viaggio, spero di poter dire di aver fatto le scelte giuste.

...come posso andare da mia madre e dirle che la sua carriera non è la mia?
Ieri mi ha detto "un posto di lavoro lì è un posto per tutta la vita". La mia risposta è stata "appunto". Buffo come una parola sola possa significare cose così diverse... infatti per lei era una cosa buona. Ottima. Per me, solo l'idae di un 9-18 mi ha messo i brividi... e mi sono detta, ancora una volta: allora è l'altra cosa quello che vuoi fare? Sicura?
Sicura?...
Perchè non riesco ad essere certa neanche delle cose che mi riguardano così intimamente?!

Comunque, al di là di tutto questo, mi sembra che le cose continuino a girare. Sempre per il loro verso... ma girano. Bisogna continuare a respirare. Perchè non è importante solo ciò che la marea ci porta... ma ciò che decidiamo di farne.
Io sto decidendo. And you don't live to regret it.

Chiudo gli occhi. Fortuna che, in tutti questi punti interrogativi, resta un bellissimo punto fermo, di nome Ric.
Ah, stiamo per prenotare. Evviva evviva evviva. L'America si avvicina!
Spooky




sabato 19 marzo 2011

Grandioso

E' bello essere una star.
Ed è proprio così che mi sono sentita, non c'è niente da fare. Quando trovi un albergo a quattro stelle pagato, una cena spesata, un liceo ipertecnologico che ti accoglie, ed un pubblico entusiasta che ascolta le tue parole su un palco, non penso ci si possa sentire diversamente. Siamo stati grandi.
Terracina, cielo nuvolo ma temperatura mite. Il mare ad un passo, due rappresentazioni in programma, una di sera, per il pubblico locale, e l'altra il mattino dopo, per i ragazzi del liceo. E' stato un successo. Certo, non penso che tutta la trama sia stata seguita, non penso che molte cose siano state comprese fino in fondo, ma che importa? C'eravamo noi, spettacolari, bravi, nella parte, intensi e comici al punto giusto, tanto da rendere "divertente" e godibile anche un testo particolare come questo, perfettamente affiatati. Con tutti i difetti che ha questo spettacolo... è stata la migliore rappresentazione a cui ho preso parte.
E poi... beh, mi sono piaciuta molto. Penso di aver... arrotondato ancora di più il personaggio, reso più mio, caricandolo invece di snaturarlo, e "facendomi lei" pur restando me stessa. Ho tirato fuori, in me, quello  che lei doveva avere. Una sensazione strana, in effetti, ma... grantificante.
Si, sono gasata! :D

Ora vi lascio, vado a coccolare il mio amore... in attesa del prossimo pubblico!!! :P
SpookyRuth








giovedì 10 marzo 2011

Uffaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!

Le passioni sono magnifiche, ma... uffaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!! :'(
Weekend con il mio amore... sfumato!!! :'(

Spooky

PS: problema con la cliente risolto, con un magheggio, ma risolto. Fortunatamente anche lei è una capretta ad usare il programma, così ci siamo date una mano a vicenda. Il capo non c'è, non so se arriverà, ed io nel mentre mi giro i pollici... inutile anche che mi metta a controllare gli agriturismi, visto che tanto non ci andremo più... :'( Ci vorrà tutta la mia bravura per farmi perdonare!!

mercoledì 9 marzo 2011

Un po' di rabbia, un po' di tensione

Insomma, forse è davvero così che funziona il lavoro.
Ma se è così, io penso che non lo farò mai bene. Mai come dovrei. Eh già, perchè non riesco proprio a ritrovarmi in questa logica.

Insomma, oggi pago delle fatture (pago... non è vero, inserisco nel sistema che le fatture di acquisto sono state pagate, così, sulla parola del mio datore di lavoro). Inizio a lavorare alle 10 (dovrei arrivare alle 9:30, ma ho fatto tardi, in più il capo non ha sentito il citofono, e quindi sono rimasta altri dieci minuti di fuori), e alle 11,20, esattamente 20 minuti dopo che il capo è uscito per andare da un cliente, ho finito quel che devo. Morale della favola: non so più che fare. In senso letterale: non ho altri compiti, non ho altre mansioni, tranne quella di rispondere al telefono, quando suona, e stamattina decide di squillare solo per emettere un "beep" non meglio identificato. Allora mi metto a girare un pò per i fatti miei su internet. Passa un'ora, ma far passare la seconda è dura, anche perchè la rete non funziona praticamente più, caricare le pagine sembra un'impresa, chi lo sa che aveva. Comunque sono le 12:38, alle 13 stacco, sono contenta come una Pasqua... squilla il telefono. Una cliente ha un problema con le fatture, e visto che le sto facendo, penso sia giusto provare a darle una mano, anche se non ho alcuna competenza per farlo. Non riesco, e visto che le serve entro domani le assicuro che sarà richiamata il giorno dopo, visto che nel pomeriggio non c'è. Bene. Scrivo una mail al capo, visto che domani non sono in ufficio, spiegandogli il problema, e mi metto il cuore in pace.
Alle 12:49 il capo torna. Prima di alzarmi ed andar via, gli racconto il problema, e lui si arrabbia con me perchè non sono stata in grado di risolverlo. Gli chiedo cosa avrei dovuto fare, gli faccio vedere nello specifico dove le cose non vanno, gli domando come risolvere, e lui, testuale "non lo so, non conosco questo programma". Mi verrebbe da rispondergli "ed allora dovrei conoscerlo io?!" ma taccio. Mi dice perchè non mi sono fatta spiegare il problema in remoto, cosa che non mi aveva mai detto esistere, e poi mi impone di richiamare la cliente e "risolvere il problema". Se non fosse che la cliente è fuori ufficio e non si sa quando tornerà... morale? Domani, che dovevo andare in casa editrice, tornerò lì a "risolvere" non so cosa, visto che NON HO IDEA di come risolvere un problema su un programma che non conosco.

Sono arrabbiata. Arrabbiata dal fatto di non sapere, arrabbiata che si pretenda che io sappia, arrabbiata di fare un lavoro che non so fare ed in cui non so che fare, arrabbiata di non sapere come arrivare a fine mattinata, ed arrabbiata del fatto che comunque mi si imponga di farlo "lavorando", anche se lavoro non ce n'è per me. Lui mi ha assunta, se non sa cosa farmi fare è un SUO problema, non mio! Non mi sono messa in ginocchio a pregare, non l'ho implorato, e per quanto mi paga (tra parentesi a fine giugno, mica ora) potrei anche restare a casa.

Se ognuno di noi... se ognuno fosse pagato per fare quello che sa fare, e non per quello per cui non è portato o che nessuno gli ha insegnato a fare... allora le cose andrebbero meglio, molto meglio in quest'Italia di raccomandati ed imbecilli.
Non amo fare brutta figura, non amo non sapere, non amo far pensare agli altri di esser stupida. Ma ci sono cose, tante cose che non so... e se nessuno me le insegna, nè mi dà un libro su cui studiarle, di certo non mi arrivano per volontà divina.

Non è servito a niente sfogarmi, ma almeno ho scritto un pò... perchè sì, questo lo so fare, ma ahimè, a chi importa che io sappia scrivere? No, l'importante è che io faccia la partita doppia, che però nessuno mi spiega, perchè, come diceva Socrate, le consocenze sono già dentro di me! Ma vaff!!

Spooky



venerdì 4 marzo 2011

Non scrivo quasi più. Vorrei trovare una spiegazione soddisfacente, ma per il momento la sola che vedo è che non ne ho voglia, non ho stimoli, o forse solo non ho niente da dire. Chi lo sa. Che poi, alla fine, qualcosa da dire si trova, ma... è l'idea di esternarlo, renderlo pubblico, che mi lascia perplessa come prima non accadeva. Prima scrivevo per me, ora mi sembra di farlo sempre per un pubblico. Immagino le persone, dall'altra parte dello schermo, pronte a leggere le mie parole, ed anche i miei silenzi. Una volta il pensiero non mi sfiorava neppure. Come essere nella casa del Grande Fratello, ed improvvisamente accorgersi che ci sono le telecamere, che fino ad allora non avevi proprio notato. Mah, che strana la vita. E così se ne va un altro sogno, mi dico. Se ne va un altro talento, scivola via un altro tassello di me. A volte mi domando dove andrò a finire. A volte mi domando se mi renderò conto del passaggio, o mi troverò a non essere più me senza neanche saperlo.
Semplicemente un giorno non mi firmerò più Spooky, non controllerò più la mia mail, dimenticherò la password che mi rende ciò che sono, e dimenticherò... tutto. Anche Vitto. Perchè sì, mi sembra di star perdendo anche lui.

Questo intervento voleva avere tutt'altro tono. Oggi, un pò per non morire, o forse un pò per celia, sono andata ad assistere ad un turno di doppiaggio. E' stato bello. Dalla strada, che mi ha portato spaventosamente vicina al 2006, fino a... tutto: le voci, la sala, le persone. Il buio. E' un buio artificiale, plastico, quasi ostile, ma mi è sembrato di trovarmici subito bene. Mi è parso fosse accogliente, morbido, caldo in qualche modo. Le sale, nuove ed impeccabili, invece di rimandarmi la sensazione di container senz'anima (come mi avevano dato gli uffici della CentroSolar), mi hanno... coccolato. Mi sono sentita profondamente a casa.
Poi, ovvio, c'è stato tutto il resto. Il sottile imbarazzo di trovarsi in un luogo nuovo, i sorrisi di circostanza, i tic nervosi. L'idea di star disturbando gente che lavora, cosa che mi lascia sempre addosso una sensazione di inadeguatezza e disapprovazione. Eppure sono stati tutti molti gentili, disponibili al dialogo, aperti, diretti. Senza fronzoli, senza orpelli o incipt barocchi, persone. Persone particolari, potrei dire. Cariche di una diffidenza bambina che era solo mia, ma vedevo riflessa nei loro sguardi incuriositi più dei miei. Forse sarà stata la suggestione del momento, ma mi è sembrato addirittura che a volte la direttrice di doppiaggio mi guardasse con riconoscenza, come a dire "ma allora qualcuno lo sa, che esistiamo!".
Sì, lo so. Parlavo con Alberto e mi sono ritrovata a rendermi conto che ho iniziato a farmi domande sui doppiatori da X-files. Da Mulder, da Ludovisi Bersanetti. Ho cominciato a vedere ER perchè doppiava il Dottor Green, visto che X-files era stato privato del suo protagonista. E poi hanno segato anche lui... era destino, si vede. Riaffiorano dei ricordi, come se qualcosa di questa professione abbia accompagnato anni non ssospetti della mia vita. Chissà con che diritto poi.

Il turno di doppiaggio (che mi ostino a chiamare "sessione", retaggi universitari ancora troppo vicini suppongo!) si è svolto... beh, esattamente come quelli che faccio (facevo) al corso: visione, prova sonora, muto. Ho assistito a BBT, e devo dire che mi ha sorpreso vedere come durante la prima visione Leonardo Graziano già smozzichi le frasi, si legga le battute, e dopo, sul primo sonoro, magari guardi più che parlare. Curioso. A volte ha letto addirittura prima della visione (che è una cosa che ho fatto anche io, un paio di volte, ma credevo di star sbagliando :P).
La prassi è la stessa, più o meno: si incide, si lima, si aggiusta, si stendono/accorciano le battute, e via, verso la successiva. Certo, per i tre quarti a me le battute sembravano perfette già alla prima incisione, e spesso mi sono chiesta quale fosse il bisogno di registrarle nuovamente, ma insomma... non posso capire proprio tutto :D

Comunque, un'esperienza da ricordare... qualcosa che mi ha fatto bene all'anima, al cuore, agli ormoni ed al fegato, tutta roba che ultimamente è stata messa un pò sotto pressione.
Certo, poi c'è stato lo str@nzo con la Smart che per sorpassarmi si è fatto tutta la strada di Capannelle in doppia fila accanto a me solo perchè io, che ero nel giusto, avevo deciso di non farlo passare (mi ha anche mandato a quel paese... non gli ho risposto solo per paura che scendesse col crick!), ma anche questa è passata.

Vado. Sono contenta di aver scritto un pò.
Mi manco, a volte.
Spooky