domenica 13 dicembre 2009

Lividi

Ieri mi sono fatta un nuovo livido. Ed anche se la metafora mi alletta molto, perchè non uso di norma il termine livido che invece dovrei reintegrare nel mio linguaggio figurato, si tratta di un livido vero, al di fuori di ogni rappresentazione mentale. Il mio ginocchio ringrazia, sentitamente! E siamo a quota tre, tutti a carico della mia povera gamba destra...
Ieri mi sbracciavo per ingozzarmi di cioccolato, e son quasi finita lunga, così per restare in piedi ho sbattuto contro la gamba del tavolo, col risultato blu e violetto che artisticamente va disegnandosi attorno alla rotula.
Vabbè, questo per aggiornarvi.

Al di là della cena ottima, riguardo a ieri sera non ho molto da raccontare: è stato strano avere Chiara lì, dopo anni che le parlo del mio coro... ed è stato strano sentirmi chiedere, amorevolmente, più volte nel corso della serata "come stai?", quasi fosse una cosa di qualche valore: nonostante la domanda in sè non facesse che ricordarmi la situazione, è stato dolce sentirmela rivolgere. Come se fossi importante.
E m'è presa un pò d'amarezza, perchè la fiducia e l'affetto sono esserini fragili, che si avvinghiano ai simboli, e nei simboli trovano la consistenza della loro illusorietà: così vedere un oggetto ha suscitato il solito fastidio misto ad una sorta di riso amaro, qualcosa che diceva sono tutti uguali, in fondo, scavando, sono tutti, dannatamente, uguali.
So che questa non la capite, ma serve a me: magari mi ricorderò che il mondo non gira come vorrei, e che è inutile ostinarsi a vedere le cose come se dovessero piacere a me.
A proposito di cose immaginate, di risate e di star bene, continuo a pensare che medicina e malattia si identifichino, nella mia attuale situazione, nella persona di Edoardo. Non fa niente. Come si diceva? Il 2009 è agli scoccioli! Largo al 2010, al numero tondo, alle cose razionali e giocose, a morte il dispari, il finito, il chiuso, lo statico.

Ed ora vado.
Alla fine, sto riuscendo a distrarmi. E tutto il resto è un rumore sordo, in lontananza, talmente consueto da darmi quasi l'impressione dell'abitudine, talmente quotidiano da non farci quasi più caso.
Come stai?
Ho avuto giornate peggiori. E' tutto come sempre.


Spooky



1 commento:

  1. Sei importante.
    Smettila di volerTI convincere del contrario.

    Un abbraccio.
    Rabb-it

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