venerdì 4 marzo 2011

Non scrivo quasi più. Vorrei trovare una spiegazione soddisfacente, ma per il momento la sola che vedo è che non ne ho voglia, non ho stimoli, o forse solo non ho niente da dire. Chi lo sa. Che poi, alla fine, qualcosa da dire si trova, ma... è l'idea di esternarlo, renderlo pubblico, che mi lascia perplessa come prima non accadeva. Prima scrivevo per me, ora mi sembra di farlo sempre per un pubblico. Immagino le persone, dall'altra parte dello schermo, pronte a leggere le mie parole, ed anche i miei silenzi. Una volta il pensiero non mi sfiorava neppure. Come essere nella casa del Grande Fratello, ed improvvisamente accorgersi che ci sono le telecamere, che fino ad allora non avevi proprio notato. Mah, che strana la vita. E così se ne va un altro sogno, mi dico. Se ne va un altro talento, scivola via un altro tassello di me. A volte mi domando dove andrò a finire. A volte mi domando se mi renderò conto del passaggio, o mi troverò a non essere più me senza neanche saperlo.
Semplicemente un giorno non mi firmerò più Spooky, non controllerò più la mia mail, dimenticherò la password che mi rende ciò che sono, e dimenticherò... tutto. Anche Vitto. Perchè sì, mi sembra di star perdendo anche lui.

Questo intervento voleva avere tutt'altro tono. Oggi, un pò per non morire, o forse un pò per celia, sono andata ad assistere ad un turno di doppiaggio. E' stato bello. Dalla strada, che mi ha portato spaventosamente vicina al 2006, fino a... tutto: le voci, la sala, le persone. Il buio. E' un buio artificiale, plastico, quasi ostile, ma mi è sembrato di trovarmici subito bene. Mi è parso fosse accogliente, morbido, caldo in qualche modo. Le sale, nuove ed impeccabili, invece di rimandarmi la sensazione di container senz'anima (come mi avevano dato gli uffici della CentroSolar), mi hanno... coccolato. Mi sono sentita profondamente a casa.
Poi, ovvio, c'è stato tutto il resto. Il sottile imbarazzo di trovarsi in un luogo nuovo, i sorrisi di circostanza, i tic nervosi. L'idea di star disturbando gente che lavora, cosa che mi lascia sempre addosso una sensazione di inadeguatezza e disapprovazione. Eppure sono stati tutti molti gentili, disponibili al dialogo, aperti, diretti. Senza fronzoli, senza orpelli o incipt barocchi, persone. Persone particolari, potrei dire. Cariche di una diffidenza bambina che era solo mia, ma vedevo riflessa nei loro sguardi incuriositi più dei miei. Forse sarà stata la suggestione del momento, ma mi è sembrato addirittura che a volte la direttrice di doppiaggio mi guardasse con riconoscenza, come a dire "ma allora qualcuno lo sa, che esistiamo!".
Sì, lo so. Parlavo con Alberto e mi sono ritrovata a rendermi conto che ho iniziato a farmi domande sui doppiatori da X-files. Da Mulder, da Ludovisi Bersanetti. Ho cominciato a vedere ER perchè doppiava il Dottor Green, visto che X-files era stato privato del suo protagonista. E poi hanno segato anche lui... era destino, si vede. Riaffiorano dei ricordi, come se qualcosa di questa professione abbia accompagnato anni non ssospetti della mia vita. Chissà con che diritto poi.

Il turno di doppiaggio (che mi ostino a chiamare "sessione", retaggi universitari ancora troppo vicini suppongo!) si è svolto... beh, esattamente come quelli che faccio (facevo) al corso: visione, prova sonora, muto. Ho assistito a BBT, e devo dire che mi ha sorpreso vedere come durante la prima visione Leonardo Graziano già smozzichi le frasi, si legga le battute, e dopo, sul primo sonoro, magari guardi più che parlare. Curioso. A volte ha letto addirittura prima della visione (che è una cosa che ho fatto anche io, un paio di volte, ma credevo di star sbagliando :P).
La prassi è la stessa, più o meno: si incide, si lima, si aggiusta, si stendono/accorciano le battute, e via, verso la successiva. Certo, per i tre quarti a me le battute sembravano perfette già alla prima incisione, e spesso mi sono chiesta quale fosse il bisogno di registrarle nuovamente, ma insomma... non posso capire proprio tutto :D

Comunque, un'esperienza da ricordare... qualcosa che mi ha fatto bene all'anima, al cuore, agli ormoni ed al fegato, tutta roba che ultimamente è stata messa un pò sotto pressione.
Certo, poi c'è stato lo str@nzo con la Smart che per sorpassarmi si è fatto tutta la strada di Capannelle in doppia fila accanto a me solo perchè io, che ero nel giusto, avevo deciso di non farlo passare (mi ha anche mandato a quel paese... non gli ho risposto solo per paura che scendesse col crick!), ma anche questa è passata.

Vado. Sono contenta di aver scritto un pò.
Mi manco, a volte.
Spooky



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