martedì 8 settembre 2009

One step forward, two steps back

Mi sa che alla fine l'esame provo a darlo. Tanto, non sapere niente per non sapere niente... se vedo che non va lo do di nuovo, ma se per caso va bene, mi sono tolta un peso. Giusto?
Per il resto, non è che ci sia molto da dire: passo le mie giornate in attesa di sabato, perchè mi sembra una vita che non vedo le gemelle, e mi sembra una vita che non rido di cuore, che non mi appassiono, che non...
Avete legato molto, vero?...
Già. Non so, non oso immaginare, non posso immaginare la mia vita senza di loro. Quando tutto questo sarà finito, quando anche Tosca ci avrà salutate, quando riprenderò l'università, o quando Shyan lascerà ancora una volta l'Italia, ognuno sarà preso da altro, e da altro si farà trascinare: ma resta un barlume, una luce, lo schizzo d'olio che è caduto fuori dalla macchina del gas, one drop that I felt.... restiamo noi.
E se nella mia pazzia c'è mai stato un'ordine, una coerenza, se è vero che sono come sono perchè ho qualcosa dentro che è solo mia, il non sapermi sola mi conforta e mi fa sorridere.

Oggi mi sento così. Sarà la decisione di fare l'esame che mi mette piacevolmente di buon umore, non lo so. O l'idea di riprendere fit-boxe stasera! O il fatto che sono una totale lunatica, pazza e squinternata.
O magari... magari... il fatto che ieri ho sentito mia madre, e Piero, il suo amico diviso tra Roma e Londra, mi da una stanza (e tutta casa!) ogni volta che voglio. Magari è questa wonderful news a rendermi euforica, magari l'idea non più così remota di andare a Londra per Capodanno.
Ieri notte ho pensato che sono anni, anzi, diciamo che è da sempre, che per Capodanno mi adatto a fare quello che fanno gli altri. Non lo dico con risentimento, ne costato solo la veridicità. Ogni anno mi lamento che non si fa qualcosa che mi piace, ma non faccio nulla per cambiare le cose... semplicemente mi arruolo nei progetti scelti, organizzati o promossi dalle mie amiche.
Mi sa che è ora di cambiare un pò. Insomma, nonostante io passi il Capodanno -spesso, anche se non sempre- con persone che amo, non ne ricordo uno, da che sono entrata nella mia terribile tardoadolescenza, in cui io mi sia davvero divertita. Ricordo momenti divertenti, sì, ma non una serata
divertente. E sorrido amaro a pensare che ogni anno, ogni singolo anno dai miei 14 in su, nella notte tra il 31 dicmbre ed il primo gennaio, io ho pianto.

Magari è ora di cambiare qualcosa, sì. Magari è ora di immaginare, solo immaginare, il caos biblico di Trafalgar Square, e vedermi ridere con le gemelle ed un bicchiere di spumante al Queen's Theatre, e dire che sì, non ho tutte le persone che amo attorno a me, ma le porto nel cuore, e nel mentre mi sto divertendo, e sono in un posto che amo, il che, per un apolide come me, è una gioia non da poco. Con le mie consanguinee, per giunta.

Vabbè, avevo voglia di parlicchiare un pò.
Giovedì, dopo l'esame-che-do-o-non-do, chiamo Piero. I sogni si realizzano, se uno ci si impegna. Forse. Sperare non mi è mai costato fatica. E' sorridere, che tira la faccia.
Spooky

PS: c'è un'altra cosa, ma non ne parlerò ora. La scaramanzia non ha mai ucciso nessuno. Però è una bella cosa.


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