martedì 9 marzo 2010

"Shinzenbi"


Una delle cose più difficili, in questo ultimo periodo, è aprire il blog e scrivervi. Già, perchè in effetti scrivervi è pensare, e pensando non vado mai da nessuna parte... o almeno, nessuna parte in cui mi piaccia andare.
E non solo per il rivangare sui kata omoi della mia poco interessante esistenza, ma perchè mi sento davvero, davvero stanca. Ogni volta che mi fermo a riflettere, anche solo per un momento, riprovo la stessa sensazione... Per chi ha fatto il classico, e come me vedeva nel greco una serie di segni incomprensibili e di norma indistinti: mi sembra di tornare ad aprire il Rocci (vocabolario di greco, ndr), e dovermi cimentare di nuovo con qualcosa contro cui non ho strumenti per vincere. E sono profondamente annoiata dalle mie paranoie, da ogni mia immagine, dalle estenuanti rivendicazioni che mi faccio e dagli errori di cui mi accuso. E come rivedere un film che non mi piace, ancora ed ancora, ed una volta imparate a memoria tutte le battute... riascoltarle, di nuovo.
Questo è snervante, oltre a sfinirmi. Perchè, nonostante ho sentito talmente tante volte queste recriminazioni che non dovrei più badarci, il loro suono continua a ferirmi le orecchie ed il cuore. Perciò, sotto la noia, la frustrazione, e la rabbia, si rafforza il dolore... e non basta stringere gli occhi, non basta implorare pietà -oh, perchè voi non avete visto, quanto mite riesce a diventare l'orgogliosa Spooky quando non ci sono occhi che la osservano... quanto prega, quanto implora, quanto supplica che quel suo camminare in circolo arrivi ad un incrocio, quanto si affidi a tutti gli dei a cui non crede pur di far finire lo strazio, e la lacrime calde, troppo calde sulle guance intrise di sale...- dicevo, non basta gridare (ma in silenzio, mi raccomando!) per far smettere il martirio.

Per questo, e per mille altri motivi, scrivere qui ultimamente mi è quasi di peso. Continuo a farlo per non far perdere allenamento alle dita, perchè sono affezionata al mio verde scuro, perchè comunque voglio lasciare una traccia, che mi faccia ricordare e mi ricordi a me stessa: pochi giorni fa mi sono ritrovata a leggere interventi degli anni scorsi... rileggersi può far male, ma è una testimonianza, no? Mi ricorda il mio percorso, il mio karma, il destino che mi è caracollato addosso, o che mi sono scelta.
Quindi eccomi, signori! A dirvi che sono ansiosa, che dipendo dalla cioccolata come non mai -penso che il mio corpo sia fatto al 50% di cacao adesso, e l'altro 50 da carboidrati... l'acqua l'ho momentaneamente eliminata, occupava spazio- che passo i giorni eludendo ogni pensiero coerente che non sia superficiale. Ah, ed ho mal di stomaco. Nonostante mangi molto, e male, ho quasi semrpe mal di stomaco. Convulso, delizioso, ironico mal di stomaco. Chissà con che diritto poi.

Ed ora vado a letto, che questo post mi è costato una fatica immensa...
E' che a volte... niente. Solo non capisco perchè mi ritrovo sempre, sempre, ad amare senza ottenere in cambio neanche la metà di ciò che do. Ed è un pensiero egoista e presuntuoso, me ne rendo conto... ma è possibile, dico io, è possibile che nessuno, su questo pianeta, ami nel modo... totale? Totale, intenso e bambino con cui amo io?... E non voglio che tutti siano come me... ma qualcuno, qualcuno che sia in grado di... ah, lasciamo stare.
Io e i miei ren sen ren pai andiamo a nanna.
Domani è un altro giorno!
Spooky

PS: Anata ga suki, yorokobi utau ga suki, me ga dai suki, watashi no shi ki sha-san. Mi piace questa lingua. Tutto sembra più bello, anche il ridicolo.



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