martedì 16 ottobre 2007

Actor/Doctor - Dream/Nightmare

Dovrei scrivere un post. Uno di quelli seri, dico. Non propriamente su Dio. O, magari, propriamente su Dio, mascherato da spensierato commento di un episodio di House. Ma sono un pò troppo accaldata stasera per cimentarmi. I miei reni (imparato termine nuovo in inglese!!! Reni!!!! Sono bravissima!!!) stanno cedendo, gli occhi si chiudono, ed anche se il terrore di un sogno -e non è una metafora- mi aspetta nel letto, prima o poi tocca dormire. Perchè a volte, sappiatelo, sono peggio i sogni degli incubi. Dall'incubo ci si sveglia contenti di averlo fatto. Dal sogno invece... si esce sempre sconfitti. E sempre un pò più stanchi. Non ho proprio voglia, domani, di svegliarmi stanca, con tutto quello che ho da fare.


Bon, bacini a tutti, me ne vo.
Sapete quante volte mi soffermo a pensare al casino che scoppierebbe se in questo blog parlassi chiaramente?... Sapete quante volte mi viene l'ansia -non il desiderio- di chiuderlo, e di tornare al mio quadernino, dove potevo spiegarmi finalmente, comunque senza censure?... Sapete perchè continuo, instancabile, a scrivere su questo nero che molti di voi considerano quasi macabro?... Perchè ho bisogno di un pubblico.
E chi lo dice, poi, che non sono un'attrice professionista?...


Spooky



 

4 commenti:

  1. grrr te lo sai che sono io vero...


    a non c'entrare un tubo è Giulietta



    e io son la solita casinista


    Mara

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  2. Ma quale macabro.


    a chi dice che il nero è macabro rispondi che in India è il bianco il colore del lutto e mo li freghi tutti!


    conoscere gli usi e i costumi di parti diverse del mondo a qualcosa dovrà ben servire, un viaggio in India? Mai dire mai!



    Lo so te devi studiare!


    e io lavorare!


    Ok domani niente viaggio in India.


    e spero manco in Romeo


    (Questa te la spiego in privato, giuletta non c'entra un tubo!)

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  3. Bella la feccenda dei sogni e degli incubi! Apprezzo molto!


    Simone

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  4. E poi il pubblico. Certo che è necessario il pubblico. Perché chi scrive, o scrive di quel che è, o scrive di quel che non è e vorrebbe essere. Ma egli intimamente sa bene sia quel che è, sia quel che non è. La volontà di dirlo, di affermarlo una volta per tutte, di scriverlo dunque, è la stessa volontà di farlo sapere a chi è altro, per poi poter essere un po' di più o un po' di meno quel che è o che non è.

    Questo è anche il motivo per cui mittente e destinatario non possono coincidere.


    Simone

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