lunedì 28 giugno 2010

Messaggi nella bottiglia


Cerchiamo di comunicare attraverso distanze incolmabili. A volte sembriamo così vicini che non riuscire a dire sembra ridicolo, eppure ci è impossibile. Così, crescendo, inanelliamo una serie di mattoni di fronte a noi, su una lancia che allontana di altri 5 centimetri gli altri dalla nostra persona.
Poi ci sono le eccezioni, ovviamente. Le persone che, in un modo o nell'altro, riescono ad urlare sopra tutto quel cemento, al di là di esso. Ma sono pochi, pochissimi rispetto alla massa, e spesso tacciati di ridicolo e di immaturità.

Io ero così, da adolescente. Ora faccio fatica a dare un bacio alla persona a cui più vorrei darlo, perchè questo mostrerebbe agli altri una parte di me. Così, mi vergogno ad aspettare Vittorio fuori dai teatri, perchè non ho più l'età, l'incoscienza, la semplicità per farlo senza sentirmi ridicola. Tu mi dicesti "non cambiare mai", tanti anni fa. Ma ora non ci sei più, ed io sono cambiata. Tu lo sei. Tutto lo è.

Vorrei poter fare qualcosa, fare di più. Ma non servirebbe, e lo so perchè oggi avresti potuto fare di più anche tu, e non mi avrebbe aiutato, o almeno, non molto. Eppure forse quel poco... quel poco... io sono qui.
Io sono qui.
Forse c'è un motivo, se sono qui, ora, così.

Dopodomani ho il mio penultimo esame universitario. Ed ogni mia lacrima contiene tutto, tranne quello.
Spooky

PS: scusate il post senza senso. Sto tentando di comunicare, a modo mio. Sto tentando di non essere un'assenza, seppur fragile.




 

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