lunedì 7 febbraio 2011
Nice tries...
Ma poi, quasi per contrappasso, o per una maggiore consapevolezza degli spazi scenici, un diverso affiatamento, o la volontà di smentire il giudizio negativo di alcune persone che me ne hanno dette di tutti i colori, le altre serate sono andate molto bene. Ed oserei dire magnificamente per il sabato, dove oltre al tutto esaurito (e ci vuol poco, vista la grandezza del teatro) abbiamo fatto a mio avviso un'ottima figura. Neanche mia madre ha avuto molto da ridire, ed è eccezionale, viste le premesse.
Stanca ma felice aspetto il momento in cui potrò indossare di nuovo i panni della mia cara Ruth, lurida sgualdrina dal sorriso ironico che mi ha regalato, se non la sua sicurezza, un pò di belle risate.
Di questi giorni mi porto dietro il mal di gola di Claudio, che ha pensato bene di tossirmi in faccia durante tutte la permanenza nel camerino... ma insomma, è stata una bella esperienza, e resto in attesa di tornare sul palco. Ora abbiamo da preparare il nuovo spettacolo, per il quale sarebbe anche il caso che io leggessi un pò il testo... ma quello verrà un pò da sè, con le prove ed il resto.
Altra notiziona, da domani inizio a lavorare, nonostante io non mi senta di definire lavoro un'attività per la quale non percepisco stipendio, ma insomma... sono un pò agitata, ed un pò no: sanno che non ho esperienza, ma se c'è una cosa che so fare -e la so fare bene- è scrivere. Io posso farcela. E' nel mio dna. E' quello che sono. Andrà bene.
Per non farmi mancare niente, domani farò anche la mia prima traduzione per subsfactory, ed anche questa è una soddisfazione: sono fermamente convinta che iniziare a sottotitolare le serie tv mi aiuterà da una parte a rifornire il mio esiguo lessico inglese, dall'altra ad imparare espressioni idiomatiche, slang, e magari anche un pò di grammatica, visto che proprio non mi entra in testa. Per la conversation, sto pensando di chiedere a Claudio di sfruttare le nostre ore in macchina per parlare inglese: a lui non costa niente, ed io continuo ad esercitare un pò la lingua.
Ultima news... dovrei essere scaramantica e non dire niente, ma forse, e dico forse, ho trovato un lavoro. Non è il lavoro, ma è un lavoro, e sembra potrebbe anche portarmi qualche competenza, alla fine.
Sono spaventata. Sono stata immobile un mese, ed ora tutto sembra muoversi così in fretta... ma ce la posso fare. Non mi sento sola. Non sono sola. E questa... beh, più che una consolazione, è una forza inimmaginabile.
Spooky
giovedì 3 febbraio 2011
Domani...
In realtà, sono consapevole che lo spettacolo è amatoriale, e che molte cose "non vanno" di per sè. E che abbiamo curato il curabile, sistemato quanto potevamo, e che comunque la piece sta in piedi, risulta credibile, ascoltabile, anche se non perfetta. Insomma, ci si può stare. Sono solo un pò tesa... dopotutto, Roma è la mia città... dopotutto, domani avremo un pubblico difficile, il "nostro" pubblico, e bisognerà dare il meglio che abbiamo.
Intanto, stasera ho ricevuto una bella notizia. Da oggi sono un subber in prova. Ok, è una prova. Ok, è una cosa sciocca. Ma mi da modo di avere a che fare spesso con l'inglese (e dio solo sa quanto io ne abbia bisogno, per non perdere quel poco che è rimasto), di mettermi alla prova, di allargare il mio lessico e di... beh, mi sembra che queste ragioni bastino! :P
In più alla fine pensavo di aver fatto un casino con quella traduzione, invece era corretta, il che fa sempre piacere... e magari tra dieci anni potrò dire di essere una traduttrice, no? Tutto fa esperienza, tutto fa vita, tutto fa competenza, anima e cuore.
Stasera vado a letto tesa ma felice. Andrà tutto bene. E anche se domani sera, alle 20:50, mi dirò "ma chi diamine me l'ha fatto fare????", alle 23 sarò straordinariamente contenta, felice, serena, e... beh, brava o non brava, riceverò pure dei complimenti, tiè!! :P
Spooky
sabato 29 gennaio 2011
Prospettive
So che non avete capito un'accidente del mio discorso, ma avevo voglia di scriverlo, quindi peggio per voi. Sono da Riccardo, la luce penetra leggera e diffusa dalla finestra senza tende, e mente lui fa la donna di casa e stende i panni, io faccio l'uomo e mi concedo qualche minuto davanti al pc.
Oggi ha fatto quella cosa strana con il computer, che mi ha lasciata -come sempre, come quando lo fa Krycek- attonita e stupefatta: ha digitato tasti a caso sul pc, ed improvvisamente linee di codice che non avevano senso ne hanno acquistato uno. Fantastico, a dire il vero. Mi fa molto Matrix, questa cosa. Mi fa molto... tecnologia, a dire il vero.
Mi cercano, scappo.
Un bacione,
Spooky
martedì 25 gennaio 2011
Con te rinasco
La cosa buffa è che, con tutto questo tempo a disposizione, neanche guardo più i telefilm. Giuro. Cioè, prima, con sei esami da preparare in una sessione, una settimana (o meno) per ciascuno, il coro, la palestra, la cena, il pranzo, la colazione, la lavatrice, le lezioni universitarie, la spesa, la roba da stendere e casa da pulire, avevo il tempo di guardarmi anche quattro, cinque puntate a settimana (quando andava male) e anche tre/quattro al giorno nei momenti buoni.
Ora che non ho niente da fare, che teoricamente dovrei solo mandare curriculum e godermi la giornata, ora che non cucino, non lavo, non stendo, non preparo il pranzo, non vado in palestra nè al coro, se va tutto bene riesco a guardare la nuova puntata di House e di Grey's in tempo prima dell'uscita della successiva. Odio non avere niente da fare. Quel poco che ho, non avendo altri impegni, mi si dilata a tal punto da non farlo: avete presente? Lo faccio dopo... e quel "dopo" diventa domani, tanto non ho niente da fare neanche domani, e poi dopodomani, e poi la settimana prossima, e poi... ah, dovevo fare quella cosa? Sì, poi la faccio...
Mi perdo nel nulla. Fortuna che ora ho le prove di teatro a Civitavecchia, almeno un impegno ce l'ho. E magari, se la settimana prossima tutto va come spero, magari mi trovo anche un altro impegno, in casa editrice. Certo, lavorare gratis non è la mia massima aspirazione, ma ho preso la laurea in Lettere, ricordate? E che cosa volete che ci faccia, a parte pulirmici il mio bellissimo -dicono... o meglio, dice- fondoschiena? Quindi meglio abbassare la testa, e vedere cosa porta la marea.
Ora, come mio solito, dovrei dire per il resto... ma il punto è che il resto non c'è. Il resto è Riccardo, che è il motivo di ogni mia rinascita, di ogni mio sorriso e fonte quotidiana di rassicurazione e conforto, ma a parte lui, c'è poco da fare. Andare via quattro anni ha abituato le mie amiche (e me) al distacco e all'assenza, quindi non vedersi non è che la normale realtà quotidiana. Ognuna è presa dai suoi impegni, dai propri problemi, dal proprio lavorochenonc'è o lavorochec'è, dai propri fidanzati o dalla loro assenza. La mia Sognante si prende un periodo di pausa da quest'Italia allo sbando, e va ad imparare l'inglese nella mia Londra, cosa che sento come un'opportunità -per lei- ed una violazione - per me. E' brutto da dire, ma se io non posso essere lì, perchè qualcun altro può?
E questo per la serie "viva l'atruismo". Comunque, una scusa buona per tornare a Londra ce l'ho, ed anche per quest'anno me la sono cavata, e non ci speravo più... se non vado almeno una volta l'anno nella mia città penso davvero che potrei sentirmi ancora più persa di quanto già non mi senta.
Devo scappare. Che bolle, una volta che mi ritaglio del tempo per scrivere, che non c'è nessuno in casa e che non arrivano telefonate, e-mail, messaggi o semplicemente il blocco di Spooky (che ultimamente arriva spesso, e chissà perchè: se perdessi anche la capacità di scrivere? Cosa, se non riuscissi a fare più neanche questo? Se neanche questo mi desse più piacere e soddisfazione? Cosa, se scoprissi di non essere brava neanche in questo? Dio santo che paranoica ansiosa rompic@zzi -tua moglie è una stuzzicacazzi, questa è la verità- che sono) a fermarmi, ecco che devo uscire.
Vado.
Però, è bello scrivere sul mio blog. Mi mancava. Secondo me, chinasky fa un effettone su di me, by the way. E Ristorantopoli è fenomenale, uno dei pochi libri che mi fa ridere mentre leggo. Uno dei pochi? Ok, mi sa l'unico. Ok, ok, vado, è tardi.
Però voi aspettatemi. Dio, quanto mi è mancato scrivere. Non esiste, questa cosa io la so fare. E mi piace da impazzire.
Spooky
giovedì 13 gennaio 2011
"Sei più di Dio, io..."
Comunque, il punto è un pò questo qui. Ieri Kid mi ha scritto "ti manchi?". Beh, non lo so. Forse un pò sì. O meglio, non mi manco molto, ma ieri ho avuto la consapevolezza di... "non esserci più" per come ero prima. Di essere totalmente differente. Non che sia necessariamente un male, ma... non lo so, è strano. E me ne sono accorta solo ieri. E come se, dopo tanto tempo, avessi trovato uno specchio in cui guardare la mia immagine riflessa... ed avessi visto qualcosa di diverso da me. Di lontano.
Ieri ho anche ferito una persona, involontariamente, magari, ma l'ho fatto. E non me ne sono quasi presa la colpa. Ho detto semplicemente "non tutti possono capirmi", ho alzato le spalle ed ho continuato la mia vita. Il che, per me, è una cosa straordinaria.
Non lo so. Chiedo a voi: sono cambiata? Sono peggiore? Perchè non riesco a domandarmelo, ho paura della risposta. Il timore inconscio è di trasformarmi, un passo dietro l'altro, in mia madre. Se è così, se scopriste che sto diventando cinica, insensibile e con il delirio di onnipotenza, per favore, fermatemi.
Per il resto, vegeto, fantastico su quello che dovrei, vorrei, potrei, ed immagino la mia estate. Una delle persone a me più care mi ha dato prova di tutta la sua amiciza ed il suo affetto, ed io sono... non lo so, ancora attonita immagino, stupefatta, e felice.
Vado, mi sto distraendo e questo post perde consistenza. Cercherò di tornare presto.
In un modo strano, ma sincero, mi mancate tutti un pò.
Spooky
domenica 9 gennaio 2011
Velocità
Avevo scritto altro, ma il pc ha deciso che era troppo brutto, forse, ed ha cancellato da sè. Pazienza. Dicevo che il mondo corre, fugge, e che le cose che sembrano durature finiscono in un lampo, e quelle fuggevoli restano, dicevo che tutto scorre, che ci sorprende, vanifica le distanze, e si comporta con il relativismo del tempo: imprevedibile, sferzante, ed ironico.
Da domani comincia la mia seria ricerca di lavoro, per dire. Così. Qualsiasi cosa, anche se qualsiasi cosa poi so che non mi andrà bene. Ma non fa niente, è un'inizio, e gli inizi non sempre sono come li vorremmo.
Intanto, ieri sono tornata da Bilbao. E' una città moderna, nuova, lo si capisce subito arrivando, Piena di ponti dal design futuristico, illusorio, minimale e potente al contempo. Incassata tra colline che ingloba al suo interno, addolcisce e leviga, come parte di una composizione unica. Si può dire che natura ed architettura, qui, abbiano fatto un patto di alleanza. Nonostante attorno regni la natura allo stato semibrado, la città vi si inserisce per contrasto ma senza essere mai brusca, quasi come un passaggio cromatico netto ma inevitabile.
Il Guggenehim Museum è l'esatta rappresentazione della città: sinuoso, elegante, curvilineo, massiccio ma leggero, scattante e marmoreo. L'esterno rispecchia l'interno, ed è bello da vedere in sè, al di là delle opere d'arte in esso contenute. Poi ci sono anche quelle, ovviamente, ma al di là del primo piano non c'è niente degno di nota. Il terzo ed ultimo piano è troppo "antico" per colpire in un museo del genere, ed i dipinti del 1600 stonano con l'insieme. Le tele del secondo, moderne, non rendono giustizia (anche perchè, personalmente, non le capisco) alla moderna interpretazione del mondo delle sculture del pian terreno. Tutto studiato, calcolato, millimetricamente composto per fornire l'immagine di qualcosa di duraturo, ma in movimento.
Una cosa buffa della città sono le abitudini alimentari. I baschi non cenano: o almeno, così ci è parso di capire. Verso le 20:00 si ritrovano, giovani ed anziani, coppie e famiglie allargate, con tanto di neonati e nonne al seguito, al bar, a fare l'aperitivo, che è accompagnato da "pinchos", stuzzichini farciti di ogni sorta, panini con l'immancabile e buonissimo prosciutto, tortillas dai gusti più disparati. E basta. Se cerchi un ristorante, non lo troverai. Al massimo uno o due, con dei prezzi esorbitanti. Buoni invece i pranzi, con menù fissi a 10-12 euro, molto buoni e sostanziosi.
Non ci siamo fatti mancare la classicissima paella, OTTIMA, annaffiata da un'altrettanto deliziosa sangria: e poi donuts sparse, panini, bombe, cornetti... tutto straordinario!
Bon, vi lascio, ho da fare, e parecchio anche... sono afona, del tutto: ma sono stati giorni meravigliosi, e già mi mancano.
Buona giornata a tutti, gente, dalla grigia Marino :)
Spooky
venerdì 31 dicembre 2010
Ultimo post del 2010 - sembra.
Vorrei essere stata più presente negli ultimi mesi, e non ne ho avuto modo, o non ho reputato importante esserlo, non lo so. Ma questo momento voglio ricordarlo, perchè ogni anno che passa è un'esperienza che si accumula, un pensiero che avanza, un'idea che viene costruita, e vorrei riuscire a ricordare questi momenti, almeno rileggendoli qui.
E' stato un anno difficile, come non credevo. Pensavo che sarebbe stato una corsa frenetica alla laurea, invece si è rivelato una spaventosa attesa, snervante, lunghissima e prolungata. Gli ultimi esami, difficili, pesanti, studiati al massimo delle mie capacità per assicurarmi un 110 che era più facile da ottenere di quanto pensassi. L'incredibile solitudine. Il dolore della perdita e dell'accettazione, della rabbia e della frustrazione, una Verona sempre meno casa, e la sensazione di un'era che si avviava alla conclusione, senza la luce di un altro inizio.
La paura. Ecco, sì, penso che sia stato un anno principalmente di paura. Paura di me, delle mie reazioni, dei miei scatti emotivi, dei miei voli pindarici. Paura degli esami prima, di Tani poi, della disoccupazione, del lavoro, del ritorno a casa, di quel confronto con l'altro che ho rimandato finora ma che adesso non posso più evitare.
Certo, quest'anno è stato anche altro. Il consolidarsi di un'Amicizia, anzi due. Il condividere la gioia, le straordinarie novità, le emozioni. Il ritrovare, fortunamente, Vittorio, e lo scoprire Giò. Il dimenticare Edoardo, e, finalmente, il sentirmi in due. La non-solitudine.
Questo anno devo dedicarlo a Shyan e a Yuu, che mi hanno resa parte della loro famiglia, e continuano a farlo, giorno dopo giorno.
A Riccardo, che vale più delle parole che posso dedicargli, ma che rende la mia vita immensamente migliore.
A Giulia, con la quale ho chiuso un'avventura, probabilmente la più importante della mia vita.
Alla mia Metà, perchè c'è, anche quando non si vede.
Alle Babbione, che mi accompagnano, riga dopo riga, nella mia crescita.
Alla mia Prof, con la quale ho riscoperto una passione sopita.
A Vittorio, che mi ha ricordato perchè lo amo... e perchè lo avevo dimenticato.
A Giò, che mi ha emozionato.
Ora, questo anno si conclude nel migliore dei modi, per me. Nonostante veda tanta incertezza, nonostante mi renda conto che la strada è in salita e che c'è ancora tutto da fare, sento di avere le spalle coperte. Sento di poter guardare avanti a testa alta.
E quasi mi sento in colpa, di stare così bene. Mi chiedo se sia giusto, gioire di questo trentunodicembreduemiladieci, quando ci sono altre persone che non ne gioiscono. Quando una persona a me cara non ne gioisce. Ed io non riesco neanche a starle vicino. Vorrei aprire le braccia, e circondarla del mio amore, del calore che ho in corpo, e prometterle che andrà tutto bene, ma non ho risposte, e non amo dire bugie. Per troppo tempo ho beneficiato di questo conforto effimero che non porta altro che frustrazione ed infinita attesa. Ma posso dirle che le voglio bene, più di quanto io sia in grado di dimostrare o dire, e che un abbraccio, il mio abbraccio, sarà sempre qui ad aspettarla.
So che non conta. A parti inverse, è sempre stato solo un palliativo. Ma anche quelli aiutano, quando le cose non vanno. Quindi, Angelo mio, sono qui.
Vi voglio bene. A ciascuno in modo diverso, ma vi voglio bene. E grazie del vostro affetto... grazie davvero, perchè non sono facile da amare, ma voi ci provate lo stesso.
Ed ora vado a letto. Ultimo post del 2010, sembra.
La vostra Spooky vi augura un magnifico 2011... che sia diverso da come lo immaginate, più bello. Che splenda di luce propria, e vi renda felici.
Spooky
sabato 18 dicembre 2010
Il ritorno a casa - Caserta, 17-12-10
Ma questo post voglio proprio scriverlo. Un pò per non far morire la bella abitudine di raccontarmi sul mio spazio, un pò perchè ne sento la necessità. E' bello voler tornare a condividere, quando per tanto tempo più che un tentativo di connessione questo blog è stato un pozzo in cui sfogare la malinconia. E da quando le cose vanno meglio... sembra quasi che non mi serva, scrivere qui. Ma non è vero. E' solo che condividere la gioia, oltre che vanto, è dispersione: perchè donare ad altri una felicità così a lungo aspettata, temuta, anelata? Io vorrei tenerlla solo per me. Centellinarne un pò agli amici, ai familiari, e tenermi il grosso di ciò che a lungo ho desiderato invano.
Ma oggi mi sento altruista. Perchè ieri mi sono sentita... a casa, come non pensavo sarebbe potutto accadere, ed è stata una sensazione talmente tanto bella che non ho voglia di dimenticarmela... perciò la scrivo.
Il mio debutto teatrale non è stato come me lo immaginavo io. Non ci sono state grosse tensioni, non c'è stata ansia da palcoscenico (almeno non durante lo spettacolo: la generale invece è stata un disastro), nessun intoppo rilevante, a parte il freddo che ci attanagliava un pò tutti. Mi sono divertita. Ecco, la cosa principale, che non voglio rischiare di dimenticare, è che mi sono divertita da matti.
E' stato fantastico, letteralmente fantastico essere per un giorno... Ruth. E guardare attorno a me muoversi uomini attratti e sottomessi, comandarli, gestirli e riderne. Certo, lei non è me. Io ho una coscienza, una morale, un senso del dovere e del rispetto. Ma essere priva di tutto ciò è stato... liberatorio, e bellissimo. Senza senso di colpa, senza imposizioni, senza costruzioni sociali, solo io e la mia volontà d'affermazione, solo uomini e potere, che ho scoperto avere sempre una sua logica, un'etica dell'egoismo che gli è propria e che, in un certo senso, è dannatamente condivisibile.
Insomma, questo è per dirvi che a febbraio, al Manhattan di Roma, vedrete uno spettacolo tagliente, duro, "scandaloso", come recita sarcastica la lodandina... ed io sono orgogliosa e fiera di farne parte.
Vado a sistemare la mia trasferta Milanese, torno Valeria, e lascio Spooky a giocare con il ricordo di Ruth.
Ragazzi, che giornata!!!
Spooky
domenica 21 novembre 2010
Lo so, lo so...
A proposito di "dolore", ieri ho fatto la prima vera azione altruista della mia vita: sono andata a donare il sangue. E' stato bello, e nonostante mi fossi svegliata di cattivo umore la mattina, questo piccolo gesto mi ha messo in pace col mondo: mi sono sentita, per una volta nella mia vita, utile a qualcuno, per il puro piacere di esserlo. Senza la speranza di ottenere nulla in cambio. Forse una delle sensazioni più belle che io abbia mai provato: il personale poi, gentilissimo, cortese, disponibile, sempre pronto a chiedere "come ti senti? vuoi una cioccolata? Che fai nella vita?" pur di farti sentire a tuo agio. Anche il medico, professionale e distaccato, conservava una strana e piacevole gratitudine negli occhi, quasi dicesse: davvero sei qui? Davvero vuoi farti togliere il sangue, senza nessuna ragione apparente, solo perché qualcuno ne ha bisogno?
Ed anche di questo gesto, piccolissimo ma grande, devo ringraziare Riccardo. Quante cose sto imparando... cose che, nonostante fosse il mio maestro, Truman non mi ha mai insegnato. E lo stesso discorso vale per te, Edoardo... anche per te.
Un bacione,
Spooky
giovedì 4 novembre 2010
Walt Disney
Tutte le favole iniziano sempre con un "C'era una volta..." e finiscono inesorabilmente con un "... e vissero tutti felici e contenti."
Sono cresciuto leggendo Topolino e guardando i cartoni animati di Walt Disney, ed inevitabilmente ho creduto (e forse ci credo ancora) al mieloso e rassicurante lieto finale delle storie. Purtroppo non è quasi mai così, o almeno non lo è per me. Sento tante storie accadute a persone che conosco (e non i soliti amici di cugini o affini) che mi fanno pensare che in fondo Walt Disney ha ragione, ma a me queste cose non succedono. Il lieto fine è un lusso che non conosco, che non mi viene prospettato.
Posso giocarmi tutte le carte che ho a disposizione nel migliore dei modi, posso fare in modo che ogni singolo mattoncino dei lego si incastri perfettamente con un altro, ma alla fine, nonostante non possa fare oggettivamente più di quanto ho fatto, quella crepa, quell'imperfezione nata all'inizio di tutto, quando la costruzione non era neanche stata progettata, quando le carte non erano state neanche distribuite, quell'unica mossa sbagliata fatta convinto che il gioco non fosse ancora cominciato fa si che la costruzione cada, che la partita perfetta se la aggiudiche qualcun altro.
A me non resta che raccogliere quanto rimasto a terra, e cercare di limitare i danni...
Questo scrisse. Ma chi lo ha detto, che le cose hanno un solo significato?...
Spooky