lunedì 2 maggio 2011

Domani...

Domani si inizia un'altra mirabolante avventura. E sapete cosa? Non vedo l'ora.
Sono un pò spaventata,  ma più di tutti... sono eccitata, e straordinariamente contenta. Penso che questo sia davvero the place were we belong... :)

Spero che vada tutto bene. Nel mentre, chiudo gli occhi, e mi godo la splendida sensazione di essere in due.
Spooky



lunedì 25 aprile 2011

Auto-convincimento

Domani lavoro. Non so perchè lo sto prendendo così male. Forse perchè non mi ci trovo, forse perchè lo sento come un dovere che non mi da nulla, oltre che ansia. Ogni volta che entro lì dentro, boccheggio.
Non mi sento un genio quando faccio ripetizioni, ma mi sembra di riuscire a far imparare qualcosa al ragazzo a cui insegno. Mi sembra di riuscire a fargli capire, almeno un pò, la nostra lingua.

Questa cosa invece la odio. Non mi piace. Vedo che praticamente non riesco a farla, ad impararla, anche se è elementare. Vado a letto pensando ai bei momenti che mi ha regalato questo fine settimana, alle prospettive di quella appena entrata. Solo due giorni, in effetti, e me ne andrò a Londra, il che è fantastico.
Eppure...
Simo ieri mi ha detto "la vita prima di tutto", o una cosa del genere. Il concetto era: se fai un lavoro che ti angoscia, che ti fa stare male, che ti rende infelice, meglio non farlo. Non lo so. Una parte di me prega che abbia ragione, l'altra... l'altra sa che non è così. Che bisgona lavorare, per poter fare altro, che bisogna stringere i denti e chinare il capo.
Devo fare quello stage. Devo metterci anima e corpo. Per uscire da questa gabbia... per ricominciare a respirare.
Io posso fare altro. Io devo fare altro. Questo è solo un momento. Devo stringere i denti, ed impegnarmi in altro. Finire la tesi. Entrare in quello stage. Fare altro.

Questa settimana, e poi... poi voglio che il lavoro sia solo un impegno necessario, tra le cose che devo e che voglio fare per realizzarmi. Mettere mano alla tesi, seriamente, impegnarmi col doppiaggio, con le traduzioni. Stringere i denti.
Io non voglio fare questo nella vita. Non voglio.
Devo costruirmi un altro futuro.
Devo costruirmi un'altra vita.
La mia. La nostra.

Spooky



venerdì 15 aprile 2011

To Max, with... me

Insomma, alla fine c'è sempre qualcosa che voglio dire. Qualcosa che sento esplodere dentro di me, e che devo necessariamente tirare fuori. Sarà questo lo scrivere? Il dover condividere? Ieri ho riletto una cosa scritta anni fa, e mi sono venuti i brividi per quanto fosse scritta male. Ma non importa, sto divagando. Questa devo proprio raccontarvela. Non so poi il perchè, magari perchè la mia "storia con Truman" è stata talmente tanto pubblica, bistrattata, usata, che non dirvene più gli sviluppi sembrerebbe sciocco, o solo ingiusto. Sarà che ho voglia di parlare di lui. Sarà che, nonostante tutto, ha ragione Ric: c'è qualcosa, nel primo amore, o meglio, nella "cotta adolescenziale", che resta, e che brucia... e che merita attenzione, comunque, sempre, anche a distanza di anni, anche se non fa più male.
O forse sono io. Anzi, probabilmente sono io. Sono io, e Max. Io, ed il mio Truman. Io, e il diavoletto dispettoso che ho creato per ricordare il mio nome, sia mai dovessi dimenticarmene. Io, e la mia anima bambina. Perchè, dopotutto, è Max, è sempre stata lui, la mia assenzafragile.

Insomma, giro su facebook, così. E visto che sto aspettando che la mia potentissima adsl carichi Cassl (no, non l'ho scritto male... Castle è Cassl, sempre, comunque, il mio mitico, vanitoso, geniale, e totalmente selfish Cassl!), mi snoo messa a cercare Max su fb. Non vi allarmate: è una cosa che faccio, ad intervalli irregolari, solo per curiosità. O forse per controllare. Chi lo sa, magari mi aspetto che un giorno la vita gli vada tanto male da costringerlo a ripensare a me... magari spero ancora che... ma sto speculando.
Diciamo solo che sono una alla quale non piace arrivare seconda. Figurarsi perdere. E che Truman è stato un fallimento su tutta la linea, un fallimento mio, della mia anima e del mio cuore, nel giudicarlo, nel costruirlo, nel gestirlo ovviamente. Sarà che sono un tipo ossessivo-compulsivo.
Comunque, digito e premio invio. E cosa scopro? Che non ha solo un profilo, ma una pagina in cui promuove il suo corso di teatro. Corso di teatro!! Lui! Il mio Max!! Folle.

Insomma, in un certo senso sono anche fiera. Qualche giorno fa a Termini ho incontrato per caso Nicola. Non ricordo neanche più il suo cognome. E' cresciuto da morire. Ero sulle scale di uscita della metro, e mi trovo davanti questo ragazzone vestito un pò alla Francesco (compagno di università a Verona), con un gilè tipicamente gay. Mi sono detta "ecco un altro di quelli che abbiamo perso!" così, tanto per farmi una risata mentale. Fatalità gli ero proprio dietro, e gli ho guardato le mani: sapete, per me sono un'ottimo indizio per capire se qualcuno sia gay. Non so perchè, ma mi aiutano. Insomma, Nicola ha due manone da uomo rude e virile. Mi sono detta "ah, magari mi sbaglio allora". Finita lì. Poi mi trovo sulle scale mobili, e sento un tizio che parla. La voce mi ricorda quella di Max, così mi giro... e scopro che il tipo col gilè non è "un tipo con un gilè", ma Nicola. Il Nicola di Max. Il Nicola-Avere, contro l'Essere-Max.
Mi sono scoperta a fissarlo e sorridere. E' cresciuto, sempre magro come un chiodo, bel taglio di capelli, voce ancora un pò stridula, ma meno di quando era adolescente. Non lo so, mi ha fatto piacere. Avrei voluto fermarlo, e semplicemente chiedere una conferma: "scusa, ti chiami Nicola, vero? E'... è che un tempo tu hai fatto parte della mia vita, anche se non lo hai mai saputo". Fico, non trovate? Se una persona venisse da me dicendomi una cosa del genere, le offrirei un caffè e mi farei raccontare tutta la storia.
Ma io non ho avuto il coraggio di chiedere conferme, e forse lui non mi avrebbe offerto nessun caffè.

Comunque, tutta questa storia forse viene fuori adesso perchè domani vado a vedere un suo spettacolo. Sono... sì, sono cinque anni che non vedo Max. Cinque anni. Si può morire, in cinque anni. Si può anche rinascere, in effetti. Io sono rinata. Ma sta di fatto che... che sono ancora qui, a scrivere di lui, giusto? Quindi non tutto è cambiato. Sono rimaste le mie mani, la mia voglia di scrivere (anche se consumata, provata, liofilizzata da.... da cosa? Dal destino? Dagli eventi? O semplicemente dall'incapacità di... conbattere?), le mie paure, le mie fobie.
E' rimasto Max. Oh, lui è rimasto. Lui rimane sempre.

Tempo fa ho avuto una conversazione non molto piacevole con Ric. Non stavamo litigando, mi stava... esponendo dei fatti. Ricordo gl occhi lucidi, mentre torturavo un rigatone broccoli e salciccia. Ho un'immagine molto simile nella mia memoria, il mio primo ricordo in effetti: io che mi riprendo dallo spavento dopo che Paola ha fatto tardi per la mensa dell'asilo, ed io avevo pianto disperata perchè pensavo mi avesse lasciato lì. Un rigatone, ma la pasta era in bianco, quella volta.
Comunque, la conversazione era stata... rivelatrice, in un certo senso. Del fatto che Ric mi ami, incondizionatamente, e del fatto di come io... abbia dei difetti. Dei difetti che non pensavo di avere. Delle mancanze che non pensavo di avere. E' stato brutto, anche se sincero. E, ancora una volta, mi sono trovata a dare la colpa a Max, e poi a me stessa.

C'è qualcosa, con Truman. Qualosa di non chiuso, che ho smesso di immaginare che si chiuderà. Chi lo sa, magari un giorno. Fortunatamente non ci penso più. Al fatto che possa chiudersi, dico. Me lo trovo lì, di tanto in tanto, come i fantasmi di Nash in fondo alla sala, il giorno in cui ha ricevuto il premio Nobel.
Mi sorride, piano, e mi ricorda che ognuno si porta dietro i propri incubi, ed ognuno deve imparare a gestirli. A combatterli, o ad amarli. Io, il mio, ho lasciato che mi divorasse... e poi l'ho murato vivo. Esattamente così: l'ho inglobato in ciò che sono, ne ho lasciato i pezzi sparsi in giro, e sono tornata ad abitare nella casa infestata. Ogni tanto si sente qualche rumore... si muove qualcosa. Ma, se lo ignoro, lui va via. Ed ho imparato ad essere felice, anche così.
Ora poi, che ho uno spirito buono a proteggermi, sono convinta che quasi nulla possa uccidermi. Farmi male, sì, ma non uccidermi. Non come ha fatto lui. Non come ho fatto io.

Vi farò sapere.
Intanto, mi vado a riguardare un pezzo di Notre Dame. Perchè... beh, il perchè mi pare ovvio.
Spooky



lunedì 11 aprile 2011

Non prenderti le colpe che non hai...

Chi lo sa, poi, da che parte sta la verità. Le verità sono mille, e ognuno invoca le sue...
Dovrei fare diverse cose, ma non ne ho voglia. Anzi, mi sa che dormo un'oretta, che ieri ho dormito, ma di certo non è stato un sonno riposante. Mi sono svegliata con la testa pesante e quella sensazione di vuoto sordo che non provavo da un pò.
No, non mi mancava per niente addormentarmi piangendo.
No, non mi mancava per niente dover far silenzio e trattenere i singhiozzi per evitare che i miei sentano.
Non mi mancava per niente sentirmi in colpa per cose di cui non so se avere colpa.
Assolutamente no. Non mi mancava niente di tutto questo. Mi domando come io abbia fatto a conviverci tanto a lungo. E' una tortura, bella e buona.

Comunque. Mi rendo conto di diventare, ad ogni passo, più mia madre e meno me. Sarà che sto lasciando gli ultimi barlumi di adolescenza dietro di me, ormai. Sarà che peggio di dove sono arrivata non posso arrivare, ed ora non resta che... che cosa? Non resta che stringere i denti e continuare a camminare, perchè non c'è altro, proprio nient'altro da fare.

Mi chiedo chi abbia il diritto di giudicare, ormai. Mi chiedo chi abbia il diritto di dire che hai sbagliato. Chi abbia il diritto di fare una critica, o anche solo dare un consiglio. Come ti metti, ti metti male. Tu sei male, quindi non dovresti aprire bocca e giudicare chiccessia. Eppure lo facciamo tutti. Ogni giorno, ogni momento, ogni ora.

Il discorso sta andando dove non voglio arrivare. E poi ho troppo sonno per continuare a scrivere.
Lasciatemi solo dire che, forse, devo cominciare a non prendermi sempre tutta la colpa di quello che non va. Che, forse, la colpa è anche un pò degli altri. E che, forse, se nessun altro si sente in grado di prendersela, di insultarsi e chinare il capo, una volta tanto, non devo necessariamente farlo io. Perchè a piegare sempre la testa si finisce per non guardare altro che il pavimento. L'ho visto per troppo tempo, troppo a lungo.  Voglio vedere il sole.

Certo, che sono egoista. E tu... tu, puoi dire di non esserlo?...
Spooky



domenica 10 aprile 2011

Fuck!

But I couldn't be happier
Simply couldn't be happier
(spoken) Well - not "simply":
(sung) 'Cause getting your dreams
It's strange, but it seems
A little - well - complicated
There's a kind of a sort of : cost
There's a couple of things get: lost

There are bridges you cross
You didn't know you crossed
Until you've crossed
And if that joy, that thrill
Doesn't thrill you like you think it will

Ecco quello che so fare quando le cose vanno per il verso sbagliato... rinchiudermi qui, e scrivere... rinchiudermi lì, e farmi abbracciare...
E'davvero questa la persona che sono?...
E' davvero questa la... cosa che sono diventata?...

Io... come faccio, a trovare sempre, sempre, una giustificazione alle mie mancanze?
Perchè, per una volta, non ti prendi la responsabilità delle tue azioni e non ammetti di essere l'egoista che sei?...

Conti solo tu, giusto? Solo tu, solo tu, solo tu!!!
Dio, quanto sono arrabbiata....
Spooky





martedì 29 marzo 2011

Tell me what you want

Vorrei avere una bacchetta magica, così da dare risposta alle mie domande.
Vorrei chiedermi ciò che mi chiedo in una lingua diversa, quella dell'anima, quella della mia anima, ed ascoltare serenamente cosa ho da dire.
Come si può decidere, a 25 anni, cosa si deve fare nella vita?
Come si fa, a meno di non avere una passione bruciante per qualcosa?!
E se la passione è agli inizi... come capire se e quanto sarà intensa?
Come distinguere l'amore dalla semplice infatuazione, come misurare l'impegno?
Ed inoltre: la passione va di pari passo con il talento?
Se mi piace cantare, vuole necessariamente dire che ho il talento per farlo?
O forse no?
Magari vorei fare la cantante pop, ma sono stonata come una campana.
Chi è che ha il diritto (o il dovere) di dirmi cosa non so fare?
Quello per cui non ho affatto talento?
Io?
Come si può essere oggettivi, guardando sè stessi e dovendosi giudicare?!

Mi faccio un sacco di domande. Mi guardo intorno, e spero che prima o poi avrò la forza, o la coscienza, di rispondermi. Mi rendo conto di non stare veramente scegliendo una strada... temporeggio. E penso sia arrivato il momento, invece, di prendere una decisione.
Senza chiedersi se sia quella sbagliata... prenderla, e percorrerla fino in fondo. Perchè è così che si fa. Perchè per diventare bravi in una cosa, sì, c'è il talento, ma c'è anche la determinazione, la volontà, la caparbietà... spero Kid mi abbia insegnato ad avere un pò di tutte queste cose.

Lo scorso weekend sono  andata a vedere Vitto. Poi c'è stato il cosidetto "B-day", il "Babbions-day". Mi sono divertita. Sono stata bene. E' bello sentirsi a casa, nonostante le differenze, nonostante gli aspetti antitetici, le disaffinità.
E' bello avere una famiglia come quella che, al di là di tutto, siamo riusciti a creare. E' bello avere ancora un forum blu in cui rifugiarsi, quando tutto sembra perdersi.

C'è la bella notizia che non vi ho ancora detto, ovvero che vado a Londra :)
Finalmente! Vado a trovare la mia stellina, ovviamente, ed a cercare la me stessa che ho perso da qualche parte negli ultimi mesi. Spero di ritrovarmi. Spero di esserci, all fine di questo viaggio, spero di poter dire di aver fatto le scelte giuste.

...come posso andare da mia madre e dirle che la sua carriera non è la mia?
Ieri mi ha detto "un posto di lavoro lì è un posto per tutta la vita". La mia risposta è stata "appunto". Buffo come una parola sola possa significare cose così diverse... infatti per lei era una cosa buona. Ottima. Per me, solo l'idae di un 9-18 mi ha messo i brividi... e mi sono detta, ancora una volta: allora è l'altra cosa quello che vuoi fare? Sicura?
Sicura?...
Perchè non riesco ad essere certa neanche delle cose che mi riguardano così intimamente?!

Comunque, al di là di tutto questo, mi sembra che le cose continuino a girare. Sempre per il loro verso... ma girano. Bisogna continuare a respirare. Perchè non è importante solo ciò che la marea ci porta... ma ciò che decidiamo di farne.
Io sto decidendo. And you don't live to regret it.

Chiudo gli occhi. Fortuna che, in tutti questi punti interrogativi, resta un bellissimo punto fermo, di nome Ric.
Ah, stiamo per prenotare. Evviva evviva evviva. L'America si avvicina!
Spooky




sabato 19 marzo 2011

Grandioso

E' bello essere una star.
Ed è proprio così che mi sono sentita, non c'è niente da fare. Quando trovi un albergo a quattro stelle pagato, una cena spesata, un liceo ipertecnologico che ti accoglie, ed un pubblico entusiasta che ascolta le tue parole su un palco, non penso ci si possa sentire diversamente. Siamo stati grandi.
Terracina, cielo nuvolo ma temperatura mite. Il mare ad un passo, due rappresentazioni in programma, una di sera, per il pubblico locale, e l'altra il mattino dopo, per i ragazzi del liceo. E' stato un successo. Certo, non penso che tutta la trama sia stata seguita, non penso che molte cose siano state comprese fino in fondo, ma che importa? C'eravamo noi, spettacolari, bravi, nella parte, intensi e comici al punto giusto, tanto da rendere "divertente" e godibile anche un testo particolare come questo, perfettamente affiatati. Con tutti i difetti che ha questo spettacolo... è stata la migliore rappresentazione a cui ho preso parte.
E poi... beh, mi sono piaciuta molto. Penso di aver... arrotondato ancora di più il personaggio, reso più mio, caricandolo invece di snaturarlo, e "facendomi lei" pur restando me stessa. Ho tirato fuori, in me, quello  che lei doveva avere. Una sensazione strana, in effetti, ma... grantificante.
Si, sono gasata! :D

Ora vi lascio, vado a coccolare il mio amore... in attesa del prossimo pubblico!!! :P
SpookyRuth








giovedì 10 marzo 2011

Uffaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!

Le passioni sono magnifiche, ma... uffaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!! :'(
Weekend con il mio amore... sfumato!!! :'(

Spooky

PS: problema con la cliente risolto, con un magheggio, ma risolto. Fortunatamente anche lei è una capretta ad usare il programma, così ci siamo date una mano a vicenda. Il capo non c'è, non so se arriverà, ed io nel mentre mi giro i pollici... inutile anche che mi metta a controllare gli agriturismi, visto che tanto non ci andremo più... :'( Ci vorrà tutta la mia bravura per farmi perdonare!!

mercoledì 9 marzo 2011

Un po' di rabbia, un po' di tensione

Insomma, forse è davvero così che funziona il lavoro.
Ma se è così, io penso che non lo farò mai bene. Mai come dovrei. Eh già, perchè non riesco proprio a ritrovarmi in questa logica.

Insomma, oggi pago delle fatture (pago... non è vero, inserisco nel sistema che le fatture di acquisto sono state pagate, così, sulla parola del mio datore di lavoro). Inizio a lavorare alle 10 (dovrei arrivare alle 9:30, ma ho fatto tardi, in più il capo non ha sentito il citofono, e quindi sono rimasta altri dieci minuti di fuori), e alle 11,20, esattamente 20 minuti dopo che il capo è uscito per andare da un cliente, ho finito quel che devo. Morale della favola: non so più che fare. In senso letterale: non ho altri compiti, non ho altre mansioni, tranne quella di rispondere al telefono, quando suona, e stamattina decide di squillare solo per emettere un "beep" non meglio identificato. Allora mi metto a girare un pò per i fatti miei su internet. Passa un'ora, ma far passare la seconda è dura, anche perchè la rete non funziona praticamente più, caricare le pagine sembra un'impresa, chi lo sa che aveva. Comunque sono le 12:38, alle 13 stacco, sono contenta come una Pasqua... squilla il telefono. Una cliente ha un problema con le fatture, e visto che le sto facendo, penso sia giusto provare a darle una mano, anche se non ho alcuna competenza per farlo. Non riesco, e visto che le serve entro domani le assicuro che sarà richiamata il giorno dopo, visto che nel pomeriggio non c'è. Bene. Scrivo una mail al capo, visto che domani non sono in ufficio, spiegandogli il problema, e mi metto il cuore in pace.
Alle 12:49 il capo torna. Prima di alzarmi ed andar via, gli racconto il problema, e lui si arrabbia con me perchè non sono stata in grado di risolverlo. Gli chiedo cosa avrei dovuto fare, gli faccio vedere nello specifico dove le cose non vanno, gli domando come risolvere, e lui, testuale "non lo so, non conosco questo programma". Mi verrebbe da rispondergli "ed allora dovrei conoscerlo io?!" ma taccio. Mi dice perchè non mi sono fatta spiegare il problema in remoto, cosa che non mi aveva mai detto esistere, e poi mi impone di richiamare la cliente e "risolvere il problema". Se non fosse che la cliente è fuori ufficio e non si sa quando tornerà... morale? Domani, che dovevo andare in casa editrice, tornerò lì a "risolvere" non so cosa, visto che NON HO IDEA di come risolvere un problema su un programma che non conosco.

Sono arrabbiata. Arrabbiata dal fatto di non sapere, arrabbiata che si pretenda che io sappia, arrabbiata di fare un lavoro che non so fare ed in cui non so che fare, arrabbiata di non sapere come arrivare a fine mattinata, ed arrabbiata del fatto che comunque mi si imponga di farlo "lavorando", anche se lavoro non ce n'è per me. Lui mi ha assunta, se non sa cosa farmi fare è un SUO problema, non mio! Non mi sono messa in ginocchio a pregare, non l'ho implorato, e per quanto mi paga (tra parentesi a fine giugno, mica ora) potrei anche restare a casa.

Se ognuno di noi... se ognuno fosse pagato per fare quello che sa fare, e non per quello per cui non è portato o che nessuno gli ha insegnato a fare... allora le cose andrebbero meglio, molto meglio in quest'Italia di raccomandati ed imbecilli.
Non amo fare brutta figura, non amo non sapere, non amo far pensare agli altri di esser stupida. Ma ci sono cose, tante cose che non so... e se nessuno me le insegna, nè mi dà un libro su cui studiarle, di certo non mi arrivano per volontà divina.

Non è servito a niente sfogarmi, ma almeno ho scritto un pò... perchè sì, questo lo so fare, ma ahimè, a chi importa che io sappia scrivere? No, l'importante è che io faccia la partita doppia, che però nessuno mi spiega, perchè, come diceva Socrate, le consocenze sono già dentro di me! Ma vaff!!

Spooky



venerdì 4 marzo 2011

Non scrivo quasi più. Vorrei trovare una spiegazione soddisfacente, ma per il momento la sola che vedo è che non ne ho voglia, non ho stimoli, o forse solo non ho niente da dire. Chi lo sa. Che poi, alla fine, qualcosa da dire si trova, ma... è l'idea di esternarlo, renderlo pubblico, che mi lascia perplessa come prima non accadeva. Prima scrivevo per me, ora mi sembra di farlo sempre per un pubblico. Immagino le persone, dall'altra parte dello schermo, pronte a leggere le mie parole, ed anche i miei silenzi. Una volta il pensiero non mi sfiorava neppure. Come essere nella casa del Grande Fratello, ed improvvisamente accorgersi che ci sono le telecamere, che fino ad allora non avevi proprio notato. Mah, che strana la vita. E così se ne va un altro sogno, mi dico. Se ne va un altro talento, scivola via un altro tassello di me. A volte mi domando dove andrò a finire. A volte mi domando se mi renderò conto del passaggio, o mi troverò a non essere più me senza neanche saperlo.
Semplicemente un giorno non mi firmerò più Spooky, non controllerò più la mia mail, dimenticherò la password che mi rende ciò che sono, e dimenticherò... tutto. Anche Vitto. Perchè sì, mi sembra di star perdendo anche lui.

Questo intervento voleva avere tutt'altro tono. Oggi, un pò per non morire, o forse un pò per celia, sono andata ad assistere ad un turno di doppiaggio. E' stato bello. Dalla strada, che mi ha portato spaventosamente vicina al 2006, fino a... tutto: le voci, la sala, le persone. Il buio. E' un buio artificiale, plastico, quasi ostile, ma mi è sembrato di trovarmici subito bene. Mi è parso fosse accogliente, morbido, caldo in qualche modo. Le sale, nuove ed impeccabili, invece di rimandarmi la sensazione di container senz'anima (come mi avevano dato gli uffici della CentroSolar), mi hanno... coccolato. Mi sono sentita profondamente a casa.
Poi, ovvio, c'è stato tutto il resto. Il sottile imbarazzo di trovarsi in un luogo nuovo, i sorrisi di circostanza, i tic nervosi. L'idea di star disturbando gente che lavora, cosa che mi lascia sempre addosso una sensazione di inadeguatezza e disapprovazione. Eppure sono stati tutti molti gentili, disponibili al dialogo, aperti, diretti. Senza fronzoli, senza orpelli o incipt barocchi, persone. Persone particolari, potrei dire. Cariche di una diffidenza bambina che era solo mia, ma vedevo riflessa nei loro sguardi incuriositi più dei miei. Forse sarà stata la suggestione del momento, ma mi è sembrato addirittura che a volte la direttrice di doppiaggio mi guardasse con riconoscenza, come a dire "ma allora qualcuno lo sa, che esistiamo!".
Sì, lo so. Parlavo con Alberto e mi sono ritrovata a rendermi conto che ho iniziato a farmi domande sui doppiatori da X-files. Da Mulder, da Ludovisi Bersanetti. Ho cominciato a vedere ER perchè doppiava il Dottor Green, visto che X-files era stato privato del suo protagonista. E poi hanno segato anche lui... era destino, si vede. Riaffiorano dei ricordi, come se qualcosa di questa professione abbia accompagnato anni non ssospetti della mia vita. Chissà con che diritto poi.

Il turno di doppiaggio (che mi ostino a chiamare "sessione", retaggi universitari ancora troppo vicini suppongo!) si è svolto... beh, esattamente come quelli che faccio (facevo) al corso: visione, prova sonora, muto. Ho assistito a BBT, e devo dire che mi ha sorpreso vedere come durante la prima visione Leonardo Graziano già smozzichi le frasi, si legga le battute, e dopo, sul primo sonoro, magari guardi più che parlare. Curioso. A volte ha letto addirittura prima della visione (che è una cosa che ho fatto anche io, un paio di volte, ma credevo di star sbagliando :P).
La prassi è la stessa, più o meno: si incide, si lima, si aggiusta, si stendono/accorciano le battute, e via, verso la successiva. Certo, per i tre quarti a me le battute sembravano perfette già alla prima incisione, e spesso mi sono chiesta quale fosse il bisogno di registrarle nuovamente, ma insomma... non posso capire proprio tutto :D

Comunque, un'esperienza da ricordare... qualcosa che mi ha fatto bene all'anima, al cuore, agli ormoni ed al fegato, tutta roba che ultimamente è stata messa un pò sotto pressione.
Certo, poi c'è stato lo str@nzo con la Smart che per sorpassarmi si è fatto tutta la strada di Capannelle in doppia fila accanto a me solo perchè io, che ero nel giusto, avevo deciso di non farlo passare (mi ha anche mandato a quel paese... non gli ho risposto solo per paura che scendesse col crick!), ma anche questa è passata.

Vado. Sono contenta di aver scritto un pò.
Mi manco, a volte.
Spooky