domenica 25 settembre 2011

Memories

A volte sei lì, senza niente di meglio da fare che pensare a come la tua vita stazioni (per colpa tua) in un limbo di nulla, e le vicende degli altri ti trapassano da parte a parte, portando a galla ricordi sbiaditi dal tempo e dalle successive emozioni.

Quindi, da un paio di stati facebook di una persona che conosco da sempre, ma che non mi è mai stata altro che una conoscente, non solo mi sono rivista scorrere davanti due annetti buoni della mia vita, ma anche tutta una serie di sensazioni, cattive e buone, che il mio cuore ha passato, ed ha fatto passare ad altri.
Mi sono ricordata, in maniera diversa dal modo con cui ci ho pensato l'ultima volta, all'amore ed alla complicità. A come due persone riescano a darsi dimenticandosi di essere, o a come si aggrappano a sè stessi lasciando fuori il resto.

Tempo fa ho detto che ci sono relazioni che non importa che non siano propriamente "amore", ti riempiono la vita lo stesso, ti coccolano ugualmente, ed a volte creano una complicità che l'Amore, quello vero, quello persempre, non è detto che crei.
A me è successo. Di avere un'amore così complice da rendere qualsiasi altra storia, qualsiasi altro legame, un mero riflesso di quel... essere in uno. Nonostante i baratri di solitudine che mi lasciava, nonostante il dolore, a volte, o la sensazione di precarietà ed instabilità della cosa, io non mi sono mai sentita, e so che non mi sentirò mai, altrettanto... una.
E nel pensare alla fine di un rapporto del genere, beh, ti viene un pò di tristezza. Per me le cose non andate bene, o quasi. Dopo la rabbia, il dolore, le recriminazioni ed i sensi di colpa, la complicità è svanita ma è rimasto l'affetto. Non per tutti le cose vanno così bene. Non per tutti si riesce a restare così in buoni rapporti, con quel velo di malinconia leggera non per quello che sarebbe potuto essere, ma per la sensazione che dava esserci, in quel momento.
Non è il ricordo nostalgico della volontà di riviverlo, solo la consapevolezza di un'emozione unica, speciale, preziosa, che si è vissuto e che non tornerà. Questo mette un pò di malinconia, no?...

Boh. Penso che, su questo blog, ci sia, com'è sempre stato, spazio per tutti. Da Marco, che "non mi conosceva", ma che ho pianto come fosse un familiare, un amico, una parte di me, a Maria, che non ricordo per quale motivo mi aveva fatto arrabbiare e si è meritata un paio di righe su un post, a te, adesso, che non sai neanche quanto ti sia vicina, solo perchè io so cosa stai vivendo, e spero per te che parte del peggio ora sia passato. Te a cui vorrei dire "ci sono", te a cui vorrei dire "puoi parlarmene", perchè conosco fin troppo bene la sensazione di isolamento che dà... being like this.
Comunque, parlo da me, e scusate il post senza capo nè coda.

Solo, ieri ho passato una bella serata, e ad un certo punto si è parlato di Truman... volete saperla una cosa buffa? Ridevo. Ma di cuore. Cioè, ho riso perchè proprio sentivo i muscoli che volevano farlo, non è stato niente di forzato, niente di sociale. Eppure, dentro, ho sentito un dolore così profondo... così profondo da essere quasi attutito: come un rintocco sordo in fondo allo sterno, una sensazione passata riportata alla luce, resuscitata per ricordarmi, ancora una volta, che ci sono storie che rimangono, comunque, in un modo o nell'altro, e si può passare tutta la vita a dire quanto siano state folli, stupide ed inutili quelle notti passate a piangere sul tuo nome, ma io ci credevo, Max, ci credevo sul serio... e nessuno me le ridarà indietro. Quindi, chiamatemi pure sciocca, se rido, di una risata oggettivamente liberatoria e sincera, ma dentro Spooky continua a mormorare, a bassa voce, che non importa se il Re è nudo, io gli vedo addosso un vestito bellissimo, multicolore, e con una particolare sfumatura di blu.

Spooky




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