venerdì 15 aprile 2011

To Max, with... me

Insomma, alla fine c'è sempre qualcosa che voglio dire. Qualcosa che sento esplodere dentro di me, e che devo necessariamente tirare fuori. Sarà questo lo scrivere? Il dover condividere? Ieri ho riletto una cosa scritta anni fa, e mi sono venuti i brividi per quanto fosse scritta male. Ma non importa, sto divagando. Questa devo proprio raccontarvela. Non so poi il perchè, magari perchè la mia "storia con Truman" è stata talmente tanto pubblica, bistrattata, usata, che non dirvene più gli sviluppi sembrerebbe sciocco, o solo ingiusto. Sarà che ho voglia di parlare di lui. Sarà che, nonostante tutto, ha ragione Ric: c'è qualcosa, nel primo amore, o meglio, nella "cotta adolescenziale", che resta, e che brucia... e che merita attenzione, comunque, sempre, anche a distanza di anni, anche se non fa più male.
O forse sono io. Anzi, probabilmente sono io. Sono io, e Max. Io, ed il mio Truman. Io, e il diavoletto dispettoso che ho creato per ricordare il mio nome, sia mai dovessi dimenticarmene. Io, e la mia anima bambina. Perchè, dopotutto, è Max, è sempre stata lui, la mia assenzafragile.

Insomma, giro su facebook, così. E visto che sto aspettando che la mia potentissima adsl carichi Cassl (no, non l'ho scritto male... Castle è Cassl, sempre, comunque, il mio mitico, vanitoso, geniale, e totalmente selfish Cassl!), mi snoo messa a cercare Max su fb. Non vi allarmate: è una cosa che faccio, ad intervalli irregolari, solo per curiosità. O forse per controllare. Chi lo sa, magari mi aspetto che un giorno la vita gli vada tanto male da costringerlo a ripensare a me... magari spero ancora che... ma sto speculando.
Diciamo solo che sono una alla quale non piace arrivare seconda. Figurarsi perdere. E che Truman è stato un fallimento su tutta la linea, un fallimento mio, della mia anima e del mio cuore, nel giudicarlo, nel costruirlo, nel gestirlo ovviamente. Sarà che sono un tipo ossessivo-compulsivo.
Comunque, digito e premio invio. E cosa scopro? Che non ha solo un profilo, ma una pagina in cui promuove il suo corso di teatro. Corso di teatro!! Lui! Il mio Max!! Folle.

Insomma, in un certo senso sono anche fiera. Qualche giorno fa a Termini ho incontrato per caso Nicola. Non ricordo neanche più il suo cognome. E' cresciuto da morire. Ero sulle scale di uscita della metro, e mi trovo davanti questo ragazzone vestito un pò alla Francesco (compagno di università a Verona), con un gilè tipicamente gay. Mi sono detta "ecco un altro di quelli che abbiamo perso!" così, tanto per farmi una risata mentale. Fatalità gli ero proprio dietro, e gli ho guardato le mani: sapete, per me sono un'ottimo indizio per capire se qualcuno sia gay. Non so perchè, ma mi aiutano. Insomma, Nicola ha due manone da uomo rude e virile. Mi sono detta "ah, magari mi sbaglio allora". Finita lì. Poi mi trovo sulle scale mobili, e sento un tizio che parla. La voce mi ricorda quella di Max, così mi giro... e scopro che il tipo col gilè non è "un tipo con un gilè", ma Nicola. Il Nicola di Max. Il Nicola-Avere, contro l'Essere-Max.
Mi sono scoperta a fissarlo e sorridere. E' cresciuto, sempre magro come un chiodo, bel taglio di capelli, voce ancora un pò stridula, ma meno di quando era adolescente. Non lo so, mi ha fatto piacere. Avrei voluto fermarlo, e semplicemente chiedere una conferma: "scusa, ti chiami Nicola, vero? E'... è che un tempo tu hai fatto parte della mia vita, anche se non lo hai mai saputo". Fico, non trovate? Se una persona venisse da me dicendomi una cosa del genere, le offrirei un caffè e mi farei raccontare tutta la storia.
Ma io non ho avuto il coraggio di chiedere conferme, e forse lui non mi avrebbe offerto nessun caffè.

Comunque, tutta questa storia forse viene fuori adesso perchè domani vado a vedere un suo spettacolo. Sono... sì, sono cinque anni che non vedo Max. Cinque anni. Si può morire, in cinque anni. Si può anche rinascere, in effetti. Io sono rinata. Ma sta di fatto che... che sono ancora qui, a scrivere di lui, giusto? Quindi non tutto è cambiato. Sono rimaste le mie mani, la mia voglia di scrivere (anche se consumata, provata, liofilizzata da.... da cosa? Dal destino? Dagli eventi? O semplicemente dall'incapacità di... conbattere?), le mie paure, le mie fobie.
E' rimasto Max. Oh, lui è rimasto. Lui rimane sempre.

Tempo fa ho avuto una conversazione non molto piacevole con Ric. Non stavamo litigando, mi stava... esponendo dei fatti. Ricordo gl occhi lucidi, mentre torturavo un rigatone broccoli e salciccia. Ho un'immagine molto simile nella mia memoria, il mio primo ricordo in effetti: io che mi riprendo dallo spavento dopo che Paola ha fatto tardi per la mensa dell'asilo, ed io avevo pianto disperata perchè pensavo mi avesse lasciato lì. Un rigatone, ma la pasta era in bianco, quella volta.
Comunque, la conversazione era stata... rivelatrice, in un certo senso. Del fatto che Ric mi ami, incondizionatamente, e del fatto di come io... abbia dei difetti. Dei difetti che non pensavo di avere. Delle mancanze che non pensavo di avere. E' stato brutto, anche se sincero. E, ancora una volta, mi sono trovata a dare la colpa a Max, e poi a me stessa.

C'è qualcosa, con Truman. Qualosa di non chiuso, che ho smesso di immaginare che si chiuderà. Chi lo sa, magari un giorno. Fortunatamente non ci penso più. Al fatto che possa chiudersi, dico. Me lo trovo lì, di tanto in tanto, come i fantasmi di Nash in fondo alla sala, il giorno in cui ha ricevuto il premio Nobel.
Mi sorride, piano, e mi ricorda che ognuno si porta dietro i propri incubi, ed ognuno deve imparare a gestirli. A combatterli, o ad amarli. Io, il mio, ho lasciato che mi divorasse... e poi l'ho murato vivo. Esattamente così: l'ho inglobato in ciò che sono, ne ho lasciato i pezzi sparsi in giro, e sono tornata ad abitare nella casa infestata. Ogni tanto si sente qualche rumore... si muove qualcosa. Ma, se lo ignoro, lui va via. Ed ho imparato ad essere felice, anche così.
Ora poi, che ho uno spirito buono a proteggermi, sono convinta che quasi nulla possa uccidermi. Farmi male, sì, ma non uccidermi. Non come ha fatto lui. Non come ho fatto io.

Vi farò sapere.
Intanto, mi vado a riguardare un pezzo di Notre Dame. Perchè... beh, il perchè mi pare ovvio.
Spooky



5 commenti:

  1. Mi trovo spesso a pensare che "quelli prima" non abbandonino mai nessuno.
    E che "quelli dopo" devono imparare a conviverci, se vogliono rimanere sani di testa.
    Ma sai che non mi piace, che non condivido e non approvo. Ma è una questione di sanità mentale, credo.

    Truman è un nodo irrisolto. E tale probabilmente resterà.
    O meglio, non è irrisolto. Tu lo vuoi ricordare come irrisolto.
    Dal mio punto di vista, è un nodo, risolto, che brucia per la delusione (perché, come ben dici, non sai arrivare seconda, figurarsi perdere!), non perché non sai come sarebbe andata a finire.
    Ognuno fa le sue scelte, e anche il non-scegliere è una scelta.
    Pessima, ok, ma è una scelta. Tertium datur, questa volta.
    Per questo credo che murarlo vivo in una prigione di ricordi romanzati sia autolesionista. Credo sia l'ora dello sfratto.
    Ma non per lui, o per Ric (che non me ne voglia), ma per TE.
    Quelle anche poche volte che lo senti battere sulle pareti, o che senti il rumore delle sue catene (perché sicuramente è un fantasma che ha le catene) si muove qualcosa. DEntro di te, intendo.
    E non è giusto.
    Per te, intendo.


    hugs


    jkw



    ps_
    scusa se ho scritto così tanto. 

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  2. Sai benissimo che i tuoi commenti non possono che farmi piacere.
    Stasera, dopo la seduta spiritica, ti dirò.

    Spooky


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  3. attendo con Ansia (il mio sgabello a tre gambe)


    ps_
    il puntatore lo puoi fare in un altro colore? Non riesco mai a trovarlo!!!!!

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  4. Ti ho scoperto per caso,e i tuoi argomenti sono davvero interessanti ;) Ciao da Anna

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  5. Ciao Anna, grazie dell'apprezzamento!! :)

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