venerdì 4 dicembre 2009

Aggiungi un posto al Sistina... che c'è un amico in più...

Me lo sono ricordato. Il motivo per cui mi sono trasferita. Me lo sono ricordato stasera, alla fine di Aggiungi un posto a tavola. Me lo sono ricordato quando ho sentito, dentro al cuore, qualcosa frantumarsi, di nuovo, come non avveniva da marzo 2006, e scoprirmi a pensare "ma guarda tu se, su un musical divertente e spiritoso come Aggiungi, io devo sentirmi così, alla fine... perchè deve essere sempre così triste?".

Perchè non ce la faccio. Perchè il teatro, a me, non piace. Mi uccide. Perchè io non provo catarsi, mai, ma solo un'empatia disgregante e totale.
Perchè ne sono innamorata, e l'amore è una cosa cattiva, cattiva e brutale, possono dire quello che vogliono... l'amore è una cavalla selvaggia che mozzica qui... e vi posso assicurare che è tutto tranne che piacevole.

Questo è il miglior spettacolo che io abbia visto da anni. E forse perchè c'era Guidi, forse perchè c'era Dorelli, ma in fondo era un'eco, un sorriso, un ricordo soffuso e migliorato, se possibile, come una brezza che rende ancora più bello un pomeriggio primaverile.
E so che non era perfetto, so che la Laurito mi ha rovinato del tutto Consolazione, e Simeoli è bravissimo ma non ho apprezzato la sua interpretazione della "parlata" di Toto (ma è un cavillo, è stato davvero bravo), so che Clementina non mi ha lasciato quasi nulla, ma... ma quando Guidi era in scena, quando... quando l'ho guardato, io...
...ricordo ogni singola sensazione di ogni mia singola visione di Dracula. E ricordo la disperata, bruciante, desolante assenza alla fine di ogni replica. Il vuoto pneumatico che mi faceva rimpiangere, ogni singola volta, di essere tornata a vedere lo spettacolo. Pensavo fosse Vittorio, a farmi quell'effetto lì. A darmi quel dolore lì. Ricordo che glielo dissi anche, di quanta paura mi facesse quella sensazione... e di come fosse rassicurante sapere che "mi teneva per mano durante il viaggio".
Ho scoperto che non è Vittorio. E' il teatro. Pensavo che... che fosse perchè una piccola parte di me mi ha sempre detto che dovrei recitare. In realtà, non è questo. E' l'aria. E' il dolore. E' il vuoto. E la condivisione, per un attimo, per una frazione di secondo, del vuoto. Liberarmene e capirlo, per talmente poco da quasi non accorgermene... è la vita.
Ecco perchè sono andata via. Perchè non ce la faccio, a torturarmi così. E se abitassi qui, lo farei quanto più spesso possibile... come una droga, una dipendenza.

Finito lo spettacolo, per una serie di circostanze che spiegherò in un altro post, ci siamo attardate all'esterno del teatro, poi mio padre è passato a prenderci con la macchina.
Dieci secondi. Se mio padre avesse fatto altri dieci secondi di ritardo, la mia mano avrebbe stretto quella di Gianluca Guidi.

......la cosa desolante, in questo, è che quasi nessuno, mai, riuscirà a capire cosa vuol dire. E non è una cosa di cui si può dare la colpa a qualcuno.
Una lacrima.

Poi, tante.
Spooky

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