sabato 27 giugno 2009

"Delle solite belle maschere che ho indossato per vivere..."

Che vittimista rompicogli@ni che sono, ragazzi. Ma non vi stancate mai, di leggere quanto triste, stanca, patetica sia la mia vita quotidiana? Cioè, io mi romperei, ve lo giuro. Penso che un giorno verrei qui, leggerei l'ennesimo mi sento triste, sola e abbandonata da tutti, e lancerei un "e che p@lle!!" grosso quanto una casa. E chissennefrega di leggere ancora, tanto le cose importanti si vengono a sapere comunque, che so, se mi fidanzassi, se morissi, se tornassi a vivere a Roma, insomma, sono informazioni che avreste comunque, in un modo o nell'altro, magari non immediatamente, ma riuscireste ad ottenerle in altro modo.
A che pro leggere qui?!

La giornata è luminosa oggi, e -sembra- poco calda. Ho dormito dieci ore filate, il che mi ha decisamente rimesso al mondo. Stamattina ho ricevuto una mail da Edoardo, una mail che mi doveva, ma nella quale c'era un "tu come stai?" che ha scatenato tutte le mie fantasie più recondite: ed io che ieri notte mi dicevo che magari le cose stavano migliorando, che ci pensavo meno, che sforzandomi mi sembrava che non mi mancasse così tanto. Invece no. Pazienza. Ancora qualche giorno, e non ci si vedrà più. Poi per forza dovrò fare i conti con l'assenza della mia idea di lui.

Università: lo studio procede, pianino, ma procede, con l'aiuto di una Giuli sempre paziente e sempre disponibile. Non so cosa sarebbe la mia vita senza di lei.
Mi sto accorgendo, negli ultimi giorni, che le persone che davvero contano, delle quali non posso proprio fare a meno, sono pochissime. Il che va bene... cioè, è sempre stato così, e ne sono anche fiera: pochi ma buoni, direi. E' che ultimamente, a questa schiera ristretta, ho sentito il bisogno di aggiungere un nome che non pensavo avrei mai aggiunto... ed è bello, sapere di poter contare su due braccia in più, al momento.

Musica: ho iniziato un'altra canzone. E' solo abbozzata, e magari non la finirò mai, ma insomma, mi piace. Non vedo l'ora di tornare a casa e strimpellare un pò l'acustica di mia cugina, visto il mio rapporto di odio profondo con la classica. Vedremo. Ho anche voglia di suonare il piano. E' bello sentire sottopelle il brivido della musica, sopito, silenzioso, ma mai del tutto messo a tacere, che ogni tanto mi prende e mi porta via con sè. E' un'amico in più, un'altro confidente... una croce ed una delizia.
E poi, ovviamente, c'è l'incubo della scorsa notte: non so cosa stia aspettando a scriverlo. Ho... solo... penso di aver paura di non riuscirci. O che mi faccia male, come l'ultimo racconto che ho collezionato. Vorrei almeno provarci, ma... non so, ho lasciato una stesura di racconto a metà, la settimana scorsa, e l'idea di iniziare un altro racconto e non terminarlo... non so, devo un attimo capire se questa sia solo la pigrizia di non spendere un'ora del mio tempo dietro le mie dita, o se non sia ancora giunto il momento adatto per scriverlo. Vedremo.

Altro?
Niente. Volevo ecco, dirvi che poi c'è anche quando le giornate vanno così... ovvero vanno. Che poi è la norma: solo che non lo vengo a scrivere qui. Ma sappiate che, di norma, nonostante il cuore batta più lentamente, e le tempie mi si riempiano dei fischi delle mie malattie immaginarie, le cose vanno avanti.
Vanno sempre avanti... sono Spooky, in fondo. E Spooky, una maschera dopo l'altra, riesce sempre ad arrancare, ed a cavarsela.

Un bacio,
Spooky



1 commento:

  1. Spooky... un po' di tempo fa hai scritto che sul blog scrivi solo quando le cose vanno male.


    Se non ho smesso di leggerti allora, pensa te se la pianto adesso.


    Ecco... non ti libererai così facilmente della sottoscritta!


    Minaccia o promessa?

    Fai te.


    ^_^

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