lunedì 9 agosto 2010

"Quell'uomo è già pazzo di lei..."

Ieri ho assistito ad una cosa sensazionale. Non lo avrei mai detto, non me lo sarei mai aspettato, non lo avevo preventivato.
Prendere la "mia" fedele Fiesta, mettere su della buona musica, chiacchierare in ottima compagnia e macinare chilometri. Non troppi, ma quanti bastano per lasciare il Lazio. Inoltrarsi in una regione che conosco poco, e che ho scoperto da bambina, per andare sulle montagne a vedere la neve. Trovarsi sperse in mezzo ai campi, ed arrampicarsi su una collinetta, in un paesino di cinque case e una piazza, per un concerto. Non è il concerto, non mi aspetto che lo sia. Tutto mi ricorda il mio Marco (Masini, ndr), le strade, la gente, l'occasione, il palco professionale ma stentato, come un paradosso architettonico, arroccato davanti ad una modesta chiesetta. Mi aspetto di vedere i musicisti di Marco, i miei musicisti, accordare gli strumenti, fare un pò di sound-ceck, e venirmi a salutare.  Invece no. Non c'è Masini, non sono con le mie cugine, che condivisero con me quell'esperienza.
Sono con Chiara, la Chiara di Vittorio, ed in realtà mi guardo attorno, come a cercarlo, a sperare inconsciamente che spunti da qualche angolo e ci venga incontro. E' tutto molto strano, surreale.

E' prestissimo, facciamo una piccola passeggiata, chiacchieriamo, il tempo scorre via. Ci si avvicina alle 20, chitarrista, bassista, tastierista e batterista salgono sul palco e montano gli strumenti. Aspettiamo, l'aria è uin pò sospesa ed un pò noncurante, come se, non dando peso alla cosa, questa potesse arrivar prima. Lancio occhiate furtive alla piazza, mi guardo attorno, lo cerco, ma senza darlo troppo a vedere.
Poi, improvvisamente, si materializza sul palco. Il mio primo istinto sarebbe di alzarmi, di corrergli in contro, e buttargli le braccia attorno al collo. Una vocina nella mia testa mi ricorda che non è Vittorio. Che  non mi conosce, che non sa chi sono, e che non ho più l'età per fare la fan senza cervello. Mi mangio le mani, vorrei aver già passato tutto questo anche con lui, e non ritrovarmi, di 24 anni e mezzo, innamorata (citazione culturalmente altissima).
Non posso farci niente. Chiara mi vede fibrillante, asseconda le mie ansie e ci avviciniamo. Non voglio rischiare in una seconda Agrigento. Sono qui per lui, ho macinato chilometri per lui, e non mi farò scappare l'occasione di portarmi a casa un ricordo della sua bravura. Eppure... eppure è difficile, slegarsi dalle convenzioni, chiudere gli occhi, ed abbandonarsi ai sogni. Così aspettiamo, aspettiamo... i fans ci scavalcano, le persone del luogo se lo contendono, e pur non essendo in molti (Vitto ci ha abituato ad altri numeri), scivoliamo nell'ombra, silenziose, in un'attesa snervante ed un pò ridicola. Alla fine, quando tutti o quasi hanno avuto modo di rubarcelo, mentre pian piano la luce del giorno lascia posto alla luna, mi faccio coraggio, e lo avvicino.
Nel mentre, ho avuto modo di notare quanto sia bello. Bello nel senso più naturale del termine.
"Scusami se ti disturbiamo... ma ad Agrigento non ci siamo incrociati, e non vorrei succedesse di nuovo"
"Eri ad Agrigento? Anche tu? -indicando una Chiara ormai povera di parole e pensieri-"
"Già..."
Ricorda tutto, fa un sorriso, gli diciamo che l'opera è straordinaria, la gente continua a pressarlo, ma lui è risoluto: dobbiamo fare una foto. Una alla volta, ci posizioniamo e scattiamo, nonostante io tremi, nonostante, nell'abbracciarlo, io senta del "morbido", percepisca la tenerezza di quest'uomo, e gli accarezzi piano il fianco, così, per assecondare un desiderio di comunione. Gli chiedo anche scusa, se lo sottraiamo ad altri per questo "rito fotografico", e lui risponde, con una semplicità disarmante, "figurati, ma che scherzi?!".
Ci allontaniamo, un pò intontite, un pò scansate da fans che col senno di poi definirò "iene". Mi metto a fare confronti, noi fans di Vitto (affezionate, ndr) e loro, ma non è il momento. Avrò tempo, poi, per tutto questo. L'attesa per l'inizio del concerto si fa servante e lunghissima, tanto da farmi pensare che forse non ne è proprio valsa la pena.

Alle 22:20 un cappello ed una sciarpa fanno capolino dal palco.
I musicisti sono pronti, parte l'intro di Ogni cosa.
Giò di Tonno comincia a cantare.
Ed io perdo coscienza di quello che sono.... di me, di noi, del perchè sono lì. Bevo la musica e la assaporo, mi sento libera, leggera, trasportata lontanissimo da tutte le ansie che, purtroppo, avvolgono la mia vita in questo momento... mi lascio coccolare, sembra che canti solo per me.
Solo per me.
E sorride. Sorride in un modo... semplice. Genuino. Fresco, allegro. Quasi volesse dire "ho provato a fare altro, ho provato ad essere una persona normale, ma non ci riesco. Io ho bisogno di cantare. Ho bisogno di essere su questo palco. Questo sono io... se vi va, prendetemi così". Non posso fare a meno di sorridere a mia volta, di urlare canzoni che conosco a metà, di smozzicare frasi, di lasciarmi attraversare dalla purezza ingenua dei suoi interventi, tra una canzone e l'altra.

Canta Bella.
E' tutto diverso. Alle sue spalle, partono le immagini di Notre Dame. Vedo Vitto. Vorrei scrivergli, vorrei parlargli, raccontargli che sto vivendo una serata splendida e che vorrei condividerla con lui. Voreri dirgli "ma lo vedi, quanto è bravo?! Ma la senti, la vedi, la tocchi, la musica, la passione, il calore?". Un senso di familiarità e di pace, di dolcezza, senza strutture, senza preconcetti. Una scelta di brani di altri artisti, uno migliore dell'altro, dalla Nannini a... De Andrè. Mentre aspettavamo l'inizio del concerto ci eravamo trovate a parlare di come ci piacerebbe che Vitto cantasse "Un giudice"... Giò ci accontenta.

Ma già le cose sfumano, i ricordi si mescolano al "resto" di una serata che mi ha lasciato un grande vuoto, un senso di incolmabilità e rabbia. Non sono cose che voglio raccontare ora, non voglio rovinare la gioia che il ricordo di questi pochi frammenti di vita mi ha lasciato stamattina.
Scusate per il lungo post.

E' incredibile, inverosimile, e mi spaventa un pò.
Ma la sua voce, i suoi modi, la sua onestà...
Spooky




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