venerdì 26 febbraio 2010

Parole, parole, parole...

O: Ti devo parlare.
T: Sì, ma sto andando in...
O: Subito!
T: Ma che ti prende?!
O: Tu!
T: Io?!
O: Sì, tu! Tu... vieni qui... PERCHE' ME LO HAI DETTO ADESSO!
T: Ma che te ne importa?
O: Non hai mai detto niente in tante occasioni, per tanti anni, perchè adesso!
T: Non lo so
O: Ah, non lo sai?!
T: Non lo so, che te ne importa, non hai mai provato per me quello che i...
O: ... e invece sì!! Invece sì... Sei stata nel mio cuore per anni, Teddy, per anni... Ma tu non mi hai mai dato niente, non mi hai mai...
Per anni non mi hai mai fatto capire niente! T: Eri fidanzato, eri fidanzato, eri fidanzato, idiota!...
T: Sei un'idiota... io ti ho amato... sempre... Ti ho amato quando stavo insieme a un altro, ti ho amato quando ero single, ti ho amato in ogni secondo di ogni giorno... Ti amo... Sono innamorata di te...
O: Io sono innamorato di Cristina...


Owen e Teddy, Grey's Anatomy, #6x10



Mi sono resa conto che non vorrei andare via... senza quantomeno scriverti. Così, come facevo quando ero adolescente. Un pò per curiosità, per vedere quanto ancora riesco ad essere smielata e patetica... un pò per me, perchè sento di avere un gran bisogno di vedere il buono che ancora ricordo, prima che svanisca tutto nell'inconsistenza del sogno.
C'è una mia amica che mi ha detto, tanti anni fa, che innamorarsi è una cosa bellissima, ti allarga il cuore. Non ci ho mai creduto. Ho sempre vissuto l'amore come una condanna o una sofferenza: com'è che diceva? E vedo bene che l'amore deve esser cosa amarissima, e che io purtroppo ne sarò per sempre schiavo...
Qualcosa del genere. Un pò fa parte del mio carattere, un pò delle mie esperienze, ma mi sono dovuta confrontare fin troppo spesso con le emozioni, le cotte e le "storie" (vere, presunte, o solo inventate) come con un... nemico, sì, la parola esatta è questa: qualcosa da odiare, contro cui scontrarsi, costellata da lacrime, e da vuoti. Anche... anche nei momenti in cui sono stata felice, diciamo che l'assenza è stata un pò l'unica compagna che ho avuto (insomma, il titolo del blog qualche significato ce lo dovrà pur avere, no?!).

Poi sei arrivato tu. Non che le cose stiano andando molto diversamente, lo ammetto. Ma devo riconoscere... devo ammettere, sì, che ho avuto l'occasione di vivere dei momenti che... Io non so se quello che provo per te possa definirsi amore. Penso sia più adatto il termine sbandata, o cotta, o disturbo ossessivo-compulsivo, in effetti. Ma ci sono piccoli istanti che mi fanno ringraziare di essere viva, e di provare la devastante emozione che mi lega a te.
Tu mi fai ridere. Mi fai ridere come ridevo quando avevo quattro anni, ed il io problema nella vita era inventarmi un gioco nuovo o aspettare il pranzo. Siamo lì, a chiacchierare, o a sbrigare quello che c'è da sbrigare, e poi tu... dal nulla, dici qualcosa di incredibilmente divertente, semplice, genuino, ed io non posso far altro che farmi uscire le lacrime dalle risate, a volte addirittura piegandomi in due, letteralmente, sedendomi se sono in piedi, o accucciandomi a terra con gli addominali doloranti per lo sforzo. E c'è un attimo, mentre sono lì, in cui il tempo si ferma, ed io mi scopro innamorata. Della vita, di esserci, di riuscire a godere della tua compagnia, di quella risata così pura... e della tua complicità, di quel piccolo, infinitesimale millisecondo in cui guardi proprio me, e mi sembra che non servano parole per spiegarti quello che provo. In quel momento, so che sai tutto il bene che ti voglio, e tu mi restituisci l'interezza di un noi che non esiste nella realtà.
Se penso a quei momenti sono certa di essere innamorata di te. So che non serve a niente scriverlo, so che non serve a niente pensarlo: è solo un'illusione. Ma posso rievocare, con rassicurante precisione, la magnifica sensazione di benessere che provo... se non riviverla, riassaporarla, capisci? Ricordarmi di essere in grado di provarla, ricordarmi della fortuna immensa che ho a riuscire a goderne, ed esplodere di vita.

Per questo ti ringrazio. Non lo saprai mai, che mi piaci. Non riusciamo a comunicare, io e te. O meglio: non riesco a comunicare con la tua razza, ho scoperto che parliamo lingue troppo diverse. Ma in quella risata riesco a sovrappormi alle tue emozioni, e duettare, per lo spazio di una battuta, con i tuoi occhi. Ed è una sensazione magnifica, che spero di non dimenticare.
Non importa che non ci sia mai stato altro, nè ci sarà. Non importa se domani mi sveglierò e riderò di noi e delle mie sciocche emozioni futili... quell'emozione è nostra, e mi ha reso felice. Ed ogni attimo di felicità è un dono.
Domo.

Spooky




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