lunedì 17 marzo 2008

Dalle remote terre del veronese...

Eccomi qui. Ebbene sì... per la serie "a volte ritornano".
E' che non avevo molta voglia di scrivere, ecco. Ma non è che non vi pensavo, o che non ci stavo attenta. Certo, il mio pc non va, e sto seriamente pensando di rottamarlo per un portatile, ma insomma, sì, vi pensavo.
Perchè mi sento particolarmente sola, e non sola nel senso di "abbandonata", ma sola nel senso "senza compagnia", ed è una condizione che mi induce alla riflessione, ma stranamente non alla scrittura stavolta. Sarà che, come forse mai prima, mi sento sola, sì, ma non necessariamente triste. Semplicemente non c'è nessuno, ma non è una cosa negativa. Mi piace stare sola. Anzi, mi sento molto più completa così, senza dover parlare per tenere su una conversazione, senza dover sorridere, senza dover essere divertente. E' bello, a modo suo.


Sabato sera c'è stata la festa di laurea di Simone e Nicholas. Ne ho approfittato per bere il vino che normalmente consumo in un anno. Ne ho approfittato per ricordarmi che, nonostante i mille piccoli fastidi quotidiani, mi piace stare a Verona, e mi piacciono le persone che conosco qui, per quanto fredde o a volte strane mi sembrino.
Il bello di bere più di quanto riesca a sopportare è che di norma resto abbastanza lucida, ma parlo ad una velocità e con così poco giudizio che tutti quelli che ho intorno pensano che stia per collassare. E lì si dimostrano, ognuno a modo suo, premurosi, amichevoli, inaspettatamente vicini. Forse è sempre la solita gentilezza di cui parlavamo spesso io e Giuli appena trasferite, quel modo carino che hanno di fare le cose, senza mai dar adito a qualcosa che assomigli all'affetto. Ma mi piace pensare che dietro ogni gentilezza ci sia un pò di bene, e che di tanto in tanto sia anche per me.
Così uscendo dal caldo infernale della sala, alla ricerca di quello che mi mancava (è inutile tentare di capire cosa passi nella testa di una persona poso sobria, le stesse identiche cose che da lucida, solo d'intensità quadruplicata, ed il dolore e la distanza diventano tanto reali da distruggere ogni pensiero ragionevole, e far solo male), ho fatto una passeggiata con Maria, ed una chiacchierata con Amorì. In entrambi i casi, non avrei mai pensato di passare dei momenti in loro compagnia, e non per diffidenza, ma solo per lontananza. Eppure, cosa non fa l'alcol.


Bene, ragazzuoli, vi ho aggiornato un pò.
Ah! Sono andata a vedere Vitto. Ottima compagnia, e finalmente ho visto Vittorio. Questa penso la capiscano davvero in pochi, ma non fa niente: per me era importante. Perchè mi sei mancato molto, Vitto, e per un attimo ho temuto davvero di averti perso. Almeno adesso ho di nuovo speranza.
Mi sono anche accorta di come il tempo passi, e tutto scivoli via, lentamente, trascinato con tale docilità da sembrare immobile, ma costantemente... e ci si ritrova cambiati, e si ripensa al passato: sono quasi cinque anni che ti conosco, Vittorio, sei che conosco il tuo nome. Sono un'altra persona, eppure resti una costante ("...tu sei la mia costante, la mia pietra di paragone" #... oh, no, non chiedetemi di ricordarmi questo, vi prego, no... 4? 7? non fa niente, sta di fatto che ancora mi ricordo di Ludovisi Bersanetti, e per una folle come me, questo è un gran successo...), ed è una cosa che mi rende felice.
Ogni ricordo, ogni frase, ogni cosa che ci ha accomunato, resterà. Anche lei, anche loro, anche il rancore, anche la malinconia. E prima o poi saranno tutti bei ricordi.


Un abbraccio a chiunque abbia letto fin qui.
Spooky



 

3 commenti:

  1. L'ebbrezza... e la tristezza dell'alcool.

    L'etilismo a volte paga. Nel lungo periodo di rado, però.


    M.

    RispondiElimina
  2. Un bacio, piccola Spooky.

    Sì, finalmente Vittorio, Vittorio...


    La tua Shyan

    RispondiElimina