mercoledì 5 maggio 2010

Corde di violino


L'amore è un violino di miele...
In realtà diciamocelo, di mieloso, l'amore, ha poco. Anzi, quel gusto dolciastro che ha il miele io non lo associerei proprio con l'amore... ma vabbè, questa è un'altra storia. Una storia triste, da tagliarsi le vene, tipica di me, ma insomma, non mi sembra il momento di parlarne.

Volevo invece raccontarvi di come sia possibile sentirsi così tesi, al limite della sopportazione... scoppiare in una crisi isterica per dover fare un'ortopanoramica, arrabbiarsi per delle sciocchezze, essere così tanto metereopatica e musicopatica, ovvero cambiare umore a seconda della canzone che sta passando il mio lettore mp3... insomma, c'è qualcosa che non va.
Oggi mi sono capitati, è vero, una serie di incidenti piccoli piccoli, che sommati hanno messo a dura prova la mia pazienza... ma la mia reazione mi sembra estremamente esagerata, fuori luogo -più del solito intendo.

Vi elenco:
-sveglia con una mezz'oretta di ritardo rispetto al previsto, con conseguente attesa di avere il bagno libero in condizioni di precaria "resistenza";
-giornata orrenda, con pioggia fitta fitta;
-torno dalla spesa che è già mezzogiorno, ed io all'una e mezza devo uscire per incontrare il mio relatore, perciò niente riso col radicchio e Giuli e Simo si stanno preparando, quando invece scopro che, sì, lo avrei mangiato un pò di corsa, ma avrei anche potuto farcela;
-passeggiata rinfrescante sotto la pioggia, che mi fa arrivare in facoltà con i jeans completamente bagnati;
-la parte di tesi su cui ho sputato sangue giudicata come un mero riassunto dal mio relatore;
-il mio relatore, anche detto nano malefico, fa il cascamorto con la sua lecchina, che mi sta profondamente sulle p@lle, e non si ricorda neanche il mio nome;
-i libri che vorrei in prestito dalla biblioteca non ci sono, o sono già in prestito;
-rispondo male ad una persona con cui vorrei riuscire quantomeno ad essere civile;
-mi sorbisco un'ora di inutilità alla presentazione di un libro a cui io ed i miei compagni di corso siamo stati costretti ad andare;
-mi prende la fame nervosa;
-mia madre mi avvisa di avermi già praticamente fissato l'appuntamento con dentista (grazie di avermi detto "ti avviso prima di fissarlo") e mi dice che devo cercarmi qualcuno che mi faccia un'ortopanoramica (ora mando a caccia il mio cane da tartufo...);
-le rispondo in maniera isterica, ma visto che devo uscire e sono in ritardo, cerco di calmarmi;
-mi faccio un'altra mezz'ora di camminata sotto la pioggia;
-il mio insegnante di fit-boxe s'è dimenticato i cd, e ne risulta una lezione dura, ma senza sfogo di adrenalina, in più mi sento uno straccio e non riesco a calciare neanche mettendomici d'impegno;
-faccio tardi con la doccia;
-rispondo a mia madre e, nel tempo necessario a dirle "richiamami tra 10 minuti" e lei a rispondere "va bene, ciao" percepisco che la sua voce è strana, e nei 10 minuti successivi mi faccio una montagna di film sule condizioni di salute delle mie due nonne.
Devo calmarmi. Devo proprio calmarmi.

Ed in tutto questo, è tutto, tutto il santo giorno che penso ad Edoardo. E mi chiedo che c@zzo di vita è, quella in cui mi costringo a vivere, se non esiste mai una via d'uscita.

E allora perchè quando vedo te
il cuore mi scoppia, si stringe la bocca
e allora perchè se non ci sei te
non riesco a mangiare, non posso dormire [...]
Allora perchè quando vedo te
se dici "rimani" mi treman le mani
e allora perchè se non ci sei te
è come nuotare se il mare non c'è
ma allora perchè quando penso a te
mi vengono solo parole d'amore...


Vado a letto. Mi sa che è meglio.
Bell'immagine con la quale andare a letto... uff... maledetta me... maledetto Truman, maledetto tutto!!
Spooky

PS: a proposito di cose maledette, su www.corriere.it, e pure sulla Stampa mi si dice (ma devo ancora controllare) il mio amico e designer Coletti è diventato quasi famoso con il suo blog VIODIO. Andate, leggete, ed ammirate la potenza di internet!



 

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