giovedì 27 marzo 2008

Past & Present

Quanto tempo e ancora


Non ci credevo ho detto
É lei o no
Tra tanti amici
Non ti aspettavo qui
Solita sera e
La solita tribù
Tu che mi dici
Stai sempre con i tuoi
E ti accompagnava
Un'emozione forte
E ti accompagnava ancora
La solita canzone
Na na na na na na na na na na

Ma quanto tempo e ancora
Ti fai sentire dentro
Quanto tempo e ancora
Rimbalzi tra i miei sensi
Quanto tempo e ancora
Ti metti proprio al centro
Quanto tempo e ancora
Mi viene da star male
E sento che
Se te ne vai adesso
Io potrei morire
Che se te ne vai adesso
Ancora tu l'amore
Na na na na na na
Na na na na na na
Na na na na na na

Tra tanti amici
Che sono anche i tuoi
Guardali bene
Non cambieranno mai
Saluti e baci poi
Prendi e te ne vai
Sì forse è meglio
Così non mi vedrai
Piangere poi ridere
Poi prenderti un po' in giro
Fingere davanti a tutti
Di aver dimenticato
Na na na na na na na na na na

Ma quanto tempo e ancora
Ti fai sentire dentro
Quanto tempo e ancora
Rimbalzi tra i miei sensi
Quanto tempo e ancora
Ti metti sempre al centro
Quanto tempo e ancora
Ancora tu l'amoreeee
Na na na na na na
Na na na na na

Ma quanto tempo e ancora
Ti fai sentire dentro
Quanto tempo e ancora
Rimbalzi tra i miei sensi
Quanto tempo e ancora
Ti metti sempre al centro
Quanto tempo e ancora
Ancora tu l'amore
Na na na na na na


 


E adesso mi chiedo... quanto può una persona, anche a cui non teniamo più così tanto, restare nel cuore? Cioè, proprio restare, la sua presenza, non la sua importanza. Me lo chiedo, e nel rispondermi sento che dovrei sentirmi in colpa, ma in realtà la presenza di Truman è come un difetto che mi appartiene, un'anomalia genetica a cui fai l'abitudine, col tempo.
Ecco, diciamo che io ci ho fatto l'abitudine. Ed adesso non lo avverto quasi più: so che c'è, e lì resta. Mi viene in mente un'immagine di A beautiful mind... un'immagine tra le più tristi e dolorose che io abbia mai visto, a dire il vero, ma davvero una bella immagine, di quelle che fanno male per quanto son belle. C'è Nash che riceve il premio Nobel, e parla delle difficoltà che ha dovuto superare... poi volta lo sguardo, ed in fondo alla sala vede i suoi tre amici... che sono solo frutto della sua schizzofrenia, che non sono reali, e che ha imparato ad ignorare, ma che lui vede ancora. Ecco, Truman è un pò questo. Ci si convive, alla fine.
E poi c'è la voce della... stavo per dire coscienza, ma non è la voce della coscienza. Forse la voce del mio vittimismo, che mi dice "Ma se è qualcosa che dovresti ignorare, perchè vuoi tornare a vederlo recitare?"...
Bella domanda, davvero. Ma ho la risposta anche a questo. Perchè il teatro è l'unico spazio in cui davvero lo conosco, e so chi è. E' quel Truman che ho amato, e che probabilmente amo tutt'ora. Si chiama Vittorio, quel Truman lì. So che non potete capirlo, ma è la pura e sacrosanta verità. Anzi, no, non si chiama Vittorio. Si chiama Frollo. Claude Frollo.


   


Ecco, appunto.
Ah, un ringraziamento. Al duplicato delle chiavi, e al "...ma stiamo insieme?!" :P Questa non la capite ma passatemela :P Al mio amore, che non mi lascia se dedico post a Truman... Lo sai che sei il mio solo ed unico amore!


Spooky


 

3 commenti:

  1. Truman è un pezzo del tuo passato, e anche lui ha contribuito a renderti quello che sei.

    Il tuo Amore potrebbe persino arrischiarsi a "ringraziarlo"... addirittura.


    PS_

    non barare. Quelle non sono foto di Truman.... è un po' più giovane. Spero.

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  2. O mio Dio Frollo....

    O mio Dio Matteucci....*_*

    O mio Dio..

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  3. Commento interessante. Cos'è, sei svenuta al nome di Vitto? Non è propriamente un "dio", ma insomma, ogni tanto qualche miracolo lo fa... ed anche qualche cazzata, come tutte le divinità (citando: errare è umano, combinarle grosse è divino).

    Ma mi fa piacere sapere che non è uno sconosciuto ai più!!!

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