venerdì 5 febbraio 2010

Epifanie

Se penso a questi anni, a quello che mi hai dato... alle cose che mi sono capitate, ai momenti in cui ho sentito la mancanza delle mie abitudini e del mio modo di vivere, ed in quelli in cui mi è sembrato di aver finalmente trovato una casa... se penso che tutto questo sta per finire mi assale una profonda malinconia.
Sono sempre stata indirizzata, tutta la vita. Poi, non lo so... non so dire se Verona mi sia capitata o me la sia cercata, se è stato il destino o le mie scelte a portarmi in questa città... sta di fatto che qui sono cresciuta, qui ho capito come parlarmi, come provare a gestire il caratteraccio che ho... qui ho imparato ad essere un pò più altruista, e pensare prima di parlare, a mangiare meglio e dormire meno. Ho apprezzato il vino, la libertà, la pizza a domicilio, l'insalata, i dolci, lo spritz... qui ho capito di non essere mai stata in grado di amare altri che me stessa, e qui ho imparato il senso più profondo e vero di amicizia ed amore.
Qui ho pianto dolori che non riuscivo a vivere a Roma, qui ho singhiozzato fino a farmi mancare la voce, ma senza dovermi frenare nel timore di svegliare i miei genitori. Qui ho creato pezzi di racconto che non importa se non vedranno mai la luce, ma che avevo bisogno di scrivere... e che non sono poi neanche tanto male, artisticamente parlando.
Qui ho capito la mia natura dolorosamente controversa, che gode nella sofferenza come nella gioia, che non prende mai niente alla leggera, neanche quello che si dovrebbe prendere in questo modo. Ho fatto gli spuntini di mezzanotte e le torte a tutte le ore, ho mangiato minestrone per cinque giorni di fila, ho cantato a squarciagola contro i muri ed ho suonato la chitarra fino a distruggermi le dita. Qui ho saputo della morte di persone che amo, qui ho assistito alla dipartita di affetti a cui ero legata.

Sono cresciuta. Sono cresciuta, lo so. Non sono la persona più matura di questo pianeta, ma so di essere migliore di prima. Mi sento migliore di prima. E' che non so se sono pronta a tornare a casa. Non so se ce l'ho, io, una casa. Solo l'idea... di lasciare di nuovo tutto questo, di riambientarmi in una Roma in cui non mi sono mai trovata, di... di lasciarti, porca miseria, perchè è questa la verrità vera, che non mi sento affatto pronta a lasciarti! E non riesco a capire perchè, non riesco a spiegarmelo, a farmi una ragione delle cose ed andare avanti, come le persone normali... cosa voglio da te? Cos'hai da darmi, che non riesco a capire, e che mi lega a questo posto, in cui non sto bene come non sto bene da nessuna parte?...

Cerco di razionalizzare. Di dirmi che non ho alcun motivo logico di stare qui. Che ho fatto il mio percorso, ed è ora di tornare a Roma... ma poi ti vedo, e... questi mesi mi sembrano troppo, troppo pochi per permettermi di crescere quel tanto che basta da non essere così spaventata e così confusa... vorrei avere la certezza che non si sia trattato di un sogno... vorrei avere rassicurazione del fatto che lascio qualcosa, in questa Verona che non mi ha amato o che non ho voluto capire, vorrei sapere che mi ricorderai, e so che non è così...
Mi dico a cosa è servito... a cosa serva, giorno per giorno, saperti di qualcun altro... a che serve? Mi dici a che serve, che io resti qui? Mi dici a che serve, aspettare settimana dopo settimana qualcosa che non può avvenire?...
Che devo fare? Dove la trovo la forza di scegliere, di decidere, di buttarmi tutto questo cambiamento, tutta la persona che sono alle spalle e tornare a casa? Chi me la da la forza di sapere di non vederti più, e di non aver contato niente?...

Quando... quando ero più piccola, pensavo ad ogni addio come ad un arrivederci. Ora so che gli arrivederci non servono a niente. Che la gente si perde di vista per molto meno... che spesso anche una strada, un paese, 5 chilometri, bastano per dividere le persone. Io ce ne metto 530, così, per star sicura.
Cosa lascio, qui?
...qualcuno si ricorderà di me?...
...avrò dato, avrò.... cazzo, sarò stata in grado di laciare qualcosa di diverso della semplice indifferenza e dell'oblio dietro di me?...

...ho capito cosa non riesco a fare. Non riesco a capacitarmi... della mia totale incapacità.
Vedi, che questo post uno scopo lo ha avuto?...
Ancora una volta, scrivere mi aiuta. Non importa che poi non siano buone notizie... tanto non è che ne riceva molte. E non sono poi delle peggiori. Basta abbassare ancora di più la testa, tacere, tacere ancora, e farmi un mpò più dura... prima o poi la smetterò, promesso, smetterò anche di piangere, di urlare e di strepitare. Sarò come mi volete! E la cosa tragica e ridicola è che non riuscirò a farmi amare neanche così...

Spooky

PS: no che non te ne vai... tu senza di me non ci sai stare...



1 commento:

  1. vero, 5 km dividono le persone.
    Ma è anche vero che persino 800 a volte non riescono a separarle.

    Forse... dipende dai legami?

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