domenica 13 giugno 2010

Gocce


Respiro a fatica, e ad ogni immissione lo stomaco si contrae in un modo che non so decrivere, ma che non è affatto bello. L'anulare destro mi fa male ogni volta che preme sui tasti, ma di quello conosco la causa: mi sono mangiata a vivo la pelle attorno all'unghia, ed il mio fisico se l'è un pò presa.
Fa un caldo inimmaginabile, ma se riduco al minimo i movimenti riesco ancora a non sudare. La crema che ho messo dopo la doccia, alle 13 di oggi, ancora non s'è asciugata sulla mia pelle, è troppo umido.

Sasera avevo tantissima voglia di fare una telefonata. Poi mi sono detta che cose del genere sono stupide. E che è ora che io non abbia bisogno di nessuno, anche se non è così. Di mia madre non apprezzo molte cose, ma la sua indipendenza mi ha sempre sorpreso. Ed è vero, mio padre è sempre stato lì, ma hanno un modo di sentire che non li accomuna.
Mia madre è come me. O meglio, io sono come lei. Quand'è che ha capito che non sarebbe mai stata in due?... Quando si è resa conto che le persone come noi non riusciranno mai nella preziosa -e faticosa- arte della condivisione?...

Vorrei imparare da lei ad appoggiarmi su me, poi su un'altra me, e su un'altra me ancora. Vorrei domandarle come si fa, ad essere così soli tutta la vita, eppure vivere, essere felici, costruirsi un'esistenza. Forse il motivo per cui è tanto competitiva, per cui ha sempre bisogno del confronto, per cui sono stata cresciuta con una madre-totem che nell'adolescenza si è schiantata al suolo come la statua di Lost è questo. E' per trovare un senso. Affichè abbia un senso, tutta questa maledetta, ineludibile solitudine. E questo disperato e dannato bisogno di colmarla, inutile e vano.

Meno due. Poi? Poi? Dopo luglio, dopo... dopo dicembre? Con cosa lo riempirò, questo dolore? Con cosa riempirò la mia, eterna, assenza?...
Spooky




1 commento: